Energia, a Conferenza nazionale per efficienza Amici della Terra focus su edifici efficienti
Presentati due studi su scenari diversi del ruolo di queste tecnologie nella decarbonizzazione degli edifici per rispettare gli obiettivi della nuova direttiva Epbd
Il confronto pubblico sulle opportunità ambientali ed economiche per la decarbonizzazione nella riqualificazione energetica degli edifici, offerte da tecnologie diverse come le caldaie a gas e le pompe di calore elettriche è essenziale per dare concretezza al concetto di neutralità tecnologica. La sessione mattutina della XVI Conferenza Nazionale per l’Efficienza energetica degli Amici della Terra sul tema “Edifici efficienti” ha visto importanti interventi sia di realtà della filiera del gas come Assotermica, Proxigas e Assogasliquidi-Federchimica, che della filiera delle pompe di calore elettriche come Assoclima, Daikin Mitsubishi e Olimpia Splendid. Nel corso della mattinata sono stati presentati due studi, quello realizzato da Rse con Marco Borgarello Head Energy Efficiency research group dell’ente su “Costi dell’energia elettrica e politiche per l’elettrificazione dei consumi dell’energia” e quello di Bip Consulting sulla “Decarbonizzazione dei consumi termici nel residenziale” illustrato da Giuseppe Lo Rubio, presidente Assotermica.
I due studi presentano scenari diversi del ruolo di queste tecnologie nella decarbonizzazione degli edifici per rispettare gli obiettivi della nuova direttiva Epbd. Gli interventi hanno affrontato sia il tema del futuro delle detrazioni fiscali sia delle misure necessarie per superare le attuali criticità come ad esempio l’alto costo dell’energia elettrica nel residenziale. “Solo con un approccio di neutralità tecnologica, chiarendo fino in fondo le differenze dei dati si può effettuare la scelta politica migliore” ha dichiarato Monica Tommasi Presidente degli Amici della Terra. “Siamo orgogliosi di avere offerto un terreno concreto di dibattito e confronto. Un dialogo che deve continuare perchè queste differenze si possono capire solo tramite un confronto pubblico in cui fare scelte consapevoli” conclude la Presidente Tommasi.
Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica ha ricordato: “Autorevoli ricerche come quella sulla “Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali” realizzata da BIP confermano la necessità di incentivare gli investimenti per accelerare il passaggio dalle tradizionali caldaie, alle più moderne ed efficienti caldaie a condensazione, certificate per essere alimentate a gas rinnovabili. Il Bio-GPL, anche in miscela con il Dme rinnovabile, può infatti giocare un grande ruolo nell’impegnativa partita della decarbonizzazione dei consumi domestici a costi contenuti e rappresentare – in questo modo – un’opzione sostenibile per l’industria, per i lavoratori ma anche per i cittadini, scongiurando il pericolo della povertà energetica”.
Lo stesso Franco Cotana Ad Rse intervenuto oggi nel corso dei lavori ha ribadito l’importanza di un approccio multidisciplinare e multi tecnologico. Intanto l'attenzione agli incentivi di efficienza energetica c’è. La proposta di riforma delle detrazioni fiscali per aumentare l'efficacia al fine di migliorare l’efficienza energetica negli edifici ha ancora una possibilità di entrare nella Legge di Bilancio. E’ quanto ha affermato nella prima giornata Federico Boschi Dg Energia del Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica che ha chiarito come il fulcro della proposta sia nata in seno al tavolo di lavoro civile sui temi dell’efficienza energetica degli edifici.
”Avendo scarsità di risorse non possiamo permetterci di sprecarle e neanche di male indirizzarle," dando dei segnali non corretti. “Speriamo che il percorso si concluda con l'adeguamento e l'accoglimento della proposta che prevede di essere selettivi sia in termini di classi energetiche di edifici da incentivare sia in termini di tipologia di interventi per usare il meglio possibile i pochi soldi che abbiamo" ha concluso il Dg Energia del Mase.
Economia
Automotive: la Lombardia alla guida dell’Ara,...
La Lombardia assume la guida dell’Automotive Regions Alliance (Ara), l’alleanza tra 36 regioni europee impegnate ad agevolare la transizione dell’industria automobilistica e dell’indotto tutelando, nel contempo, imprese e posti di lavoro.
Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, è stato eletto presidente dell’Ara nel corso della Conferenza annuale che si è svolta oggi all’Autodromo di Monza (entrerà in carica dal 1° gennaio 2025).
