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Tony Effe fuori da concerto Roma, Lazza ad Emma Marrone: “No a censura”

Il comune di Roma ha chiesto al rapper italiano di un passo indietro in merito alla sua partecipazione al Capodanno

Emma Marrone e Lazza

Dopo la decisione del comune di Roma di chiedere un passo indietro a Tony Effe sulla sua partecipazione al concerto di Capodanno di Roma, tanti gli artisti che esprimono solidarietà al collega. Non solo Mahmood, che si sfila dall'evento in segno di protesta, ma anche Emma Marrone e Lazza. Tra le voci che protestano contro la 'censura', c'è anche chi non si scalda: "Ma chi se ne frega...", il commento di Morgan.

Mahmood

"Ho aspettato fino all'ultimo poiché speravo di leggere una notizia diversa rispetto all'esclusione di Tony Effe dal Capodanno di Roma. Ritengo sia una forma di censura - ha scritto Mahmood - per cui decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale. Sono fermamente convinto che qualsiasi forma d'arte possa essere discussa e criticata, ma non deve esistere censura".

Emma Marrone

"Trovo che sia davvero un brutto gesto escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma - scrive Emma Marrone sui suoi canali social - privando un ragazzo di esibirsi nella sua città. Non è una cattiva persona e non ha fatto male a nessuno ma è altrettanto brutto nei confronti della musica tutta e dell'arte in generale. Una forma di censura 'violenta' che alle soglie del 2025 non si può tollerare e giustificare. Ti abbraccio Tony".

Lazza

Lazza ha espresso la sua opinione nelle Stories sul suo profilo Instagram. "Ogni volta che qualcuno del rap viene infilato in una situazione mainstream - ha scritto - si cerca sempre di additarlo per qualcosa o farlo passare per coglione. Geolier non va bene, è napoletano, canta solo in dialetto. E Geolier ve l'ha messa nel culo e godo. Tony Effe è misogino, è violento e non va bene. E anche Tony Effe ve la metterà nel culo. Smettetela di censurare il lavoro degli altri perché non lo ritenete tale e allora cercate delle scuse per darvi ragione, siete voi che non capite. A Woodstock c'era gente nuda tutta fatta, però nascondiamoci pure dietro il 'eh erano altri tempi'".

Da Povia a Kid Yugi

"Chiunque accetterà di prendere il posto di un collega censurato è pregato di starmi alla larga", ha dichiarato il rapper Kid Yugi. Mentre Giuseppe Povia ha dichiarato all'Adnkronos: "Se mi invitassero? Andrei ovunque, dal palco posso cantare ciò che voglio, fuori dal palco no. Sono un cantautore sociale che canta temi importanti e subisco annullamenti di concerti e allontanamenti dalla Tv da 15 anni per motivi ideologici ad opera di chi parla di uguaglianza e pietà ma poi ti tappa la bocca quindi so bene di cosa si tratta. Per questo avevo presentato la canzone 'Arbitro' a Sanremo, esclusa. Non so i motivi degli ultimi episodi ma la censura è sempre brutta".

Morgan controcorrente

Morgan, invece, va controcorrente. "Ma chi se ne fotte di Tony Effe? Sia che ci sia, sia che non ci sia, non cambia nulla, non mi sembra un problema grave. Bisogna vedere cosa perdi a cacciare qualcuno. Nel mio caso sono stato cacciato 1000 volte e hanno sempre perso molto", afferma Morgan all'Adnkronos

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Spettacolo

Concerto Capodanno Roma, Baccini: “Da Campidoglio...

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Il cantautore "contro ogni censura" e contro la cultura woke: "Oggi per 'Le donne di Modena' romperebbero i coglio.., eppure è una presa in giro del maschilismo"

Francesco Baccini (Fotogramma/Ipa)

"Questo è il regalo di Natale del Comune di Roma a Tony Effe". Francesco Baccini, intervistato dall'Adnkronos, sintetizza così la sua opinione sul 'caso' Tony Effe, dopo che la cancellazione dell'esibizione del rapper al Capodanno di Roma ha causato il ritiro anche del resto del cast annunciato, ovvero di Mahmood e Mara Sattei.

