Turetta condannato all’ergastolo, la sentenza: no alle aggravanti crudeltà e stalking
Gino Cecchettin, il padre di Giulia: "Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi ridarà indietro mia figlia"
Filippo Turetta merita la condanna all'ergastolo per aver premeditato l'omicidio di Giulia Cecchettin, ma secondo la sentenza non l'ha uccisa con crudeltà e il delitto non è la conseguenza di un clima di paura vissuto dalla vittima.
E' questo il senso della condanna inflitta all'imputato, dopo circa sei ore di camera di consiglio, dai giudici della corte d'Assise di Venezia. Un verdetto che Turetta, 22 anni, ha ascoltato impassibile, a testa bassa, a pochi passi di distanza da Gino, padre dell'ex fidanzata, visibilmente commosso.
Gino Cecchettin: "Abbiamo perso tutti"
"Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi ridarà indietro Giulia, non sono né più sollevato, né più triste rispetto a ieri. È chiaro che è stata fatta giustizia, ma dovremmo fare di più come esseri umani. Penso che la violenza di genere non si combatta con le pene, ma con la prevenzione" le prime parole ai microfoni di chi ha fatto del suo dolore una battaglia contro il patriarcato.
Il femminicidio della ventiduenne laureanda in Ingegneria biomedica, che un anno fa ha scosso coscienze e portato decine di migliaia di persone, dentro e fuori dal Palazzo di giustizia sembra non fare rumore: niente folla o striscioni per ricordare l'omicidio dell'11 novembre 2023.
La giuria presieduta dal togato Stefano Manduzio - affiancato dalla giudice a latere Francesca Zancan e da sei popolari - non ha riconosciuto le attenuanti generiche (la giovane età e l'assenza di precedenti), ha stabilito una provvisionale complessiva di 760 mila euro per le parti civili - 500mila per il padre Gino, 100mila ciascuno per i fratelli Elena e Davide, 30mila euro a testa per lo zio paterno Alessio e la nonna Carla Gatto - e stabilito la pubblicazione della sentenza anche nel Comune di Vigonovo, dove viveva la vittima.
Cancellate 2 aggravanti su 3
In un'aula senza gabbia, con quaranta accessi riservati a giornalisti e pubblico, è andato in scena un processo immediato in cui il fair play della difesa ha evitato l'udienza preliminare, testimoni e lungaggini permettendo di chiudere in poco più di due mesi, e solo cinque udienze, un omicidio dalle responsabilità chiare.
Eppure la sentenza cancella due delle tre aggravanti contestate dal pm Andrea Petroni e dà ragione a una difesa che, alla vigilia, aveva poche armi e spuntate. Bisognerà attendere le motivazioni, tra 90 giorni, per stabilire le ragioni dei giudici ma l'arringa offre spunti interessanti per capire il verdetto.
Turetta, per sua stessa ammissione, ha ucciso la compagna di studio ed ex fidanzata che a fine luglio 2023 aveva deciso di troncare una relazione di oltre un anno. La rabbia per quella distanza diventano una 'lista' - coltelli, nastro per legarla e impedirle di urlare, cartine stradali per la fuga, contanti per evitare di essere rintracciato, sacchi neri - di un progetto da cui non torna indietro. Di fronte al nuovo rifiuto, dopo una serata trascorsa insieme, il 'bravo ragazzo' ossessionato entra in azione e mette in atto un'aggressione, in tre atti, di venti minuti.
La ricostruzione dell'omicidio e la sentenza
In un parcheggio a Vigonovo (Padova), a 150 metri da casa Cecchettin, afferra un coltello e inizia a colpire. Poi carica in auto l'ex fidanzata e nel tragitto fino all'area industriale di Fossò (Venezia) prosegue a colpire, e quando scappa dall'auto, la insegue, la spinge sull'asfalto e la finisce. L'autopsia restituisce 75 colpi, 25 lesioni sono da difesa, ma questi numeri non sono indici di sevizie, né di crudeltà, ha sancito la corte d'Assise.
"Colpisce alla cieca", con mano inesperta, aveva detto nella sua arringa il difensore Giovanni Caruso, irritando la famiglia della vittima (oggi c'è stata la stretta di mano in aula), ma quei colpi - difficili anche solo da contare o immaginare - solo lesioni inflitte allo scopo di uccidere (obiettivo dell'imputato) non di aggiungere sofferenze o patimenti gratuiti alla vittima. Un discrimine essenziale per chi scrive sentenze.