“La presidenza per la Lombardia – ha affermato il governatore lombardo Attilio Fontana, intervenuto per aprire la plenaria della Conferenza- arriva al culmine di un lavoro politico che abbiamo portato avanti in questi anni per tessere alleanze con i territori, in modo da portare l’Unione europea ad assumere posizioni di maggiore buonsenso rispetto alla transizione del settore automotive" . L’Alleanza "è la dimostrazione di come le Regioni abbiano un loro protagonismo anche all’interno dell’Europa. Come Lombardia rappresentiamo una filiera molto rilevante che farà sentire con autorevolezza la propria voce a livello continentale. Per una transizione ecologica razionale, occorre sviluppare tutte le opportunità che la scienza ci offre, senza limitare le scelte all’elettrico come sta facendo l’Unione Europea in maniera superficiale. Abbiamo un consistente numero di aziende, lavoratori e di piccole e medie imprese dell’indotto che operano con grande professionalità, alta tecnologia e innovazione: vogliamo tutelare questo patrimonio lombardo in tutte le sedi utili” ha aggiunto. La presidenza lombarda è il ‘riconoscimento’ di un percorso iniziato oltre due anni quando, in un contesto caratterizzato da una scarsa attenzione alle criticità del comparto, l’assessore Guidesi, insieme a tutto il ‘sistema lombardo’, decideva di intraprendere una battaglia di salvaguardia di un settore strategico per la competitività dell’Europa. In questi oltre due anni le precedenti assemblee annuali dell’Ara, prima a Lipsia (Germania) poi a Pamplona (Spagna), hanno visto la Lombardia protagonista ai tavoli delle trattative per sostenere la neutralità tecnologica e la necessità di tutelare il settore a cominciare dalla salvaguardia dei posti di lavoro, il tutto rimarcando l’importanza di raggiungere gli obiettivi ambientali imposti dalla precedente Commissione Europea.
Il secondo importante passaggio è stato quello dell’elaborazione di un apposito studio che conferma la forza e le grandi potenzialità dei carburanti rinnovabili, in grado da subito di abbattere le emissioni; un’analisi scientifica predisposta dal Cluster Lombardo della Mobilità che comprende la filiera del settore, dalle università, dai centri di ricerca e dalle associazioni di categoria che è stata sottoposta ai governi italiani che si sono succeduti. Un ulteriore risultato di grande importanza politica è stato ottenuto a Pamplona, in occasione della seconda assemblea annuale dell’Ara: qui la Lombardia è riuscita a portare sulle proprie posizioni tutte le 8 Regioni italiane che fanno parte dell’Alleanza, mostrando una unitarietà che prescinde dai diversi colori politici.
A Monza oggi è stata firmata la nuova dichiarazione dell’Ara che contiene passaggi fondamentali voluti dalla Lombardia e sottoscritti da tutte le 36 Regioni appartenenti all’Alleanza. Tra i capitoli più significativi il richiamo chiaro alla “neutralità tecnologica riguardo ai modi di conseguire l'obiettivo della mobilità stradale a zero emissioni e, ancora, la “vitale importanza dell'industria automobilistica per la prosperità e la competitività – nonché per la coesione economica, sociale e territoriale – dell'Unione europea”. Sempre in tema di neutralità tecnologica, si afferma al punto 22 del documento la “necessità di rispettare l'ampia varietà di situazioni di mobilità e di integrare l'elettrico con le tecnologie alternative, climaticamente neutre dalla produzione all'impiego in linea con la dichiarazione adottata in esito al vertice del G7 Trasporti svoltosi a Milano nel 2024”.
Di matrice lombarda anche il capitolo sull’esigenza di escludere le auto storiche dai vincoli sugli obiettivi climatici e quello, centrale, che invita l’Ue a riaffermare la metodologia di valutazione del ciclo di vita (Lca) per determinare il reale impatto sull’ambiente di un automezzo, dato che il parametro non può essere limitato al fattore emissioni ma occorre considerare tutti gli aspetti, a partire dalle fonti per la produzione dell’energia. Secondo la visione promossa dalla Lombardia e condivisa dalle Regioni dell’Alleanza, l’Unione Europea non dovrebbe imporre ai cittadini la tipologia di automobile e di propulsione da utilizzare, ma concentrarsi sulla definizione degli obiettivi ambientali da raggiungere, lasciando ai territori la libertà di scegliere le soluzioni tecnologiche più adeguate: elettrificazione, idrogeno o combustibili alternativi.
