Meritocrazia: “Caro voli, mercato libero non sia sinonimo di assenza”
"Il prezzo dei biglietti è regolato, si sa, dalle dinamiche del libero mercato. Ma le ragioni del buon funzionamento del mercato non possono compromettere un accesso equo alla mobilità, soprattutto per le tratte nazionali. Un intervento è particolarmente urgente per i collegamenti tra il nord e il sud Italia, aree già caratterizzate da profonde disuguaglianze economiche e infrastrutturali". Così, in una nota, Meritocrazia Italia. "È soprattutto dal sud che ci si sposta per motivi di studio, lavoro o salute, generando significative ricadute economiche positive nei territori ospitanti. Le Regioni del nord beneficiano delle spese per alloggio, trasporti, tasse universitarie e sanitarie sostenute dai fuori sede. È quindi doveroso che queste stesse regioni partecipino attivamente alla ricerca di soluzioni che non penalizzano i cittadini nei periodi di maggiore richiesta", aggiunge.
"L’unica Regione che ha intrapreso azioni concrete è la Sicilia, che quest’anno ha esteso uno sconto del 50% sui voli per i residenti e per coloro che, pur non essendolo, vi fanno ritorno nel periodo compreso tra il 7 dicembre e il 6 gennaio. Tuttavia, un intervento isolato non è sufficiente per garantire una giustizia sociale estesa - si legge - Meritocrazia Italia ritiene necessario un intervento strutturale e propone di fissare un tetto massimo alle tariffe nazionali nei periodi di alta richiesta, introducendo un limite ai prezzi dei voli na-zionali, in particolare per i collegamenti tra il nord e il sud, per contenere gli eccessi senza pregiudicare la sostenibilità economica dei vettori. È inaccettabile che tratta di 50 minuti costi oltre 500 euro nei momenti di maggiore domanda; di fissare un tetto minimo ragionevole, per garantire una concorrenza leale e trasparente".
E ancora: "Le compagnie low-cost, infatti, possono offrire tariffe molto basse grazie a incentivi pubblici locali e regionali, indispensabili per mantenere economicamente sostenibili i collegamenti meno redditizi. Tuttavia, la competizione basata esclusivamente sul prezzo può portare a una compressione insostenibile dei costi operativi, con il rischio di precarizzare il lavoro e ridurre la qualità del servizio. Un tetto minimo alle tariffe assicurerebbe un equilibrio, evitando sia fenomeni di dumping che aumenti esorbitanti nei periodi di alta domanda, quan-do le compagnie cercano di 'recuperare' gli sconti offerti nei periodi di bassa stagione; di garantire trasparenza nella gestione delle tariffe e degli incentivi: le tariffe low-cost non sono realmente 'basse' se si considerano le sovvenzioni pubbliche e il loro impatto indiretto. Meritocrazia propone una revisione trasparente del sistema degli incentivi, affinché si evitino squilibri tra i vettori operanti sul mercato".
"È fondamentale- spiegano da Meritocrazia Italia - che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo equo e che i cittadini possano beneficiare di tariffe sostenibili anche senza dipendere esclusivamente dalla stagionalità o da strategie commerciali speculative; di istituire un tavolo tecnico europeo, per una regolamentazione uniforme del mercato aereo, coinvolgendo esperti in concorrenza, commercio e trasporti. Questo tavolo dovrebbe lavorare alla costruzione di un equilibrio tariffario a livello europeo, tenendo conto delle caratteristiche geografiche e infrastrutturali dei singoli Stati membri, per evitare disparità ingiuste e speculazioni illimitate nei momenti di maggiore domanda; di favorire la cooperazione tra le Regioni italiane. A livello nazionale, è necessario che tutte le Regioni partecipino al sostegno economico per i cittadini che si spostano nel periodo natalizio, adottando misure di supporto coordinate e condivise, come contributi diretti o agevolazioni per i fuori sede, oltre che accordi con i vettori".
Politica
Meloni a Bruxelles per rilanciare su migranti e auto: oggi...
