Siria, ribelli annunciano presa di Damasco: “Città libera, Assad è fuggito”
Il leader al Jawlani accolto al grido 'Allah Akbar'. Gruppo armato nella residenza dell'ambasciatore italiano, Tajani: "Nessuna violenza". Dov'è Assad? Le ipotesi e la versione di Mosca
Abu Mohammad al Jawlani è a Damasco. Il capo di Hayat Tahrir al Sham (Hts), il gruppo di jihadisti che in Siria insieme ad altre fazioni ha guidato l'avanzata lampo dei ribelli, è entrato nella capitale poche ore dopo la caduta del regime di Bashar al Assad.
"Il leader Ahmed al-Sharaa (vero nome di al Jawlani) si è inginocchiato e ha baciato la terra", fa sapere Hts sul suo canale Telegram, mostrando le immagini del suo arrivo a Damasco. Non si torna indietro, "il futuro è nostro", la dichiarazione fatta alla tv siriana dal leader poche ore dopo l'ingresso dei suoi uomini nella capitale, dove è in vigore il coprifuoco.
al Jawlani si è recato nella Grande moschea degli Omayyadi, accolto da una folla che scandiva "Allah Akbar". Il leader ha accusato il regime di Assad di aver "imprigionato migliaia di cittadini in maniera illegittima. Oggi, siamo ricompensati da questa vittoria. Questa vittoria è per tutti i siriani".
Il premier siriano Mohammed Ghazi al-Jalali per il momento resterà in carica fino alla transizione dal regime alle nuove autorità siriane, ha detto ancora in una nota il leader di Hayat Tahrir al-Sham, secondo quanto riferisce al Jazeera. Dal canto suo, il premier - che era stato nominato a settembre - ha fatto sapere che il suo governo è pronto a cedere il potere a qualsiasi leadership che sia scelta dal popolo.
"Non sto andando via e non vado via. Aspetto in modo pacifico per garantire la continuità delle autorità pubbliche, delle istituzioni e dell'apparato dello stato, per garantire la sicurezza di tutti i cittadini", ha detto in una dichiarazione in video, nella quale assicura che "stiamo tendendo la mano anche all'opposizione, che ha teso la mano e ha assicurato che non causerà alcun danno a nessun cittadino che appartiene a questa nostra Siria”.
La presa di Damasco nella notte
I ribelli jihadisti sono entrati nella notte nella capitale siriana, neanche dieci giorni dopo l'inizio di un'offensiva inarrestabile nel corso della quale hanno preso il controllo di Aleppo, Hama e Homs. Assad, presidente da 24 anni, ha lasciato il Paese per una destinazione sconosciuta, ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, citando ufficiali dell'esercito siriano. "Il tiranno è fuggito" e Damasco "è liberata", hanno annunciato gli insorti: "Questo è il momento che sfollati e detenuti aspettavano da tempo, il momento del ritorno a casa e il momento della libertà dopo decenni di oppressione e sofferenze".
I jihadisti sono poi entrati nel palazzo presidenziale al grido di "Dio è il più grande", hanno raccontato testimoni oculari alla Dpa. I ribelli sarebbero entrati nel palazzo, situato nel distretto di Mezzeh, senza incontrare alcuna resistenza.
L'aeroporto di Damasco è stato intanto chiuso dopo l'ingresso dei ribelli nella capitale. Lo riferiscono i media locali, precisando che i voli in arrivo e in partenza sono sospesi fino al 18 dicembre.
Gruppo armato in residenza ambasciatore italiano: "Nessuna violenza"
"Stamattina un gruppo armato è entrato nel giardino della residenza dell'ambasciatore d'Italia: non c'è stata violenza né nei confronti dell'ambasciatore né dei Carabinieri". Ad annunciarlo dando oggi le ultime notizie sugli sviluppi della situazione in Siria è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in una conferenza stampa dall'Unità di crisi della Farnesina. "Hanno portato via solo tre automobili e tutto è finito lì, sono stati per qualche tempo nel giardino, evidentemente volevano verificare se c'erano militari di Assad o una documentazioni particolare ma non sono stato toccati né l'ambasciatore né i Carabinieri che ora sono al sicuro fuori della residenza e continuano a lavorare da remoto. Quindi la situazione è completamente sotto controllo, in una condizione complicata", ha sottolineato.
