Salvini assolto, tutti i commenti da Meloni a Orban: “Giustizia ha prevalso”
Il leader della Lega assolto nel processo Open Arms: la soddisfazione degli alleati
Matteo Salvini assolto oggi nel processo Open Arms. La sentenza emessa a Palermo viene salutata con soddisfazione dagli alleati di governo. Al leader della Lega e ministro delle Infrastrutture arrivano i messaggi di congratulazioni e di vicinanza. "Grande soddisfazione per l'assoluzione del vice Presidente e ministro Matteo Salvini nel processo Open Arms. Un giudizio che dimostra quanto fossero infondate e surreali le accuse rivoltegli", dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine. Una grande notizia l'assoluzione di Matteo Salvini. Proseguiamo insieme, con tenacia e determinazione, per combattere l'immigrazione illegale, il traffico di essere umani e difendere la sovranità nazionale. Evviva!", scrive su X la premier.
"C'è un giudice a Palermo! Un abbraccio a Matteo Salvini", scrive su X il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
"Sono infinitamente felice per Matteo Salvini. Ma soprattutto, da cittadino e da ministro, sottolineo l'importanza di questa sentenza che riafferma un principio importantissimo: non si può mettere sotto processo la linea politica di un governo. Di questo si stava parlando a Palermo", dice il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "E la verità è che la strategia contro l’immigrazione irregolare attuata dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini rappresentava coerentemente la linea politica del Governo Conte 1, collegialmente perseguita dall’esecutivo con il sostegno della maggioranza parlamentare. I magistrati hanno evidentemente riaffermato questo principio che è fondamentale per assicurare un corretto rapporto tra i poteri dello Stato", aggiunge.
Arriva anche il tweet del premier ungherese Viktor Orban: "La giustizia ha prevalso! Bravo Matteo Salvini! Un'altra vittoria per i Patrioti".
Politica
Processo Open Arms, Salvini assolto: “Il fatto non...
Era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio nella vicenda legata allo sbarco negato a 147 migranti nel 2019
Matteo Salvini è stato assolto nel processo Open Arms "perché il fatto non sussiste". E' la sentenza emessa oggi 20 dicembre 2024 dai giudici a Palermo al termine del processo di primo grado.
Il Tribunale di Palermo, dopo otto ore di camera di Consiglio, ha assolto il ministro dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.
Subito dopo la lettura del dispositivo è scattato in aula un lungo applauso all'indirizzo di Salvini da parte degli amici e dei deputati che sono arrivati per assistere alla sentenza. In aula anche la fidanzata di Salvini, Francesca Verdini, che ha abbracciato a lungo il compagno.
A Roma, in aula alla Camera, alla ripresa dei lavori sulla manovra 2025, è scattato un lungo e fragoroso applauso per l'assoluzione del leader della Lega.
Il processo
Il leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per i fatti accaduti nel 2019: da ministro dell'Interno aveva negato lo sbarco per diciannove giorni a 147 migranti, tra cui 27 minori, soccorsi in tre distinte operazioni dalla ong spagnola Open Arms. L'accusa aveva chiesto una condanna a 6 anni di carcere.
Cosa ha detto Salvini
"Sono felice. Dopo 3 anni ha vinto il buon senso, ha vinto la Lega, ha vinto l'Italia. Ha vinto il concetto che difendere i confini, difendere la patria, contrastare scafisti, trafficanti, ong straniere e proteggere i nostri figli non è un reato ma è un diritto. Ci abbiamo messo un po', però ci siamo arrivati, quindi vado avanti ancora più determinato di prima", ha detto Salvini dopo la sentenza. "Ringrazio l'avvocato Giulia Bongiorno e tutto il suo incredibile staff, ringrazio i giornalisti che hanno seguito, ringrazio le migliaia di italiani che stavano aspettando questa sentenza che non assolve solo Matteo Salvini ma assolve una idea di Paese".
"Si tratta di una sentenza perché il fatto non sussiste, è una sentenza di assoluzione con il primo comma del 530. Viene data l'assoluzione con il secondo comma quando la prova è contraddittoria. Invece tra le formule assolutorie è stata scelta quella più piena", ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno uscendo dal bunker di Palermo. "Non è un sentenza contro i migranti - dice - è una sentenza contro chi sfrutta i migranti. Esprimiamo piena soddisfazione, nonostante ci sia stato un percorso che ci ha portati qui. Voglio chiarire che non si tratta di una assoluzione con qualche se o ma, c'è chi parlava di una sentenza mega galattica o con qualche derubricazione. Ma è stata una grandissima assoluzione".
Il tweet di Meloni
"Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine. Una grande notizia l'assoluzione di Matteo Salvini. Proseguiamo insieme, con tenacia e determinazione, per combattere l'immigrazione illegale, il traffico di essere umani e difendere la sovranità nazionale. Evviva!", ha scritto su X la premier Giorgia Meloni, commentando l'assoluzione.
