Sinner e il caso doping, la Wada: “Ripensare squalifiche per positività minime”
Il tennista azzurro aspetta la sentenza del Tas, prevista non prima di febbraio
A febbraio dovrebbe chiudersi, in un senso o nell'altro, uno dei capitoli più bui della giovane carriera di Jannik Sinner. Il Tas si esprimerà, in maniera definitiva, sul caso doping che ha riguardato l'azzurro, dopo l'assoluzione in primo grado e il ricorso presentato dalla Wada. A due mesi dalla possibile sentenza, la squalifica per un mese di Iga Swiatek a causa di una "concentrazione incredibilmente bassa di trimetazidina", una sostanza vietata, ha riaperto il dibattito.
La numero due del mondo è risultata positiva dopo una contaminazione accidentale e i giudici le hanno riservato quindi un "rimprovero a titolo di colpa". La notizia però ha fatto ripartire il dibattito sulle stringenti regole antidoping in vigore nel mondo del tennis, con gli atleti, come nel caso di Swiatek e, in tono minore, di Sinner, che possono andare incontro a una squalifica anche in caso di minima contaminazione accidentale.
"Oggi esiste un problema di contaminazione. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza", ha detto Olivier Niggli, direttore generale della Wada, intervistato da L'Equipe. "Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue. La verità è che sentiamo un sacco di storie e capisco l’opinione pubblica che può arrivare a pensare che assumiamo di tutto".
Per Niggli si potrebbe quindi ripensare il sistema antidoping del tennis professionistico: "Con delle soglie non avremmo visto tutti questi casi. Quello che dobbiamo comprendere è se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi. Proprio per questo tipo di riflessioni verrà creato un tavolo di lavoro". Una presa di posizione che fa ben sperare anche Jannik Sinner.
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Formula 1, continua la crisi di Perez: chi può sostituirlo...
La riconferma del messicano è sempre più difficile, Horner sceglie chi affiancherà Verstappen nella prossima stagione
Sergio Perez sarà alla guida della Red Bull anche nel 2025? Nonostante un contratto in scadenza nel 2026, il pilota messicano sembra sempre più lontano dalla scuderia austriaca. Questo a causa dei risultati, disastrosi, accumulati tra la fine della scorsa stagione e nel corso della nuova. Nonostante il titolo Piloti conquistato da Max Versatappen infatti, la Red Bull è scivolata al terzo posto nella classifica Costruttori, sorpassata prima dalla McLaren e poi dalla Ferrari.
Christian Horner è sicuro del podio visto il distacco (130 punti) sulla quarta posizione occupata dalla Mercedes e le sole due gare (più una Sprint) rimaste prima del termine della stagione. Ma dover abdicare il trono Costuttori dopo due vittorie consecutive impone una riflessione. E se Verstappen non è sicuramente in discussione, visto anche il ricco contratto che lega l'olandese alla Red Bull fino al 2028, tutt'altra storia riguarda Sergio Perez.
Sergio Perez, crisi senza fine
Il pilota messicano sta faticando da tempo a replicare quanto di buono fatto nelle passate stagioni. La sua crisi è dovuta in parte a un calo prestazionale della macchina riscontrato anche da Verstappen, ma soprattutto da un livello di guida non all'altezza di quello di Max. In Red Bull le gerarchie sono chiare: l'olandese è il primo pilota, Perez il secondo. La scuderia austriaca, anche al momento della scelta di Perez, cercava un profilo che non ingombrasse troppo Verstappen e evitasse problemi all'interno dei box.
Ma questo ruolo non ha mai permesso a Sergio di crescere veramente e anzi, la sensazione è che Perez si sia adagiato sulle vittorie del compagno senza fare mai quel salto di qualità che pure la Red Bull, che fino a questo finale di stagione ha sempre dimostrato di avere la macchina migliore, avrebbe voluto. In questa stagione il messicano non è riuscito a conquistare nessuna vittoria e soltanto quattro podi, arrivati nei primi cinque Gran Premi dell'anno. La crescita della McLaren, della Ferrari e ora, dopo la doppietta di Las Vegas, anche della Mercedes, lo hanno gettato in una crisi senza fine. Anche ieri, venerdì 29 novembre, nelle qualifiche della gara Sprint in Qatar, Perez è uscito nel Q1, confermando le difficoltà che durano da inizio stagione.
