Morto ostaggio israelo-americano: il corpo si trova ancora nell'enclave. Usa abbatte sette missili e droni sparati dai ribelli Houthi
Le forze israeliane hanno bombardato alcune case durante gli attacchi notturni nella Striscia di Gaza settentrionale, uccidendo almeno 15 persone in uno degli edifici nella città di Beit Lahia. Lo hanno riferito fonti mediche palestinesi.
Diverse altre persone sono rimaste ferite nell'attacco e altre risultano disperse dopo che una casa che forniva rifugio agli sfollati è stata colpita, ha aggiunto il Servizio civile di emergenza palestinese.
Morto ostaggio israelo-americano
L'ostaggio israelo-americano Omer Maxim Neutra, 21 anni, sequestrato nella zona di confine di Gaza il 7 ottobre, è stato dichiarato morto durante la prigionia nella Striscia. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che il corpo si trova ancora nell'enclave.
Usa: abbattuti sette missili e droni sparati dai ribelli Houthi
I cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti hanno abbattuto sette missili e droni sparati dai ribelli Houthi dello Yemen contro le navi da guerra e tre navi mercantili americane che stavano scortando nel Golfo di Aden. Non sono stati segnalati danni o feriti. Lo ha reso noto il Comando Centrale degli Stati Uniti, precisando che i cacciatorpedinieri Uss Stockdale e Uss O'Kane hanno abbattuto e distrutto tre missili balistici antinave, tre droni e un missile da crociera antinave. Le navi mercantili non sono state identificate.
Gli Houthi hanno rivendicato l'attacco in una dichiarazione e hanno affermato di aver colpito i cacciatorpediniere statunitensi e "tre navi di rifornimento appartenenti all'esercito americano nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden".
Sara Netanyahu vede Trump in Florida, 'vittoria Israele strategica
La moglie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Sara, ha incontrato il presidente eletto Donald Trump, in un evento che ha tenuto nel suo campo da golf in Florida. In un post sui social media, Netanyahu ha scritto che i due hanno discusso "dell'importanza strategica della vittoria di Israele nella guerra" e dell'importanza del rapporto continuo tra Israele e gli Stati Uniti. "Ho parlato con il presidente delle grandi sofferenze che il nostro Paese ha attraversato il 7 ottobre e ho sottolineato l'urgenza di agire per liberare gli ostaggi e riportarli indietro al più presto", ha scritto Sara Netanyahu.
Esteri
1000 miglia Experience Uae 2024, dal 1 al 5 dicembre torna...
L’evento, giunto ormai alla terza edizione, ha avuto ufficialmente inizio nella giornata di ieri presso lo spettacolare Emirates Golf Club di Dubai
Si sono accesi i motori a Dubai, da dove ha preso il via la 1000 Miglia Experience Uae 2024. L’evento organizzato da Octanium Experiences su licenza di 1000 Miglia e giunto ormai alla terza edizione ha avuto ufficialmente inizio nella giornata di ieri presso lo spettacolare Emirates Golf Club, con le verifiche tecniche e sportive ed un momento di training per gli equipaggi, seguiti dall’esposizione al pubblico delle 90 vetture in gara. Da menzionare nel parco auto di quest’anno una Bentley 4.5 L Le Mans del 1928, una Lagonda LG45 del 1936, una V12 le Mans del 1938 e una Fiat Osca 1500 S Cabrio del 1961. Fra le moderne, spiccano una Lamborghini Huracan Sterrato e una Koenigsegg CC Prototype.
Questa mattina gli equipaggi sono partiti per la prima delle quattro tappe di gara: attraversando il territorio di Sharja, i piloti sono giunti ad Hatta, dove hanno sostato per il pranzo. A seguire, la risalita fino a Fujairah fra le montagne, per poi ritornare sul Golfo Persico e concludere la giornata di gara a Ras Al Kaimah.
Nel corso del secondo giorno di gara gli equipaggi , affronteranno la ripida ascesa della Jabel Jais che coi suoi 1934 metri di dislivello sul mare possiede lo status di montagna più alta della penisola, regina dell’imponente catena montuosa di Al Hajar. Parimenti allo sforzo richiesto dai piloti alle proprie vetture, a maggior ragione nel caso degli esemplari più anziani, gli equipaggi potranno godere di un panorama unico sul deserto e le valli circostanti. Dopo essere ridiscesi attraverso l’entroterra desertico degli Emirati Arabi Uniti, la rotta virerà a oriente fino a Fujairah. Il giorno seguente, mercoledì 4 Dicembre, gli equipaggi costeggeranno il Golfo dell’Oman per una novantina di chilometri, torneranno nel territorio di Dubai per provare l’esperienza del pranzo fra i canyon del deserto ed infine rientreranno a Fujairah. Nell’ultima mattinata di gara ci si dirigerà fino al Dubai Autodrome, al cui interno gli equipaggi avranno l’opportunità di fare un giro in pista. Seguiranno le ultime Prove Cronometrate nei pressi dell’Autodromo, prima di raggiungere nel pomeriggio il traguardo finale di Abu Dhabi.
Esteri
“Amore è perdono”, il messaggio di Kate...