Politica
Ue e migranti, Meloni rilancia il ‘modello...
Pressing della presidente del Consiglio durante la riunione informale: "Subito una proposta per i rimpatri". Ha lasciato, poi, i lavori del Consiglio europeo per una forte influenza
Una riunione per fare il punto sulla gestione dei flussi migratori e poi la prima sessione del Consiglio europeo sull'Ucraina, prima di rientrare in hotel a causa di un "intenso stato influenzale". La seconda giornata a Bruxelles di Giorgia Meloni si sviluppa così. La presidente del Consiglio, febbricitante, accoglie l'invito degli altri leader a concedersi qualche ora di riposo in albergo e chiede al primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, in quanto membro del Med5, di rappresentare l'Italia nel prosieguo dei lavori. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano come Meloni, prima di lasciare l'Europa Building, non sia voluta mancare ai due appuntamenti più importanti, ovvero, la riunione informale sul fenomeno migratorio promossa insieme a Danimarca e Olanda e il dibattito sul conflitto tra Russia e Ucraina, che ha visto la partecipazione di Volodymyr Zelensky.
Difendere con le unghie e con i denti il protocollo d'intesa con l'Albania di Edi Rama sui migranti - oggetto di forti contestazioni in Italia dopo i provvedimenti della magistratura - e promuovere l'implementazione di "soluzioni innovative" per la gestione dei flussi migratori, rafforzando il quadro legale in materia di rimpatri: questi i 'tasti' toccati dalla premier nel corso del summit informale, al quale prendono parte anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i leader di Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia e Ungheria. La Commissione Ue presenterà nei primi mesi del 2025 le nuove norme in materia di rimpatri, ed è proprio von der Leyen a illustrare le principali linee guida contenute nella lettera sulla migrazione dello scorso lunedì. Meloni chiede una "rapida presentazione e finalizzazione" della nuova proposta legislativa e pone l'accento sulle "soluzioni innovative" nel contrasto all'immigrazione irregolare per spezzare il "modello di business" dei trafficanti di esseri umani: gli sforzi di accoglienza europea, spiega la presidente del Consiglio ai colleghi della Ue, vanno focalizzati nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale. Per i leader Ue serve un quadro normativo più chiaro ed efficace, e ciò passa anche per il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro. Nella riunione, poi, si parla della possibile creazione di "returns hubs" (centri di rimpatrio) in Paesi terzi e di un rafforzamento dell'azione europea lungo le rotte migratorie con Unhcr e Iom in tema di rimpatri volontari assistiti.
Ma il dossier più caldo sul tavolo dei leader è certamente quello ucraino. Nelle conclusioni del Consiglio, i leader dei 27 Paesi Ue confermano l'impegno "incrollabile" dell'Unione a fornire un continuo sostegno "politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico" all'Ucraina "per tutto il tempo necessario e con la massima intensità necessaria", perché "la Russia - scrivono - non deve prevalere". Nel documento si chiede "l'urgente intensificazione degli sforzi, in particolare sulla fornitura di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili, nonché sulla fornitura della formazione e delle attrezzature necessarie per le brigate ucraine". La richiesta di Kiev è di almeno 19 sistemi di difesa aerea per proteggere le centrali elettriche dagli attacchi russi, come spiegato da Zelensky in conferenza stampa.
Il Consiglio accoglie "con favore" l'adozione del 15esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e si prepara a rincarare la dose: l'Unione europea "resta pronta ad aumentare la pressione sulla Russia, anche adottando ulteriori sanzioni. Fatti salvi i diritti dell'Ue, i beni della Russia dovrebbero rimanere immobilizzati finché la Russia non cesserà la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina", proseguono i leader. Dal canto suo, il presidente ucraino chiede di "unire gli sforzi internazionali" per una "pace giusta": "Soprattutto dall'inizio del prossimo anno - avverte Zelensky - avremo davvero bisogno dell'unità tra gli Stati Uniti, l'Ue e i Paesi europei. Solo insieme gli Stati Uniti e l'Europa potranno davvero fermare Putin", definito dal capo del governo di Kiev un "pazzo nazista" che "ama uccidere".
L'apporto del nuovo inquilino della Casa Bianca sarà fondamentale per l'Ucraina e per l'esito del conflitto, non a caso Zelensky prova a ingraziarsi i favori del tycoon: "Penso che Donald Trump sia un uomo forte e lo voglio dalla mia parte". Il presidente dell'Ucraina boccia invece l'ipotesi di una "tregua natalizia" ventilata dal primo ministro ungherese Viktor Orban (e salutata invece come "coraggiosa e plausibile" da Matteo Salvini): "Con tutto il rispetto per il popolo ungherese, il premier non ha un mandato personale per organizzare i negoziati, e i suoi rapporti con Putin sono un po' troppo cordiali" per riuscire a "rimetterlo al suo posto". Non basta, secondo Zelensky, un cessate il fuoco: "L'Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza", ovvero di un piano per impedire a Putin di muovere ancora guerra in futuro.