Red Bull, chi al posto di Perez?
In casa Red Bull, quindi, si è aperta una riflessione. Il team principal Horner ha già cominciato a valutare tutte le opzioni in vista di un 2025 che si preannuncia molto combattuto e in cui la Red Bull non vuole cedere lo scettro nel mondiale piloti. Verstappen ha ancora fame e la scuderia austriaca vuole riconquistare posizioni, e quindi i soldi che ne derivano, in quello Costruttori. In Red Bull quindi, viste le pessime prestazioni di Perez, si è aperto il casting: chi potrebbe affiancare Max Verstappen il prossimo anno?
Il profilo migliore sarebbe stato quello di Carlos Sainz, che lascerà il posto in Ferrari a Lewis Hamilton, ma lo spagnolo ha deciso, a sorpresa, di legarsi alla Williams e più probabilmente, in futuro, alla Mercedes. La scelta più facile, ma anche più logica, sarebbe quella di promuovere Yuki Tsunoda, da anni ormai nel team satellite Red Bull. Il giapponese ha raccolto buoni risultati e probabilmente meriterebbe una chance nella casa madre, ma ha ammesso di non essere stato ancora contattato.
Stessa situazione, o quasi, per Liam Lawson. Il giovane pilota neozelandese, compagno di squadra di Tsunoda in Racing Bulls, non ha ancora un contratto per il 2025 ma si sta distinguendo bene nel circuito, mostrando una costanza anche maggiore rispetto a quella di Yuki. Horner, in ogni caso, è molto attento ai giovani talenti e ha messo gli occhi da tempo su Franco Colapinto. L'argentino sta lasciando ottime impressioni in Williams e James Vowles, team principal della scuderia inglese, non ha negato l'interesse, facendo intendere però che prima di approcciare un pilota le grandi del circuito dovrebbero capire quanti posti hanno a disposizione per la nuova stagione.
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Napoli, Conte: “Kvara è determinato. Dobbiamo...
Il tecnico azzurro ha presentato la partita con il Torino
Partita delicata per il Napoli. La capolista, a un solo punto di vantaggio sul folto gruppo al secondo posto, fa visita al Torino di Vanoli, che cerca punti preziosi per rialzare una classifica che comincia a farsi complicata: "Questa partita non va affatto sottovalutata. La Roma ha poi pareggiato col Tottenham, questo risultato è l’ennesima dimostrato del valore del nostro calcio in Europa. Atalanta e Inter hanno vinto, la Juventus ha pareggiato su un campo difficile come quello dell’Aston Villa e il Milan ha conquistato un successo importante. In questo percorso vogliamo inserirci pure noi con ambizioni reali e stiamo lavorando per questo", ha spiegato Antonio Conte in conferenza stampa.
"L’ho già detto ai miei giocatori", ha continuato l'allenatore del Napoli, "negli ultimi trenta metri dobbiamo crescere nella scelta del passaggio e della giocata vincente. Va occupata pure meglio l’area di rigore. Stiamo lavorando sotto questo punto di vista”. Conte ha poi commentato la classifica: "Sono contento, ma abbiamo giocato appena tredici partite. La classifica è molto equilibrata, ma vedrete che si allungherà già alla fine del girone d’andata".
Sul Torino: "È un avversario ostico che va affrontato nella giusta maniera, altrimenti si rischia. Conosco bene l’ambiente granata, è bello caldo. Nella scorsa stagione ero spesso allo stadio a vedere le loro partite. Paolo Vanoli è un bravo allenatore, è stato nel mio staff e i granata hanno cominciato benissimo, poi ovviamente hanno pagato l’infortunio di Zapata, ma resta una squadra con una buona qualità".
Su Kvaratskhelia, scontento al momento della sostituzione contro la Roma: "Ha avuto due occasioni importanti, saremmo stati pure noi più tranquilli, ma comunque è un ragazzo serio e determinato. Ha grande voglia di essere protagonista e questo mi conforta. L’ho visto molto concentrato". Per concludere Conte ha parlato di Raspadori: "Di sicuro abbiamo solo il campionato e questo diminuisce la possibilità di avere un minutaggio per alcuni calciatori. Comunque ho le idee molto chiare: non voglio affatto indebolire il Napoli, lavoro per rinforzarlo. Per me Jack è un calciatore forte. Questa classifica è merito non soltanto degli undici titolari, ma di tutto l’organico".