Le parole della principessa del Galles nella lettera d'invito al concerto a Westminster
L'amore che perdona e che porta gioia e speranza: è il messaggio che Kate Middleton porterà al centro dell'evento natalizio che ha organizzato per quest'anno nell'Abbazia di Westminster. Parole che, fra le altre, potrebbero toccare il cuore di Harry e auspicabilmente dare finalmente il via alla riconciliazione nella famiglia reale. La principessa Kate è pronta a ospitare il suo evento più importante dell'anno: venerdì prossimo 1.600 persone si riuniranno per il servizio di canti natalizi 'Together At Christmas'. E, in vista del grande appuntamento, la principessa del Galles, che ha vissuto un anno difficile dopo la diagnosi di cancro, ha pubblicato una lettera che verrà consegnata ai partecipanti, in cui sottolinea l'importanza della gentilezza, del perdono e dell'empatia.
La lettera, scrivono alcuni media, potrebbe rappresentare un ramoscello d'ulivo inviato dalla futura regina al principe Harry, con il quale si ritiene non abbia più rapporti. In alcune parti della lettera si legge che le persone dovrebbero ricordare "l'importanza di dare e ricevere empatia, nonché di quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri nonostante le nostre differenze".
La principessa ha anche scritto: "È quando ci fermiamo e ci allontaniamo dalle pressioni della vita quotidiana che troviamo lo spazio per vivere la nostra vita con un cuore aperto. Questo ci incoraggia soprattutto a rivolgerci all'amore, non alla paura: "L'amore che mostriamo a noi stessi è l'amore che mostriamo agli altri. Amore che ascolta con empatia, amore che è gentile e comprende, amore che perdona e amore che porta gioia e speranza".
Esteri
Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna chiedono...
Il segretario di Stato americano Blinken al suo omologo turco Fidan: "Necessario cessate il fuoco a Gaza". Assad:"Useremo la forza per sradicare terrorismo"
Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito hanno chiesto un'immediata de-escalation in Siria. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha parlato ieri di almeno 412 morti, tra cui 61 civili, dall'inizio dell'offensiva dei jihadisti di Hts e dell'opposizione armata nel nordovest del Paese. Secondo l'ong, l'offensiva è costata la vita a 214 ribelli, 137 membri delle forze filogovernative e 61 civili, di cui 17 uccisi oggi.
Sempre oggi ha riferito di 11 civili, compresi 5 minori, morti e decine di feriti in raid aerei che hanno colpito il nordovest della Siria. L'Osservatorio riferisce di "attacchi aerei condotti da jet russi e siriani su diverse aree, anche nella città di Idlib e un campo per sfollati a nord" di Idlib.
“Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi in Siria e sollecitiamo la de-escalation da parte di tutte le parti e la protezione dei civili e delle infrastrutture”, hanno dichiarato le quattro nazioni Nato in una dichiarazione congiunta rilasciata nella tarda serata di domenica. “L'attuale escalation non fa che sottolineare l'urgente necessità di una soluzione politica del conflitto”, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Adottata nel 2015, la risoluzione chiede colloqui di pace tra il governo siriano e le forze di opposizione.
Blinken
Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha inoltre parlato con il suo omologo turco Hakan Fidan e "ha discusso della "necessità di una de-escalation e della protezione delle vite e delle infrastrutture civili" in Siria, sullo sfondo degli attacchi dei ribelli a Idlib, Aleppo e Hama nel nord-ovest del paese. Secondo l'annuncio del Dipartimento di Stato, i due hanno anche discusso "degli sforzi umanitari in corso a Gaza e della necessità di porre fine alla guerra e garantire il rilascio di tutti gli ostaggi".
Assad
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha dal canto suo promesso che verrà ''usata la forza per sradicare il terrorismo'', riportava l'agenzia di stampa Sana. "
Secondo quanto riportato dai media arabi, il palazzo del presidente siriano a Damasco è stato occupato dai ribelli siriani. L'occupazione del palazzo dopo che sabato i ribelli islamici Hayat Tahrir al-Sham hanno fatto irruzione nella città di Aleppo.
"Il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza ed è questo il linguaggio con cui lo spezzeremo e lo elimineremo, chiunque siano i suoi sostenitori e sponsor", ha dichiarato Assad citato dalla Sana.
Il ruolo della Russia
L'esercito russo ha dichiarato di stare aiutando l'esercito siriano a "respingere" le forze ribelli in tre province settentrionali, nel tentativo di sostenere il governo guidato dall'alleato di Mosca Bashar al-Assad. "L'esercito arabo siriano, con l'assistenza delle forze dell'aeronautica russe, sta proseguendo le sue operazioni per respingere l'aggressione terroristica nelle province di Idlib, Hama e Aleppo", ha affermato l'esercito russo sul suo sito web.
Osservatorio siriano per i diritti umani afferma che la Russia ha intensificato i raid aerei contro i jihadisti e l'opposizione armata al regime di Bashar al-Assad nelle aree della Siria dove stanno avanzando. E hanno spiegato che domenica mattina i raid aerei russi hanno colpito le città e i villaggi conquistati.
Raid aerei simili sono anche stati registrati nella città settentrionale di Aleppo, conquistata dalle forze ribelli con un'operazione a sorpresa contro i militari di Assad. ''La scorsa notte i russi non hanno smesso di bombardare su tutti i fronti'', ha dichiarato alla Dpa il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani Abdel-Rahman.
I ribelli, ha spiegato, stanno ora controllando Aleppo, la seconda città più grande della Siria, ad eccezione di alcuni sobborghi in mano curda alla periferia nordoccidentale.