Ucraina, attacco Russia con missile balistico intercontinentale
Sarebbe il primo raid con un Icbm. Zelensky: "Siamo il terreno di prova di un pazzo"
Per la prima volta dall'inizio della guerra, la Russia avrebbe lanciato un attacco contro l'Ucraina con un missile balistico intercontinentale (Icbm). Lo ha denunciato l'Aeronautica di Kiev, secondo cui il lancio è avvenuto dalla regione di Astrakhan. Nel raid, sarebbero stati lanciati sei missili RS-26 Rubezh. Il Cremlino non ha commentato la notizia. "Non ho nulla da dire, questa è una domanda per la Difesa", ha risposto ai giornalisti il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov. Il missile RS-26 Rubezh ha una gittata di migliaia di chilometri e può portare sia testate convenzionali che nucleari.
L'attacco russo, secondo Kiev, si è concentrato sulla regione di Dnipro. "Massiccio attacco" russo contro la regione Dnipropetrovsk, ha denunciato via Telegram è il governatore, Serhiy Lysak. "Dalle prime ore di questa mattina l'aggressore ha attaccato in modo massiccio la regione", afferma, riferendo di "danni a industrie" nel capoluogo Dnipro, dove sono scoppiati due incendi. Danneggiati anche, riferisce, un centro per la riabilitazione di disabili e due case dove altrettante persone sono rimaste ferite.
Presa di mira anche Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Le ultime notizie confermate via Telegram dal governatore Serhiy Lysak parlano di 26 feriti, con almeno dieci persone trasportate in ospedale e due donne che versano in gravi condizioni. L'attacco, denuncia, ha danneggiato la sede di uffici governativi, cinque palazzi e tre mezzi. L'aggiornamento arriva dopo le accuse alla Russia per un "massiccio" attacco contro Dnipropetrovsk e l'uso di un missile balistico intercontinentale.
Zelensky: siamo terreno di prova per pazzo vicino russo
Dopo il lancio del missile, che ha "tutte le caratteristiche - velocità, altitudine - che corrispondono a un missile balistico intercontinentale", il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato il "pazzo vicino" Vladimir Putin di usare l'Ucraina come terreno di prova per le armi. Lo ha scritto su Telegram, aggiungendo che sono in corso le analisi sul missile da parte degli esperti. “Oggi il nostro folle vicino ha mostrato ancora una volta ciò che è veramente e come disprezza la dignità, la libertà e la vita delle persone in generale. E quanto ha paura - ha detto Zelensky - Ha talmente paura che sta già usando nuovi missili”.
Ue: uso Icbm ennesimo segnale di volontà escalation
L’attacco russo all’Ucraina con un missile balistico intercontinentale, se confermato, “segnerebbe un’altra chiara escalation da parte di Putin”. Lo afferma Peter Stano, portavoce della Commissione Ue per gli affari esteri. Queste mosse inviano “segnali su cosa pensa della de-escalation e della pace”, continua, sottolineando che il vero significato “probabilmente è chiaro solo all'autore. Noi riceviamo un segnale sulla sua disponibilità a raggiungere la pace, che è: nessuna”.
Negli ultimi anni “non sono mancati i segnali di escalation”, denuncia ancora Stano. Il presidente russo “ha iniziato con la creazione di crisi alimentari ed energetiche e ora cerca di giocare con l'inverno, facendo planare bombe e missili contro infrastrutture civili” per mettere in difficoltà la popolazione ucraina”.
Di recente Putin “si è rimesso a giocare d’azzardo col nucleare con l’aggiornamento della dottrina” – ma lo ha fatto “per tutto il tempo, a partire dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, ancora occupata dalle forze russe” – e “ha arruolato soldati nordcoreani, facendoli venire a combattere sul suolo europeo: tutti chiari segnali della volontà di escalation”, rileva il portavoce. Per quanto riguarda la minaccia di utilizzo dell’arma atomica, è “difficile prevedere” se il Cremlino “lo intenda davvero. Quello che pensiamo è che sia irresponsabile e costituisca una chiara minaccia a livello mondiale”, conclude.
Londra: lancio missile intercontinentale sarebbe 'escalation'
Un lancio di un missile balistico intercontinentale da parte della Russia contro l'Ucraina sarebbe "irresponsabile" e significherebbe un' "escalation" da parte di Mosca, afferma un portavoce del premier britannico Keir Starmer. "Le notizie che arrivano dall'Ucraina sono molto preoccupanti - ha detto - Se è avvenuto sarebbe un nuovo esempio di comportamento immorale, irresponsabile, che segnerebbe un'escalation da parte della Russia".
Mosca, abbattuti due missili Gb Storm Shadow
Nel frattempo le difese aeree russe hanno abbattuto due missili britannici a lungo raggio Storm Shadow. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, citato da Interfax, all'indomani della notizia secondo cui Londra avrebbe dato a Kiev l'autorizzazione al lancio di missili a lungo raggio contro il territorio russo.
