L’esperto di terrorismo Razzante (Crst): “Magdeburgo attentato prevedibile, Giubileo senza particolari rischi”
"L'attentato a Magdeburgo era prevedibile al 90%: Taleb Al Abdulmohsen era pluri segnalato sia all'antiterrorismo sia alle forze militari, e i servizi segreti arabi avevano segnalato la pericolosità di questo soggetto. Queste sono notizie ufficiali che sono arrivate dalla polizia tedesca, quest'uomo è emerso fosse fuggito dall'Arabia Saudita nel 2006, dopo essere stato accusato di stupro e implicato in altri crimini, dal 2020 stava in questo sistema correzionale per persone affette da dipendenza, ma più volte assente per malattia alle riunioni. Inoltre doveva comparire presso il Tribunale distrettuale a Berlino il 19 dicembre, il giorno prima dell'attentato, ma non si era presentato. Era sotto indagine per abuso di chiamate d'emergenza, aveva ricevuto una sanzione penale e aveva fatto ricorso, ed era sotto attenzione per la radicalizzazione di matrice terroristica". Così all'Adnkronos Ranieri Razzante, esperto di cybersicurezza, direttore del Centro di ricerca su sicurezza e terrorismo e già consigliere alla cybersicurezza nel governo Draghi.
"Persone come queste in Italia - prosegue Razzante - noi le controlliamo, le teniamo monitorate. Per quanto riguarda il Giubileo non ci sono rischi né pericoli così attuali, perché non vi sono motivi dell'esposizione del nostro Paese ad attacchi terroristici. In Germania, ricordiamo, non si è trattato di un attentato dell'Isis o di falangi terroristiche, né di un lupo solitario perché i lupi solitari sono inquadrati nella strategia del terrore: è l'attentato di uno schizoide qualunque. Questo non significa che non ci siano pericoli in Europa, ma certamente l'Italia non sembra essere attualmente nel mirino dei terroristi". Per quanto riguarda i pericoli in Italia, per Razzante "possono derivare dall'estremismo antisemita o dall'estremismo interno, rinvigorito dalle proteste sociali, già sfociate in manifestazioni un po' eccessive. C'è un allarmismo che non farei: primo perché la congiuntura non è paragonabile a quella di anni fa, quando l'Isis degli albori si doveva far vedere, era nel pieno del vigore. Poi perché noi abbiamo gli apparati di sicurezza interni, con le forze di polizia sul territorio che sono in stretto coordinamento".
"In Italia abbiamo un modello di vigilanza che altri Stati europei non hanno, abbinando al controllo del territorio il controllo in remoto da parte dei servizi: c'è uno stretto coordinamento che si manifesta nel Casa, il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, che si riunisce settimanalmente. Le nostre forze di polizia insieme ai servizi settimanalmente ci danno, per dirlo in breve, i nomi e cognomi delle persone che sono monitorate. È vero che non esiste il rischio zero di attentati, però è evidente che attualmente noi non abbiamo un pericolo che viene segnalato come imminente. Quindi, quello che si aprirà domani è un Giubileo che va vissuto serenamente, senza allarmismi, ma con prudenza: perché un evento del genere che richiama milioni di persone da tutto il mondo potrebbe vedere non un terrorista, ma un pazzo o un folle che ce l'abbia ad esempio con la Chiesa o con il Vaticano, può prendere un'occasione del genere per tentare di colpire. Però - conclude Razzante - da qui a dire che ci sia un allarme terrorismo attualmente non abbiamo gli elementi per dirlo. Per fortuna".
Cronaca
Giubileo, Papa oggi aprirà la Porta Santa: “Entriamo...
Il post del Pontefice su X a poche ore dall'evento che darà il via all'Anno Santo. Migliaia di fedeli e pellegrini a San Pietro tra imponenti misure di sicurezza
Papa Francesco oggi dà il via al Giubileo, aprendo la Porta Santa della Basilica di San Pietro. "E' l'invito a compiere un passaggio, una pasqua di rinnovamento, a entrare in quella vita nuova che ci viene offerta dall'incontro con Cristo" sottolinea il Pontefice via X a poche ore dall'avvio ufficiale del Giubileo tra imponenti misure di sicurezza.
La Porta Santa di San Pietro viene aperta dal Papa solo in occasione del Giubileo. Di solito è la prima Porta a essere aperta e il gesto identifica l'inizio dell'Anno Santo. Da quel momento la Porta rimane aperta tutto l'Anno per il passaggio dei pellegrini.
Con questo gesto, non solo chi arriva a Roma vive in senso pieno l'indulgenza, legata all'Anno Santo, ma il passaggio sta anche a significare che il proprio cammino di conversione è arrivato all'incontro con Cristo, la 'Porta' che ci unisce al Padre. La Porta sempre aperta per chi si converte.
Le tappe della celebrazione
Il Papa - in un momento altamente suggestivo - arriverà nell'Atrio della Basilica alla testa di un corteo di cardinali, vescovi, preti, al canto del Jubilate Deo e del Veni Creator Spiritus. Dopo la recita del Deus Qui per Moysem, pronuncia la frase Aperite Mino portas iustitiae (apritemi la porta della giustizia), spinge leggermente le ante facendole spalancare mentre si genuflette appoggiandosi alla Ferula, il bastone pastorale. Dopo un attimo di preghiera silenziosa, attraversa la Porta Santa da primo pellegrino per entrare in basilica, seguito dal corteo pontificio, con il Coro della Sistina che intona il Te Deum Laudamus.
