Sinner, ansia per caso doping: differenze con Swiatek e quando arriverà sentenza
Jannik sarà impegnato in un nuovo processo dopo il ricorso presentato dalla Wada
Il caso di Iga Swiatek ha fatto aumentare l'attesa intorno a Jannik Sinner. Il tennista azzurro è in attesa del processo per il caso doping che lo ha coinvolto, con il Tas che si pronuncerà dopo il ricorso presentato dalla Wada. La prima sentenza aveva infatti dichiarato Sinner innocente, ma è stata impugnata dall'Agenzia mondiale antidoping.
Il caso Sinner torna attuale dopo quello che ha riguardato Iga Swiatek. La tennista polacca, numero 2 del mondo, è stata sospesa un mese dopo essere risultata positiva a un controllo antidoping dello scorso agosto. In particolare è stato riscontrato una "concentrazione incredibilmente bassa di trimetazidina", una sostanza vietata.
La contaminazione accidentale è avvenuta a causa di una confezione di melatonina, che la tennista aveva acquistato in Polonia e con l'integratore che veniva venduto senza prescrizione. Visto che la sostanza illecita non era indicata nell'etichetta della confezione, i giudici addebitato a Swiatek un 'rimprovero a titolo di colpa', ripensando così la pena dai due anni previsti a un solo mese di squalifica.
Le differenza tra Sinner e il caso Swiatek
Le differenze tra Swiatek e la vicenda che ha riguardato Sinner sta tutto nella definizione di "assenza di colpa e negligenza" e "assenza di colpa e negligenza significativa", riscontrata nel caso della polacca. Diverse sono anche le sostanze: Closterbol per l'azzurro e trimetazidina per l'atleta polacca.
Così come la contaminazione: indiretta per l'altoatesino, che non aveva assunto direttamente la sostanza ma era stato contaminato durante un massaggio, e diretta invece, come detto, per Swiatek. Ma quando arriverà la sentenza di Sinner?
Sinner, quando arriverà la sentenza
La sentenza del Tas circa il ricorso presentato dalla Wada sul caso Sinner arriverà a febbraio. Il processo non sconfesserà necessariamente la sentenza di primo grado, ma riesaminerà da capo tutte le prove presentate. Jannik dovrà quindi dimostrare, ancora una volta, di non essere stato negligente o gravemente negligente. Nel caso in cui dovesse riuscire a dimostrare la sua innocenza non ci sarà sanzione, proprio come stabilito in primo grado, mentre in caso di condanna la sanzione andrebbe da un minimo di 12 mesi di squalifica a un massimo di 24.
La Wada ha già depositato la sua memoria di appello, e ora toccherà a Sinner. Il processo, come detto, si svolgerà a febbraio, con la sentenza che potrebbe arrivare alla fine del mese, ma potrebbe anche slittare visti i tanti impegni sportivi di Jannik.
Sport
Carini, botta e risposta con compagne Nazionale: “Io...
Polemiche nell'Italia del pugilato, ancora riguardo l'incontro tra l'azzurra e Imane Khelif a Parigi 2024. Testa risponde: "Ti avremmo evitato la brutta figura"
Polemiche nell'Italia del pugilato. Angela Carini, ritiratasi a Parigi dopo pochi secondi sul ring con Imane Khelif, è tornata sull'incontro: "Ho detto allora che non giudico nessuno. Però sarebbe bene che neanche lei lo facesse con me". L'algerina, poi medaglia d'oro, è stata al centro delle polemiche, nelle ore precedenti il match contro l'azzurra, per dei presunti livelli di testosterone non in regola e addirittura cromosomi XY (maschili), poi smentiti.
