Poste, accordo azienda-sindacati: più di 7.500 tra stabilizzazioni e assunzioni
Intesa con Cisl Slp, Confsal Comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl
Primo accordo tra Poste italiane e sindacati su assunzioni, stabilizzazioni, politiche attive, organizzazione e indennità. Il testo è stato siglato dall’azienda con Cisl Slp, Confsal Comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl. Al tavolo erano presenti anche Cgil e Uil che non hanno firmato l’intesa.
Di un accordo “molto importante e positivo" parla il leader della Cisl Luigi Sbarra ricordando le "7.548 assunzioni a tempo indeterminato. E’ la prova concreta che il dialogo sociale ed il confronto responsabile pagano, rispetto ad una linea esclusivamente protestataria ed antagonista”.
"Di queste assunzioni, 5.948 lavoratori saranno impegnati nel settore della logistica, mentre 1.600 saranno destinati alla rete postale e commerciale. Abbiamo raggiunto un grande risultato insieme alle altre sigle sindacali firmatarie di questo accordo con l’azienda. Voglio ricordare che tutti insieme rappresentiamo l’80% dei lavoratori di Poste Italiane, con la Cisl da sola che raccoglie il 60%”, ha sottolineato il segretario generale del Slp Cisl Raffaele Roscigno.
"Abbiamo stabilito e quantificato che, nel triennio 2024-2026, la rete postale sarà composta da una media di 32.000 addetti, garantendo così stabilità e continuità operativa. Altresì ben 786 lavoratori attualmente con contratto part-time avranno la possibilità di trasformarlo in contratto full-time, garantendo loro maggiore sicurezza e prospettive di crescita", ha aggiunto. "Questi risultati rappresentano un passaggio importante per la tutela e lo sviluppo dell’occupazione all’interno di Poste Italiane. Il confronto ha pagato. Al tavolo erano presenti anche Cgil e Uil che non hanno firmato l’intesa. La Slp-Cisl continuerà a vigilare e a lavorare per il benessere dei lavoratori e la valorizzazione del loro impegno quotidiano”, ha concluso Roscigno.
Economia
Sciopero 29 novembre, cos’è la precettazione e cosa...
Cosa succede se non viene rispettata e quali sono le conseguenze per i lavoratori? Lo spiega il giuslavorista
In vista dello sciopero generale di domani 29 novembre proclamato da Cgil e Uil, il vice premier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato l'ordinanza di precettazione con la riduzione a 4 ore dello sciopero generale nazionale di 24 ore proclamato nei servizi del trasporto aereo, del trasporto pubblico locale e del trasporto marittimoi. Ma cosa s'intende per precettazione? Lo spiega ad Adnkronos/Labitalia l'avvocato Vincenzo Ferrante, partner dello Studio legale Daverio & Florio, specializzato in diritto del lavoro e della previdenza sociale.
Cos'è la precettazione
"Si tratta - spiega l'esperto - di un ordine rivolto ai lavoratori, perché riprendano il servizio in relazione al quale è stato proclamato lo sciopero, garantendo in questo modo che l’astensione si svolga assicurando che vengano forniti ai cittadini i servizi essenziali. Il potere di precettazione è attribuito al presidente del Consiglio dei ministri o a un ministro da lui delegato (spesso quello dei Trasporti) ovvero al Prefetto, in caso di conflitti locali e deve essere esercitato solo all’esito di un confronto con i sindacati che hanno proclamato lo sciopero. L’ordine di precettazione si può anche solo limitare a posporre il momento dello sciopero ad altra data, anche unificando astensioni collettive già proclamate, ovvero anche prevedere la riduzione della sua durata complessiva", sottolinea.
Cosa succede se non viene rispettata
Ma cosa succede se la precettazione non viene rispettata? "Un tempo -spiega l'esperto- si prevedeva per i lavoratori una sanzione penale, in quanto ordine dato dall’autorità di governo; la legge del 1990 prevede ora solo una sanzione economica per i lavoratori che, individuati come destinatari, non si presentino al lavoro, stabilendo anche (ad ulteriore tutela del diritto individuale di sciopero) che quanti non ottemperino alla precettazione non possano mai essere licenziati a ragione del solo mancato rispetto dell’ordine ricevuto".
