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Tumori, a Napoli il futuro dell’oncologia Il punto sulle nuove cure e la sostenibilità

Tumori, a Napoli il futuro dell’oncologia Il punto sulle nuove cure e la sostenibilità

Le nuove terapie rivoluzionano la storia clinica di molte neoplasie. Ma sono troppo pochi i circa 400 mila euro destinati alla Campania dal riparto nazionale di 5 milioni per la profilazione genomica. Una prestazione esclusa dai Lea ma cruciale per la personalizzazione delle cure

A Napoli un confronto sull’Oncologia del futuro organizzato da Motore Sanità con i massimi esperti, su cure innovative e prevenzione. Sotto la lente gli avanzamenti senza precedenti di terapie e tecnologia, alle Car-T, ai monoclonali e bispecifici, al Cyberknife.

Fumo: la riduzione del rischio, una strategia percorribile per ridurre il danno delle sigarette

Napoli, 9 dicembre 2024 – La lotta ai tumori passa per nuove cure personalizzate sempre più basate sull’analisi dello spettro di mutazioni che caratterizzano le linee cellulari colpite. Terapie a bersaglio molecolare che in molti casi stanno letteralmente cambiando la storia dei pazienti cronicizzando situazioni cliniche che, fino a qualche anno fa, erano senza speranza e che davano pochi anni di vita alla diagnosi.

È il caso del Mieloma multiplo e di alcuni Linfomi: patologie gravissime, ma oggi curabili con moltissime linee di terapia sempre più efficaci, tra cui Daratumumab, il primo anticorpo monoclonale approvato per il trattamento del mieloma multiplo. Un tumore che colpisce le plasmacellule, ossia le cellule del midollo osseo che derivano dai linfociti B, un pilastro del sistema immunitario deputato alla produzione di anticorpi.

Cure innovative a cui si aggiungono le Car-t, una terapia basata sulla ingegnerizzazione in vitro dei linfociti dei pazienti, “armati” contro il tumore e reinfusi nel malato che stanno rivoluzionando il trattamento di molti tumori del del sangue la cui indicazione si sta allargando a linee oncoematologiche guardando al futuro prossimo del trattamento dei tumori solidi.

Infine, gli anticorpi bispecifici che nel tumore al seno sono l’arma letale attesa da anni che stanno cambiando la storia della malattia.

Su questi e altri temi si sono riuniti a Napoli, in un tavolo di approfondimento promosso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Johnson&Johnson e Gilead, il presidente nazionale dell’Aiom nonché primario dell’Istituto tumori Pascale di Napoli Francesco Perrone, Giancarlo Troncone ordinario di Anatomia patologia della Federico II di Napoli, Mario Fusco per i registri tumori, Sandro Pignata, responsabile della Rete oncologica campana, Mario Annunziata e Ferdinando Riccardi rispettivamente a capo della Ematologia ed Oncologia del Cardarelli, Maria Triassi, direttore di dipartimento della Federico II, Vincenzo Montesarchio primario di Oncologia del Monaldi e referente Cipomo, Vincenzo Adamo responsabile della Rete oncologica della Calabria e i chirurghi Franco Corcione, Aurelio Costa e Antonio Macri, oltre ad esponenti delle associazioni dei pazienti con Lorenzo Latella (Cittadinanzattiva Campania) e Alessandro Boni (Associazione PalinUro). I saluti istituzionali sono stati affidati a Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania. L’obiettivo della tavola rotonda dunque è stata definire strumenti di sostenibilità dell’innovazione delle cure in oncologia e consentire un accesso equo e uniforme a cure capaci di cambiare la vita delle persone, cronicizzando malattie che finora non davano scampo.

“Attualmente - ha spiegato il professore Giancarlo Troncone - stiamo assistendo ad un ulteriore sviluppo dell’approccio genomico alla cura dei tumori e a una importante evoluzione nell’uso dei test molecolari di laboratorio, importanti per predire la risposta al trattamento mirato dei tumori solidi. Ad una diagnostica di primo livello se ne associa dunque una di secondo livello che deve essere svolta in laboratori qualificati e si connette strettamente con le attività del Molecolar Tumor Board, dove vengono stabilite le caratteristiche cliniche delle alterazioni genetiche diagnosticate per una terapia che è sempre più precisa, affidabile, e sempre meno tossica”.

