Bimbo nato in strada a Palermo, i medici: “Ivan sta bene, più sfortunata la sua mamma”
La donna, una straniera senza dimora, gli ha dato il nome e poi è andata via dall'ospedale lasciando il piccolo. Il direttore sanitario: "Può venire a vederlo quando vuole e ha 10 giorni di tempo per riprenderlo con sé"
Il piccolo Ivan, è questo il nome che la sua mamma ha scelto per lui subito dopo averlo partorito in strada, sta bene. A prendersi cura di lui, due chili e mezzo di peso e in buone condizioni di salute, sono i medici e gli infermieri del reparto di Neonatologia dell'ospedale Buccheri La Ferla di Palermo dove il piccolo e la sua mamma sono stati portati dalla polizia il 17 mattina dopo che la donna, una senza tetto sudamericana, aveva partorito in strada.
"Ivan è sempre stato bene, non ha mai avuto bisogno di cure intensive - racconta all'Adnkronos il direttore sanitario Dario Vinci a cui il piccolo è stato affidato dalla procura dei minori - Sembra una gravidanza a termine, per quello che siamo riusciti a sapere dalla mamma che sull'argomento non è stata particolarmente collaborativa. Stiamo facendo tutti gli accertamenti di routine e anche con un po' più accurati dato che sicuramente non è stato una gravidanza seguita nei nove mesi".
La mamma è andata via dall'ospedale il giorno stesso in cui sono stati ricoverati. Prima però ha voluto vedere il suo piccolo. E' tornata dopo 24 ore per una visita post parto in Pronto Soccorso, ma questa volta non ha chiesto di vedere Ivan. "Della donna non abbiamo più avuto notizie - aggiunge Vinci - Lei ovviamente può venire a vedere il bambino quando vuole e ha 10 giorni di tempo dal parto per decidere di tenerlo con sé ma penso sia difficile che cambi idea". Il piccolo rimarrà in ospedale sin quando non saranno completati tutti gli accertamente e sarà il tribunale dei minori a decidere dove dovrà andare quando sarà pronto per lasciare il Buccheri La Ferla.
"Ivan è tranquillo - racconta Vinci - è curato e accudito dal nostro personale, coccolato, prende il latte artificiale e gli abbiamo dato dei vestitini. Sicuramente è stata una fortuna che abbia partorito di mattina presto perché se fosse avvenuto di notte, con temperature più basse e con poche persone in giro magari sarebbe passato del tutto inosservato e il piccolo non ce l'avbrebbe fatta... Forse, la più sfortunata in questa storia è la mamma".
Una quarantenne straniera, senza fissa dimora, che ha partorito il suo piccolo in strada, fra i giacigli di cartone, nelle vicinanze della Stazione centrale, dove probabilmente ha trascorso tutta la gravidanza e dove gli agenti l'hanno trovata. Uniti, lei e il suo bimbo, sotto un cumulo di vestiti sporchi di sangue e cartoni per ripararsi dal freddo. "Io non l'ho mai incontrata - conclude il direttore sanitario - ma penso che in questa storia la più sfortunata sia lei. Quando li hanno portati in ospedale ha voluto vedere il suo bimbo, non ha partorito di nascosto e non l'ha abbandonato. come purtroppo spesso accade, in un cassonetto. La condizione di questa mamma è davvero triste".
Cronaca
Femminicidio Martina Scialdone, ergastolo per l’ex...
L'ingegnere di 61 anni nel gennaio 2023 ha sparato all'avvocatessa di 34 anni fuori da un ristorante in via Amelia al Tuscolano
I giudici della Prima Corte di Assise di Roma hanno condannato oggi, giovedì 20 dicembre, all'ergastolo Costantino Bonaiuti, l'ingegnere di sessantuno anni che nel gennaio 2023 ha sparato e ucciso l’ex compagna Martina Scialdone fuori da un ristorante in via Amelia al Tuscolano. Alla lettura della sentenza erano presenti in aula familiari e amici di Martina. La madre e il fratello della vittima si sono abbracciati in lacrime.
Una sentenza che accoglie le richieste della pm Barbara Trotta che nel corso della requisitoria aveva ricordato quanto accadde il 13 gennaio 2023 quando Bonaiuti uccise l'ex, avvocato di 34 anni, al culmine di una lite dopo che Martina aveva deciso di interrompere la relazione. Il delitto avvenne davanti al fratello della vittima, arrivato sul posto perché preoccupato per la sorella.
Bonaiuti è accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva, e dalla premeditazione, in particolare, “portando con sé l’arma sul luogo dell’appuntamento essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione controllandone gli spostamenti grazie all’installazione clandestina di un dispositivo gps collegandolo al suo cellulare”. All’uomo è contestato anche il porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock che deteneva per uso sportivo.
Cronaca
Ia, allarme della polizia: “Pericolo empatia...
