Dietro le quinte della Prima alla Scala. Il racconto di una maschera
Pubblico teso per un evento unico, i dettagli inediti
"Il pubblico è teso, c’è confusione generale, ma anche il fascino unico di un evento che trascina tutti in una dimensione di eccellenza culturale". Lo racconta all’Adnkronos Antonio Balzarini, maschera del teatro alla Scala. A poche ore dalla prima della Scala del 7 dicembre 2024 l’atmosfera è febbrile. In vista dello spettacolo di domani i protocolli di sicurezza sono serrati. Il teatro aprirà al pubblico un’ora e mezza prima. “C’è sempre un via vai di giornalisti e forze dell’ordine in borghese” aggiunge Antonio. E per chi lavora dietro le quinte, l’emozione non è meno intensa: "Anche se non siamo direttamente coinvolti nello spettacolo, sentiamo di far parte di qualcosa di grande, seguito in tutto il mondo". Custodi di tradizione e protagoniste silenziose, le maschere del Teatro alla Scala svolgono un lavoro variegato e scandito da una meticolosa organizzazione. "Ci occupiamo di controllare i biglietti, accompagnare gli spettatori ai loro posti e gestire gli ospiti del palco centrale, evitando che entrino persone non autorizzate", spiega Antonio.
Il loro compito è anche di accompagnare il direttore d’orchestra in buca, uno dei ruoli più suggestivi, dal camerino alla buca, “in una sorta di vicinanza simbolica che il teatro dimostra ai suoi grandi artisti”. Un gesto di rappresentanza, ma anche di tradizione. La divisa delle maschere è impeccabile e curata nei minimi particolari per l’occasione. Per gli uomini un frac con pantaloni neri, guanti e il medaglione del teatro. Per le donne, il completo prevede una giacca corta e tacchi. Chi sta alle porte del teatro, invece, “porta anche un mantello, più elegante e tradizionale”. La cura del dettaglio non si ferma all’abbigliamento. "Ogni anno, per la Prima, il teatro subisce una sorta di restyling. Vengono restaurati i display della sala, le poltrone, gli sgabelli dei palchi. Ogni angolo viene controllato per garantire un evento all’altezza delle aspettative” aggiunge.
Essere una maschera del Teatro alla Scala non è solo un lavoro, ma una passione: “Siamo un centinaio, eppure il pubblico non si rende conto di quante persone lavorino davanti e dietro le quinte. Vivere il teatro quotidianamente è una cosa unica. Quando si avvicina la Prima, tutto si intensifica, ma è anche ciò che rende questo lavoro speciale”. Nonostante le tensioni – dalle proteste fuori dal teatro alle contestazioni in sala – per Antonio partecipare alla serata di domani “è un onore. La prima della Scala è un simbolo, e sapere di contribuire, anche solo con un piccolo gesto alla buona riuscita, è una soddisfazione enorme”. Dietro il fascino e la perfezione della Scala, si celano dedizione e professionalità che rendono possibile la Prima. Un mondo che, come racconta questa maschera, rappresenta il cuore pulsante della cultura e della tradizione italiana. (di Marco Cherubini)
Cronaca
Andrea Rivera al Circo Massimo: “Tony Effe? Nessuna...
Il comico tra i protagonisti dell'ultimo dell'anno: "Io d'accordo con la scelta del sindaco Gualtieri"
L'esclusione di Tony Effe dal Concertone di Capodanno al Circo Massimo "non è stata censura, ma buon senso. L'errore è stato chiamarlo. I suoi testi sono duri e ai giovani non si possono dare certi messaggi. Io sono d'accordo con la scelta del sindaco Gualtieri". A dirlo all'Adnkronos è il comico Andrea Rivera, che animerà l'ultimo dell'anno insieme all'Orchestraccia, Gabry Ponte, la Pfm , l'Orchestra popolare La Notte della Taranta.