Un concetto espresso da Zelensky anche mercoledì sera nel corso della lunga riunione organizzata dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, con la presenza di Meloni e von der Leyen, oltre che del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e di altri leader Ue. In qualità di presidente del G7, durante il summit l'Italia ha ribadito il sostegno all'Ucraina e alla sua legittima difesa, con l'obiettivo comune di "costruire una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite", hanno spiegato fonti di Palazzo Chigi. Per quanto riguarda i prossimi impegni, la presidente del Consiglio è attesa in Lapponia il 21 e 22 dicembre per il vertice Nord-Sud convocato dal premier finlandese. La trasferta di Meloni è a rischio a causa delle sue condizioni di salute, ma per il momento la missione resta in agenda, salvo comunicazioni di Palazzo Chigi che potrebbero arrivare nelle prossime ore. (dall'inviato Antonio Atte)
Politica
Meritocrazia: “Caro voli, mercato libero non sia...
"Il prezzo dei biglietti è regolato, si sa, dalle dinamiche del libero mercato. Ma le ragioni del buon funzionamento del mercato non possono compromettere un accesso equo alla mobilità, soprattutto per le tratte nazionali. Un intervento è particolarmente urgente per i collegamenti tra il nord e il sud Italia, aree già caratterizzate da profonde disuguaglianze economiche e infrastrutturali". Così, in una nota, Meritocrazia Italia. "È soprattutto dal sud che ci si sposta per motivi di studio, lavoro o salute, generando significative ricadute economiche positive nei territori ospitanti. Le Regioni del nord beneficiano delle spese per alloggio, trasporti, tasse universitarie e sanitarie sostenute dai fuori sede. È quindi doveroso che queste stesse regioni partecipino attivamente alla ricerca di soluzioni che non penalizzano i cittadini nei periodi di maggiore richiesta", aggiunge.
"L’unica Regione che ha intrapreso azioni concrete è la Sicilia, che quest’anno ha esteso uno sconto del 50% sui voli per i residenti e per coloro che, pur non essendolo, vi fanno ritorno nel periodo compreso tra il 7 dicembre e il 6 gennaio. Tuttavia, un intervento isolato non è sufficiente per garantire una giustizia sociale estesa - si legge - Meritocrazia Italia ritiene necessario un intervento strutturale e propone di fissare un tetto massimo alle tariffe nazionali nei periodi di alta richiesta, introducendo un limite ai prezzi dei voli na-zionali, in particolare per i collegamenti tra il nord e il sud, per contenere gli eccessi senza pregiudicare la sostenibilità economica dei vettori. È inaccettabile che tratta di 50 minuti costi oltre 500 euro nei momenti di maggiore domanda; di fissare un tetto minimo ragionevole, per garantire una concorrenza leale e trasparente".
E ancora: "Le compagnie low-cost, infatti, possono offrire tariffe molto basse grazie a incentivi pubblici locali e regionali, indispensabili per mantenere economicamente sostenibili i collegamenti meno redditizi. Tuttavia, la competizione basata esclusivamente sul prezzo può portare a una compressione insostenibile dei costi operativi, con il rischio di precarizzare il lavoro e ridurre la qualità del servizio. Un tetto minimo alle tariffe assicurerebbe un equilibrio, evitando sia fenomeni di dumping che aumenti esorbitanti nei periodi di alta domanda, quan-do le compagnie cercano di 'recuperare' gli sconti offerti nei periodi di bassa stagione; di garantire trasparenza nella gestione delle tariffe e degli incentivi: le tariffe low-cost non sono realmente 'basse' se si considerano le sovvenzioni pubbliche e il loro impatto indiretto. Meritocrazia propone una revisione trasparente del sistema degli incentivi, affinché si evitino squilibri tra i vettori operanti sul mercato".
"È fondamentale- spiegano da Meritocrazia Italia - che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo equo e che i cittadini possano beneficiare di tariffe sostenibili anche senza dipendere esclusivamente dalla stagionalità o da strategie commerciali speculative; di istituire un tavolo tecnico europeo, per una regolamentazione uniforme del mercato aereo, coinvolgendo esperti in concorrenza, commercio e trasporti. Questo tavolo dovrebbe lavorare alla costruzione di un equilibrio tariffario a livello europeo, tenendo conto delle caratteristiche geografiche e infrastrutturali dei singoli Stati membri, per evitare disparità ingiuste e speculazioni illimitate nei momenti di maggiore domanda; di favorire la cooperazione tra le Regioni italiane. A livello nazionale, è necessario che tutte le Regioni partecipino al sostegno economico per i cittadini che si spostano nel periodo natalizio, adottando misure di supporto coordinate e condivise, come contributi diretti o agevolazioni per i fuori sede, oltre che accordi con i vettori".