E l'aggravante dello stalking cade di fronte ai fatti. Il timido e asfissiante imputato, "lo sfigato" che insinua sensi di colpa nella vittima, che usa il suicidio come forma di ricatto, che manda decine e decine di messaggi al giorno all'ex fidanzata, non fa paura a Giulia Cecchettin. E' lei il giorno del delitto a chiamarlo, a invitarlo a fare un giro al centro commerciale 'Nave de Vero' di Marghera. Lei, insofferente e stanca per l'atteggiamento di Turetta, non cambia le sue abitudini e non prova ansia o paura, condizioni necessarie per stabilire la presenza di atti persecutori.
Salva la massima che "le aggravanti non si contano ma si pesano", l'esclusione delle due aggravanti non cambia la sostanza: ergastolo per l'imputato che si è arreso dopo una settimana di fuga. Ma in vista di un possibile appello, dopo le motivazioni, il verdetto segna un punto per la difesa.
"Filippo Turetta mi ha ringraziato, ha compreso la sentenza ed è un po' stordito. Non è una partita, non è una competizione, la soddisfazione è di aver portato la mia goccia di contributo alla celebrazione di un processo faticoso da ogni punto di vista. Come ha ricordato il presidente della corte d'Appello di Venezia in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario "una sentenza penale sarà tanto più autorevole, quanto più segua a una difesa adeguata", le parole del difensore Giovanni Caruso.
Esteri
Sudcorea, ‘triangolo’ con Usa e Giappone: pesa...
I fatti delle ultime ore hanno lasciato "un profondo senso di disagio sul futuro politico" del Paese, dove ci sono circa 29.000 truppe americane
Sviluppi rapidi, in un Paese che è uno degli alleati più stretti degli Stati Uniti. Con la "democrazia" alla base di questa alleanza. I fatti delle ultime ore in Corea del Sud hanno lasciato "un profondo senso di disagio sul futuro politico" del Paese, dove ci sono circa 29.000 truppe Usa, e preoccupazione anche per il patto in materia di sicurezza che unisce Usa, Giappone e Corea del Sud, un deterrente nei confronti di Cina e Russia.
A scrivere della sorpresa dell'Amministrazione Biden per quanto accaduto nelle ultime ore, in una regione in cui non mancano le tensioni, è il Washington Post che parla di sospiro di sollievo per l'Amministrazione Biden quando il presidente sudcoreano, Yoon Suk Yeol, ha fatto marcia indietro nel giro di poche ore dopo aver imposto la legge marziale, suscitando reazioni di sdegno e confusione tra i sudcoreani, che anche in queste ore sfilano in migliaia nel centro di Seul contestando il presidente.
Un fatto, hanno ripetuto da Washington, di cui gli Stati Uniti non erano stati preventivamente avvisati. Tutto mentre il presidente americano Joe Biden e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, sono entrambi all'estero.
Yoon "è uno dei pilastri della nostra strategia" nella regione e ora il suo futuro politico è in dubbio, commenta un funzionario Usa. I prossimi giorni saranno probabilmente tesi per Seul, come per Washington, nonostante i funzionari dell'Amministrazione Biden abbiano espresso un certo ottimismo per le sorti del patto trilaterale. "Pensiamo che ciò continuerà perché è nostro interesse comune", osserva la fonte. E da Washington si sottolinea una strategia pensata "per isolarla da qualsiasi cambiamento politico o tumulto al vertice".
Ma Biden, dice Victor Cha della Georgetown University e con un passato nell'Amministrazione di George W. Bush, dovrà valutare, soppesare quanto Yoon sia stato positivo e quanto si ritenga possibile la sua sopravvivenza politica. La prospettiva dell'impeachment o se Yoon sarà costretto a dimettersi, "per gli Stati Uniti sarà una grande perdita" perché Yoon è stato cruciale per quel patto trilaterale, concordato al summit di Camp David dello scorso anno, che inaugurò una nuova era di partnership trilaterale. E, osserva Cha, Yoon è stato anche un sostenitore della "dichiarazione di Washington", affermazione bilaterale dell'evoluzione dell'alleanza tra Usa e Corea del Sud in un contesto di sicurezza in evoluzione nella penisola coreana e per sostenere la difesa dell'Ucraina contro l'invasione russa.