Le novità di quest'anno
Quest'anno saranno due le novità. Una webcam installata sulla Porta Santa di San Pietro permetterà a chi non potrà viaggiare di attraversarla quantomeno virtualmente. La seconda sarà che il 26 dicembre Bergoglio ne aprirà simbolicamente una per tutte nel carcere di Rebibbia. Si tratta di una prima volta nella storia degli Anni Santi. Il 29 dicembre il Vicario di Roma, cardinal Baldo Reina, su mandato del Papa, provvederà ad aprire la Porta Santa a S. Giovanni in Laterano. Il 1 gennaio 2025 sarà aperta la Porta Santa della Basilica di S. Maria Maggiore; il 5 gennaio toccherà a quella di San Paolo fuori le Mura.
Cronaca
‘Luce perduta’, successo visitatori a Cinisi
Cinisi (Palermo) celebra il successo della mostra “Luce Perduta”, organizzata nell’ex Chiesa di Santa Caterina, situata all’interno del Palazzo dei Benedettini. L’esposizione della copia della “natività” di Caravaggio, sta attirando un numero crescente di visitatori provenienti da tutta la regione e oltre, confermandosi un evento di eccezionale richiamo culturale. La mostra, patrocinata dall’assessorato regionale ai beni culturali e della identità siciliana, fa parte del progetto internazionale “Wanted …presi per il verso giusto” dell’associazione Extroart, propone una straordinaria riproduzione ad olio su tela, nelle dimensioni originali, della celebre Natività con i Santi Lorenzo, Francesco e Giacomo di Caravaggio, trafugata dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nel 1969.
“Siamo particolarmente entusiasti-dichiara il sindaco di Cinisi, Vera Abbate- per l’eccezionale risposta del pubblico che ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa. Il progetto Wanted, portato avanti con passione dall’associazione Extroart, ha permesso alla nostra comunità di ospitare un’opera straordinaria che racchiude in sé una storia dolorosa ma anche un forte messaggio di rinascita culturale. La Natività di Caravaggio non è solo un capolavoro artistico, ma anche un simbolo della fragilità e della forza del nostro patrimonio culturale. La grande affluenza testimonia quanto sia importante e necessario diffondere consapevolezza su questi temi. Siamo fieri -conclude il sindaco-di aver contribuito a riportare a Cinisi un’opera che, secondo le dicerie popolari, non trovò mai pace, al punto che, si dice, la moglie di un boss ne ordinò addirittura la distruzione perché non le piaceva. Un racconto che aggiunge fascino e mistero a una mostra già di per sé emozionante”.
Cronaca
Simdo: “Il 2025 sarà anni di speranza per...
"Obesità e mancanza di mezzi sono stati, fino ad ora, un binomio capace di soffocare anche la speranza, nei soggetti che ne sono affetti, di vivere una vita normale. I farmaci rivoluzionari che hanno reso la magrezza un obiettivo possibile, l'hanno decretata però come un affare solo per ricchi, dato il costo esorbitante delle molecole. Oggi, in Italia, un importante passo avanti verso la democratizzazione della lotta all'obesità è stato fatto grazie all’approvazione dell’emendamento che istituisce un fondo dedicato alla prevenzione e alla cura dell'obesità che è adesso nella Finanziaria di prossima approvazione da parte del Parlamento italiano". Così, in una nota. Anche Simdo, Società Italiana Malattie metaboliche, Diabete e Obesità, per voce del suo presidente, il diabetologo siciliano Vincenzo Provenzano, "si unisce al coro di soddisfazione per la prossima approvazione della norma che riconosce all’obesità la dignità di malattia".
L'emendamento già approvato in commissione e inserito in Finanziaria, era stato presentato dall'onorevole Roberto Pella, Capogruppo per Forza Italia in Commissione V, Bilancio, Tesoro, Programmazione della Camera dei Deputati. È stato introdotto per finanziare interventi normativi in materia di prevenzione e cura dell’obesità, nello stato di previsione del Ministero della Salute. Esso prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, con ulteriori integrazioni di 200mila euro nel 2025, 300mila euro nel 2026 e 700mila euro nel 2027, grazie all'intervento dell'onorevole Stefano Benigni, capogruppo in Commissione XII.
“È un passo decisivo per il miglioramento della salute pubblica – afferma il dottor Vincenzo Provenzano, diabetologo, oggi, direttore sanitario della clinica specializzata in obesità Santa Chiara di Partinico e presidente di Simdo – perché l’obesità è l’anticamera di tante altre malattie invalidanti che compromettono la salute e la vita di chi ne è affetto. I fondi che saranno investiti saranno risparmiati per altre patologie croniche che da essa scaturiscono. Si tratta di malattie cardiovascolari, cancro e diabete di tipo 2 di cui l’obesità è il principale fattore di rischio. Ci piace pensare – conclude Provenzano - che la politica in questa sua decisione così importante sia stata illuminata anche dall’azione costante e instancabile che le società scientifiche hanno portato avanti in questi anni. L'approvazione unanime dell'emendamento Pella segna l'inizio di una nuova era nella gestione dell'obesità nel nostro Paese”.