Siria, una donna a capo dell’ufficio per gli affari femminili
Il nuovo governo siriano creato dal gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham nomina Aisha Al Debs. La promessa: "Alle donne opportunità di partecipare al lavoro comune in tutti i suoi aspetti"
Il nuovo governo siriano creato dal gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham (Hts) ha annunciato la creazione di un ufficio per gli affari femminali alla cui guida è stata nominata Aisha Al Debs, descritta come "un'attivista umanitaria", che ha lavorato per anni nella provincia di Idlib, bastione dei jihadisti in Siria. In una dichiarazione trasmessa da Syria Tv, Al Debs ha promesso che le nuove autorità siriane "daranno alle donne l'opportunità di partecipare al lavoro comune in tutti i suoi aspetti, secondo le loro competenze". Ed ha annunciato che le donne avranno una "partecipazione importante" nel dialogo nazionale per la creazione della nuova realtà siriana.
La nomina arriva dopo le polemiche ed i timori suscitati dall'intervista rilasciata nei giorni scorsi da un portavoce di Hts, Obaida Arnaut che, in contrasto con le assicurazioni che i vertici del gruppo stanno dando alla comunità internazionale, affermava che i compiti delle donne "devono essere necessariamente compatibili con il ruolo che possono assumere", affermando che non sarebbero in grado di assumere ruoli nella Difesa a causa della loro "natura biologica".
"Se decidessimo di dare ad una donna il ministero della Difesa, questo si accorderebbe con la sua assenza e natura biologica? Senza dubbio no. Può impegnarsi come un uomo? Non può", ha detto ancora il portavoce.
al-Jawlani: "Siria non interferirà in Libano"
Intanto Abu Mohammed al-Jawlani, leader di Hts, ha assicurato oggi ai leader libanesi drusi che il suo Paese non interferirà negativamente in Libano e rispetterà la sua sovranità.
Nell'incontro con i leader drusi Walid e Taymur Jumblatt, al-Jawlani, che ora preferisce essere chiamato Ahmed al-Sharaa e non più con il suo nome di battaglia jihadista, ha affermato che la Siria non "eserciterà per niente un'interferenza negativa in Libano". La nuova leadership a Damasco, ha aggiunto, "rispetta la sovranità del Libano, l'unità dei suoi territori, l'indipendenza delle sue decisioni e la sua stabilità di sicurezza".
Esteri
L’equilibrio precario dell’economia russa...
Il mancato rialzo dei tassi nonostante la corsa dell'inflazione è un segnale preoccupante. Il Governatore della Banca centrale finora è stata un appiglio nella realtà per il Cremlino
Le contraddizioni e i paradossi dell'economia in Russia, ma anche la sua sostanziale tenuta, fin dall'invasione dell'Ucraina, hanno un nome e un cognome. Non è quello più scontato di Vladimir Putin ma quello di Elvira Nabiullina, Governatore della Banca centrale russa. L'economista ha una formazione e una storia personale che, da subìto, l'hanno messa nella scomodissima posizione di dover salvare con i pochi strumenti a disposizione un castello di carte, fatto di inflazione galoppante, sanzioni occidentali, squilibri sempre più consistenti nei fondamentali, occupazione e qualità della vita dei cittadini russi in costante calo.
Fino a oggi, Nabiullina ha giocato la sua partita imponendo un utilizzo razionale della politica monetaria, ricorrendo al reiterato aumento dei tassi di interesse, fino all'attuale 21%, per contrastare la corsa altrimenti incontrollabile dei prezzi. L'elemento significativo, fino a oggi, è stata la tenuta di un patto non scritto che le ha consentito, nonostante la propaganda e il malumore di oligarchi e militari, di mantenere una rotta coerente con una navigazione difficile ma all'interno degli schemi della dottrina economica. Un patto che Putin ha onorato non per una apertura di credito senza condizioni, e neanche per una particolare simpatia verso Nabiullina, ma perché l'andamento della guerra in Ucraina, e la convinzione di poter arrivare a una vittoria sul campo, gli consigliavano quel minimo di cautela necessario a conservare un sistema economico provato ma con una prospettiva di ripresa tecnicamente possibile nel medio periodo. Nabiullina, del resto, è stata fino a oggi l'unica persona alla quale Putin ha riconosciuto la competenza e il peso specifico che le hanno consentito di rimanere al suo posto, praticamente senza facoltà di dimissioni, nonostante la voce più volte dissidente, a partire dalla valutazione sull'opportunità di invadere l'Ucraina.