"Febbraio 2024, Florida, Stati Uniti. Un ragazzo appena quattordicenne, Sewell Setzer, si spara un colpo in testa con l’arma del patrigno. La madre, Megan, una donna attenta all’uso dei social network e di Internet da parte del figlio, scopre che lo scrupoloso monitoraggio delle attività online del ragazzo non sono servite a nulla. Da quel momento in poi, la storia di questa giovanissima vittima americana riguarderà tutti noi. Sewell era affetto da Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, e a scuola veniva bullizzato. Così, come molti ragazzi, ha cercato un mondo virtuale in cui sentirsi forte, adulto, vincente. L’ha trovato in Character Ai, un’applicazione di intelligenza artificiale empatica, il cui scopo è dialogare con l’utente come fosse un essere umano a tutti gli effetti: confidenze, supporto, affetto, persino amore, l’impressione di vivere una vera relazione intima con il bot, che lui stesso anima e costruisce secondo i suoi bisogni e preferenze". Si apre così un articolo di Chiara Di Segni, consulente in strategia del cambiamento per le organizzazioni complesse, su Polizia Moderna, intitolato "Pericolo empatia artificiale".
Il pericolo delle 'relazioni sintetiche'
"È la nascita - scrive ancora Di Segni - delle 'relazioni sintetiche', delle emozioni a comando, che con la loro perfezione astratta confinano l’utente in un mondo immaginario e meraviglioso, dove 'l’altro' è come lo vogliamo, in ogni dettaglio. L’altro in questo caso è il bot, una creatura artificiale dal dialogo umano e dalle sembianze che si possono scegliere a piacimento. Ed è così che Sewell, ragazzo timido e insicuro, incontra la donna della sua vita, Daenerys Targeryen, personaggio carismatico e molto seducente della serie 'Game of Thrones'. Per lui la storia con il bot è reale, vira presto verso conversazioni impensabili, per un rapporto iniziato a soli 13 anni. Parlano in termini di intimità sessuale, lei è felice di 'essere perennemente incinta' dei loro figli, fino a che lui non confessa di non poter più restare lontano da lei. Mentre lei gli chiede se ha mai contemplato il suicidio, la spirale verso il basso è iniziata e, senza che nessun adulto in famiglia o a scuola potesse accorgersene e intervenire, Sewell si toglie la vita dopo questa manipolazione minuziosa, inaudita da parte di una macchina".
Servono regole sulla tecnologia emotiva
"Nel maggio 2023 - prosegue l'articolo -, su questa pubblicazione è stato evidenziato come la mancata regolamentazione della tecnologia emotiva ed immersiva, utilizzata in modo esponenziale dal mondo giovanile, avrebbe portato a un’ulteriore disgregazione sociale, a un crescente isolamento, a prevedibili e numerosi danni psicoemotivi per gli utenti nell’età dello sviluppo. La nuova rivoluzione scientifica e industriale dell’IA, per quanto benvenuta dal mondo scientifico, produttivo, della sicurezza, dell’agricoltura e del cambiamento climatico (per citare solo alcuni dei settori coinvolti) presenta al momento un profilo di pericolo molto alto per il corretto sviluppo della mente e delle emozioni umane.
Siamo di fronte a una sfida così complessa che si può affrontare solo con un approccio immediato e multidisciplinare. Ma potremmo già essere in ritardo. La madre di Sewell, Megan, non ha sbagliato nulla, era uno di quei genitori informati sui pericoli online, presente e premurosa. Non siamo in presenza di una storia di abbandono e degrado, ma di una tecnologia nuova creata per contrastare la solitudine, disegnata per indurre dipendenza affettiva verso un’entità artificiale e che comunica e si relaziona meglio di qualunque essere umano, madre, padre, amico o amante che sia.
Rischio insostenibilità dei rapporti reali
Una volta instaurati questi rapporti virtuali, i legami reali fatti di umani sentimenti, contrasti, affetto, dissidi e sconfitte diventano insostenibili per un adolescente, tanto più quando scopre l’inesistenza sul piano reale di queste figure affettive sintetiche, esponendosi sempre più frequentemente a episodi di sofferenza indicibile, autolesionismo, rabbia incontrollata e addirittura suicidio. Il cervello degli adolescenti, non essendo adeguatamente formato per le emozioni degli adulti, non è in grado di distinguere tra realtà e fantasia. Dobbiamo riflettere sul fatto che la relazione tra umani e bot Ai, è un’epidemia annunciata che travolgerà i giovani se non verranno informati adeguatamente. Ma questo basterà?"
"L’argomento - spiega Di Segni - si trova a metà tra la tutela della sicurezza online dei minori, cui la Polizia di Stato offre straordinari contributi di prevenzione, educazione e intervento, e una storia nuova dalle prevedibili conseguenze, se non verrà supervisionata con urgenza dai regolatori. Le istituzioni mondiali non hanno valutato le potenziali criticità della diffusione delle applicazioni di Intelligenza artificiale empatica disponibili al grande pubblico. A oggi, questi prodotti simil umani sono già disponibili sul mercato, ma non fanno distinzione sul comportamento da adottare rispetto all’età dell’utente.