"Questa notte un gruppo di 15 nostri connazionali ha varcato la frontiera Siria-Libano e con il sostegno della nostra ambasciata a Beirut sono riusciti ad entrare in Libano e adesso sono sistemati in abitazioni, in conventi a Beirut", ha poi annunciato il ministro. "Ieri - ha ricordato - erano arrivati altri in Giordania, non ci sono altri cittadini italiani che chiedono di lasciare il paese".
Premier scortato dai ribelli per ufficializzare transizione poteri
Dopo l'ingresso dei ribelli jihadisti guidati dal gruppo Hayat Tahrir al Sham (Hrs) nella capitale, centinaia di persone sono scese in piazza a festeggiare la caduta del regime degli Assad al potere da 53 anni. Il premier Mohammed al-Jalali ha intanto fatto sapere di essere pronto a cooperare nel passaggio dei poteri.
In un video, il premier siriano è apparso assieme ad un gruppo di ribelli, apparentemente scortato da loro verso un albergo per ufficializzare il passaggio dell'autorità e la transizione del potere.
Il messaggio alla tv di Stato
Dopo la conquista degli uffici dei media di Stato, l'annuncio sulla presa della capitale siriana è stato diffuso anche attraverso la tv nazionale: "Il tiranno Bashar al-Assad è stato rovesciato e i prigionieri oppressi nelle carceri del regime sono stati rilasciati", ha detto un portavoce leggendo un comunicato circondato da circa una dozzina di altri ribelli. “Chiediamo alle persone e ai combattenti di proteggere tutte le proprietà nella Siria liberata... lunga vita alla Siria libera per tutti i siriani di tutte le sette”, ha aggiunto.
La televisione statale siriana ha poi diffuso un nuovo messaggio in cui si proclama "la vittoria della grande rivoluzione siriana e la caduta del regime criminale di Assad". Il testo è scritto su un messaggio a tutto schermo in grossi caratteri bianchi su sfondo prevalentemente rosso.
Liberata la "prigione mattatoio" simbolo di Assad
I ribelli in nella notte hanno preso il controllo anche della famigerata prigione militare di Saydnaya, il simbolo del potere di Assad a nord della capitale. Amnesty International aveva soprannominato Saydnaya “il mattatoio umano” in un rapporto del 2017 dopo aver ampiamente documentato le impiccagioni di massa avvenute nel carcere. Un rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani del luglio 2023 aveva evidenziato “continui modelli diffusi e sistematici di tortura e trattamenti crudeli, inumani o degradanti, comprese le sparizioni forzate” all’interno delle strutture di detenzione siriane, inclusa Saydnaya.
Irruzione in ambasciata Iran
Irruzione dei ribelli anche nell'ambasciata iraniana a Damasco, cuore del sostegno al regime, ha riferito la tv al Arabiya, che mostra le immagini di gente che strappa un grande poster affisso sul cancello della rappresentanza con l'immagine del generale Qassem Soleimani, ucciso nel 2020 in Iraq in un attacco americano, e di Hassan Nasrallah, il leader Hezbollah ucciso a settembre in un raid israeliano a Beirut. Secondo al Jazeera il personale dell'ambasciata era già fuggito e non c'è stata resistenza contro i manifestanti.
Secondo l'agenzia di stampa iraniana Tasnim, ad assaltare l'ambasciata sarebbe stato un gruppo di individui "armati" del gruppo jihadista Hayat Tahrir al Sham (Hts) e delle fazioni alleate, che avrebbero distrutto una tettoia all'esterno dell'edificio, rotto alcuni vetri e danneggiato gli uffici, portando via del materiale, come dimostrano anche alcuni video.
Il personale dell'ambasciata iraniana a Damasco aveva lasciato la sede prima dell'assalto di questa mattina, scrive il Teheran times, citando il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghai, secondo cui "i diplomatici avevano evacuato i locali prima dell'assalto condotto dai terroristi".