Ma in Campania da un anno non si riunisce la cabina di regia della Rete oncologica e il Molecular Tumor board a fronte di scelte nazionali discutibili come non aver inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) le indagini di profilazione genomica che possono contare, sul riparto di un fondo ancora fermo a soli 5 milioni di euro assegnato per quota alle Regioni. Eppure per il solo carcinoma del polmone “la diagnostica molecolare – conclude Troncone - prevede dieci biomarcatori consolidati e accanto a questi ne stanno emergendo altri che possono essere utili per l’arruolamento in clinical trials per l’uso off label o anche per la determinazione di mutazioni germinali che ci portano ad una fase di prevenzione delle neoplasie molto importante e promettente”.

Da una parte dunque, c’è l’aumento dei casi di tumore che, secondo le stime, sono cresciuti in maniera imponente, con circa 395mila nuove diagnosi nel 2023 e un incremento di 18.400 casi ogni 12 mesi dal 2020 (oltre 30 mila in Campania), dall’altra un netto miglioramento nell’efficacia della prevenzione e delle cure che, in 13 anni, si stima abbiano permesso di evitare oltre 268mila decessi. In questo contesto l’oncologia italiana si trova a un punto di svolta con avanzamenti senza precedenti nella diagnosi e nel trattamento dei tumori. Le scoperte nei checkpoints immunologici, nella genomica e nei trigger points tumorali delineano nuovi scenari che fino a qualche tempo fa erano inimmaginabili, portando a terapie estremamente mirate ed efficaci. Tuttavia, questi progressi scientifici devono confrontarsi con sfide cruciali di sostenibilità e accesso. Il nodo da sciogliere tuttavia è la sostenibilità di questi sforzi della ricerca se si considera che il fondo nazionale per gli innovativi da un miliardo di euro comprende anche le terapie per le malattie rare.

Il modello mutazionale ha avuto un impatto significativo sui sistemi sanitari, ridefinendo ambiti e competenze professionali. Ma l’innovazione diagnostica e terapeutica rischia di non esprimere tutta la propria efficacia senza un sistema in grado di accoglierla e implementarla. Problemi come l’early access alle terapie innovative, il disallineamento tra diagnostica e farmaci e le difficoltà di rimborsabilità per le terapie target richiedono interventi urgenti.

Per quanto riguarda la sostenibilità della spesa, né la costituzione dei fondi sovraregionali dedicati ai farmaci innovativi, né la riunione dei 2 fondi nazionali (da 500 mila euro) in un unico fondo, né l’eventuale avanzo del fondo restituito alle regioni (non vincolato all’uso per i farmaci innovativi) sembrano aver risolto le molte criticità. Né funziona la recente allocazione di una parte del fondo per i farmaci a innovatività condizionata. La Campania è con la Lombardia tra le regioni che usano per intero i circa 80 milioni del riparto del fondo per l’innovazione, ma c’è preoccupazione costante sulla tenuta dei conti quando, dopo tre anni, i costi di queste cure costose ricadranno sul bilancio dei governi locali per la decadenza del periodo di riconoscimento dell’innovazione a carico dello Stato.

I dati parlano chiaro: secondo le stime, circa il 40% dei nuovi casi di tumore sono potenzialmente prevenibili in quanto correlati a fattori di rischio modificabili. E tra questi, sicuramente, c’è il fumo di sigaretta. Ed è un dato di fatto che in Italia ci siano milioni di fumatori che non vogliono oppure non riescono a smettere. Diventa allora fondamentale ragionare anche sulle strategie di riduzione del rischio e del danno, valutando l’opportunità di passare a prodotti privi di combustione unica alternativa credibile per ridurre i danni alla salute.

“Negli ultimi anni, vi sono stati tre trial e una revisione sistematica pubblicati su importanti riviste scientifiche internazionali – ha ricordato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità - da cui emergono alcune prime, importanti evidenze del fatto che l’uso della e-cigarette ai fini della cessazione dell’abitudine tabagica possa essere migliore della terapia medica basata sull’uso sostitutivo dei farmaci”.