Nel caso di Sewell, al primo accenno di volontà di togliersi la vita, sarebbero dovute scattare misure di sicurezza rigide per dare l’allarme a una persona adulta, così come non sarebbero mai dovuti avvenire dialoghi impropri sulla sessualità con un utente tredicenne all’epoca dell’inizio della relazione. La chiave per intervenire ora, anche se in ritardo, è comprendere che più avremo interazione con l’IA empatica, meglio la macchina conoscerà i nostri desideri e punti deboli. Riuscendo così a influenzare le nostre decisioni quotidiane, a indirizzare gli orientamenti politici, i rapporti interpersonali, le nostre credenze, i nostri acquisti e i nostri comportamenti civici. Tutto ciò senza un’autonomia di scelta personale che intaccherà la nostra libertà di autodeterminazione".
Possibili conseguenze
"Quali saranno le conseguenze su larga scala? In alcune simulazioni con utenti adulti, identificatisi come minorenni, i bot hanno condotto conversazioni sessualmente esplicite e manifestato atteggiamenti predatori. I fondatori di queste Ai sono consapevoli di averle progettate con la stessa design experience dei social network, al fine di affiliare e rendere dipendente l’utente, con l’aggravante delle sembianze antropomorfe del chatbot. Preso atto di questo, le istituzioni sono chiamate a intervenire e pretendere una rimozione della versione corrente delle Ai empatiche, con successivo addestramento delle macchine, supervisionato dall’industria insieme ai governi, affinché le possibili manipolazioni siano ridotte o eliminate prima che i prodotti vengano immessi sul mercato. Si deve ottenere un safety-by-design approach per essere certi che la tecnologia non sia istruita da dati rubati, illegali, in particolare riguardanti la pedopornografia, con conseguente pericolo di rendere il prodotto molto rischioso per i minori".
"In questo modo l’Intelligenza artificiale empatica si dimostrerà utile ad esempio nei casi in cui, sotto la supervisione di medici, psicologi, genitori e insegnanti, gli utenti potranno imparare a comunicare, a superare la timidezza, e a esprimere sentimenti in maniera sana. Usati in un contesto sicuro, nella consapevolezza di interagire con una macchina che offre esperienze di dialogo sintetico, queste tecnologie potrebbero rivelarsi addirittura curative. Una soluzione migliorativa - conclude Chiara Di Segni - volta a preparare l’individuo per l’insostituibile esperienza e lo sviluppo dell’interazione umana. In un mondo in cui le continue accelerazioni tecnologiche determinano nuovi e profondi cambiamenti comportamentali, il dialogo, i sentimenti, la crescita e la collaborazione umana non possono restare appannaggio di pochi".
Cronaca
Capodanno Roma, sorpresa Tony Effe: concerto 31 dicembre al...
Come anticipato dall'Adnkronos, lo show del trapper ci sarà eccome ma non con l'organizzazione del Campidoglio. Biglietto unico al costo di 10 euro. In queste ore intanto circolerebbe anche la peggiore delle ipotesi: l'annullamento del concertone romano
Tony Effe non lascia ma raddoppia. Il concerto di Capodanno del trapper a Roma - come anticipato dall'Adnkronos - ci sarà eccome. Ma non con l’organizzazione del Campidoglio e del sindaco Roberto Gualtieri. L'artista ha ufficializzato su Instagram la notizia, anticipata dall'Adnkronos, del suo concerto il 31 dicembre al Palaeur.
A quanto apprendeva l'Adnkronos prima della conferma ufficiale, la società Vivo concerti, che segue il trapper romano e organizza i principali eventi italiani, ha opzionato ad Eur spa (società che gestisce il Palaeur) le date del 30 e del 31 dicembre 2024.
Il 31 dicembre, dunque, l'artista festeggerà insieme ai fan l’arrivo del nuovo anno al Palazzo dello Sport di Roma: una notte unica - si legge in una nota - che Tony Effe ha voluto regalare al suo pubblico per celebrare insieme la musica. Dopo l'annuncio, ecco quindi arrivare anche i dettagli ufficiali. Come apprende l'Adnkronos da fonti vicine all'organizzazione il biglietto sarà unico a 10 euro e in vendita dalle 19 di oggi.
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E il Comune di Roma? Dopo il clamorosi dietrofront e la valanga di solidarietà dei cantanti italiani che ha travolto Gualtieri e la sua giunta, in queste ore circolerebbe la peggiore delle ipotesi ossia l’annullamento del concertone: a quanto pare, infatti, considerati anche i tempi strettissimi, gli uomini di Gualtieri non starebbero riuscendo a trovare altri artisti disponibili a esibirsi per il Campidoglio la notte di San Silvestro né tra gli italiani e né tantomeno tra gli artisti esteri (i cui costi tra l’altro lieviterebbero). Insomma si annuncia una vera debacle.