"In qualche caso, come a Milano alcuni anni fa, in occasione di uno sciopero dei trasporti, il sindaco -ricorda il giuslavorista- chiese alla procura di perseguire gli autisti per interruzione di pubblico servizio, ma il procedimento fu archiviato per la difficoltà di individuare esattamente quanti erano stati raggiunti dall’ordine di precettazione, che in genere viene reso noto mediante i media o (utilizzando un sistema che risale ad un passato lontano) attraverso l’affissione dell’ordinanza nei luoghi di lavoro, e solo in occasioni eccezionali viene direttamente comunicato ai singoli destinatari".
Cosa comporta per lavoratori e sindacati
Ma quali conseguenze ha la precettazione sui lavoratori e, eventualmente, i sindacati? "Sono previste sanzioni economiche anche per i sindacati dei lavoratori e per le associazioni e gli organismi di rappresentanza degli autonomi o dei professionisti e piccoli imprenditori (tassisti, farmacisti, autotrasportatori etc.) che non ottemperino all'ordinanza di precettazione. Poiché la sanzione è molto elevata (va da euro 5.000 a euro 50.000) è abbastanza raro che l’ordine non sia rispettato, anche se ovviamente i lavoratori restano liberi di non riprendere il loro lavoro, malgrado gli inviti ricevuti da parte dei loro rappresentanti sindacali. Poiché la legge tutela utenti e cittadini, anche le imprese che non favoriscano la ripresa del servizio possono essere assoggettate a sanzioni", conclude il giuslavorista.
Economia
Premio De Sanctis per le scienze economiche a Guerrieri,...
La cerimonia il 2 dicembre al ministero dell’Economia alla presenza del presidente del premio Gianni Letta e di eminenti personalità del mondo economico
Gli studi sugli effetti macroeconomici della contrazione creditizia negli Usa; le interazioni tra lavoro e finanza e una divulgazione sempre mirata ad approfondire i legami tra cultura ed economia; le rilevazioni volte a valutare l’efficacia delle politiche di sviluppo sulla base delle diversità tra i differenti gruppi sociali. Questi i profili salienti dei tre “bocconiani” - Veronica Guerrieri, Luigi Guiso ed Eliana La Ferrara - cui è stato assegnato il Premio De Sanctis per le Scienze Economiche, giunto alla sua terza edizione, la cui cerimonia di consegna delle medaglie sarà ospitata, il prossimo 2 dicembre, presso la “Sala Ciampi” del Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla presenza del presidente del premio Gianni Letta e di eminenti personalità del mondo economico.
Carriere prestigiose, quelle di Guerrieri, Guiso e La Ferrara, che si sono distinte per la loro abnegazione nelle ricerche sulle dinamiche di un’economia sempre più dominata da meccanismi finanziari. Guerrieri, già “enfant prodige”, è una delle tre donne italiane classificate tra i cento economisti più influenti al mondo. Vanta una laurea in Bocconi nel 2001 e un PhD in Economics al Mit nel 2006. Dal luglio 2012 è docente alla “Booth school of business” di Chicago. Posizione migliorata a partire dal gennaio 2014, quando è diventata “Ronald E. Tarrson Professor of Economics”. Ha pubblicato, giovanissima, su due riviste di prestigio come “Econometrica” e l’”American Economic Review”. La sua ricerca riguarda la macroeconomia e le frizioni fra il mercato del lavoro e i mercati finanziari.
Guiso, bocconiano, prima di dedicarsi all’attività accademica ha lavorato per 15 anni al Servizio Studi della Banca d’Italia, svolgendo quindi attività di consulenza per il governo italiano e diversi organismi internazionali, tra cui la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea, e importanti intermediari finanziari, tra cui Unicredit. Editorialista del “Sole24Ore”, i suoi interessi di ricerca riguardano principalmente l’area dell’economia applicata, con importanti approfondimenti sulle decisioni di investimento delle imprese e le scelte finanziarie delle famiglie e ai legami tra norme culturali ed economia. Oggi è Axa Professor of “Household Finance” presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance.