Russia, basi in Siria in massima allerta
"Le basi militari russe sul territorio della Siria sono in regime di massima allerta. Al momento non c'è alcuna minaccia seria alla loro sicurezza". Lo fa sapere il ministero degli Esteri di Mosca in una nota, dopo il crollo del regime di Damasco.
"Stiamo bene", detto intanto alla Tass un membro del personale dell'ambasciata russa a Damasco dopo l'ingresso dei ribelli jihadisti nella capitale siriana e la fuga di Bashar al Assad, da sempre sostenuto da Mosca. La fonte non ha fornito alcun dettaglio su dove si trovi il personale.
Trump: "Assad ha perso sostegno della Russia"
Assad "è fuggito" dalla Siria dopo aver perso il sostegno della Russia. Lo scrive Donald Trump in un post su Truth social, poche ore dopo l'ingresso dei ribelli jihadisti a Damasco. "Assad non c'è più. È fuggito dal suo Paese. Il suo protettore, la Russia guidata da Vladimir Putin, non era più interessata a proteggerlo. Non c'era alcun motivo per cui la Russia restasse lì" sostiene il presidente eletto degli Stati Uniti, sottolineando che Mosca "ha perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove quasi 600.000 soldati russi sono stati feriti o uccisi, in una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che potrebbe andare avanti all'infinito". Nel post, Trump afferma poi che "Russia e Iran si trovano in questo momento in uno stato di debolezza, l'una a causa dell'Ucraina e dell'economia che va male, l'altro a causa di Israele e dei suoi successi nella guerra".
Israele assume controllo della zona cuscinetto nel Golan, raid in sud Siria
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver ordinato all'esercito israeliano di "prendere il controllo" della zona cuscinetto del Golan al confine con la Siria e delle "posizioni strategiche adiacenti". "Questa regione - ha dichiarato - è stata sotto il controllo di una zona cuscinetto stabilita dall'accordo di separazione delle forze del 1974 per quasi 50 anni".
"Questo accordo con la Siria è caduto", ha dichiarato Netanyahu, l'esercito ha abbandonato le sue posizioni, ha aggiunto, assicurando che Israele "non permetterà a nessuna forza ostile di stabilirsi sul nostro confine". "Si tratta di una posizione difensiva temporanea fino a quando non si troverà un accordo adeguato", ha concluso.
I media siriani riferiscono intanto di attacchi aerei israeliani nelle aree di Daraa e Suwayda, nel sud della Siria, non lontano dal confine israeliano, e nella zona della base aerea di Mezzeh, vicino alla capitale Damasco.
Secondo quanto riportato, gli attacchi hanno preso di mira depositi di munizioni e armi presso la base aerea di Khalkhalah a Suwayda, diversi siti nel governatorato di Daraa e la base aerea di Mezzeh. L'IDF non ha rilasciato alcun commento immediato, scrive il Times of Israel.
Esteri
Finlandia, cavo sottomarino danneggiato da petroliera:...
La polizia indaga per sabotaggio aggravato. Nato: "Pronti al supporto"
La polizia finlandese sta indagando sulla petroliera "Eagle S" proveniente dalla Russia in relazione all'interruzione di servizio, a partire dal mezzogiorno di ieri, del cavo sottomarino "Estlink-2" che porta energia elettrica dalla Finlandia all'Estonia e ha aperto una inchiesta per sabotaggio aggravato.
La petroliera con bandiera delle Isole Cook trasportava benzina senza piombo caricata in un porto russo e farebbe parte della cosiddetta 'Flotta fantasma' delle navi che operano per escludere il regime sanzionatorio, ha spiegato Sami Rakshit, direttore generale delle dogane finlandesi.
Il Presidente della Finlandia Alexander Stubb sollecita l'eliminazione dei "rischi provocati" dalle navi della cosiddetta 'Flotta fantasma russa", che portano il petrolio da vendere fuori dal regime sanzionatorio. "Da ieri seguiamo la situazione", ha spiegato il Premier finlandese, Petteri Orpo. Nel frattempo, in Estonia è stata convocata una riunione straordinaria di governo. Lo scorso novembre erano stati messi fuori uso altri due cavi sottomarini nel Mar Baltico: uno dalla Finlandia alla Germania e l'altro fra la Lituania e la Svezia. Nel settembre 2022 erano stati datti esplodere i gasdotti NordStream. "Siamo in stretto contatto con i nostri colleghi nel Baltico settentrionale", ha affermato il Pemier estone, Kristen Michal.
