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Geometri, copertura assicurativa leva strategica per garantire stabilità vita-lavoro

Il presiente Mion: "E' necessario lavorare sulla trasparenza, sull’accessibilità delle informazioni e sulla costruzione di un rapporto di fiducia con le compagnie assicurative"

Geometri, copertura assicurativa leva strategica per garantire stabilità vita-lavoro

Una fotografia chiara e dettagliata del rapporto tra i professionisti tecnici e il mondo assicurativo emerge dall’indagine conoscitiva recentemente promossa da Agefis e condotta da GruppoPiù. Lo studio, realizzato su un campione omogeneo rappresentativo della categoria dei geometri, ha messo in luce tendenze, preoccupazioni e barriere legate all’adozione di coperture assicurative. “Questa indagine - dichiara Mirco Mion, presidente di Agefis - rappresenta un passo fondamentale per comprendere meglio i bisogni e le priorità dei professionisti tecnici. La copertura assicurativa non è più un semplice obbligo per i professionisti, ma una leva strategica per garantire stabilità e serenità, tanto nella vita professionale quanto in quella familiare”. L’indagine svela una categoria professionale che dimostra maturità e consapevolezza. Quasi tutti i partecipanti, infatti, hanno sottoscritto una polizza rc professionale, dimostrando un’adesione pressoché totale alle coperture obbligatorie.

Tuttavia, emerge un crescente interesse verso polizze facoltative come quelle infortuni e tutela legale, a testimonianza di un’attenzione sempre più marcata alla gestione del rischio. Non mancano, però, ostacoli significativi: il costo delle polizze rappresenta il principale freno alla sottoscrizione di ulteriori coperture, seguito da una sfiducia generale nei confronti del settore assicurativo. Le preoccupazioni principali dei geometri si concentrano sugli aspetti personali e familiari. La salute è indicata come la maggiore fonte di apprensione, seguita dall’impossibilità di lavorare e dalla tutela del benessere dei propri cari. Questi dati sottolineano come il mondo assicurativo possa e debba rispondere in maniera più incisiva a esigenze che vanno ben oltre la protezione dell’attività professionale, abbracciando un concetto più ampio di sicurezza e serenità.

L’indagine, inoltre, rivela un approccio analitico alla scelta delle coperture: il 66% dei professionisti valuta diverse offerte prima della sottoscrizione, dimostrando una mentalità orientata a scelte consapevoli. Tuttavia, solo il 3% si definisce realmente competente in ambito assicurativo, evidenziando l’importanza di percorsi formativi mirati. L’indagine si propone come un punto di partenza per rafforzare il dialogo tra professionisti tecnici e settore assicurativo, aprendo la strada a iniziative concrete per migliorare la qualità della vita e del lavoro dei geometri. “Questi risultati ci invitano a riflettere sulle strategie da adottare per promuovere una maggiore cultura assicurativa. E' necessario lavorare sulla trasparenza, sull’accessibilità delle informazioni e sulla costruzione di un rapporto di fiducia con le compagnie assicurative”, conclude Mion.

Le preoccupazioni principali emerse dall’indagine riflettono un’attenzione marcata verso aspetti personali e familiari: il 67% dei professionisti individua la salute come la maggiore fonte di apprensione, seguita dall’impossibilità di lavorare (50%) e dal benessere dei familiari (32%). Questi dati sottolineano l’importanza di soluzioni assicurative che tutelino tanto l’attività professionale quanto il nucleo familiare, garantendo stabilità e sicurezza. Sul fronte assicurativo, si evidenzia una buona adesione alle polizze obbligatorie: il 95% dei partecipanti all’indagine dichiara, infatti, di aver ha sottoscritto una polizza di rc professionale. Tuttavia, anche l’interesse verso coperture facoltative come polizze infortuni (40%), tutela legale (33%) e polizze sanitarie (22%) suggerisce una crescente attenzione alla gestione del rischio. Nonostante questa sensibilità, persistono ancora barriere come il costo delle polizze (indicata dal 52% come motivo principale per non sottoscriverle) e una generale sfiducia nelle assicurazioni (22%), segnalando l’esigenza di un lavoro di comunicazione e trasparenza da parte di compagnie e intermediari.