Sul tavolo anche i rapporti con gli Stati Uniti, in vista dell'imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump
La crisi in Siria, dopo la caduta del regime di Assad, e gli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina. Ma anche i rapporti con gli Stati Uniti, in vista dell'imminente ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Questi i principali temi sul tavolo dei leader dei 27 Paesi dell'Ue che oggi si riuniranno per il primo Consiglio europeo della nuova legislatura, sotto la guida del neo-presidente Antonio Costa.
Un vertice nel quale Giorgia Meloni intende porre l'accento su due dossier cari all'Italia: la crisi dell'automotive e la gestione dei flussi migratori. Il tema della regolazione Ue del settore auto, secondo quanto si apprende, potrebbe essere sollevato nel corso del Consiglio di domani, d'intesa con altri Paesi come la Repubblica Ceca, con l'obiettivo di iniziare a porre la questione in vista del summit di marzo 2025, che sarà dedicato proprio ai temi economici.
Della questione, Meloni ha parlato ieri in Senato durante il dibattito sulle sue comunicazioni: "Sull'automotive dobbiamo rivedere le scelte, dobbiamo lavorare con pragmatismo e serietà, dobbiamo difendere una filiera fondamentale della nostra industria", ha messo in guardia la premier definendo "insensata" la corsa all'elettrico.
Il dossier migranti sarà uno dei topic del Consiglio ma verrà affrontato anche in un incontro a margine promosso da Italia, Olanda e Danimarca e al quale dovrebbero prendere parte anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la Repubblica Ceca, Svezia, Cipro, Grecia, Polonia, Malta e l'Ungheria per la presidenza di turno del Consiglio Ue.
Difendere "il modello Albania", ovvero l'intesa sui centri per i migranti siglata con il Paese di Edi Rama (che oggi, prima del vertice sui Balcani occidentali, ha avuto un breve colloquio con Meloni) è una delle priorità indicate dalla premier nel suo intervento a Palazzo Madama prima di partire per Bruxelles: "Il protocollo con l'Albania è un metodo molto efficace per combattere la mafia del mare, e quello che vi ho chiesto è di aiutare l'Italia a combattere questa mafia. Noi difendiamo quel modello", ha rimarcato Meloni.
Il summit sui Balcani
Ieri però è stato il giorno del summit sui Balcani occidentali, che di fatto ha sancito un passo avanti nel processo di integrazione europea dei Paesi dell'area. Per Meloni "non c'è altra via che il completamento della riunificazione dei Balcani occidentali all'Europa".
"Il nostro messaggio deve essere di una scelta assolutamente chiara, un segnale evidente che la riunificazione - non si tratta di un allargamento, a mio parere: si può allargare un club, ma si riunifica una civiltà - dovrà essere concretamente una delle principali priorità di questa legislatura", ha detto la leader di Fdi in un passaggio del suo discorso, dove ha lodato in particolare gli sforzi compiuti da Albania, Montenegro, Macedonia del Nord, Bosnia Erzegovina e Serbia per le riforme necessarie all'ingresso nella Ue.
Ucraina, Zelensky con i leader
L'Ucraina è stato invece il piatto forte dell'incontro di ieri sera che ha visto Meloni al tavolo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insieme ad altri leader europei e al segretario generale della Nato, Mark Rutte. Il vertice è durato circa tre ore.
Secondo quanto si apprende, l'Italia, anche come Presidenza G7, ha ribadito "il sostegno all'Ucraina e alla sua legittima difesa", con l'obiettivo comune di costruire "una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite".
Dal capo del governo di Kiev è arrivato un altro appello ai leader della Ue: per l'Ucraina è "importantissimo" che l'Europa abbia una posizione "unitaria" e non si divida su come aiutare il Paese invaso dalla Russia, ha sottolineato Zelensky. L'incontro nella residenza di Rutte, insieme al Consiglio europeo di oggi, ha detto Zelensky, "è un'ottima opportunità per parlare di garanzie di sicurezza per l'Ucraina, per oggi e per domani". In un'intervista al giornale francese Le Parisien però il leader ucraino ha riconosciuto che sarà difficile per Kiev riprendersi Donbass e Crimea: "Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli".