La Ferrara, laureata alla Bocconi nel ’93, dove ha avuto un dottorato di ricerca già nel ’97, si è specializzata con un PhD in Economy ad Harvard nel ’99. Oggi è docente di politica pubblica alla “Harvard Kennedy School”. Presidente dell'Econometric Society e direttrice del programma di economia dello sviluppo per il Center for Economic Policy Research (CEPR). La sua ricerca si concentra su Development Economics ed Political Economics, in particolare sul ruolo dei fattori sociali nello sviluppo economico. Ha studiato la diversità etnica, la struttura di parentela e le norme sociali, nonché gli effetti dei Mass Media sui risultati sociali. Collabora regolarmente con governi e organizzazioni internazionali, come la Banca mondiale, per valutare l'efficacia delle politiche di sviluppo. Prima di entrare ad Harvard, è stata titolare della Cattedra Invernizzi in Economia dello sviluppo presso l'Università Bocconi di Milano, dove ha fondato e diretto il Laboratory for Effective Anti-poverty Policies (LEAP).
L’evento, organizzato con il patrocinio del Ministero dell’Economia e delle Finanze e della Rai e in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo, Automobile Club d’Italia, Open Fiber, Simest e Gruppo Editoriale Athesis, sarà moderato dalla giornalista e conduttrice televisiva Benedetta Rinaldi.
Economia
Trasporto aereo, Fondazione Pacta: Saf e biocarburanti...
Gli obiettivi al centro del terzo Congresso annuale della Fondazione Pacta – Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo, tenutosi a Roma
Rivoluzionare il settore dell’aviazione, trasformandolo da uno dei comparti più difficili da decarbonizzare a un modello di sostenibilità ambientale ed economica: questa la missione al centro del terzo Congresso annuale della Fondazione Pacta – Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo, tenutosi oggi a Roma. L’evento ha riunito figure chiave del settore, dalle compagnie aeree ai costruttori aerei, dai gestori e attori aeroportuali alle grandi società energetiche, davanti agli Enti regolatori e alle Istituzioni, in una piattaforma di dialogo e innovazione che punta a riscrivere le regole del trasporto aereo che tuteli la crescita del settore con l’obiettivo di una piena riconciliazione con l’ambiente.
Tra le proposte avanzate dalla Fondazione, emergono iniziative per spingere sull’adozione di Saf (Sustainable Aviation Fuels), biocarburanti fondamentali per tagliare le emissioni di CO2 senza sacrificare la crescita del traffico aereo. Questi biocarburanti – prodotti da oli di scarto, grassi animali e biomasse – possono ridurre fino all’80% le emissioni rispetto ai carburanti tradizionali ma, per un’adozione crescente, necessitano di un sostegno economico più ampio.
La Fondazione Pacta, promossa da Aeroporti di Roma, esempio virtuoso di best practice italiana recentemente presente anche alla COP29 di Baku, rappresenta un’alleanza unica tra 17 partner industriali, istituzionali e accademici. L’obiettivo comune: abbattere le emissioni di un comparto cosiddetto “hard-to-abate” (“difficile da abbattere”), che oggi pesa per il 2-3% sul totale globale, e raggiungere il traguardo Net Zero Emissions entro il 2050, posizionando l’Italia come leader nella transizione sostenibile del trasporto aereo.
Troncone, decarbonizzazione dell’aviazione non è un’opzione, è una responsabilità collettiva
Pacta ha inoltre sottolineato la necessità di supportare la ricerca sugli aeromobili di nuova generazione, elettrici, a idrogeno o ibridi, tecnologie che rivoluzioneranno i voli regionali e a medio raggio nelle prossime decadi. Parallelamente, sono state proposte misure per incentivare investimenti in energia verde, tra cui sistemi di stoccaggio elettrochimico e la filiera di idrogeno e biometano per un’integrazione nei sistemi aeroportuali e industriali.
Il Congresso ha acceso i riflettori anche sulla trasformazione degli scali aeroportuali in hub sostenibili: dalla decarbonizzazione delle flotte operative all’agevolazione degli interventi di efficienza energetica, passando per ottimizzazione del traffico aereo. Un focus strategico è stato dedicato inoltre all’intermodalità, con proposte per potenziare le infrastrutture ferroviarie che collegano gli aeroporti e sviluppare biglietti unici che integrino trasporto aereo e terrestre, migliorando la connettività e abbattendo le emissioni legate alla mobilità. La Fondazione compenserà le emissioni di CO2 generate dagli spostamenti dei partecipanti al Congresso acquistando Saf per i voli Ita Airways, riducendo così le emissioni in egual misura.