Nelle scorse settimane Khelif aveva rilasciato un'intervista in cui dichiarava di non avercela con Carini, ma piuttosto con le persone che hanno fatto pressioni, politiche, su di lei: "Sono state dette tante cose non vere sul mio conto, anche in alcune trasmissioni televisive nelle quali si cercava di tirare le somme sulla mia persona sollecitando anche Imane", ha detto Angela in un'intervista a Repubblica, "ho trovato tanta disumanità, anche nella telecronaca che mi è stata fatta durante il match. La verità è che non sono stata consigliata proprio da nessuno. La sera prima dell’incontro ero con mio fratello, gli parlavo dei sacrifici per arrivare fino lì, di papà che ci guardava dall’alto, di come mi sarei battuta fino alla fine. Poi quei due colpi mi hanno messa ko, soprattutto il secondo alla mascella. Di pugni ne ho presi tanti in carriera, ma in quel momento ho sentito il bisogno di fermarmi".
Carini ha accusato anche le compagne di Nazionale, colpevoli di non averla sostenuta in quei momenti difficili: "Nessuna ha teso una mano verso di me. La cosa non mi meraviglia, loro però sanno benissimo chi è la vera Angela, una ragazza che dà battaglia sul ring senza tirarsi mai indietro. Ma non ho trovato una di loro che abbia detto una frase di incoraggiamento, è la cosa che mi ha fatto più male. Sono persone che non fanno più parte della mia vita".
La risposta di Testa e Chaarabi
Immediata la risposta di Irma Testa, che ha attaccato Carini in una storia su Instagram: "Dico solo che eravamo in cinque in stanza quando siamo arrivate a Parigi, ma lei si è fatta cambiare stanza dopo due secondi ed è andata a stare da sola. Troppo superiore per stare con noi? Non l'abbiamo mai vista, non ha mai cenato o pranzato con noi. L'unica volta in cui ha chiesto aiuto, è stato dopo il match, per farsi fare la valigia perché troppo stanca dalle interviste per rientrare nel villaggio con noi comuni mortali".
"Mi dispiace Angela", ha continuato Testa, "ti avremmo anche aiutato e forse, se tu fossi stata più tempo con noi, ti avremmo evitato la brutta figura che hai fatto tu e hai fatto fare a tutta l'Italia in mondovisione. Noi della nazionale siamo sempre stati una famiglia, nel bene e nel male con le nostre antipatie e simpatie. Se tu ne avessi fatto parte veramente, sapresti che i panni sporchi si lavano in famiglia".
A fare eco alle parole di Testa anche quelle di un'altra pugile azzurra, Sirine Charaabi, che ha voluto postare una messaggio su Instagram rivolgendosi direttamente a Carini: "Il tuo concetto di squadra è sempre stato: prima io, dopo io, e se avanza qualcosa sempre io. E questo rappresenta un po' la 'persona' che sei".
Sport
Formula 1, si corre in Qatar: orari, programma del weekend...
Si riaccende la lotta per il titolo Costruttori tra Ferrari e McLaren
Torna in pista la Formula 1. Dopo che il Gp di Las Vegas ha incoronato di nuovo campione del mondo Max Verstappen, si riaccende la lotta per il titolo Costruttori. A Doha, sul circuito di Losail, nel penultimo Gran Premio della stagione, la Ferrari cerca il sorpasso sulla McLaren, ora distante soltanto 24 punti. Il weekend in Qatar mette dunque in palio punti pesanti, a cui si aggiungeranno anche quelli che arriveranno dall'ultima gara Sprint della stagione.
Negli Stati Uniti la Rossa è riuscita a piazzare entrambe le monoposto davanti alla scuderia inglese, con Carlos Sainz e Charles Leclerc che hanno chiuso rispettivamente al terzo e quarto posto. Vasseur però deve gestire la tensione crescente tra i due piloti, scoppiata via radio e nell'immediato post gara di Las Vegas.
Gp Qatar, il programma del weekend
Si comincia oggi, venerdì 29 novembre, con la prima sessione di prove libere (alle 14.30), a cui seguiranno le qualifiche per la gara Sprint, in programma alle 18.30. La gara corta andrà in scena alle 15 di sabato 30 novembre, mentre alle 19 sono previste le qualifiche per il Gran Premio. Il Gp partirà domenica 1 dicembre alle ore 17.