Risultati invitano a riflettere sui consigli da offrire nella pratica clinica ai fumatori. Pur ribadendo con fermezza che la scelta migliore rimane quella di non fumare, è emersa la necessità di considerare alternative per coloro che non vogliono, non riescono o hanno già fallito con altri metodi. In questi casi, potrebbe essere opportuno puntare almeno a una riduzione del rischio, sia cardiovascolare che oncologico, come avviene per altri fattori di rischio quali l’ipertensione arteriosa, il diabete e l’ipercolesterolemia.

Ufficio stampa Motore Sanità

comunicazione@motoresanita.it

Stefano Tamagnone - 338 3703951

Liliana Carbone – 347 2642114

www.motoresanita.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Treno in ritardo? Puoi chiedere il rimborso che ti spetta

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20 dicembre 2024.Secondo un’inchiesta svolta da Altroconsumo attraverso un questionario a 1.492 cittadini per conoscere la loro opinione ed esperienza sul servizio ferroviario, 1/3 di chi ha viaggiato con un treno ad alta o media velocità nel corso degli ultimi 12 mesi è arrivato in ritardo a destinazione. Questo è successo nel 36% dei casi con Trenitalia e in percentuale minore con Italo. La tratta che ha registrato la maggior incidenza di ritardi è risultata la Milano-Genova, seguita dalla Bologna-Lecce. In 2/3 dei casi, l’entità del ritardo non ha superato la mezz’ora, limite oltre il quale si ha il diritto di richiedere un’indennità.

Circa 1 persona su 2 ha presentato un reclamo per ottenere un rimborso del ritardo superiore ai 30 minuti e quasi tutte le richieste sono state fatte online. Trenitalia e Italo hanno evaso la quasi totalità delle richieste di indennizzo, principalmente tramite voucher (46%) o accredito (42%) sul conto della carta con cui era stato effettuato l’acquisto.

Dall’inchiesta emerge che viaggiare sui treni di Italo è più apprezzato rispetto a Trenitalia in tutti i parametri valutati: pulizia a bordo treno, livello di manutenzione, puntualità all'arrivo.

Ma perché il ritardo è diventato cronico? I problemi iniziano quando i treni veloci, cui viene data la precedenza, si immettono nella linea normale. La linea dell'alta velocità, infatti, è discontinua e si innesta in molti tratti sulla rete tradizionale. I treni italiani corrono su due binari, quello veloce e privilegiato delle tratte dedicate alla Tav e quello vecchio e lento su cui si affannano ogni giorno le vecchie carrozze. Negli anni, il cronico problema della mancanza di puntualità si è riversato anche sui treni veloci e i ritardi sono diventati la norma anche sui binari della Tav. A rendere il quadro più complesso ci sono numerosi cantieri previsti tra il 2025 e il 2026, che renderanno disponibili a singhiozzo numerose tratte ferroviarie creando nuovi disagi per gli utenti. Rfi ad oggi dichiara che ogni giorno ci sono sulla rete 1100 cantieri aperti, il 20% in più del 2023.

Inoltre, per la mancanza di puntualità, i passeggeri ricevono rimborsi miseri, visto che Trenitalia ha pensato bene di alzare le soglie di ritardo per il quale è previsto l'indennizzo: un escamotage per ridurre il numero dei rimborsi. Chi viaggia in treno riceve rimborsi per il 50% del prezzo del biglietto, ma solo se il ritardo supera le due ore. Altroconsumo, tramite la sua petizione, chiede invece rimborsi integrali del costo del biglietto per questa casistica e rimborsi che scattino per ritardi più brevi e idonei a un servizio di Alta Velocità e che siano attribuiti automaticamente agli utenti senza bisogno di farne richiesta.

"Secondo la nostra ultima indagine, i disagi ferroviari sono sempre più frequenti anche a causa dei cantieri che hanno caratterizzato la scorsa estate e che proseguiranno nel 2025 e nel 2026. La modernizzazione della rete è certamente necessaria e prioritaria, ma deve andare di pari passo con il rispetto dei diritti dei passeggeri, che meritano un servizio di qualità adeguato ai costi sempre più elevati dei biglietti. Quanto sta accadendo evidenzia una grave carenza nella programmazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e non possiamo permettere che a pagarne il prezzo siano i passeggeri. Gli indennizzi previsti dal Regolamento europeo non sono sufficienti: attualmente il rimborso del 50% del biglietto è previsto solo per ritardi superiori alle due ore. Noi chiediamo il rimborso totale del biglietto, il rimborso del 50% per ritardi superiori a un’ora per tutti i treni e a 30 minuti per i treni Alta Velocità, considerando che, secondo la nostra indagine, il 34% dei treni in ritardo rientra in queste tempistiche. Inoltre, il 45% dei ritardi si colloca tra i 15 e i 30 minuti, per i quali attualmente non è previsto alcun indennizzo. Per questi casi chiediamo un rimborso del 30% del biglietto. Come Altroconsumo chiediamo anche che i rimborsi siano automatici, senza inutili trafile burocratiche, e che il passeggero possa scegliere tra rimborso in denaro o sotto forma di voucher. Vi invitiamo quindi a firmare la nostra petizione: insieme possiamo fare la differenza e far sentire la nostra voce." Dichiara Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo

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Accademia Consulenza d’Immagine presenta la Palette...

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Palette Psicocromatica

Roma, 20/12/2024 - Accademia Consulenza d’Immagine lancia la Palette Psicocromatica, un percorso formativo che integra armocromia, neuroscienze e psicologia positiva della moda. Si tratta di un corso che punta a trasformare l'approccio dei professionisti della consulenza d’immagine, combinando elementi psicologici e cromatici al fine di offrire un servizio più profondo e personalizzato.

Il programma è stato ideato da Ilaria Marocco, Presidente di Asso Style Image, e Chiara Salomone, esperta di psicologia della moda e fondatrice di NEUROFASHION®. Insieme, le due professioniste, hanno sviluppato un metodo unico, un protocollo di lavoro che va oltre l’armocromia tradizionale e ne diventa l’evoluzione esplorando il legame tra i colori, emozioni e personalità ed integrandoli a quelli della palette valorizzante.

"Con questo modulo formativo, non ci limitiamo a scegliere i colori valorizzanti in base alla stagione cromatica della persona", spiega Chiara Salomone. "Esploriamo anche come questi possano divenire strumenti per migliorare il benessere delle persone, scegliendo sfumature che abbiano un forte legame emotivo con l’individuo. Ogni cliente ha una storia e i colori più adatti sono quelli che entrano in sintonia con essa"

Ilaria Marocco evidenzia l'importanza di questa innovazione nel campo della consulenza d’immagine: "La Palette Psicocromatica è un’evoluzione straordinaria dell’armocromia, che amplia le possibilità di lavoro per i consulenti d’immagine. Abbiamo creato una metodologia che prevede 5 step, volta non solo a rispondere alle necessità estetiche del cliente, ma ad integrare anche i suoi bisogni, rendendo ogni consulenza un’esperienza di consapevolezza al fine di generare un buon livello di benessere."

Il valore di questo approccio psicocromatico risiede, infatti, nella capacità di creare una connessione profonda tra l’individuo, i colori scelti e quelli valorizzanti. Non si tratta solo di migliorare l’aspetto esteriore di un individuo, ma di un percorso che aiuta la persona a sentirsi autentica, rafforzando la sua percezione di sé. Questo è possibile grazie all’unione tra analisi del colore, neuroscienze e psicologia positiva per la moda, strumenti che permettono di individuare le tonalità che oltre a valorizzare, favoriscono il benessere della persona e la sua autoefficacia.

L’introduzione della Palette Psicocromatica segna quindi una vera e propria rivoluzione nel mondo della consulenza d’immagine, intesa sempre più come lavoro di cura, e aprendo nuove prospettive per i professionisti del settore. I consulenti che parteciperanno a questo percorso formativo acquisiranno competenze uniche che li posizioneranno come esperti in un campo in continua evoluzione, dove la personalizzazione e la cura del cliente sono alla base di un servizio di alta qualità.

Con il supporto delle esperte Chiara Salomone e Ilaria Marocco, i partecipanti avranno l’opportunità di perfezionare le loro capacità, imparando a utilizzare i colori non solo come strumento estetico, ma anche come potente mezzo per migliorare il benessere e la qualità della vita delle persone.

Scopri di più su Accademia Consulenza d'Immagine

Accademia Consulenza d'Immagine è un’istituzione di formazione professionale per consulenti d’immagine e professionisti del settore moda. Offre programmi innovativi che integrano armocromia, psicologia positiva e neuroscienze, preparando i suoi studenti a offrire consulenze integrate altamente personalizzate che promuovono il benessere e la valorizzazione dell’immagine esteriore delle persone. Con un approccio orientato alla crescita personale e professionale, l’Accademia è una delle realtà più avanzate nel panorama della consulenza d’immagine.

Contatti

Per maggiori informazioni sul programma e su come iscriversi, è possibile visitare il sito web di Accademia Consulenza d’Immagine.

Contatti per la stampa
Accademia Consulenza d'Immagine
Email: info@accademiaconsulenzaimmagine.com
Telefono: +39 3208886305
Sito web: www.accademiaconsulenzaimmagine.com

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Comunicato Stampa congiunto Farmindustria Egualia...

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Oltre alla beffa, il danno, sia per l’industria farmaceutica, che è leva strategica del Paese, sia per la salute dei cittadini

Roma, 20 dicembre 2024 – Le aziende farmaceutiche, già colpite da una Legge di Bilancio che rappresenta una “mazzata” per la sua competitività, hanno appreso – leggendo la stampa specializzata – che l’applicazione del regolamento UE sulla “Tracciatura Europea dei medicinali”, le obbligherebbe ad adottare nei loro complessi processi industriali, dal 9 febbraio 2025, alcune disposizioni di cui a oggi non sono note nemmeno le specifiche tecniche. Disposizioni che richiederebbero passaggi amministrativi e autorizzazioni ancora non chiari.

Farmindustria ed Egualia segnalano la gravità estrema di questa situazione surreale.

Nei testi circolati mancherebbero elementi ovvi come il necessario periodo di transizione di almeno 24 mesi per gli adempimenti richiesti alle aziende e come la certezza di poter continuare ad operare secondo gli standard oggi vigenti per un periodo atto ad aggiornare le proprie procedure. La legge delega prevede un tempo congruo di adattamento, tutti i Paesi lo hanno. Solo in Italia mancherebbe.

Nel rispetto di altre normative, le aziende non potrebbero così procedere al rilascio per la commercializzazione dei lotti dei farmaci prodotti dopo il 9 febbraio 2025. Questo significherebbe il rischio concreto e drammatico di carenze di medicinali, anche per patologie gravi, e di blocco della produzione. Avrebbe anche effetti critici sull’ occupazione.

Uno stato di crisi, dunque, con conseguenze pesanti per tutto il Paese, che deve essere evitato senz’altro. L’industria ha più volte rappresentato alle Istituzioni questi rischi sin dal 2022, offrendo la più ampia disponibilità al confronto.

Il meccanismo come ciliegia sulla torta prevederebbe in Italia, rispetto alla normativa Ue, anche il persistere di ulteriori dispositivi da apporre sulle confezioni che genereranno costi aggiuntivi per le imprese e complessità industriali, sinora del tutto ignorate. A pagarne le spese sarebbero pure i cittadini che vedrebbero messa in seria discussione la tutela della salute.

Senza l’immediata presa d’atto da parte del Governo di quanto segnalato dall’industria, da sempre impegnata per la continuità nella fornitura dei medicinali, le imprese sarebbero costrette a dichiarare, senza alcuna responsabilità, carenze per moltissimi medicinali con prevedibili allarmi sociali.

Sarebbe un esito incredibile per quanti hanno a cuore il bene dell’Italia. E l’industria farmaceutica è certamente tra questi.

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa Egualia

Sara Todaro

Mob. +39 348 9009082

sara.todaro@egualia.it

www.egualia.it

EGUALIA (già Assogenerici) è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Italia. L’associazione, fondata nel 1993, rappresenta oggi più di cinquanta tra imprese multinazionali e aziende italiane dislocate su tutto il territorio nazionale, per un totale di 10mila occupati e quasi 40 siti produttivi. In ambito europeo, EGUALIA è membro di Medicines for Europe (già EGA), la voce delle industrie produttrici di farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Europa che rappresenta 350 siti produttivi e di ricerca con un totale di 160mila addetti.

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