Beth Sanner, con un passato nell'intelligence, teme che la Corea del Nord possa cercare di sfruttare il caos nel sud. Gli osservatori, dice, sono preoccupati da mesi che la Corea del Nord possa condurre una sorta di "azione cinetica" nei prossimi mesi, forse bombardando un'isola sudcoreana o affondando una nave sudcoreana.
Esteri
Caos Sudcorea, assist a Kim e Putin: effetti anche su...
Occhi puntati su Pyongyang che potrebbe sfruttare a suo vantaggio il caos politico del nemico mentre si rafforzano i legami con Mosca
La crisi in Corea del Sud non riguarda 'solo' Seul ma è destinata ad avere ripercussioni ben al di là dei confini istituzionali nazionali. L'introduzione della legge marziale, il dietrofront del presidente Yoon Suk Yeol e ora lo spettro dell'impeachment sono un'onda lunga che non si ferma attorno al 38esimo parallelo, ma potrebbe arrivare in Europa e, in particolare, alla guerra fra la Russia e l'Ucraina.
La dichiarazione di legge marziale da parte del presidente sudcoreano è dovuta alla situazione politica interna e non al timore di un imminente attacco da parte della Corea del Nord, spiegava a Newsweek un funzionario del suo ufficio, che ha detto che la decisione, poi ritirata, del capo dello Stato era motivata da "una situazione principalmente interna. Credeva di non poter gestire il governo come al solito".
Eppure, nel suo annuncio a sorpresa di martedì, Yoon aveva dichiarato che la legge marziale era volta a sradicare "le forze filo-nordcoreane e a proteggere l'ordine costituzionale della libertà". Qualunque siano le ragioni del presidente, tuttavia, le ripercussioni non riguarderanno esclusivamente il Paese.
Le conseguenze: vantaggio di Pyongyang e Mosca
Se, infatti, gli eventi di martedì non hanno precedenti in Corea del Sud dagli anni '80 e la decisione di Yoon è stata avvertita come un grande shock "profondamente preoccupante per la democrazia sudcoreana" - come ha commentato Chris Deacon, professore associato di politica e relazioni internazionali presso la School of Oriental and African Studies di Londra - le conseguenze e il vantaggio potrebbe andare tutto a favore di Pyongyang e di Mosca.
Le tensioni tra il nord e il sud nella penisola coreana sono peggiorate nel corso dell'anno. La Corea del Nord ha ufficialmente ritirato la politica di riconciliazione portata avanti per decenni, ha fatto saltare in aria i principali collegamenti di transito con il sud e ha inviato migliaia di palloncini pieni di spazzatura oltre il confine, mentre la Corea del Sud ha preso di mira il nord con propaganda anti-regime.
Le due nazioni sono ancora tecnicamente in guerra e lo sono da quando un armistizio ha segnato la fine della guerra di Corea nel 1953. Ma la Corea del Sud teme il rapporto sempre più stretto di Pyongyang con Mosca, l'aiuto che si pensa il Cremlino stia fornendo ai programmi di armi convenzionali e nucleari della Corea del Nord e l'esperienza che migliaia di soldati nordcoreani stanno acquisendo combattendo per la Russia contro l'Ucraina. È difficile dire quale sia stata la spinta esatta che ha spinto Yoon a dichiarare la legge marziale a questo punto, ma "la logica è più interna che internazionale", ha affermato Andrew Yeo, ricercatore senior del Center for Asia Policy Studies della Brookings Institution con sede a Washington, DC.
Potrebbe trattarsi di un "errore politico" da parte di Yoon, dovuto al predominio dell'opposizione nell'Assemblea nazionale e ai "cattivi rapporti del presidente con il suo stesso partito", ha affermato Ramon Pacheco Pardo, professore di relazioni internazionali al King's College di Londra. "In termini di relazioni con gli Stati Uniti, questa decisione indebolirà significativamente la posizione del Presidente Yoon, poiché la popolazione sudcoreana si opporrà fermamente. Quindi, Washington dovrà vedersela con uno Yoon indebolito, che potrebbe non sopravvivere politicamente se i partiti liberale e conservatore si unissero".