Venerdì 29 novembre
Ore 14.30: prove libere
Ore 18.30: qualifiche gara Sprint
Sabato 30 novembre
Ore 15: gara Sprint
Ore 19: qualifiche Gp
Domenica 1 dicembre
Ore 17: Gran Premio
Gp Qatar, dove vederlo in tv
L'intero weekend di Formula 1 è trasmesso in diretta esclusiva sui canali Sky Sport, mentre la Sprint Race sarà visibile anche in chiaro su TV8. Il Gp del Qatar sarà visibile sempre in chiaro su TV8 ma in differita, a partire dalle 21.30. La gara sarà disponibile anche in streaming su SkyGo e NOW.
Sport
Sinner, riecco gli attacchi di Kyrgios: “Nel 2025...
L'australiano, dopo il caso Swiatek, riprende la sua battaglia contro l'azzurro
Nick Kyrgios contro Jannik Sinner, un'altra volta. Il termine doping nel tennis torna d'attualità con la sospensione di Iga Swiatek, numero 2 del ranking Wta, e il tennista australiano riprende la sua battaglia contro l'azzurro. Sinner, positivo al clostebol nella primavera 2024, è stato prosciolto dall'International Tennis Integrity Agency ma rischia una squalifica dopo il ricorso dell'agenzia mondiale antidoping (Wada) al Tribunale arbitrale dello sport.
Swiatek è stata fermata per un mese per una positività provocata da una contaminazione legata all'assunzione di un farmaco contenente melatonina e regolamentato senza prescrizione medica. Il prodotto è venduto in Polonia e viene assunto, tra l'altro, per problemi di jet lag.
La vicenda riaccende il dibattito anche sul caso che coinvolge anche Sinner e ridà fiato, in particolare, a chi chiede provvedimenti severissimi a prescindere dalla valutazione degli atti. Kyrgios, in particolare, sin da agosto invoca una squalifica pesante per Sinner. E ora, con il caso Swiatek sotto i riflettori, l'australiano alza nuovamente la voce. "Il nostro sport è spacciato", scrive su X, facendo riferimento alla mancanza di credibilità legata alle sanzioni troppo soft. Quindi, la raffica di tweet legati a Sinner.
A chi chiede una previsione 'azzardata' nel tennis per il 2025, Kyrgios risponde: "Il nostro numero 1 non fallirà un test antidoping". E a chi adombra un complotto nel tennis perché "loro (?) pensano che siamo tutti stupidi", l'australiano replica: "Entrambi (Sinner e Swiatek, ndr) semplicemente non sapevano". Kyrgios non è l'unico a prendere una posizione critica nel circuito. Il canadese Denis Shapovalov, altro 'anti-Sinner', commenta laconico "squalifica di un mese eh".
Lo sfogo di Fritz
C'è anche chi, però, non tollera giudizi superficiali. E' il caso dello statunitense Taylor Fritz, numero 4 del mondo appena battuto da Sinner nella finale delle Atp Finals e a settembre nella finale degli US Open. "Ciò che mi fa impazzire di queste situazioni non sono i casi in sé", afferma Fritz.
"È difficile sapere esattamente cosa è successo/tutti i dettagli in tutti questi casi specifici, quindi le chiacchiere non sono propriamente la mia cosa preferita. Va bene avere le proprie opinioni oneste, ma ciò che non riesco a comprendere e che mi sconvolge come giocatore è il pregiudizio folle degli appassionati di tennis che sostengono qualsiasi versione sia in linea con la loro posizione. Se è positivo un rivale del giocatore che supportano, allora fanno parte del team 'chiamiamolo dopato/imbroglione/disonoriamolo il più possibile'. Se la vicenda riguarda il loro giocatore preferito, allora è 'innocente senza fare domande'", dice l'americano.
"Come si fa a non rimuovere il pregiudizio personale e a non formare un'opinione istruita e onesta? Anche se come giocatore puoi dimostrare la tua innocenza (non sto dicendo che qualcuno lo sia o non lo sia) le persone che supportano giocatori avversari hanno pregiudizi nei tuoi confronti e continueranno sempre a sostenere ciecamente che sei un imbroglione. Questo fatto mi rattrista davvero per tutti i veri giocatori innocenti che devono passare attraverso tutto questo", conclude.