Politica
Tony Effe, Silvia Costa: “Bene Gualtieri, ora Cda Rai...
L'ex europarlamentare Pd: "Avevo scritto una lettera al sindaco ed ero certa della sua attenzione"
"Ero certa dell'attenzione del sindaco Gualtieri e lo ringrazio. Spero ci sia la stessa attenzione da parte del Cda Rai" in vista di Sanremo: "Si adoperi per fare bene il suo mestiere". Silvia Costa, ex europarlamentare Pd, è stata tra le prime a sollevare perplessità sulla scelta di ospitare sul palco del concerto di Capodanno a Roma, il cantante e influencer Tony Effe, per i suoi testi giudicati "violenti e sessisti". Ieri il ripensamento dell'amministrazione capitolina sulla presenza al Circo Massimo del trapper, che è confermato invece tra i cantanti in gara a Sanremo. E per Costa - alle cui critiche si sono uniti altri esponenti Pd ma anche di centrodestra - "il tema resta anche per il servizio pubblico televisivo", spiega all'Adnkronos.
Costa, è soddisfatta della decisione del sindaco Gualtieri? "Avevo scritto una lettera al sindaco ed ero certa della sua attenzione. Conosco Gualtieri, l'ho votato e sono molto contenta di quanto sta facendo. Ero sicura della sua sensibilità e che avrebbe approfondito la questione".
Ma non rischia di apparire come una censura? "Nessuna censura. Per un'amministrazione non si tratta di censura, ma di selezione sulla qualità e sui contenuti. Questo artista, non è l'unico e non è il solo, ha dei testi discutibilissimi, che si configurano come un'istigazione alla violenza sulle donne, all'uso di droghe e armi. E' popolare tra i giovanissimi ma un'amministrazione pubblica non è un impresario privato che segue i like. Sarebbe stato un po' in contraddizione con il grande impegno dell'amministrazione capitolina sulla prevenzione, la sicurezza, il rispetto. E poi subito dopo l'apertura del Giubileo... Non ne faccio una questione religiosa, ma di cooperare per una città più attenta alla dignità della persona".
Effe sarà tra i protagonisti di Sanremo. Che ne pensa? "Il tema resta e resta anche per il servizio pubblico televisivo. Vedo che il Codacons ha diffidato la Rai dall'ospitare testi dai contenuti violenti e sessisti. Spero che dal Cda Rai ci sia attenzione a questo. Si adoperi per fare bene il proprio mestiere". La politica dovrebbe muoversi per sollecitare la Rai? "Ho visto che si è già espresso liberamente un fronte tra le donne. Chi lo ritiene, si faccia sentire".
Politica
Toti, giudice conferma patteggiamento: per lui lavori...
Pena di due anni e tre mesi convertita in 1620 ore di lavori socialmente utili: a partire dai primi di gennaio presso la Lilt
L'ex presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha patteggiato questa mattina una pena a due anni e tre mesi, convertita in 1620 ore di lavori socialmente utili. L'accordo è stato ratificato questa mattina davanti al giudice delle indagini preliminari Matteo Buffoni. Toti, a partire dai primi di gennaio svolgerà i lavori socialmente utili presso la Lilt, dove si occuperà di campagne rivolte alla prevenzione.
Patteggiamento anche per l'imprenditore Aldo Spinelli, tre anni e tre mesi e per l'ex presidente di Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini a tre anni e sei mesi.
"Per quello che mi riguarda sono lavori socialmente utili in sostituzione di due anni e tre mesi, quindi 1620 ore di lavori socialmente utili. Stabilirà un programma di lavori che potranno essere diversi e comincerà verosimilmente i primi di gennaio. Il patteggiamento è un'applicazione di pena che prescinde sia da un accertamento della responsabilità che da una ammissione della responsabilità", ha detto il difensore di Giovanni Toti, l'avvocato Stefano Savi, al termine dell'udienza. Toti non potrà ricandidarsi nei prossimi due anni, "ma è un capitolo che non è nelle cose in questo momento", ha precisato Savi che sul ruolo di Toti nella Lilt dice: "Non sarà un ufficio stampa, si occuperà di campagne rivolte alla prevenzione".