Toti, giudice conferma patteggiamento: per lui lavori socialmente utili
Pena di due anni e tre mesi convertita in 1620 ore di lavori socialmente utili: a partire dai primi di gennaio presso la Lilt
L'ex presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha patteggiato questa mattina una pena a due anni e tre mesi, convertita in 1620 ore di lavori socialmente utili. L'accordo è stato ratificato questa mattina davanti al giudice delle indagini preliminari Matteo Buffoni. Toti, a partire dai primi di gennaio svolgerà i lavori socialmente utili presso la Lilt, dove si occuperà di campagne rivolte alla prevenzione.
Patteggiamento anche per l'imprenditore Aldo Spinelli, tre anni e tre mesi e per l'ex presidente di Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini a tre anni e sei mesi.
"Per quello che mi riguarda sono lavori socialmente utili in sostituzione di due anni e tre mesi, quindi 1620 ore di lavori socialmente utili. Stabilirà un programma di lavori che potranno essere diversi e comincerà verosimilmente i primi di gennaio. Il patteggiamento è un'applicazione di pena che prescinde sia da un accertamento della responsabilità che da una ammissione della responsabilità", ha detto il difensore di Giovanni Toti, l'avvocato Stefano Savi, al termine dell'udienza. Toti non potrà ricandidarsi nei prossimi due anni, "ma è un capitolo che non è nelle cose in questo momento", ha precisato Savi che sul ruolo di Toti nella Lilt dice: "Non sarà un ufficio stampa, si occuperà di campagne rivolte alla prevenzione".
Politica
Manovra, rush finale alla Camera: fiato sospeso per la...
Oggi riprende la discussione generale del testo. Venerdì (se tutto va bene) l'approvazione
Rush finale alla Camera sulla manovra 2025. La conferenza dei capigruppo ha tracciato il percorso per il via libera di Montecitorio che arriverà venerdì in tarda serata (al Senato, appuntamento a dopo Natale). Per raggiungere l'obiettivo, ai deputati verrà chiesto di procedere a tappe forzate. Sperando che non ci siano intoppi.
Il calendario prevede oggi, 19 dicembre, dalle 8 la discussione generale. Poi il governo metterà la fiducia, ma non prima delle 11. E si passerà direttamente a venerdì: dalle 9,30 dichiarazioni di voto e poi, dalle 11, la 'chiama' dei deputati per il voto di fiducia. Alle 12,30, siamo sempre a venerdì, inizieranno le votazioni sul provvedimento, compresi gli Odg. E dopo l'esame della Nota di variazione, dalle 21 le dichiarazioni di voto e il voto finale della manovra. A quel punto, salvo qualche altro impegno, nulla più dividerà i deputati dalle vacanze di Natale.
Fin qui la 'road map' formale. Confezionata, appunto, con la speranza che non ci siano intoppi. La Camera ha indicato, per le dichiarazioni di voto e il voto finale, la finestra 21-22.30 di venerdì. Quando, su richiesta dell'opposizione, è stata chiesta e ottenuta la diretta televisiva sulla Rai.
L'incognita dichiarazioni di voto
La 'suspense' è legata proprio alle dichiarazioni di voto e, soprattutto, alla messa in onda sulla Rai. La preoccupazione è quella di 'lisciare' la finestra messa a disposizione dalla Tv di Stato che, tra l'altro, non avrebbe senso far slittare, per una questione di ascolti e di spazi televisivi. Per questo la dead line fissata alle 22,30 di venerdì.
Il punto è che subito dopo il voto della commissione Bilancio è partito il lavoro frenetico di scrittura vera e propria della manovra, il cui testo è stato più volte rivisto in questi giorni nel corso dell'esame a Montecitorio. Alle 8 di questa mattina il testo è atteso sugli scranni dei deputati per l'avvio della discussione in aula. Il timore è che durante l'esame possano emergere delle incongruenze che, anche se piccolissime, andrebbero corrette, trattandosi di capitoli di spesa. In questo caso il testo dovrebbe tornare in commissione per poi rifare capolino in aula.
Se questo dovesse accadere, se la tabella di marcia dovesse incepparsi e i tempi allungarsi, le dichiarazioni di voto rischierebbero di non godere più della finestra televisiva. E l'unica ipotesi sarebbe quella di far slittare tutto a sabato mattina, con una comoda diretta Tv ad attendere i deputati.
Politica
Tony Effe, Silvia Costa: “Bene Gualtieri, ora Cda Rai...
L'ex europarlamentare Pd: "Avevo scritto una lettera al sindaco ed ero certa della sua attenzione"
"Ero certa dell'attenzione del sindaco Gualtieri e lo ringrazio. Spero ci sia la stessa attenzione da parte del Cda Rai" in vista di Sanremo: "Si adoperi per fare bene il suo mestiere". Silvia Costa, ex europarlamentare Pd, è stata tra le prime a sollevare perplessità sulla scelta di ospitare sul palco del concerto di Capodanno a Roma, il cantante e influencer Tony Effe, per i suoi testi giudicati "violenti e sessisti". Ieri il ripensamento dell'amministrazione capitolina sulla presenza al Circo Massimo del trapper, che è confermato invece tra i cantanti in gara a Sanremo. E per Costa - alle cui critiche si sono uniti altri esponenti Pd ma anche di centrodestra - "il tema resta anche per il servizio pubblico televisivo", spiega all'Adnkronos.
Costa, è soddisfatta della decisione del sindaco Gualtieri? "Avevo scritto una lettera al sindaco ed ero certa della sua attenzione. Conosco Gualtieri, l'ho votato e sono molto contenta di quanto sta facendo. Ero sicura della sua sensibilità e che avrebbe approfondito la questione".