Poi argomenta: "Un artista è un essere libero per eccellenza, se no non sei un artista, se no sei un cortigiano. Quindi io rivendico la mia libertà di poter scrivere quello che voglio e chiaramente me ne assumo le responsabilità. In questo, probabilmente, il comune ha fatto l'errore di scritturarlo prima di capire se era un artista adatto a quell'evento. Se io faccio un cast di un evento mi informo prima. Probabilmente, hanno chiamato Tony Effe perché in un momento di popolarità e quindi porterà più gente, però non sanno neanche cosa fa. Poi si rendono conto e dicono: abbiamo sbagliato".

Ma entrando nel merito del concetto di censura, Baccini fa dei distinguo: "Io sento questi Tony Effe che sparano a zero ma poi contro chi? Contro cosa? Diciamo che di sostanza ce n'è poca. A volte sembra proprio che siano solo modi per far parlare di sé. Ma ormai in Italia vale tutto e il contrario di tutto. Io sono stato censurato ma perché avevo fatto un video con Renato Curcio e una canzone su Andreotti, insomma senza nulla togliere a Tony Effe, il contenuto è differente", sottolinea Baccini.

Che però si dice contrario ad ogni tipo di censura: "Io sono per la libertà di espressione di un artista. Anche perché quando cominci a introdurre una censura, poi non lo sai mai qual è il limite. Chi lo stabilisce cosa è consentito? Il terreno è molto scivoloso e di questi tempi bisogna stare molto attenti".

Secondo Baccini anche la cultura woke ha le sue responsabilità: "Se 'Le donne di Modena' dovesse uscire oggi mi romperebbero i coglio.., anche se è una canzone in cui il senso è assolutamente il contrario di un brano sessista, anzi è una canzone che prendeva in giro proprio il maschilismo italiano. Allora, è chiaro che se non leggi l'ironia, corri il rischio di incappare in questa sorta di censura. Ho citato il mio brano ma la storia della musica è piena di testi che potenzialmente potrebbero avere problemi oggi. La libertà del'artista è anche quella di calarsi nella fiction, nella fantasia. Se io mi invento una canzone su un serial killer, o su un mostro, questo non può automaticamente voler dire che io sia un violento. Noi non siamo il telegiornale. È come se vietassero la proiezione dei film di Kubrick perché lui ha scritto Arancia Meccanica", conclude.

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Spettacolo

‘Il treno dei bambini’ si conferma film in...

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La pellicola di Cristina Comencini è nella 'Top 10 Global Non-English Movies' da due settimane

Una scena da 'Il treno dei bambini' - (Anna Camerlingo per Netflix)

'Il treno dei bambini' di Cristina Comencini è il film in lingua non inglese più visto al mondo su Netflix per la seconda settimana consecutiva. Tratta dall’omonimo bestseller di Viola Ardone, la pellicola racconta la generosità dell’Italia del dopoguerra, un viaggio attraverso la miseria visto dagli occhi di un bambino diviso tra due madri.

La storia è ambientata nel 1946. Amerigo ha otto anni e non si è mai allontanato da Napoli e da sua madre Antonietta. Il suo mondo, fatto di strada e povertà, però sta per cambiare. A bordo di uno dei 'treni della felicità' passerà l’inverno al nord, dove una giovane donna, Derna, lo accoglierà e si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista una consapevolezza che lo porta a una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita. Gli serviranno molti anni per scoprire la verità: chi ti ama non ti trattiene, ma ti lascia andare.

Scritto da Furio Andreotti, Giulia Calenda, Camille Dugay e dalla stessa Comencini, il film vede Barbara Ronchi e Serena Rossi nel ruolo rispettivamente di Derna e Antonietta, le due madri del piccolo Amerigo. Fanno parte del cast anche Christian Cervone (Amerigo), Francesco Di Leva, Antonia Truppo, Monica Nappo, Dora Romano e con la partecipazione di Stefano Accorsi che interpreta Amerigo da adulto.

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Spettacolo

Morgan: “Ma chi se ne fotte di Tony Effe? Scandaloso...