“L’Alleanza delle 36 Regioni ed il lavoro tra le Regioni stesse – ha affermato poi l'assessore Guidesi - saranno fondamentali per cercare di portare proposte concrete alla prossima Commissione Europea. Idee che permettano all’Automotive di restare anche in futuro un settore strategico. Ora il primo passo è quello di farsi ascoltare dalla nuova Commissione affinché i dovuti correttivi possano salvare un settore estremamente importante per la nostra economia. La prima cosa che farò è chiedere un incontro al nuovo Commissario così che la voce dei territori, di coloro che vivono le difficoltà del settore e le conseguenze negative delle scelte fatte dalla Ue in precedenza, possa essere ascoltata. C’è poco tempo, il settore chiede certezze”. Si tratta di difendere una filiera dell’Automotive lombardo di circa 100.000 lavoratori, oltre 30.000 imprese con un fatturato totale di oltre 40 miliardi di euro. Fermare la produzione del motore endotermico avrebbe effetti irreparabili con l’interruzione di molte attività e l'inevitabile perdita di competitività del settore produttivo lombardo, italiano ed europeo a vantaggio di altri competitori sullo scenario globale.
Secondo i promotori del documento, una transizione graduale ed equilibrata, contraddistinta dalla neutralità tecnologica, consentirebbe all’Europa di non disperdere un patrimonio di competenze, tecnologie, know how e posizionamenti sul mercato acquisiti in cento anni di ricerca, innovazione e scelte imprenditoriali. La sottoscrizione all’unanimità della ‘Dichiarazione di Monza’ è il frutto di uno sforzo diplomatico messo in campo da Regione Lombardia per raggiungere un accordo tra soggetti istituzionali eterogenei dal punto di vista politico. L’alleanza ha un ‘peso specifico’ rilevantissimo all’interno del contesto europeo, includendo i principali motori economici del continente. Le Regioni italiane che ne fanno parte sono 9: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria; e a queste si aggiungono altre 27 regioni europee dei più importanti Paesi del continente, fra cui Germania, Spagna e Francia. Insieme questi territori alimentano un Prodotto Interno Lordo pari a 5.000 miliardi di euro, il 34% del Pil europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei, corrispondenti al 31% della popolazione di tutti i Paesi dell’Unione europea. Il Pil totale delle regioni dell’alleanza è superiore dell’8,7% rispetto alla media europea.
Al vertice monzese, oltre al presidente Fontana, all’assessore Guidesi e ai rappresentati delle 36 Regioni, hanno partecipato anche il presidente del governo della Navarra e presidente uscente dell’Ara, María Victoria Chivite Navascués; e il commissario europeo uscente al Lavoro, Nicolas Schmit. All’evento era presente anche il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega alle Relazioni internazionali ed europee, Raffaele Cattaneo: “Un’occasione che ribadisce il protagonismo della Lombardia affinchè Bruxelles accolga le istanze delle Regioni, perché si ha la sensazione che spesso l’Ue elabori politiche più nel chiuso dei palazzi che ascoltando i territori”.
La scelta dell’Autodromo di Monza come sede dell’evento non è casuale: la Lombardia si pone alla guida delle Regioni motoristiche più avanzate d’Europa partendo idealmente dal tempio mondiale della velocità, a sottolineare una storia centenaria che lega la terra lombarda all’industria automobilistica. In quest’ottica va letta anche la parata di circa 40 auto storiche che hanno sfilato grazie al contributo di Aci Brescia: un modo per rimarcare l’importanza del motorismo storico per la Lombardia, simbolo di valori e tradizioni economiche da preservare.
Economia
A Monza la Automotive Regions Alliance per discutere del...
Al termine dell'incontro è stata adottata "dichiarazione di Monza", che ribadisce le ambizioni climatiche dell'Europa
La Automotive Regions Alliance si è riunita oggi per ribadire il proprio impegno alla decarbonizzazione del settore europeo dei trasporti, rafforzando nel contempo gli ecosistemi industriali regionali e la creazione di valore, per non lasciare indietro nessuna regione automobilistica nella transizione in corso. Al termine dell'incontro è stata adottata "dichiarazione di Monza", che ribadisce le ambizioni climatiche dell'Europa e chiede un maggiore sostegno dell'Unione Europea per la competitività dell'industria automobilistica. Sebbene l'Ara sostenga gli obiettivi europei di decarbonizzazione, i partecipanti hanno sottolineato l'importanza di avere una tabella di marcia chiara e stabile per guidare le regioni automobilistiche attraverso questa transizione. "L’Alleanza delle 36 Regioni e il lavoro tra le Regioni stesse saranno fondamentali per cercare di portare proposte concrete alla prossima Commissione Europea; idee che permettano al settore dell’automotive di essere in futuro un settore strategico. Un settore che ha fatto la storia economica del Continente e che oggi ha bisogno di correttivi a livello europeo per evitare una crisi irreversibile" ha affermato l'assessore lombardo allo Sviluppo economico, Guido Guidesi.
