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Natale, rivendere i regali non graditi? Una scelta sempre più diffusa

Per più di un italiano su tre il regifting è un’azione pratica e e per un altro terzo un’attività sostenibile

Regali di Natale  - (Fotogramma)

Rivendere i regali di Natale non graditi? E' una scelta che piace a più di un italiano sue due. Un italiano su 3 ha rivenduto almeno una volta un regalo non gradito, il 37% ritiene il regifting un’azione pratica e il 36% un’attività sostenibile. I regali più venduti? Vestiti, scarpe, accessori insieme ad articoli per la casa e libri, fumetti e orologi, gioielli

Secondo un’indagine condotta da Ipsos per eBay, tra chi ha ricevuto un regalo non gradito lo scorso Natale, il 37% ha deciso di tenerlo e il 23% di regalarlo a qualcun altro. Aumenta però notevolmente la percentuale di chi ha deciso di rivenderlo (15%) rispetto a solo 5 anni fa (7% nel 2019). Un certo 'bon ton' impone di non rivendere i regali ricevuti anche se non graditi (per il 34%), sebbene questo aspetto abbia subito una forte diminuzione rispetto al 2019, quando ben il 42% riteneva "non fosse carino" rivendere i regali ricevuti a Natale. Resta stabile, invece, chi non lo fa per la paura di essere scoperto (16%).

"Il regifting è un fenomeno che riscontriamo su eBay da molti anni. È diventata una pratica sempre più accettata e diffusa, soprattutto tra le generazioni più giovani perché incoraggia la circolarità e l’economia responsabile. La ricerca rivela un cambio di abitudini importante rispetto a cinque anni fa: gli italiani attribuiscono maggiore importanza al gesto di rivendere e acquistare oggetti e sono felici di sapere che, grazie al regifting, è possibile portare beneficio anche ad altre persone», afferma Barbara Bailini, Head of Categories eBay Italia.

Dalla ricerca emerge che il 42% ha ricevuto almeno un dono non gradito il Natale scorso, ma ha deciso di tenerlo (37%) o di regalarlo a qualcun altro 23%. Il 19% afferma persino di mettere i regali indesiderati da parte, dimenticandosi di averli. Tra chi, invece, ha deciso di rivenderli (15%), più della metà (51%) ha messo da parte il guadagno ottenuto come risparmio o ha sostituito l’oggetto con qualcosa di più affine ai propri gusti (34%) o ha deciso di usare i soldi per sostenere le spese del periodo natalizio (27%), complice anche l’inflazione e il caro vita che incide per il 71% sulla scelta di spendere meno per l’acquisto dei regali di Natale. Su eBay.it le categorie di prodotti più venduti durante le festività natalizie del 2023 sono state: orologi, smartphone, console, videogiochi, carte da gioco, libri, modellismo e fumetti.

Ma cosa spinge gli italiani a rivendere i doni ricevuti? Principalmente il fatto che i regali ricevuti non corrispondono ai propri gusti (37%), perché si possiede un articolo simile (29%) o non piace proprio e non si vuole tenerlo (28%). Vestiti, scarpe, accessori (41%), articoli per la casa (32%), libri, fumetti (20%), e gioielli, orologi (20%) sono le categorie di oggetti più rivenduti e, in chiave prospettica, quelli che sarebbero rivenduti anche da chi non l’ha mai fatto.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Cronaca

Malattia misteriosa Congo, ipotesi malaria: quali sono i...

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In Italia attualmente non vi è nessun allarme per una possibile epidemia

Esami di laboratorio (Foto )

Si fa sempre più forte l'ipotesi che dietro la malattia sconosciuta del Congo ci sia una forma di malaria, endemica nel Paese africano. Dopo le prime voci, arrivano anche delle conferme. E proprio dai presunti casi di malattia del Congo sbarcati in Italia dopo il rientro. Oggi il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha detto che in relazione alla morte del 55enne che era rientrato in Veneto, nel Trevigiano, da un viaggio in Congo "sono stati eseguiti i primi accertamenti: dai riscontri pare si tratti di malaria. Gli esami comunque non sono terminati, i medici dell'Istituto Spallanzani dicono che vanno completati tutti". Nelle ore passate anche fonti del governo della Repubblica democratica del Congo si era sbilanciate sul legame tra la malattia misteriosa - che ha causato oltre 30 decessi e oltre 400 contagi in una provincia remota distante 700 chilometri della capitale - e una forma di malaria molto contagiosa. "Nei Paesi endemici rappresenta la malattia trasmessa da vettore più diffusa al mondo - ricorda l'Iss sul proprio sito - nei Paesi non endemici è la malattia d’importazione più importante, legata principalmente ai viaggi in aree tropicali e all’aumento dei flussi migratori".