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Lotito contro sindaca di Amsterdam: “Leso onore...
Il presidente biancoceleste si è espresso sul divieto di trasferta per la gara di Europa League
Interviene Claudio Lotito. Il presidente della Lazio ha inviato una dura lettera alla sindaca di Amsterdam e al presidente della Uefa Aleksander Ceferin, dopo la decisione di vietare ai tifosi biancocelesti la trasferta di Amsterdam per la partita di Europa League contro l'Ajax, in programma il prossimo dicembre. La contestata decisione è arrivata direttamente dalla prima cittadina della capitale olandese, preoccupata che ci possano essere nuovi disordini di matrice antisemita dopo quelli dello scorso 7 novembre in occasione del match contro il Maccabi Tel Aviv.
"Scriviamo formalmente per contestare e condannare l’inquietante lettera a firma della Sindaca di Amsterdam che lede l’onore e l’immagine della comunità che rappresentiamo", scrive Lotito, "le misure messe in atto dalle autorità olandesi non rispondono ai più elementari concetti giuridici applicabili nell’ambito della Unione Europea e mostrano, ancora una volta, l’inadeguata organizzazione in termini di safety & security che ogni nazione civile è chiamata a implementare. La stessa Uefa impone ai club severi e particolareggiati obblighi strutturali, traducibili in evidenti sforzi economici, volti a normalizzare, standardizzare e gestire le manifestazioni calcistiche che, di per sé, portano al proprio interno criticità e complessità di vasta portata".
"Siamo convinti che solamente attraverso l’integrazione e la predisposizione di idonee misure strutturali, si possano affrontare le sfide connesse agli eventi sportivi e alla risonanza che essi generano", continua Lotito, "la chiave non è certamente la segregazione, il divieto o, come nel caso da voi malamente gestito, l’offesa della dignità delle comunità. La tardiva azione intrapresa dalle autorità comporta, in capo alle stesse, l’obbligo di risarcire la tifoseria laziale che si è organizzata, per tempo e secondo le direttive impartite dal club ospitante la manifestazione, per assistere all’evento".
Lotito chiede quindi pubblicamente un risarcimento per quei tanti tifosi che hanno già acquistato i biglietti e organizzato la trasferta: "È evidente che le medesime autorità dovranno farsi carico, direttamente o attraverso i canali commerciali, della restituzione delle somme trattenute dagli hotel cittadini per l’affitto delle camere e manlevare i tifosi per la conseguente mancata occupazione delle stesse strutture. Si rende inoltre necessaria una interlocuzione con le compagnie aeree che volano su Amsterdam affinché vengano restituite le somme pagate dai sostenitori laziali. Dal canto nostro, metteremo in atto tutte le azioni necessarie affinché la tifoseria laziale non viaggi verso Amsterdam e si riduca così il potenziale pericolo di incidenti che, alla luce della intempestiva decisione della Pubblica Autorità, rischia di vedersi rafforzato e moltiplicato".
Il presidente della Lazio non esclude però che "gruppi di tifosi, organizzati e non, decidano comunque di partire verso Amsterdam e, per essi, pretendiamo una adeguata accoglienza e un dignitoso trattamento nelle vie cittadine. La tardiva decisione porta con sé, inevitabilmente, riflessi, anche di natura sportiva, che condizioneranno l’incontro di calcio. Ricordiamo che si affrontano due squadre di maggior successo nella competizione Uefa Europa League, che si giocano molto del loro cammino futuro proprio nella gara in questione. Oltre al danno di immagine che colpisce una manifestazione che, per natura stessa, esalta e include tutte le comunità sportive che fondano la loro attività non sul business sportivo di primo livello economico, ma sulla cultura della formazione e dell’integrazione territoriale".
In conclusione la società biancoceleste chiede alla sindaca e alle autorità Uefa: "Di indicarci le modalità con cui intendete avviare il processo di scambio informativo, nonché le modalità di rimborso delle somme pagate dalla tifoseria laziale, entro e non oltre cinque giorni dal ricevimento della presente. In mancanza, saremo costretti ad attivare le opportune azioni risarcitorie nelle sedi ritenute competenti".