Il concerto al Circo Massimo
Non mancheranno sketch sulle polemiche che hanno coinvolto il trapper: "Non posso non fare satira, ma non offenderò nessuno", anticipa Rivera, al quale è stata data 'carta bianca': "Altrimenti non sarei lì", ammette. "Abbiamo rischiato che la Ztl venisse chiamata 'Zona a Trapper limitati", scherza Rivera. "La Pfm è stata chiamata solo perché ha cambiato nome, 'Pi Tony Effe Emme'", scherza ancora il comico.
Sul palco non solo comicità ma anche musica: "Con l'Orchestraccia canterò il brano 'L'amore non si compra', che ho già cantato in Campidoglio con un coro di 15 bambini, in occasione del premio 'Battito Animale', ideato dalla garante per i diritti degli animali del Comune di Roma Patrizia Prestipino", anticipa Rivera, "ma al Circo Massimo non ci sarà il coro per questioni logistiche". Dopo le polemiche "arriviamo noi a migliorare la situazione, penso di avere più contenuti rispetto ad altri personaggi. Mi sento un po' come Harvey Keitel in 'Pulp Fiction' che risolve i problemi, ma senza ammazzare nessuno...".
Con il brano 'L'amore non si compra' "non solo vogliamo mandare un messaggio a supporto delle adozioni dei cani". Un pezzo della canzone "dice 'dai molla quel computer, lascia la PlayStation, esci dalla gabbie insieme a noi'. Le gabbie sono anche quelle mentali, puoi ingabbiare un ragazzino con un tablet, per esempio", conclude Rivera, al fianco degli animali. Recentemente ha adottato Breccola, che arriva dopo la perdita del suo amatissimo Pigna.
Cronaca
Orbassano, la scrittrice Calandrone: “I genitori di...
A soli 8 mesi di vita, la narratrice e poetessa perse i genitori che si suicidarono gettandosi nel Tevere dopo una denuncia per adulterio: storia che lei stessa racconta nel suo romanzo 'Dove non mi hai mai portata'
"Quello dei genitori di Chiara, come quello dei miei, è stato un omicidio sociale. La morte di mia madre Lucia e di mio padre Giuseppe è stata, e lo sottolineo, un atto di fortissima autodeterminazione politica, un gesto che è stato rivendicato pubblicamente". Così all'Adnkronos la scrittrice e poetessa Maria Grazia Calandrone interviene sulla vicenda che ha colpito la famiglia Giacoletto di Orbassano, in provincia di Torino, dove Alessandro e Cristina, dopo aver perso la figlia 28enne Chiara due anni fa, hanno deciso di togliersi la vita. La ragazza, nel 2022, si sarebbe impiccata perché non riusciva a sostenere il peso delle violenze sessuali subite da un suo parente. Anche nella vita di Calandrone c'è un'esperienza tragica: a soli 8 mesi di vita, la scrittrice perse i genitori che si suicidarono lanciandosi nel Tevere, dopo che la madre era stata denunciata per adulterio. Storia che lei stessa racconta nel suo romanzo "Dove non mi hai portata".
"Intollerabile il suicidio di un figlio"
"Un figlio suicida è veramente qualcosa che non è tollerabile, non è concepibile - sottolinea Calandrone - vieni travolto dal sentimento di aver sbagliato tutto. In più il senso di colpa per non essersi accorti in tempo o non aver saputo gestire... Io mi immedesimo come madre più che come figlia in questa tristissima vicenda: non so se la ragazza si fosse confidata con i genitori o se loro hanno scoperto il suo dramma soltanto nel momento in cui si è tolta la vita. Tuttavia, identificandomi con questo padre e questa madre, capisco che vedere morire una figlia così sia qualcosa di insopportabile. Essere vivi diventa quasi un insultoCerto, se avessero avuto altri figli avrebbero avuto un motivo forte per continuare a vivere, ma in quest'abisso di solitudine evidentemente non hanno visto via d'uscita".
"Dovrei dire che tutti i dolori possono essere superati, ma non penso sia così. Questa famiglia è stata devastata: la perdita di una figlia, per di più suicida, è il dolore peggiore che si possa immaginare. Perché è completamente innaturale, non esiste neanche la parola nella lingua italiana per descrivere questa condizione: esiste 'orfano', ma 'orfano di un figlio'? Non esiste la parola in nessuna lingua, credo".