Ma non rischia di apparire come una censura? "Nessuna censura. Per un'amministrazione non si tratta di censura, ma di selezione sulla qualità e sui contenuti. Questo artista, non è l'unico e non è il solo, ha dei testi discutibilissimi, che si configurano come un'istigazione alla violenza sulle donne, all'uso di droghe e armi. E' popolare tra i giovanissimi ma un'amministrazione pubblica non è un impresario privato che segue i like. Sarebbe stato un po' in contraddizione con il grande impegno dell'amministrazione capitolina sulla prevenzione, la sicurezza, il rispetto. E poi subito dopo l'apertura del Giubileo... Non ne faccio una questione religiosa, ma di cooperare per una città più attenta alla dignità della persona".
Effe sarà tra i protagonisti di Sanremo. Che ne pensa? "Il tema resta e resta anche per il servizio pubblico televisivo. Vedo che il Codacons ha diffidato la Rai dall'ospitare testi dai contenuti violenti e sessisti. Spero che dal Cda Rai ci sia attenzione a questo. Si adoperi per fare bene il proprio mestiere". La politica dovrebbe muoversi per sollecitare la Rai? "Ho visto che si è già espresso liberamente un fronte tra le donne. Chi lo ritiene, si faccia sentire".
Politica
Meloni in Senato: “Musk è mio amico ma io non prendo...
La replica della premier dopo le comunicazioni in vista del Consiglio Ue: "Europa deve occuparsi di meno cose, e farlo meglio"
"L'Europa deve occuparsi di meno cose e di farle meglio, deve fare le cose che gli stati nazionali non possono fare". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso della replica in Senato, dopo le comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 19 dicembre. "Voglio un'Europa più forte, penso che il problema -spiega- è stato che l'Europa non ha avuto più chiara la sua missione, ha scelto una maggiore regolamentazione al posto di quella chiarezza".
"Questa resta la mia idea di Unione europea, io vedo il mondo a modo mio. Sono cose su cui bisogna confrontarsi", aggiunge. "Per voi -dice rivolta al Pd- chiunque ha una idea diversa dalla vostra è impresentabile".
"Su automotive rivedere scelte, corsa all'elettrico insensata"
"Sull'automotive dobbiamo rivedere le scelte, dobbiamo lavorare con pragmatismo e serietà, dobbiamo difendere una filiera fondamentale della nostra industria", ha detto la premier, avvertendo che "la corsa all'elettrico è insensata".
"Nessuno nega l'emergenza climatica, ma contestiamo la strategia della Ue, con un approccio troppo ideologico, questo non funziona". "Oggi -spiega- il nostro sistema è uno dei più verdi al mondo, se massacriamo quel sistema creiamo un problema".
Su Musk
Rispondendo alla sottolineatura della sua amicizia con Elon Musk fatta in Aula, Meloni spiega che "l'Italia è stata la prima nazione in Europa a regolamentare i privati nello spazio, io non prendo ordini da nessuno, mi confronto con tutti". "Lui è mi amico -ricorda- . Io sono amica di tanti...". Quindi, rivolgendosi al partito democratico, dice: "L'impresa di Musk non è quella di essere andato sulla Luna, piuttosto è quella di avervi trasformato in sovranisti".
Manovra
"Sarei molto contenta se ci mettessimo d'accordo sui tempi per un'approvazione della manovra senza il voto di fiducia, chiaramente dobbiamo rispettare i tempi della manovra". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso della replica in Senato, dopo le comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 19
Migranti
"I trafficanti di esseri umani riescono a farsi pagare migliaia di euro con la promessa di arrivare in Europa, usano pure i dépliant per promuovere i loro viaggi". "Il protocollo con l'Albania è un metodo molto efficace per combattere la mafia del mare, e quello che vi ho chiesto è di aiutare l'Italia a combattere questa mafia. Noi difendiamo quel modello", aggiunge.
Sul Piano Mattei "il mio appello alle opposizioni è di lavorarci insieme come sistema Italia", dice Meloni. "Nel dettaglio lo considero un piano strategico per l'interesse nazionale -sottolinea- non avrebbe senso mettere soldi immaginando che poi, se tra tre anni questo governo dovesse terminare il proprio compito, chi arriverà dopo non lo porterebbe avanti". "Ero all'opposizione del governo Draghi e non mi si è dovuto chiedere di fare la cosa giusta per l'Ucraina. Siccome lei senatore Alfieri ha detto parole positive sul piano Mattei voglio reiterare l'invito a lavorarci come sistema Italia", conclude.
La premier esprime poi solidarietà a Matteo Salvini per il processo Open Arms, incassando l'applauso dagli scranni della maggioranza.
Attacco al Pd
"Il Pd continua a ragionare nella logica amico-nemico, io ringrazio Mattarella per aver detto ieri la stessa cosa, nel mondo non ci sono quelli del partito democratico tutti buoni che vanno avvicinati e gli altri cattivi che vanno allontanati. Se l'Europa ragiona così è già morta e io non la voglio uccidere", afferma Meloni.
"Avete consentito che il commissario italiano fosse preso come ostaggio per avere il commissario spagnolo, gli italiani lo sappiano". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso della replica in Senato, dopo le comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 19 dicembre, replicando all'intervento del senatore del Pd, Alfieri. "Le sue parole di oggi -attacca- confermano che avete usato il commissario italiano come un ostaggio, è una cosa gravissima".
"A Caivano siamo stati noi a buttare fuori 36 camorristi dalle case occupate della povera gente, stavano lì da qualche anno i camorristi...". "Voi -aggiunge- fate 'oooh, ma siamo stati noi a buttarli fuori...". Lo dice Giorgia Meloni nella replica alle comunicazioni in Senato in vista del Consiglio Ue rivolgendosi ai banchi delle opposizioni.