“La decarbonizzazione dell’aviazione non è un’opzione, è una responsabilità collettiva, e la Fondazione Pacta dimostra ancora una volta che è possibile affrontarla con un approccio di sistema. La nostra realtà, che unisce aziende leader, istituzioni e mondo accademico, rappresenta infatti una partnership intersettoriale che, con pochi eguali al mondo, sta definendo, insieme, una roadmap concreta per il Net Zero. Tali proposte di policy non sono teoriche, ma rappresentano strumenti pratici pensati per supportare le istituzioni a colmare il divario tra le ambizioni e l’implementazione. L’obiettivo è accelerare una transizione sostenibile che non solo riduca le emissioni, ma garantisca la crescita economica e posizioni l’Italia come riferimento globale. Volare meno non è la soluzione e la sostenibilità non è un vincolo, bensì è la chiave per un futuro più giusto, in cui ambiente e progresso sono parte della stessa visione strategica” ha dichiarato Marco Troncone, Presidente Fondazione PactA e Amministratore delegato di Aeroporti di Roma.
Di Palma, decarbonizzazione con approccio pragmatico e non ideologico
“I Saf costituiscono oggi l’unica vera alternativa percorribile per raggiungere un’effettiva decarbonizzazione secondo gli obiettivi del regolamento 2023/2405. Ha costi ancora superiori ai carburanti attuali, ma confidiamo che anche tramite politiche comuni della Ue siano adottabili strumenti simili a quelli già assunti da altre nazioni per consentire una piena fruibilità di questi carburanti evitando così di compromettere il diritto alla mobilità dei cittadini” ha dichiarato l’On. Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“È per me un onore e piacere, come Presidente Enac e Presidente del Comitato Istituzionale della Fondazione Pacta, aprire questo congresso da cui emerge, con forza, la necessità di un impegno comune a favore della decarbonizzazione con approccio pragmatico e non ideologico, tenuto, peraltro conto, che l’Europa ha una responsabilità del 6/7 % dell’inquinamento nel mondo ed il trasporto aereo di una quota assolutamente marginale. Ringrazio innanzitutto l’Ad Marco Troncone per la relazione presentata e per l’impegno con cui sta contribuendo a far superare il pregiudizio ideologico nei confronti del settore, cosa ben evidente anche nella partecipazione alla COP29 di Baku, in cui ha dimostrato come il sistema Italia sappia lavorare coeso e come rappresenti una best practice a livello internazionale. Un ringraziamento particolare anche al Vice Ministro Bignami che segue con attenzione l’evoluzione delle policy ambientali condividendo il focus sulla sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale. Il percorso che stiamo facendo, grazie anche alla sintesi tra pubblico e privato rappresentata dall’Enac, ci permette di sviluppare collaborazioni utili con altri Paesi, anche emergenti, attraverso un approccio che ne garantisca anche una crescita economica e sostenibile”.” ha aggiunto Pierluigi Di Palma, Presidente Enac e Presidente Comitato Istituzionale Fondazione Pacta.
“La sostenibilità è uno dei pilastri fondamentali del piano industriale di Ita Airways, e la nostra missione è quella di essere una compagnia aerea efficiente, innovativa e pienamente orientata verso un futuro sostenibile – ha dichiarato Antonino Turicchi, Presidente di Ita Airways. “In questa direzione, fin dalla nostra nascita, abbiamo investito nello sviluppo della flotta, oggi la più giovane tra i vettori legacy d’Europa, con un’età media di 7 anni, 4,6 anni inferiore rispetto alla media europea dei network carrier e di 2,2 anni rispetto alle low cost. In questo percorso riconosciamo nel SAF un elemento essenziale per la decarbonizzazione dell’aviazione, ma riteniamo che esso non debba essere considerato solo una commodity bensì un vero e proprio investimento. Tale visione richiede un approccio sistemico e strutturato, in cui il settore pubblico, a livello nazionale ed europeo, impieghi risorse e strumenti adeguati a sostenere tutti gli attori che promuovono il concreto utilizzo del SAF. Da questo investimento dipende la capacità dell’aviazione di ridurre concretamente le emissioni di carbonio e di contribuire agli obiettivi climatici globali."