Interessante è anche il rapporto con i consulenti assicurativi, dove prevale un approccio analitico: il 66% valuta diverse offerte prima della sottoscrizione, rivelando una mentalità orientata alla scelta informata, mentre il 3% si definisce competente in ambito assicurativo, evidenziando necessità di formazione, ma al tempo stesso una forte fiducia nei consulenti assicurativi (32%). In conclusione, l’indagine non solo fotografa le attuali abitudini assicurative dei professionisti geometri, ma offre spunti chiave per sviluppare strategie mirate. Questi risultati rappresentano, infatti, un’opportunità per migliorare la trasparenza, promuovere prodotti più accessibili e favorire una cultura assicurativa più consapevole e diffusa, rispondendo in maniera efficace ai bisogni dell’intera categoria professionale.

Le preoccupazioni dei professionisti tecnici emerse dall’indagine rivelano un'attenzione predominante verso la salute personale e le malattie, citate dal 70% dei partecipanti, seguite dall’impossibilità di lavorare (oltre il 50%) e dal benessere dei familiari (oltre il 30%). Questi dati riflettono una forte sensibilità verso la sfera personale e familiare, evidenziando come la stabilità fisica e relazionale siano percepite come fondamentali per la qualità della vita e l’equilibrio professionale. Le preoccupazioni relative alla perdita del lavoro (22%) e ai disastri naturali (19%) appaiono meno rilevanti, suggerendo che, sebbene presenti, queste ansie siano secondarie rispetto a problematiche più immediate e tangibili.

E' stato chiesto ai partecipanti all’indagine se, dato un rischio di 1 su 1.000 di perdere 50.000 euro, preferirebbero correre il rischio senza avere una polizza a protezione, oppure pagare una polizza a protezione del rischio. Oltre tre quarti dei partecipanti sostengono che preferirebbero pagare una copertura da 100 euro all’anno per essere protetti, mentre circa un quarto preferirebbe correre il rischio. Queste risposte evidenziano una buona sensibilità assicurativa dei professionisti, soprattutto quando si parla di cifre importanti, ed un approccio responsabile e attento alla gestione del rischio, indicando una consapevolezza diffusa dell'importanza della prevenzione.

Analogamente, è stato chiesto ai partecipanti se, ipotizzando una possibile perdita economica di 5.000 euro causata da un infortunio, preferirebbero aver pagato un premio di 500 euro all’anno per 10 anni per avere il rimborso della perdita oppure rischiare di perdere l’intera somma al momento dell’evento. In questo caso, le risposte sono opposte rispetto a quelle della domanda precedente: quasi il 60% dei rispondenti, infatti, sostiene che preferirebbe perdere 5.000 euro al momento dell’evento, piuttosto che aver pagato un premio di 500 euro all’anno per 10 anni per avere il rimborso della perdita (il 41%).

Queste risposte fanno capire come, in caso di somme più contenute, i professionisti preferiscano, tendenzialmente, correre il rischio di avere una perdita piuttosto che sostenere un impegno economico ricorrente, dimostrando fiducia nella propria capacità di gestire una perdita contenuta. Interessante il dato relativo alla polizza obbligatoria di RC Professionale: dichiara di esserne in possesso il 95%. Per quanto riguarda le coperture facoltative, si nota una buona diffusione della polizza infortuni (40%), della tutela legale (33%) e della temporanea caso morte (28%), segnale di un'attenzione crescente alla gestione dei rischi personali e professionali. Anche le polizze sanitarie (22%) e ufficio (16%) sono ben rappresentate, mostrando un ulteriore livello di pianificazione. Sebbene meno diffuse, la presenza di polizze Long Term Care (10%) e a copertura dei rischi informatici (4%) suggerisce una nicchia di professionisti particolarmente attenta a rischi specifici e innovativi.

Questo panorama evidenzia un impegno generale verso la protezione, con margini per ulteriori sensibilizzazioni su coperture emergenti e sempre più rilevanti. Per quanto riguarda le polizze non obbligatorie, oltre il 50% di chi ne è in possesso dichiara di averla sottoscritta per iniziativa personale, mentre il 13% di averlo fatto su proposta del proprio intermediario di fiducia. In pochi (poco oltre l’1%) sono stati convinti dalla lettura di dati statistici, mentre nessuno sostiene di essere stato influenzato dalla pubblicità o di averla sottoscritta dopo aver subito un sinistro. Un ulteriore dato interessante è che oltre il 30% dei partecipanti dichiari di non avere sottoscritto nessuna polizza non obbligatoria: si tratta di un’opportunità per sensibilizzare ulteriormente sui benefici di una protezione assicurativa più ampia, valorizzando la possibilità di affrontare con maggiore serenità anche rischi non obbligatoriamente tutelati.