Oggi quel patto sembra essere saltato. Nonostante la Banca centrale russa avesse già anticipato la necessità di alzare ancora i tassi di interessi, continuando a imprimere alla politica monetaria la spinta restrittiva indispensabile per evitare che l'economia venisse travolta dalla concomitante morsa di inflazione fuori controllo e crescita negativa, Nabiullina ha alzato bandiera bianca e si è fermata. Troppo forte, evidentemente, la pressione esercitata su di lei attraverso l'apparato di Putin dalle oligarchie che con la guerra si stanno continuando ad arricchire, partendo dai giganti dell'acciaio, dell'alluminio e di tutta l'industria delle armi. La decisione di uniformarsi alle richieste, o meglio alle imposizioni del Cremlino, è scritta nella nota della banca centrale che ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro. L'inflazione di fondo è salita tra ottobre e novembre al 10,9%, soglia molto rilevante considerando anche che le stime ufficiali sono già molto più basse rispetto a quelle dei pochissimi organismi indipendenti che ancora hanno accesso ai dati in Russia, ma si è scelto di non muoversi di conseguenza. Ulteriore conferma della svolta è arrivata dalle parole di Putin, durante la conferenza 'fiume' di fine anno. Due i messaggi chiave: "La guerra fa bene all'economia" e "ci sono altre strade per contrastare l'inflazione che non siano l'aumento dei tassi di interesse".
Putin che si fa economista, e che di fatto sconfessa il Governatore Nabiullina, può essere un passaggio chiave per leggere le prossime mosse del Cremlino. Le conseguenze possono essere significative non solo per gli sviluppi della guerra in Ucraina ma anche per la postura che la Russia potrà assumere nello scenario internazionale anche nel post guerra con Kiev. Una Russia definitivamente consegnata all'economia di guerra, senza una possibile riconversione in termini ragionevoli delle scelte strategiche e di produzione, avrebbe una sola possibilità di sopravvivenza con Putin al potere: continuare a fare guerre su tutti i fronti possibili. Per questo i segnali di questi giorni sono particolarmente negativi e per questo la sorte di Elvira Nabiullina, che è riuscita finora a conservare il suo posto e un livello sufficiente di autonomia per incidere, avrà un peso significativo sull'equilibrio precario dell'economia russa e sulle residue speranze di una 'normalizzazione' della politica del Cremlino nel post Ucraina. (Di Fabio Insenga)
Esteri
Ucraina-Russia, Putin apre agli Usa: “Pronto a...
Il presidente russo: "Attacco Kiev con droni a Kazan? Risponderemo con maggiore distruzione". Droni ucraini anche nella città di Oryol. Zelensky: "Adesione a Nato realizzabile"
La Russia è pronta a normalizzare le relazioni con gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali, ma senza danneggiare i propri interessi. A dirlo è stato il presidente russo Vladimir Putin in un'intervista alle televisione Vgtrk, aggiungendo che nelle relazioni internazionali tutto cambia e solo gli interessi restano immutati, in questo caso "gli interessi della Russia e del suo popolo".
"Se vediamo che la situazione cambia in modo tale che ci siano opportunità e prospettive per costruire relazioni con altri paesi, allora siamo pronti per questo. Non è una questione che riguarda noi, ma loro. Ma questo dovrebbe avvenire senza danneggiare gli interessi della Federazione Russa", ha sottolineato Putin.
"Attacco Kiev a Kazan? Risponderemo con maggiore distruzione"
"Chiunque cerchi in qualsiasi modo di distruggerci, dovrà fronteggiare una distruzione molte volte maggiore e rimpiangerà quello che ha cercato di fare al nostro Paese", ha detto intanto Putin in una riunione governativa trasmessa in televisione, nella quale ha minacciato attacchi in Ucraina in rappresaglia dell'attacco con droni condotto ieri dagli ucraini contro la città russa di Kazan, che non ha fatto vittime.
Droni su Kazan e nuovi attacchi in Russia nella notte
Ieri l'Ucraina per la prima volta è arrivata a colpire con 8 droni la città di Kazan, a circa 1200 km da Kiev. I video diffusi su Telegram mostrano un drone che centra un grattacielo, seminando il panico tra la popolazione fino ad oggi estranea alla guerra. Nessuna vittima, ma l'effetto dell'azione è a dir poco dirompente. Kiev sostiene che l'obiettivo era la fabbrica di polvere da sparo di Kazan.