Missili protagonisti assoluti
I missili, negli ultimi 2 giorni, sono protagonisti assoluti del conflitto. Kiev, dopo l'ok degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, ha iniziato a lanciare missili a lungo raggio Atamcs e Storm Shadow contro obiettivi militari in Russia, in particolare nella regione di Kursk. Ieri, missili Storm Shadow sono stati lanciati nell'area del villaggio di Maryno per colpire un centro di comando. Oggi, il ministero della Difesa russo rende noto che i sistemi di difesa aerea hanno abbattuto due missili britannici.
Alla luce degli ultimi sviluppi, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, accusa Washington: l'amministrazione Biden starebbe lavorando affinché "le operazioni militari continuino non solo quest'anno, ma anche il prossimo". Per Zakharova, il Pentagono è 'colpevole' di "essersi affrettato a cercare di trasferire ciò che rimane degli aiuti militari al regime di Kiev prima dell'insediamento del presidente" Donald Trump.
Il volume di questi aiuti aumenta ogni giorno, prosegue sostenendo poi che "questi fatti confermano ancora una volta la rilevanza dell'operazione militare speciale - il nome ufficiale dato da Mosca all'invasione dell'Ucraina - per denazificare e smilitarizzare l'Ucraina ed eliminare le minacce che provengono dal suo territorio".
Esteri
Ucraina-Russia, Zelensky: “Guerra può finire nel...
Il presidente ucraino e l'incognita della nuova amministrazione Usa: "Voglio sentire le proposte di Trump"
L'Ucraina punta su Donald Trump per chiudere la guerra con la Russia nel 2025. Mentre Vladimir Putin spaventa l'Europa con il nuovo missile Oreshnik che "può colpire ovunque" nel Vecchio Continente, Kiev attende l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti per una svolta negoziale che apra la strada alla pace. Trump, com'è noto, da mesi si dice convinto di poter portare Ucraina e Russia al tavolo per una rapida intesa.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a dirsi fiducioso che la guerra con la Russia possa finire nel 2025 e che "a gennaio avremo un piano", ribadisceai media stranieri a margine della terza conferenza internazionale 'Grain from Ukraine'.
Cosa ha detto Zelensky
"Per quanto riguarda il momento in cui la guerra finirà... finirà quando la Russia deciderà di farla finire. Quando gli Stati Uniti assumeranno una posizione più forte. Quando il Sud globale si schiererà con l'Ucraina e a favore della fine della guerra", dice Zelensky, sottolineando di essere fiducioso che questi sviluppi si verificheranno prima o poi e che verranno prese delle decisioni.
"Sarà un percorso difficile, ma sono convinto che abbiamo tutte le possibilità di raggiungere questo obiettivo l'anno prossimo - afferna - capiamo che la Russia non sarà d'accordo con tutti questi passi, ma c'è la Carta delle Nazioni Unite e tutte le nostre azioni si basano su di essa. Speriamo che siano sostenute dai nostri partner".
"Voglio sentire le proposte di Trump"
L'incognita maggiore per Zelensky - e allo stesso tempo la principale speranza - è la nuova amministrazione Usa. È necessario ascoltare le proposte d Trump sul piano per porre fine al conflitto. "Siamo aperti - dice Zelensky -; lo dirò ancora una volta, e tra l'altro, ai leader dei paesi africani, asiatici e arabi... Siamo pronti a vedere le loro proposte. Voglio anche vedere quelle del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Penso che avremo queste proposte a gennaio e che avremo un piano per porre fine a questa guerra".
"Sono sicuro che l'anno prossimo avremo tutte le possibilità di porre fine alla guerra - aggiunge il presidente ucraino - Ci sono passi appropriati per questo... Comprendiamo che la Russia non farà tutti questi passi. Ma esiste una carta delle Nazioni Unite e tutti i nostri passi basati sulla Carta delle Nazioni Unite saranno sostenuti dai partner".
Il messaggio (quotidiano) da Mosca
Putin, particolarmente loquace negli ultimi giorni con 2 messaggi, tace lasciando spazio ai proclami di Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale numero 2 del Consiglio di sicurezza. Il presidente, dopo il lancio di un nuovo missile a medio raggio contro il territorio ucraino, ha avvertito in particolare l'Europa: "Possiamo colpire ovunque", ha detto come reazione alle azioni condotte da Kiev, che ha colpito il territorio russo con missili americani (Atacms) e britannici (Storm Shadow).
A stretto giro, tocca a Medvedev indicare la soluzione ideale del conflitto per i parametri russi: "Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", dice Medvedev.
Esteri
Netanyahu, Crosetto: “Linea governo è approfondimento...
Il ministro della Difesa sul mandato emesso dalla Corte penale internazionale: "A primo acchito sembra una sentenza più politica che tecnica". Salvini: "Non è Netanyahu il criminale"
Sul mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, "la linea del governo è quella di approfondire le motivazione della sentenza che a primo acchito sembra una sentenza più politica che tecnica". Dopo le parole della premier Giorgia Meloni, a ribadirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto prima di intervenire alla convention di Centro Popolare e Noi Moderati, in corso a Napoli.
"Ma la cosa che ha colpito di più e che io ho detto sin dal primo momento - ha aggiunto il ministro - è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un'organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti con chi guida legittimamente uno stato democratico e si sta difendendo".
La linea Meloni
Rimettendo ordine dopo una serie di prese di posizione non univoche all'interno dell'esecutivo, tanto che il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini nella mattinata aveva manifestato la convinzione che la premier avrebbe trovato "una sintesi", Meloni ieri sera ha indicato la linea del governo italiano sul caso.
"Approfondirò in questi giorni - ha spiegato Meloni - le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte penale internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica. La presidenza italiana del G7 intende porre il tema all’ordine del giorno della prossima ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre. Un punto resta fermo per questo Governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l'organizzazione terroristica Hamas", ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Salvini insiste: "Non è Netanyahu il criminale"
''Conto che si trovi una soluzione perché sicuramente non è Netanyahu il criminale di guerra. Diciamo che i terroristi islamici sono il problema per l'Italia e per il mondo, e quindi conto che il problema non si ponga mai'', ha intanto insistito oggi il ministro Salvini.
Parlamentari e Ong italiani a dicembre a L'Aja: "Sostegno a Cpi, Italia non si sottragga"
Intanto, venerdì 13 dicembre prossimo, una delegazione composta da deputati e deputate dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra la Palestina e Israele, europarlamentari italiani e rappresentanti delle Ong italiane, si recherà a L'Aja per una serie di incontri presso la Corte penale internazionale (Cpi).
La visita, prevista da tempo, avviene dopo l’emissione dei mandati di arresto da parte della Corte nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e dell’attuale leader di Hamas Mohammed Deif, la cui morte è ancora incerta, per crimini di guerra e contro l’umanità.
"L’obiettivo della visita –dichiarano i parlamentari dell'Intergruppo- è di prendere atto del lavoro della Corte, delle difficoltà e degli ostacoli che sta incontrando nello svolgimento delle proprie attività, oltre ad esprimere pieno sostegno alla Corte, che opera al solo scopo di affermare la legalità internazionale, nonostante pressioni e circostanze molto difficili".
"È fondamentale che l’Italia, Paese in cui fu firmato lo Statuto di Roma che ha istituito la Cpi, dia un chiaro e inequivocabile segnale di vicinanza alla Corte. Il lavoro della Corte va rispettato in tutti i suoi passaggi: indagini, mandato d’arresto e sentenza. Il nostro Governo non può sottrarsi ai suoi obblighi internazionali e, per evitare ogni complicità con chi è ricercato per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è necessario che prenda chiaramente le distanze dall’operato di Netanyahu e dei suoi ministri, dando piena attuazione al mandato d’arresto della Corte, che rappresenta un obbligo per ciascun Stato parte", concludono i parlamentari e le parlamentari dell'intergruppo per la pace tra la Palestina e Israele, coordinato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari.
Esteri
Ucraina-Russia, Medvedev: “Armi nucleari? Opzione...
Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo: "Guerra finirà se Nato smette di alimentarla". Per il Pentagono, migliaia di soldati nordcoreani combatteranno "presto" contro le forze ucraine
Il conflitto in Ucraina potrà finire senza ulteriori costi in termini di vite umane se la Nato smetterà di alimentarlo. Ad assicurarlo è il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, in un'intervista al canale televisivo Al Arabiya.
"Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", ha detto Medvedev. Commentando quindi la possibilità che la Russia utilizzi armi nucleari, come minacciato dal presidente Vladimir Putin, Medvedev ha osservato che si tratta di un'"opzione estrema".
Pentagono: "Presto migliaia di nordcoreani contro forze ucraine"
Gli Stati Uniti prevedono intanto che migliaia di soldati nordcoreani di stanza in Russia combatteranno "presto" contro le forze ucraine. A dichiararlo è stato il capo del Pentagono Lloyd Austin.
Il segretario alla Difesa statunitense stima infatti che circa 10mila militari dell'esercito nordcoreano si trovino nella regione russa di Kursk, che confina con l'Ucraina ed è in parte occupata dalle forze di Kiev, e siano "integrati nelle formazioni russe".
"Sulla base di ciò che sono stati addestrati" a fare e "di come sono stati integrati nelle formazioni russe, mi aspetto di vederli presto impegnati in combattimento", ha detto Austin ai giornalisti dalle Figi, dove si trova in visita, precisando di non avere conoscenza di "alcuna informazione significativa" di soldati nordcoreani "attivamente impegnati in combattimento" ad oggi.