Rutte: "Nato pronta al supporto"
"Ho parlato con il premier estone Kristen Michal del presunto possibile sabotaggio dei cavi del Mar Baltico. La Nato - scrive su X il segretario generale Mark Rutte - è solidale con gli alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche. Stiamo seguendo le indagini di Estonia e Finlandia e siamo pronti a fornire ulteriore supporto".
Ue chiede una stretta
Mentre l'Unione europea anticipa la proposta di ulteriori misure per contrastare la Flotta fantasma di petroliere che portano petrolio russo in modo illecito dopo che la Finlandia ha indicato una di queste navi come probabilmente responsabile del danno al cavo sottomarino elettrico diretto in Estonia, solo "l'ultimo di una serie di attacchi sospetti contro infrastrutture critiche", come si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione e dell'Alta rappresentante.
"In risposta a questi incidenti - si fa riferimento anche a quelli dello scorso novembre - stiamo potenziando gli sforzi per proteggere i cavi sottomarini, incluso con uno scambio di informazioni rafforzato, nuove tecnologie per individuare i responsabili e capacità di riparazione sottomarina e cooperazione internazionale", si precisa, evidenziando che "al momento non ci sono rischi per la sicurezza dei rifornimenti di energia elettrica nella regione".
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
La Francia ha contattato la Russia molteplici volte attraverso canali riservati per offrire assistenza per aprire un dialogo sull'Ucraina, ha poi reso noto Lavrov, sottolineando come tali contatti sono avvenuti "senza coinvolgere Kiev". Lavrov ha denunciato il comportamento "ambiguo" della Francia.
Lavrov ha poi parlato di contatti in corso con le nuove autorità al potere in Siria dedicati alla sicurezza dei russi e dell'ambasciata a Damasco senza dire nulla della questione delle basi di Tartus e Kmeimim concesse in uso alle forze russe dal regime di Assad. La Russia è "interessata e disponibile" al dialogo anche su altro, si limita a proporre Lavrov, sottolineando che Mosca condivide quanto detto di recente dal nuovo leader siriano Ahmed Sharaa, secondo cui le relazioni fra Mosca e Damasco sono strategiche. "Non abbiamo ritirato i nostri diplomatici da Damasco, la nostra ambasciata continua a operare come molte altre. Stiamo mantenendo contatti con le nuove autorità siriane attraverso la nostra missione diplomatica. Stiamo discutendo di questioni pratiche relative alla sicurezza dei russi e al funzionamento sicuro dell'ambasciata", ha spiegato, lasciando intendere che ci vorrà tempo perché altre questioni saranno sollevate e anche la pazienza della Russia.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Vventati attentati contro ufficiali difesa, arrestati russi reclutati da Kiev
L'Fsb in Russia rivendica di aver sventato attentati contro diversi alti ufficiali del ministero della Difesa coinvolti con l'operazione militare speciale contro l'Ucraina. Due russi "reclutati da Kiev" sono stati arrestati. Uno dei due in flagrante mentre cercava di sistemare un ordigno esplosivo sotto l'auto di un alto ufficiale del ministero della Difesa a Mosca. L'ordigno avrebbe dovuto essere fatto esplodere in remoto. La persona arrestata in flagrante ha confessato di essersi trasferito in Ucraina nel novembre del 2020 e di essere stato reclutato da Kiev. Sarebbe poi arrivato in Russia dalla Moldova e dalla Georgia. Anche il secondo ha confessato all'Fsb di essersi trasferito in Ucraina e di essere stato reclutato dalle forze speciali di Kiev. Che gli hanno ordinato di tornare in Russia per tenere sotto controllo alti ufficiali del ministero della Difesa e le loro famiglie. A metà mese è stato ucciso a Mosca il comandante delle forze di protezione radiologica, chimica e biologica, Igor Kirillov.