Il gesto del pedofilo
L'auto-colpevolizzazione da parte dei genitori, dunque, per Calandrone, "è inevitabile, perché sapere che, nonostante tutto l'amore, non sono riusciti a salvarla da se stessa, a salvarla da questo incubo è qualcosa che non si può sopportare".
"Leggo che la persona che ha abusato di questa ragazza è morta. Posso dire? Meno male - sottolinea Calandrone - Questo pedofilo ha tre morti sulla coscienza. Una cosa che ci terrei a sottolineare è quanto danno si fa, al di là delle proprie volontà, al di là della propria immaginazione, per soddisfare una voglia così momentanea e criminale. Quanto danno si fa se poi, a distanza di anni, una ragazza arriva a compiere un gesto del genere e di conseguenza i suoi genitori? Questo morto ha tre morti sulla coscienza".
"Io esorterei a riflettere sui danni che si creano, al di là anche della propria volontà malevola - conclude la scrittrice -. L'unica cosa che mi viene da dire è che spero che questa tragedia possa servire almeno a far riflettere chi dovesse trovarsi a sentire delle pulsioni così aberranti. Che possano fermarsi a pensare: 'Oddio, non è che un domani mi trovo ad avere sulla coscienza questa ragazza, questa persona, questa bambina?'".
(di Lorenzo Capezzuoli Ranchi)
Cronaca
Capodanno, nutrizionista: “9mila calorie in più e 3...
Calabrese: "Il primo chilo già guadagnato, approfittiamo di oggi e domani per pausa a base di insalate e poi pasti ipocalorici fino al 31"
La maratona di cibo è cominciata ben prima di Natale, con cene e aperitivi tra colleghi, amici e conoscenti. E l'apoteosi c'è stata tra il 25 e il 26. "In questi 2 giorni, invece delle 1.800 calorie medie al giorno a persona, si calcola che si preparino pietanze per 4mila calorie". Come ogni anno, alla fine delle feste sulla bilancia "i chili in più arrivano a 3, con 9mila calorie in più", spiega all'Adnkronos Salute il nutrizionista Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare del ministero della Salute
I consigli del nutrizionista
Tradotto in chili, sommando gli eccessi vari lungo questo periodo, le calorie in più ad oggi sono almeno 6mila e quindi "possiamo dire che, in media, 1 kg in più lo abbiamo già 'guadagnato'". Ma non è ancora finita.
Le calorie consumate, dunque, "sono più che triplicate rispetto alle reali esigenze della nostra vita. Ma in questo periodo - osserva lo specialista - è difficile dire di no alla tradizione, alla storia. La convivialità, in fondo, è benefica per lo spirito, ci fa sentire in famiglia, sentiamo gli amici vicini. Non possiamo negarcela".
Oggi e domani, però, possiamo approfittare per una "pausa benefica, se scegliamo di mettere a tavola solo insalatone con un po' di proteine (di tonno, di prosciutto cotto magro, parmigiano)". Poi, per i giorni che ci separano dall'ultimo dell'anno, "basterà ridurre l'introito calorico". Se invece si continua "introducendo calorie in più, il meccanismo ci porta a prendere i 2-3 chili fissi in una settimana-10 giorni", avverte il nutrizionista.
Piccoli trucchi possono mettere sulla buona strada. "Se la trasgressione si limita al 31 dicembre, quando si va a dormire magari al mattino presto, basterà semplicemente fare un leggero brunch alle 14-15 e questo aiuterà a non caricare troppo l'organismo". Da evitare i fuori pasto continui.
"Meglio liberare la casa dai troppi avanzi, soprattutto i dolci, magari condividendoli con chi ne ha meno". Nei prossimi giorni, "di grande aiuto sono le verdure fresche e la frutta di stagione" che "riempiono lo stomaco, appagano il palato senza pesare troppo sulla bilancia. Ed essendo anche alimenti ricchi di potassio, aiutano la diuresi, perché avendo mangiato molto condito e molto salato, abbiamo ingerito tanto sodio aumentando la ritenzione idrica stato. Siamo quindi anche gonfi, oltre che ingrassati", conclude Calabrese.