Per quanto riguarda le azioni preventive messe in atto da un professionista prima di sottoscrivere una polizza, oltre il 65% dei partecipanti all’indagine afferma di valutare diverse offerte (segno di una volontà di confrontare le opzioni disponibili per scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze, questo approccio riflette una mentalità analitica e orientata alla scelta informata), e il 31% dichiara di avere molta fiducia nel suo consulente assicurativo, testimonianza dell'importanza di un rapporto professionale di qualità, basato su competenza e affidabilità: la consulenza personalizzata continua a rappresentare un valore aggiunto nella scelta delle coperture assicurative. Una percentuale più ridotta (circa il 3%), infine, sostiene di sentirsi competente in ambito assicurativo.

Il 60% dei partecipanti pensa che, in caso di sinistro, le procedure per ottenere un rimborso sarebbero poco o per nulla agevoli. Mentre circa il 40% pensa che sarebbero abbastanza o molto agevoli. Questi dati evidenziano una scarsa fiducia nell’efficienza della gestione dei sinistri da parte delle compagnie assicurative. Per quanto riguarda la scelta della propria polizza di rc professionale, quasi l’87% dei partecipanti all’indagine dichiara che il fattore più importante sia il costo combinato con le condizioni della polizza: questo dimostra un approccio maturo e ponderato, in cui i professionisti cercano soluzioni che garantiscano sia convenienza economica sia coperture adeguate alle proprie esigenze. Per il 9%, invece, l’elemento chiave sono esclusivamente le condizioni, indipendentemente dal costo della polizza. Inoltre, circa il 4% dei partecipanti ammette che l’unico elemento di cui tiene conto in fase di scelta di una polizza sia il costo (più basso è meglio).

Circa il 5% dei partecipanti sostiene che l’assicurazione sia uno spreco di soldi. Sulla stessa lunghezza d’onda, il 4% sostiene che – dal momento che la probabilità di un sinistro è bassa – l’assicurazione sia inutile e il 28% che l’assicurazione sia utile solo in caso di eventi con alta probabilità. Tuttavia, la maggioranza (6 partecipanti su 10), sostiene che l’assicurazione sia utile anche per eventi con bassa probabilità, evidenziando una consapevolezza diffusa del valore della protezione preventiva e della pianificazione contro imprevisti di ogni natura. Anche queste risposte mettono in evidenza una buona sensibilità assicurativa per la maggioranza dei rispondenti. Questi dati, infatti, sottolineano un panorama in cui prevale una visione positiva e strategica, con margini per sensibilizzare ulteriormente anche chi, al momento, sottovaluta l’importanza di una copertura completa e mirata. Per il 67% l’elemento ritenuto più importante sono le coperture, segno di un’attenzione predominante alla qualità e all’adeguatezza della protezione assicurativa. A seguire, entrambi al 13%, massimali ed esclusioni: questo dato riflette una sensibilità verso aspetti tecnici cruciali per una scelta consapevole. Interessante notare come il premio sia ritenuto l’elemento più importante solamente dal 6% dei partecipanti all’indagine, a sottolineare come la convenienza economica venga subordinata a fattori qualitativi.

Per analizzare il comportamento dei partecipanti all’indagine, è stato chiesto loro quali siano le ragioni principali per cui abbiano scelto di non sottoscrivere una polizza nonostante il rischio: per il 52% dei partecipanti, l’elemento ostativo principale è stato il costo della polizza, seguito da sfiducia nelle assicurazioni e bassa probabilità di accadimento di un sinistro, entrambi al 22%. Questi dati riflettono un atteggiamento prudente e critico, ma allo stesso tempo rappresentano un invito a rafforzare la comunicazione sulla trasparenza e il valore della protezione assicurativa. Un numero decisamente minore di partecipanti, invece, sostiene di non aver sottoscritto una polizza a causa di difficoltà di comprensione della polizza (circa il 16%) e a causa di precedenti esperienze negative con un sinistro (per il 13%).