La dichiarazione di Monza sottolinea inoltre la necessità di una legislazione coerente dell'Ue a sostegno della transizione, come un percorso stabile per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni per il 2035 e una revisione tempestiva dei regolamenti sulle emissioni, un sostegno mirato ai veicoli neutri in termini di emissioni di carbonio e finanziamenti per le infrastrutture, ad esempio per i punti di ricarica. I membri dell'ARA hanno chiesto di garantire la sovranità dell'UE nella gestione dei dati dei veicoli, chiedendo norme chiare per promuovere l'innovazione e proteggendo, al contempo, le imprese e i consumatori europei. Considerando i profondi impatti sociali ed economici di questa transizione, l'Alleanza ha sottolineato l'importanza di soluzioni regionali e basate sul territorio per sostenere le economie e i lavoratori locali. Inoltre, i membri dell'Ara hanno chiesto solidi meccanismi di finanziamento nell'ambito del quadro per una transizione giusta, a sostegno delle regioni fortemente dipendenti dal settore automobilistico.
"Se non adottiamo un approccio più graduale alla transizione, avremo bisogno di un massiccio pacchetto di sostegno per facilitare la transizione dell'industria automobilistica. Pertanto, anche oggi, con la dichiarazione di Monza, chiediamo la neutralità tecnologica, e con essa non intendiamo solo e-fuels, ma anche i biocarburanti come percorsi alternativi al mantra dei veicoli elettrici" ha aggiunto Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo. Durante la conferenza, la Regione Lombardia ha assunto la presidenza annuale dell'Alleanza, con la regione francese del Grand-Est come nuovo vicepresidente. Nei prossimi mesi l'Ara intende intensificare la sua collaborazione con le istituzioni UE e si è impegnata a collaborare intensamente con il Comitato europeo delle Regioni, in particolare con il gruppo interregionale sul futuro dell'industria automobilistica, per garantire una transizione agevole ed equa per tutte le regioni e le parti interessate.
"Il Comitato europeo delle Regioni è fermamente impegnato a garantire una transizione giusta in tutte le regioni europee - ha poi chiosato Arianna Censi, vicepresidente della commissione Coter del CdR e assessore alla mobilità del comune di Milano - Nel settore automobilistico - la nostra spina dorsale industriale e forza trainante degli ecosistemi regionali di ricerca e innovazione - questo sostegno è fondamentale. Solo con il solido sostegno dell'Unione europea, sia all'interno che all'esterno della politica di coesione, possiamo realizzare una transizione equa e competitiva che sia in linea con i nostri obiettivi climatici."
Economia
Tabacco, Colla (E.Romagna): “Accordo Philip Morris...
L'assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, commenta l'accordo siglato ieri tra Philip Morris Italia e il Masaf
"E' un accordo molto positivo, consolida la filiera che parte dalla terra fino a quella commerciale di vendita, perché è un prodotto molto innovativo". Così, l'assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, commenta con Adnkronos/Labitalia l'accordo siglato ieri tra Philip Morris Italia e il Masaf. "Ovviamente - spiega - la Philip Morris ha fatto a Bologna uno dei più grandi investimenti del Paese, di ricerca, sviluppo e manifattura. La cosa importante sono gli investimenti in sostenibilità: da come si produce a come si smaltisce e alla qualità del lavoro su tutta la filiera".
"Nell'accordo - sottolinea - si parla di anti-caporalato, il che vuole dire che, quando si raccoglie dalla terra, il lavoro deve essere di qualità, così come dentro lo stabilimento. Questo dimostra che si tratta di una multinazionale che vuole stare nel nostro Paese con grande qualità. Ovviamente - fa notare l'assessore Colla - un accordo che dura dieci anni è anche il consolidamento di una multinazionale che vuole fare investimenti in questo Paese. A Bologna fanno un prodotto più innovativo che porta a superare l'utilizzo del tabacco e, quindi, va visto in prospettiva anche dal punto di vista delle dinamiche della sostenibilità ambientale legata ai soggetti che utilizzeranno questi nuovi strumenti".
"Quello tabacchicolo - afferma - è il più grande investimento che oggi abbiamo in Europa; l'85% dei prodotti Philip Morris sono venduti all'estero, quindi si ha un'entrata di valore aggiunto molto importante per il nostro Paese. Le multinazionali che 'si comportano così', dunque, ce le teniamo tutte, poi se c'è qualcuna che si comporta male diamogli nome e cognome. La Philip Morris sta dimostrando di avere un legame con il territorio molto forte sia istituzionale che con le università, centri di ricerca. L'azienda ha, inoltre, un dialogo con la Regione molto fluido".