I dati dell'Oms

Secondo l'ultimo rapporto Oms nel 2021 sono stati registrati 247 milioni di nuovi casi, di cui il 95% in Africa (234 milioni). Quasi l'80% dei decessi si è verificato tra bambini di età inferiore ai cinque anni. Complessivamente "quasi metà della popolazione mondiale, soprattutto quella residente in Paesi poveri, vive in aree a rischio di malaria. Tuttavia - riporta l'Iss - negli ultimi anni la diffusione della malaria nel mondo è stata notevolmente ridotta grazie all’attuazione di programmi di lotta e controllo promossi dall’Oms e da diverse associazioni internazionali. Nelle aree non endemiche a clima temperato nonostante l’elevato numero di casi importati e la presenza di vettori competenti sul territorio la possibilità della ricomparsa di una trasmissione locale è da considerarsi estremamente bassa".

Come avviene il contagio

La malaria è una malattia causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium il cui ciclo biologico si svolge in due ospiti obbligati, un vertebrato, come ospite intermedio e una femmina di zanzara come ospite definitivo, detto anche vettore. Le specie di plasmodi responsabili della malaria umana si trasmettono in modo naturale da uomo a uomo mediante la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Anopheles, tuttavia si può verificare trasmissione anche con eventi accidentali mediante contagio ematico diretto.

"I sintomi, a seconda della specie di plasmodio, compaiono dopo 7, 15 o più giorni dalla puntura della zanzara infetta. Sono di varia natura, ma solitamente consistono in febbre, spesso molto alta, mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e brividi scuotenti, tutti sintomi, almeno inizialmente, comuni a una qualsiasi sindrome influenzale o ad altre infezioni. La patogenicità dei plasmodi è legata alla loro capacità di invadere e distruggere i globuli rossi a cui segue la sintomatologia principale della malattia, rappresentata da accessi febbrili ricorrenti e anemia", avverte l'Iss.

La malaria da Plasmodium falciparum "rappresenta la forma più grave in termini di morbosità e mortalità. Raggiunge parassitemie molto elevate e oltre a causare una forte anemia può arrivare a ostruire i capillari del cervello (malaria cerebrale) o di altri organi vitali (reni, milza, fegato). Se non trattata tempestivamente può evolvere in malattia grave e invalidante, e/o portare alla morte. Le forme di malaria dovute alle altre specie di plasmodio sono in genere meno gravi", sottolinea l'Iss.

Il vaccino contro la malaria

Vaccino contro la malaria. Dopo oltre 30 anni d’intensa ricerca, "è stato messo a punto il primo vaccino contro la malaria, l’RTS,S/AS01, che ha mostrato una parziale protezione contro la malaria da P. falciparum nei bambini - conclude l'Iss - In studi clinici su larga scala tra i bambini di 5-17 mesi che hanno ricevuto 4 dosi, il vaccino è riuscito a prevenire circa 4 casi su 10 di malaria per un periodo di 4 anni. A causa però di questa protezione solo parziale, l’RTS,S/AS01 potrà affiancare gli altri metodi di lotta contro la malaria ma non sostituirli".

La malattia può tornare in Italia?

La malaria e l'Italia. Potrebbe tornare? "Anopheles sacharovi, membro del complesso Anopheles maculipennis, è una zanzara che in passato ha rappresentato uno 'storico' vettore di malaria in Italia, ma non si era più riscontrata sul nostro territorio dall’ultima segnalazione avvenuta alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso". Nel settembre 2022, nell’ambito del Progetto di sorveglianza dell’anofelismo residuo, coordinato dal Reparto di Malattie trasmesse da vettore dell’Istituto Superiore di Sanità, un singolo esemplare di Anopheles maculipennis raccolto nel comune di Lecce in Puglia è stato identificato molecolarmente come Anopheles sacharovi - spiega il sito 'Dottore, ma è vero che..?' della Fnomceo -. Questo ritrovamento ha suggerito lo svolgimento di un’indagine entomologica mirata nel settembre 2023: i risultati di questa ricerca sono stati da poco pubblicati sulla rivista specialistica 'Parasites & Vectors'". Come spiega anche un comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, la scoperta è rilevante dal punto di vista scientifico e sanitario ma attualmente non vi è nessun allarme per una possibile epidemia di malaria in Italia.

Dal punto di vista scientifico, cosa aggiunge questo studio? "La sorveglianza sulla presenza di zanzare potenzialmente vettori di malattia è una prassi consolidata nel nostro Paese e questo monitoraggio si traduce anche nella costante pubblicazione di articoli scientifici di aggiornamento - rispondono gli esperti della Fnomceo -. La scoperta di Anopheles sacharovi, considerata scomparsa dall’Italia da oltre 50 anni, ha una forte rilevanza e impatto sanitario. Ci dice che alcune aree meridionali del nostro Paese potrebbero essere diventate più adatte di un tempo recente a ospitare vettori di malattia. Dobbiamo comunque considerare che ogni anno vengono segnalati casi di malaria 'da importazione': legata principalmente ai viaggi in aree tropicali e all’aumento dei flussi migratori".