Un attacco "massiccio" di droni ucraini ha intanto colpito un deposito di petrolio vicino alla città di Oryol, nella Russia occidentale, durante la notte, provocando un incendio. Lo ha riferito il governatore dell'oblast di Oryol, Andrey Klychkov, aggiungendo che le forze russe hanno abbattuto 20 droni.
Video pubblicati sui social media e girati dai residenti locali mostrano grandi esplosioni che illuminano il cielo notturno attorno alla città. L'entità dei danni causati non è stata immediatamente chiara. Klychkov ha affermato che non sono state segnalate vittime o feriti a seguito dell'attacco.
Zelensky: "Nostra adesione a Nato è realizzabile"
L'adesione dell'Ucraina alla Nato è "realizzabile", ma Kiev dovrà combattere per convincere gli alleati a realizzarla. Lo ha detto intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai diplomatici ucraini. L'Ucraina ha ripetutamente sollecitato l'Alleanza Atlantica a invitare Kiev a diventare membro, mentre per Mosca la prospettiva dell'adesione dell'Ucraina alla Nato è una delle principali giustificazioni della sua invasione del 2022.
"Tutti noi comprendiamo che l'invito della Nato all'Ucraina e l'adesione all'Alleanza dipendano solo una decisione politica", ha aggiunto Zelensky. "L'alleanza per l'Ucraina è realizzabile, ma è realizzabile solo se lottiamo per questa decisione a tutti i livelli necessari". Il capo dello Stato ha affermato che gli alleati devono sapere cosa può apportare l'Ucraina alla Nato e in che modo la sua adesione all'Alleanza stabilizzerà le relazioni globali.
"Russia giustizia 5 prigionieri di guerra ucraini"
Le forze russe avrebbero intanto giustiziato cinque prigionieri di guerra ucraini. Lo ha reso noto su Telegram il Commissario parlamentare per i diritti umani dell'Ucraina, Dmytro Lubinets, precisando che le truppe russe hanno sparato ai cinque soldati disarmati dopo averli catturati. Non ha fornito dettagli, ma riferirà questo fatto all'Onu.
"I criminali di guerra russi che sparano ai prigionieri di guerra ucraini dovrebbero essere portati davanti a un tribunale internazionale e puniti con la pena più severa prevista dalla legge", ha aggiunto Lubinets.
Esteri
Attentato Magdeburgo, mesi fa allarme sul killer ricevuto...
Lo rende noto lo stesso ufficio: "Denuncia presa seriamente, ma non siamo investigatori e abbiamo indirizzato chi ha fornito le informazioni alle autorità"
L'Ufficio federale per l'immigrazione e i rifugiati aveva ricevuto mesi fa attraverso i suoi social un allarme riguardo a Taleb al-Abdulmohsen, il 50enne medico saudita incriminato per l'attentato di venerdì notte contro il mercatino di Natale di Magdeburgo. Lo rende noto lo stesso ufficio con un post su X in cui afferma che, "come per ognuna delle numerose segnalazioni che riceviamo, abbiamo preso questa denuncia seriamente".
Ma aggiunge che, non essendo un ufficio investigativo, aveva indirizzato la persona che aveva fornito le informazioni alle autorità responsabili. Al momento circolano su Internet screenshot dei messaggi che sarebbero stati inviati all'Ufficio riguardanti Abdulmoshen, ma non è stata confermata l'autenticità di questi messaggi. Intervistato ieri notte dalla Zdf, il capo dell'ufficio immigrazione, Holger Münch, ha confermato di aver ricevuto un allarme sul saudita nel 2023, affermando che da allora sono iniziati i controlli.
"La polizia della Sassonia Anhalt ha anche iniziato a prendere misure investigative pertinenti", ha aggiunto, riconoscendo comunque che non c'era molto di concreto. Anche se contattato dalle autorità il sospettato rispose "con insulti e minacce, però non era segnalato per crimini violenti". "Tuttavia queste cose dovrebbero essere verificate di nuovo per vedere se le autorità di sicurezza si sono perse qualcosa", ha infine ammesso.
Al-Abdulmohsen è stato incriminato questa mattina per cinque capi di imputazione di omicidio, diversi capi di imputazione di tentato omicidio e lesione aggravata.