Per quanto riguarda i canali di acquisto delle polizze assicurative, la maggioranza dei partecipanti (circa tre quarti), si rivolge ad agenzie assicurative, agenti o broker, dimostrando una chiara preferenza per il contatto diretto e personalizzato. Circa il 23%, invece, si affida a compagnie telefoniche e online, evidenziando l’apertura verso soluzioni digitali e modalità più immediate, segnale di una crescente fiducia nelle tecnologie e nella semplicità di utilizzo di questi canali. Più basse, invece, le percentuali di coloro che si affidano alla banca o alla posta (il 3%) o a siti aggregatori e comparatori (l’1,33%).

Anche la scelta del proprio consulente assicurativo è un elemento importante da analizzare. Per 3 rispondenti su 10, gli elementi più importanti nella scelta del proprio consulente assicurativo sono l’esperienza e la professionalità, seguite dalla fiducia e dalla capacità di comprensione dei bisogni (per il 17%): questi dati confermano il valore di un rapporto personalizzato ed empatico nella scelta del consulente. Il costo delle polizze proposte è un elemento fondamentale per il 13% dei partecipanti, mentre per l’8% lo sono la trasparenza e la semplicità della spiegazione delle polizze. L’elemento ritenuto meno importante, scelto dal 5% dei soggetti, è il consiglio di conoscenti.

I dati evidenziano una chiara priorità dei professionisti nel richiedere informazioni dettagliate prima di sottoscrivere una polizza: i professionisti che hanno risposto all’indagine chiedono informazioni soprattutto in merito a franchigie, scoperti, esclusioni e coperture (ben il 93%), evidenziando una consapevolezza elevata nell’analizzare le caratteristiche tecniche più rilevanti della polizza. In misura minore, ma comunque significativa, sono richieste informazioni in merito ai servizi post-vendita (per il 21%, segnale dell’importanza attribuita all’assistenza continuativa), alla durata e alla gestione del contratto (per il 17%) e agli eventuali costi accessori (per il 15%). Nel complesso, questo panorama conferma l’attenzione dei professionisti a tutti gli elementi che possono influire sulla qualità e sull’efficacia della polizza, evidenziando una propensione a scelte informate e consapevoli. Un altro elemento fondamentale per la sottoscrizione di una polizza è la fama e fiducia nel marchio (compagnia): i partecipanti all’indagine hanno assegnato a questo elemento una votazione di 3,2 su un massimo di 5.

Questo risultato indica come la reputazione dell'azienda giochi un ruolo significativo nella scelta di una polizza, rappresentando un elemento di sicurezza e credibilità per i clienti. Invece, i set informativi delle polizze sono generalmente ritenuti poco chiari e non facilmente comprensibili: a questo elemento, infatti, è stato assegnato un voto di 2,3 su 5. Questi risultati riflettono l'importanza di bilanciare una forte immagine con una comunicazione efficace e accessibile, creando un'esperienza che ispiri fiducia e faciliti la comprensione delle caratteristiche della polizza.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Lavoro

Agroalimentare, Op Armonia, da Salerno arriva unica varietà...

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In arrivo anche una nuova varietà di mandarino sempre a maturazione tardiva

Agroalimentare, Op Armonia, da Salerno arriva unica varietà italiana di clementina tardiva

Debutto sul mercato della clementina italiana più tardiva: la Perrina. Da metà dicembre, infatti, arriva l’unica varietà italiana di clementina tardiva, sviluppata in Italia dall’agronomo Francesco Perri che individuò una mutazione spontanea della clementina comune, cioè la più coltivata in Italia, ora alle prese con il cambiamento climatico. La varietà esclusiva Perrina sarà indicata in etichetta nella linea 'Dolce Clementina' prodotta in esclusiva da Op Armonia, la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli con sede a Battipaglia (Sa), che associa 80 agricoltori nel Centro-Sud d'Italia per un totale di 1.500 ettari di coltivazioni. Al 31 dicembre scadrà inoltre il periodo di osservazione (Cpvo - Ufficio brevetti europeo) della varietà Perrina, la cui protezione legale verrà sancita a tutti gli effetti e l’azienda campana potrà procedere alla diffusione di questa varietà made in Italy anche a terzi non associati.

“Nella campagna 2024/25 prevediamo di raccogliere oltre 300mila chili di clementina Perrina, interamente prodotti nell’areale della Piana del Sele. Con questi investimenti la Campania è diventata protagonista di primo piano nel panorama nazionale e internazionale dell'agrumicoltura di eccellenza", spiega l’ad di Op Armonia, Marco Eleuteri.

Nuovi investimenti in agrumicoltura, quindi, per rilanciare il prodotto made in Italy, adattare la produzione al cambiamento climatico e colmare il gap con le importazioni dall’estero. Op Armonia ha siglato inoltre un accordo con il breeder Eurosemillas per la coltivazione di una nuova varietà di mandarino a maturazione tardiva che nei prossimi anni sposterà in avanti la raccolta del frutto fresco fino ad arrivare al mese di maggio.

Il nome della nuova varietà è Kino, denominazione commerciale della varietà 'Kinnow LS', ottenuta dall’Università della California Riverside (Ucr) migliorando la varietà ibrida originaria per ridurre al minimo indispensabile la presenza di semi. I primi impianti di mandarino Kino messi a dimora da Op Armonia partiranno nel 2025 e coinvolgeranno dapprima cinque ettari in campi sperimentali con l’obiettivo di arrivare a 50 ettari in Campania.

“Il nuovo mandarino tardivo - continua Marco Eleuteri - ci consentirà di presentare sul mercato un prodotto affogliato in primavera. Questo è importante perché la foglia è la caratteristica della freschezza e il consumatore la preferisce. Inoltre, è particolarmente interessante perché ha un grado zuccherino molto più elevato rispetto agli altri mandarini. Può arrivare infatti a 18 gradi brix e quindi gustativamente è molto gradevole”.

Op Armonia negli ultimi cinque anni ha investito circa 2 milioni di euro nell'implementazione delle nuove varietà di agrumi tardivi e nei prossimi tre anni ne verranno investiti altrettanti. La Op Armonia associa 80 agricoltori dislocati nel Centro-Sud d'Italia, per un totale di 1.500 ettari di coltivazioni. Cento i dipendenti diretti all'attivo e oltre 600 quelli dell'indotto, l'azienda distribuisce i propri prodotti nelle maggiori insegne distributive sia in Italia che nei Paesi del Centro e Nord Europa, con una percentuale di export del 25% sul fatturato totale, in gran parte dedicata alle produzioni biologiche. Nel bilancio d'esercizio 2023, Op Armonia ha registrato un fatturato globale pari a 28 milioni di euro, in aumento del 10% sull'anno precedente, mentre nel 2024 la prospettiva di crescita è superiore al 20%.

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Lavoro

Moda, Gallucci (Conf. Giovani Fermo): “Non tutti...

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Dal 4 dicembre il concept store per il luxury life style in Walton Street

Moda, Gallucci (Conf. Giovani Fermo):

"Questo è un momento molto delicato per il mondo della moda e siamo convinti che presto passerà consolidando la reputation del luxury fashion. Mettiamo sempre i nostri clienti al centro puntando sulla qualità dei prodotti, l’onestà del made in Italy ed offrendo sempre il giusto rapporto qualità prezzo ai nostri clienti. Però non tutti trovano il coraggio di investire e ci aspettiamo il supporto del ministero delle Imprese e del Made in Italy e del ministro Urso". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, il direttore generale di Gallucci e presidente di Confindustria Giovani Fermo, Gianni Gallucci, in occasione dell'apertura dal 4 dicembre di un concept store a Londra in Walton street a South Kensington, tappa dopo le aperture di Milano e Miami, per l'azienda marchigiana che dal 1959 è il punto di riferimento per la produzione di calzature di alta qualità.

"L’internazionalizzazione ed il sostegno delle eccellenze italiane - sostiene - è fondamentale. Le aziende artigianali ed interamente Made in Italy sono il nostro orgoglio e la nostra identità ma sempre con più fatica riescono a sopravvivere alle burrascose situazioni geopolitiche. Servono interventi mirati alle piccole realtà che rappresentano l’80% del tessuto economico italiano”.

"L'apertura a Londra di Gallucci - spiega - non è una sfida ai colossi centenari di Northampton, ma la voglia di presentare un prodotto nuovo e aggiornato che nulla ha da invidiare, seguendo le regole tradizionali ed utilizzando i migliori materiali sul mercato senza compromessi. Questo connubio rompe quasi le barriere ormai canoniche del mercato generando un prodotto davvero unico ed esclusivo”.