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L'artista: "Sia che ci sia, sia che non ci sia, non cambia nulla, non mi sembra un problema grave"

Morgan

Morgan controcorrente su Tony Effe e la cancellazione della sua partecipazione al concerto di Capodanno di Roma al Circo Massimo. "Ma chi se ne fotte di Tony Effe? Sia che ci sia, sia che non ci sia, non cambia nulla, non mi sembra un problema grave. Bisogna vedere cosa perdi a cacciare qualcuno. Nel mio caso sono stato cacciato 1000 volte e hanno sempre perso molto", dice l'artista all'Adnkronos.

Poi si scaglia contro i colleghi che solidarizzano con Tony Effe ma non con lui. "Scandaloso - dice ancora - è il fatto che Jovanotti si metta a difendere Tony Effe e per il mio caso non abbia mosso un dito. E non solo lui, anche gli altri. Penso che siamo un Paese di incapaci del senso di arte. Penso che siamo un Paese di Fantozzi, di ignoranti. Penso che siamo un Paese molto molto arretrato e Tony Effe o tutti i Tony possono spuntare da un momento all’altro e io faccio una fatica boia a chiamarli pure artisti. Mi vengono i brividi quando uso questa parola riferendomi a certa gente".

"Io se cancellassero Beethoven dalla storia della musica - prosegue - farei scatenare la terza guerra mondiale perché si tratta dell’arte con la A maiuscola. Ma se tu me la vuoi mettere sul piano di 'è sbagliato censurare un artista' allora perché non hai fatto un ca... per me? Perché non vendo come Tony Effe? Tu lo sai che Elettra Lamborghini fa 98 milioni di visualizzazioni su una sua canzone mentre Fabrizio De André con Marinella ne fa solo sette".

E ancora sulla cancellazione di Tony Effe dal concerto di Capodanno: "Beh con me è stato fatto già molte volte: sin dal 2010 quando sono stato cancellato da Sanremo. Poi sono stato espulso dalla Rai, poi sono stato cancellato da XFactor e in ultimo quest’estate mi sono stati tolti tutti i concerti, i contratti che avevo. E non sono pubblicato dalla casa discografica che mi ha strappato il contratto senza alcuna ragione vera. E nessuno ha mosso un dito".

"Faccio notare la differenza di contenuti tra quel che faccio io e quello che scrivono questi ragazzi - prosegue - Mi sembra che nessuno abbia mai fatto niente e non capisco perché adesso bisogna scandalizzarsi se Tony Effe o Tony H o Tony Z o Tony C o Tony D viene cancellato da uno delle miriadi di impegni che sicuramente ha nonostante il suo livello non sia certo quello di Beethoven. Il problema non è giudicare un artista perché è un artista bisogna giudicarlo. Qualsiasi opera d’arte è esposta al giudizio del pubblico ed è sacrosanto che sei i testi di qualcuno fanno schifo questo signore non possa accedere al palcoscenico. Viceversa è assolutamente scandaloso che qualcuno per la sua vita privata venga privato della possibilità di essere un artista nonostante i meriti".

"L’arte si deve giudicare. La vita privata no. Io sono stato censurato perché hanno raccontato balle sul mio conto facendomi apparire male e quindi sono stato cancellato, ho perso tutto. Tony Effe non so chi sia, molti suoi colleghi sono dei balordi veri, carcerati, gente piena di condanne, ma facciamo anche il caso che lui sia la persona più onesta del mondo, se i suoi testi sono orrendi mi pare giustissimo non pubblicarlo: l’arte si deve giudicare", ribadisce.

"Io questo signore chiamato Tony Effe non so manco chi sia - continua - Spuntano come i funghi dall’oggi al domani e fanno i padroni del mondo. Che si faccia la gavetta che ho fatto io, che si faccia vent’anni di concerti senza l’autotune prima di rompere il cazzo per essere stato cancellato. Perché prima di essere cancellati bisogna esistere".

La vicenda, secondo Morgan, andrebbe vista "da un’altra prospettiva": "È già tanto anzi troppo tutto quello che ha ricevuto fino ad ora, quindi dovrebbe ringraziare Dio ogni volta che spunta il sole di fare la parte dell’eroe in un paese completamente privo di qualunque senso artistico e di qualunque livello culturale. Bisogna ricordarsi cosa diceva Battiato: meglio essere dei cretini in mezzo a dei geni, piuttosto che sentirsi un genio in mezzo a dei coglioni", conclude.

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