I leader di Pyongyang, Pechino e Mosca stanno probabilmente monitorando gli sviluppi a Seul, attenti al possibile indebolimento di un baluardo chiave del potere degli Stati Uniti nella regione, e tutti gli occhi sono ora puntati sulla Corea del Nord, che potrebbe essere intenzionata a sfruttare il caos politico a proprio vantaggio. "Qualsiasi instabilità in Corea del Sud ha importanti ripercussioni sulle nostre politiche indo-pacifiche", ha detto il colonnello statunitense in pensione Cedric Leighton alla Cnn, sottolineando come le truppe statunitensi nel paese siano attrezzate per uno scenario di combattimento immediato contro la Corea del Nord. "Meno stabilità c'è in Corea del Sud, peggio diventa per noi raggiungere i nostri obiettivi politici".
Le possibili implicazioni per l'Ucraina
Ma tornando alle possibili implicazioni per l'Ucraina, la notte di sconvolgimenti politici in Corea del Sud costituisce un grande potenziale per le conseguenze significative che potrebbe avere di fronte a una Corea del Nord che, assieme alla Cina, sta rafforzando il suo allineamento con la Russia. L'alleanza tra Stati Uniti e Corea del Sud - scrive la Cnn - è per entrambi i Paesi un pilastro della pace nella regione, dove la Corea del Nord continua a minacciare la Corea del Sud e gli Stati Uniti con il suo programma di armi illegali. Minaccia che è diventata ancora più acuta da quando la Corea del Nord ha intensificato la sua partnership con la Russia , inviando munizioni, missili e soldati per supportare la guerra di Mosca contro l'Ucraina.
Di recente, il governo Yoon aveva dichiarato che l'invio di truppe nordcoreane in Ucraina potrebbe indurlo a rivalutare il livello di sostegno militare fornito al paese dilaniato dalla guerra, al quale non fornisce direttamente armi letali. Tutto ciò aumenta la posta in gioco internazionale per l'attuale momento politico, qualunque sia l'esito per Yoon, secondo Edward Howell, docente di politica all'Università di Oxford nel Regno Unito, che si occupa principalmente della penisola coreana. "In un momento in cui gli interessi della Corea del Sud nella guerra in Ucraina hanno acquisito importanza, dato il coinvolgimento ormai a pieno titolo della Corea del Nord, la cooperazione di Seul con gli alleati non può essere ostacolata dalla divisione interna", ha affermato.
Difficile, in ogni caso, che nel prossimo futuro Seul invii armi a Kiev, ha commentato intanto l'ambasciatore russo a Seul Georgy Zinoviev. "Considerati i drammatici sviluppi nella politica della Corea del Sud, la questione degli aiuti a Kiev non dovrebbe essere tema di discussione nel prossimo futuro", ha dichiarato, intervistato da Rossiya-24. Una volta trapelata la notizia dell'invio al fronte ucraino, insieme alle forze russe, di militari della Corea del Nord, a Seul non si escludeva più l'invio diretto di armi a Kiev. Fino a ora, Seul ha rifornito Paesi alleati come la Polonia. L'invio diretti di armi all'Ucraina da parte della Corea del Sud provocherebbe "un collasso delle relazioni" bilaterali, ha aggiunto il diplomatico.
Cronaca
Allerta maltempo in Italia, pioggia e raffiche di vento al...
Ecco in quali Regioni
Pioggia e temporali nel Centro-Sud Italia, scatta per oggi, giovedì 5 dicembre, l'allerta meteo della Protezione Civile. Dal mattino di oggi si prevedono venti forti venti settentrionali su Lazio con raffiche fino a burrasca sui settori costieri e montuosi. Mareggiate lungo le coste esposte.
Il quadro meteo evidenzia, sull'intero territorio regionale, venti forti settentrionali con locali rinforzi e locali raffiche in Campania così come in Sicilia, specie settori occidentali, con raffiche fino a burrasca sui costieri e montuosi. Previste mareggiate lungo le coste esposte.
Rischio idrogeologico
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi allerta arancione per rischio idrogeologico sui settori centrali e meridionali della Puglia e allerta gialla in Molise, Basilicata, su alcuni settori di Abruzzo, Calabria, Sicilia e sul restante territorio della Puglia.
Le previsioni meteo
La discesa di un’area depressionaria dall'Europa centrale verso la nostra Penisola determinerà, nelle prossime ore, condizioni di maltempo su parte delle regioni centro-meridionali. Nel contempo, l'approfondimento di un minimo al suolo sulla Sicilia darà luogo a una marcata intensificazione della ventilazione settentrionale sui settori tirrenici del Centro-Sud. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d'intesa con le regioni coinvolte - alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati - ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse che potrebbero anche determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche.