Belve, Vittorio Feltri: “Io non ho mai tradito, ho solo diversificato”
Il giornalista: "Il Papa mi ha detto che abbiamo gli stessi pensieri su molte cose"
"Io non ho mai tradito mia moglie, ho solo diversificato". Vittorio Feltri si racconta a 'Belve' nell'intervista - che attraversa i momenti più difficili e dolorosi della sua vita - in programma oggi, martedì 17 dicembre, in prima serata su Rai 2. Il giornalista e direttore è il terzo ospite della quinta e ultima puntata del programma condotto da Francesca Fagnani.
L'incontro con il Papa
Feltri rivela il contenuto di un incontro privato con il Papa: "Sono stato ricevuto dal Papa e lui, quando mi ha visto tra le persone che stavano aspettando di conoscerlo, mi ha detto: ‘Io la conosco. Abbiamo gli stessi pensieri su molte cose’. E allora mi sono messo a ridere e ho detto: ‘Su che cosa, sulla frociaggine per esempio?’ Lui si era espresso contro la frociaggine", ribadendo lo stesso concetto e la stessa espressione già attribuita in passato al Santo Padre.
A quel punto Fagnani replica: “Si era espresso anche in modo inclusivo però il Papa, ha detto chi siamo noi per giudicare...”. “No, a me non lo ha detto. Ci siamo scambiati un paio di battute in latino, due parole…” spiega Feltri. “Ma non vi siete detti frociaggine?” chiede la giornalista. “Sì, quello sì”. “E lui che ha detto?” domanda Fagnani. “L’aveva detto lui prima, aveva parlato di frociaggine e che nella chiesa ce ne sono troppi e io gli ho dato ragione” replica il direttore.
“Ma la parola frociaggine l’ha detta lei o Sua Santità?” chiede la giornalista. “L’ha detta Sua Santità e io gli detto che ero d’accordo con lui sulla frociaggine. Ci mancherebbe che il Papa fosse favorevole alla frociaggine” risponde Feltri. Fagnani insiste: “Non posso credere che lei voglia offendere volontariamente, lo fa per provocare”. “È una parola, cosa c’è di offensivo!” risponde Feltri. “Ma se lei sapesse che qualcuno ci sta male?” lo incalza ancora Fagnani. “Chissenefrega. A me non importa niente dei comportamenti sessuali degli altri” conclude il direttore.
I drammi in famiglia
Nello studio di 'Belve' il direttore racconta i momenti più importanti della sua lunga carriera giornalistica, ma anche la sua infanzia, la morte del padre quando aveva solo sei anni, la perdita della moglie dopo la nascita dei primi due figli.
E poi il lungo matrimonio, 55 anni, con la sua compagna. “Non ho mai tradito mia moglie. Lei ogni tanto mi dice ‘Tu mi hai tradito”, invece “io qualche volta ho diversificato” afferma Feltri. “Quello che tutto il mondo chiama tradimento lei chiama diversificazione” gli fa notare Fagnani. “Tradimento vuol dire un coltello infilzato tra le scapole, invece io ho diversificato. Mi sono distratto un attimo, un mese, cinque anni. Ho sempre diversificato” prosegue il direttore.
“Dal primo giorno?” incalza Fagnani. “Ho sempre diversificato, per rendere la vita meno noiosa” dice Feltri. “Ma c’è stato una sorta di accordo con sua moglie?” chiede la giornalista. “No, figurati! Ha capito che qualche volta ho diversificato e me lo ha rimproverato. Eh ma non sono mica l’unico che ha diversificato! Mi tratti come se fossi un ladro, un assassino…” la sua nervosa risposta.
Fagnani chiede quindi a Feltri: “Ma non c’è stata mai una volta in queste sue diversificazioni in cui lei si è un po’ si è innamorato e il desiderio di andarsene ce l’avuto?”. “No, mai. Ma come fa uno a lasciare la moglie con cinque figli a casa. Solo un idiota può pensarlo” risponde Feltri.
“Lei da anni è molto legato a Melania Rizzoli che anche qui a Belve - ricorda poi Fagnani - ha detto che è legatissima a lei”. “Anche io a lei. Perché è l’unica amica del cuore che io ho sempre avuto ed è l’unica che ho avuto in pratica” spiega lui. “Ma è una forma d’amore?” domanda Fagnani. “Io ho Melania un grande affetto” chiosa Feltri.
Spettacolo
‘Vermiglio’ in corsa per l’Oscar: è nella...
Il film di Maura Delpero supera la prima selezione ed entra tra i 15 titoli selezionati per il miglior film internazionale. Il 17 gennaio la cinquina
Vermiglio di Maura Delpero è tra i 15 titoli in corsa per l’Oscar al miglior film internazionale. Gli altri film rientrati nella 'shortlist' sono Io sono ancora qui (Brasile), Universal Language' (Canada), 'Waves' (Repubblica Ceca), The Girl with the Needle (Danimarca), Emilia Pérez (Francia), Il seme del fico sacro (Germania), Touch (Islanda), Kneecap (Irlanda), Flow (Lettonia), Armand (Norvegia), From Ground Zero (Palestina), Dahomey (Senegal), How to Make Millions before Grandma Dies (Tailandia), Santosh (Regno Unito).
Per sapere se Vermiglio sarà in cinquina dobbiamo aspettare il prossimo 17 gennaio, mentre la cerimonia di premiazione si terrà domenica 2 marzo.
L’Academy ha annunciato le shortlist anche per altre categorie. I 15 documentari che si contenderanno un posto in cinquina sono The Bibi Files, Black Box Diaries, Dahomey, Daughters, Eno, Frida, Hollywoodgate, No Other Land, Porcelain War, Queendom, Soundtrack to a Coup d’Etat, Sugarcane, Union, La vita straordinaria di Ibelin e Will & Harper. Per il documentario di cortometraggio se la vedranno Chasing Roo, Death by Numbers, Eternal Father, I Am Ready, Warden, Incident, Instruments of a Beating Heart, Keeper, Makayla’s Voice: A Letter to the World, Once upon a Time in Ukraine, The Only Girl in the Orchestra, Planetwalker, The Quilters, Seat 31: Zooey Zephyr, A Swim Lesson e Until He’s Back.
La quindicina per la categoria del trucco è composta da The Apprentice, Beetlejuice Beetlejuice, A Different Man, Dune – Parte due, Emilia Pérez, Maria, Nosferatu, The Substance, Waltzing with Brando e Wicked.
Spettacolo
Stefano De Martino, il divorzio da Belen: “Non ci...
A Vanity Fair: "Sanremo mi piacerebbe, mi prendo il tempo per arrivarci preparato"
"Non succederà più un ritorno di fiamma". Lo ha detto Stefano De Martino sul rapporto con l'ex moglie Belen Rodriguez. Il ballerino e conduttore alla guida del gioco a premi più popolare della televisione italiana, 'Affari tuoi', si è raccontato in un'intervista intima e personale rilasciata a 'Vanity Fair'.
Belen, un capitolo chiuso
Stefano De Martino confida al settimanale di sognare un matrimonio in futuro: "Non vorrei essere del tutto disfattista e pensare che l’epoca dei matrimoni sia passata. Immagino di trovare una dimensione familiare solida a 40 o anche a 50 anni perché sei più consapevole. Nella mia testa, a meno che io non la perda, questa seconda vita che mi aspetta è dopo la maggiore età di Santiago, tra sette anni, a 42 anni", ha detto il conduttore al timone di 'Affari Tuoi'.
E sul rapporto con Belen confessa: "Oggi abbiamo un buon dialogo. Ho deposto le armi, non mi interessano le guerre in cui perdiamo tutti. Non succederà più un ritorno di fiamma".
Oggi, De Martino si dichiara single: "Al momento - spiega - non c’è nessuna. O meglio, nessuna ha resistito a lungo. Perché la mia idea è che dopo 5 o 6 mesi puoi pensare di introdurre una persona nella tua rete, la presenti a tua sorella, agli amici più cari. Dopo un anno ci sta che la presenti a tuo figlio. Ma non siamo mai arrivati a questo".
De Martino non si risparmia e sulla partecipazione al Festival di Sanremo ammette: "Mi piacerebbe - confessa- Se questo lavoro fosse un’università, Sanremo è la laurea, e i programmi che faccio sono gli esami. Siccome vorrei uscire dall’università con il mio massimo, mi prendo il tempo per arrivarci preparato".
Spettacolo
Tony Effe e la ‘cacciata’ dal capodanno di...
Per il Comune non sarà facile trovare un artista della stessa popolarità disposto a salire sul palco in 'sostituzione di'. Il precedente di Junior Cally
Se anche la 'cacciata' di Tony Effe dal Campidoglio si concludesse senza ulteriori ferite, ovvero senza azioni legali da parte del cantante prima annunciato e poi invitato a non esibirsi al concerto di capodanno, per il Comune di Roma non sarà facile trovare un artista della stessa popolarità disposto a salire sul palco in 'sostituzione di'.
Lo stile e i contenuti delle canzoni di Tony Effe e di tanti suoi colleghi possono piacere o non piacere, ma impedirgli di esibirsi dopo averlo annunciato si avvicina ad un atto censorio che non è mai accettabile in campo artistico.
Pensavamo di aver risolto la questione con il caso di Junior Cally a Sanremo 2024: un artista non può essere giudicato per quello che racconta come se lo agisse in prima persona. E quando Junior Cally fu attaccato allo stesso modo perché aveva la 'fedina musicale sporca' (brani con versi violenti e sessisti), scese in campo anche un autorevole esponente del Pd, come Giorgio Gori, allora sindaco di Bergamo e oggi europarlamentare dem. "Da quando in qua - scrisse Gori su Facebook - l'arte (e il repertorio) si giudica col criterio della morale? Giustamente qualcuno ha osservato che a questa stregua si sarebbero dovuti bandire da tutti i palchi Vasco Rossi e Jimi Hendrix, colpevoli per i versi very incorrect di 'Tutta colpa di Alfredo' e di 'Hey Joe', e Marco Masini per 'Bella stronza', o, aggiungo, allargando il tiro, vietare le proiezioni dei film di Kubrick per via di 'Arancia Meccanica', o proibire ogni rappresentazione di Shakespeare, per quanto il 'Tito Andronico' era alla sua epoca pieno di decapitazioni, stupri e mutilazioni di vario genere".
Purtroppo, ora è difficile tornare indietro dopo l'esposizione mediatica avuta dalla vicenda. Ma Tony Effe avrebbe dovuto cantare al Circo Massimo così come ha cantato dagli altoparlanti di ogni autoradio e stabilimento balnerare questa estate. E la sensazione è che davvero tutto il putiferio a cui abbiamo assistito in questi giorni sia solo 'sesso e samba'. (di Antonella Nesi)