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Cronaca

Fnm, terminati i lavori di rifacimento della stazione di...

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L’intervento ha visto la ristrutturazione del tetto e della facciata, la riqualificazione della sala d’attesa, la sostituzione degli arredi esterni (panchine, cestini e bacheche) e della segnaletica presente

Fnm, terminati i lavori di rifacimento della stazione di Inverigo a Como

I lavori di rifacimento degli spazi interni ed esterni della stazione di Inverigo, in provincia di Como, si sono conclusi. L’intervento ha visto la ristrutturazione del tetto e della facciata, la riqualificazione della sala d’attesa - riaperta lunedì 9 dicembre e completamente rinnovata nelle pareti, pavimentazione, controsoffitto, illuminazione e serramenti - la sostituzione degli arredi esterni (panchine, cestini e bacheche) e della segnaletica presente.

“L’intervento – dichiara Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione Lombardia - rientra nel più ampio progetto di rifacimento di 29 stazioni sulle linee Milano-Asso e Saronno-Como, finanziato da Regione Lombardia con 11,5 milioni di euro ed è volto a migliorare l'accessibilità e la fruibilità delle stazioni. Siamo molto soddisfatti di come sta procedendo il piano di rifacimento: l’obiettivo è portare a termine gli interventi programmati consegnando agli utenti stazioni maggiormente accessibili, più confortevoli e sicure".

Le linee guida approvate da Regione Lombardia per gli interventi di rifacimento delle stazioni forniscono indicazioni in particolare su: coperture, facciate, serramenti, sale d'attesa, sottopassi pedonali/rampe di accesso, pensiline, accessibilità di stazione (lve, mappe tattili) e altri locali/fabbricati collegati.

“Le stazioni sono sempre state un elemento centrale nella vita delle comunità del territorio attraversato dalla rete di Ferrovienord e siamo quindi molto felici, grazie all’intervento di riqualificazione finanziato da Regione Lombardia, di riconsegnarle nella loro originale bellezza a tutti i cittadini” aggiunge il presidente di Ferrovienord Pier Antonio Rossetti. “Gli utenti hanno a disposizione quindi strutture più adeguate, sia dal punto di vista del comfort che dei servizi, rendendo la stazione non solo un punto di semplice passaggio ma un luogo da vivere ogni giorno" conclude Rossetti.

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Cronaca

Torna dal Congo e muore, Spallanzani: “Malaria nel...

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Ciriani: "Il ministero monitora la situazione ed eventuali nuovi casi"

Esami di laboratorio

Malaria nel sangue del 55enne di Trevignano (Treviso) morto dopo essere rientrato da un viaggio in Congo. La conferma arriva dall'Inmi Spallanzani di Roma che in una nota spiega come "i campioni di sangue sono stati analizzati per la ricerca di diversi agenti patogeni attraverso diversi metodi di indagine presso il Laboratorio di Virologia e i Laboratori di Biosicurezza. I risultati hanno evidenziato la presenza di plasmodium falciparum, agente responsabile della malaria. Le stesse analisi hanno escluso la presenza di altri agenti patogeni e virali co-infettanti".

"Il ministero della Salute monitora la situazione con un gruppo di coordinamento e sono in via di definizione le tempistiche per individuare nuovi casi" di rientro dal Congo, ha detto dal canto suo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo al Question Time alla Camera sul ritardo nell’adozione del piano pandemico e sulle iniziative volte a garantire adeguate risorse al sistema sanitario in relazione a potenziali emergenze sanitarie.

"Il 29 novembre - ha ricordato Ciriani - il Congo ha segnalato una allerta per un aumento dei decessi per una malattia non diagnostica nella zona di Panzi, 406 casi con sintomi come febbre e dolori. C'è una epidemia in corso e sono stati registrati 31 decessi - ha aggiunto - secondo l'Oms il rischio è moderato a causa della natura localizzata dell'epidemia. Le forme gravi di malattia sono in individui con malnutrizione e - sempre secondo l'Oms - c'è una mancanza di capacità diagnostica a livello locale" che è la causa del ritardo nella definizione della malattia 'misteriosa'.

Spallanzani, 'malaria nel sangue persona rientrata a Treviso dal Congo'**

'Le stesse analisi hanno escluso la presenza di altri agenti patogeni e virali co-infettanti'

Roma, 18 dic. (Adnkronos Salute)

I campioni di sangue relativi alla persona di Trevignano (Treviso) "deceduta di ritorno da un viaggio in Congo sono stati analizzati per la ricerca di diversi agenti patogeni attraverso diversi metodi di indagine presso il Laboratorio di Virologia e i Laboratori di Biosicurezza. I risultati hanno evidenziato la presenza di plasmodium falciparum, agente responsabile della malaria. Le stesse analisi hanno escluso la presenza di altri agenti patogeni e virali co-infettanti". Lo afferma in una nota l'Inmi Spallanzani di Roma.

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