“L’apertura a Londra - spiega Gallucci- nasce dalla collaborazione con 'Walton fine arts', concept store che prende vita trent’anni fa, specializzandosi in arte moderna e Pop con maestri contemporanei come Andy Warhol, Banksy e Picasso, e quindici anni fa inizia ad ospitare nuovi talenti che dopo qualche anno sono stati lanciati come artisti emergenti. Lo sviluppo di un brand passa dal retail e la scelta di Londra non è casuale, Londra è un ponte stabile tra Middle East e Stati Uniti. La nostra presenza era necessaria per sviluppare in maniera organica la crescita ed approcciare nuovi mercati con la nostra linea 'London fatto a mano' ed il nostro esclusivo servizio su misura, come quelli degli Emirati Arabi, Saudi Arabia e Qatar".

“La collaborazione con Walton Fine Arts - sottolinea - ha un valore strategico. Grazie ad una collezione artigianale di alta gamma ci sono grandi affinità di clientela e posizionamento di mercato con Walton Fine Arts e per questo, è nata l’idea di unire il mondo del fashion all’arte facendo vivere gli spazi di Walton street con eventi e trunk-show che permettono alla clientela di vivere un’esperienza unica sul prodotto".

"La galleria - ricorda - vanta tra i suoi clienti molti collezionisti, famiglie reali e più di 500 imprenditori da ogni parte del mondo e continua a lavorare con celebrities internazionali come Jude Law, Sadie Frost, Kate Moss, Ringo Starr, George Harrison Family, Saudi Royal Family, Gary Barlow, Sylvester Stallone oltre a partecipare a decine di progetti incluso in Arabia Saudita 'The Riyadh underground festival'".

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Lavoro

Consulenti lavoro: ecco corso per Disability Manager,...

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L'obiettivo del nuovo corso WorkAcademy

Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro

Formare figure specializzate sui temi dell’inclusività per facilitare l’accesso al lavoro delle persone con disabilità. È questo l'obiettivo del nuovo corso WorkAcademy, l'Accademia dei consulenti del lavoro, intitolato 'Disability Manager: una figura professionale in evoluzione per l’inclusione lavorativa', che mira a fornire ai professionisti competenze specifiche e strumenti pratici per creare ambienti di lavoro inclusivi e sostenibili. Il percorso formativo, in partenza dal 20 gennaio 2025, combina un approccio multidisciplinare che spazia dall’approfondimento normativo – con focus sulla Legge 227/2021, sul D. Lgs n.62/2024 e sulle disposizioni europee sull'accomodamento ragionevole – allo sviluppo di competenze trasversali.

Tra queste, la gestione delle dinamiche di gruppo, le tecniche di comunicazione inclusiva, la sicurezza sul lavoro e l'adattamento delle postazioni per i lavoratori con disabilità, oltre all’opportunità di condividere esperienze pratiche e strategie con esperti del settore. La figura del Disability Manager e infatti determinante per promuovere un cambiamento culturale e organizzativo nelle imprese. Il suo ruolo è proprio quello di supportare le aziende nel rispettare le normative, ma anche guidarle verso una gestione più etica e inclusiva del capitale umano. Questa missione si sposa con l’impegno assunto da tempo dai consulenti del lavoro, che nel loro ruolo sussidiario nei confronti di imprese, lavoratori e istituzioni, promuovono il lavoro etico e inclusivo. Un impegno testimoniato dai protocolli firmati ad esempio con Anffas e Anmil, che rappresentano un riferimento essenziale per progetti di inclusione lavorativa concreti, destinati a soggetti fragili del mercato.

“In un mondo del lavoro che si evolve rapidamente, l'inclusione delle persone con disabilità non è solo un dovere morale, ma un’opportunità di crescita per l’intero sistema economico. Come consulenti del lavoro, continueremo a promuovere la cultura dell’inclusione, sostenendo le imprese nel creare ambienti lavorativi basati sul rispetto delle diversità e delle pari opportunità, di cui possono beneficiarne tutti i lavoratori. Formazione e sensibilizzazione sono gli strumenti per realizzare questo cambiamento. Il Disability manager ne è il simbolo", ha dichiarato Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.

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