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Brescianini all’88’ risponde a Dele-Bashiru, 1-1 tra Lazio e Atalanta

All'Olimpico si ferma a undici la serie di vittorie consecutive della Dea

Brescianini esulta per il gol (Fotogramma/Ipa)

Dopo undici vittorie di fila si ferma la striscia vincente dell'Atalanta in Serie A. I nerazzurri pareggiano 1-1 all'Olimpico contro la Lazio nel big match della 18/a giornata. Gli orobici, passati in svantaggio al 27' per un gol di Dele-Bashiru, si salvano all'88' grazie a Brescianini, entrato in campo da pochi minuti. In classifica i nerazzurri bergamaschi restano al primo posto con 41 punti, uno in più dell'Inter e tre in più del Napoli che hanno una partita in meno. I biancocelesti sono quarti a quota 35.

La partita

In avvio è la squadra di casa a fare la partita. Al 6' tentativo da fuori area di Castellanos ma palla abbondantemente a lato. Al 9' imbucata di Castellanos per l'inserimento di Guendouzi, uscita bassa di Carnesecchi a sventare il pericolo. Un minuto dopo tripla occasione biancoceleste. Tchaouna crea superiorità numerica, si accentra e serve in area Castellanos, che taglia verso destra e calcia, trovando la respinta del portiere. L'azione prosegue e l'argentino ci prova di nuovo, con Carnesecchi ancora più bravo nell'opporsi con i piedi. Dele-Bashiru raccoglie di nuovo il pallone e lo appoggia a Guendouzi: interno destro da fuori area e palla sulla traversa.

Al 20' Rovella vede Carnesecchi qualche metro avanti rispetto alla porta e prova a sorprenderlo con un tiro da fuori, l'ex Cremonese però è attento e blocca il pallone in arretramento. Al 21' il primo pericolo creato dagli ospiti. Su un cross da destra Tchaouna non allontana bene il pallone di testa e serve Zappacosta, che si coordina subito e calcia di destro sul primo palo: palla sull'esterno della rete. Al 27' la Lazio sblocca la partita. Rovella si fionda sul pallone vagante e verticalizza immediatamente per Dele-Bashiru, che scappa alle spalle di De Roon in posizione regolare e con il destro al volo trafigge Carnesecchi.

Al 32' Kolasinac resiste alla carica di Tchaouna e cerca un filtrante per l'arrivo di De Ketelaere da destra, una deviazione di Tavares e l'uscita di Provedel evitano guai. Al 35' discesa di Tavares nella trequarti avversaria, Hien lo ferma con le cattive e diventa il primo ammonito del match.

Al 37' Tavares cerca la sovrapposizione di Zaccagni in area con un pallone morbido, ma il capitano biancoceleste è chiuso e l'opportunità sfuma. Al 42' Rovella scarica a sinistra per Zaccagni nei pressi dell'area. L'ex Verona però ritarda troppo il momento del cross. L'azione prosegue e Tavares crossa alla perfezione per Tchaouna, che salta però in maniera scoordinata e non riesce a stoppare o calciare il pallone. Nel recupero della prima frazione Zappacosta crossa da sinistra e trova il colpo di testa di Pasalic, che diventa una sponda per Djimsiti: la spaccata dell'albanese non trova la porta.

Si riparte con un doppio cambio per Gasperini: dentro Kossounou per l'ammonito Hien e Cuadrado per Zappacosta. All'8' Dea a un passo dal pari: De Ketelaere premia la sovrapposizione di Bellanova, che crossa alla perfezione per Cuadrado sul secondo palo, il suo colpo di testa da due passi finisce fuori. Al 10' terzo cambio per la Dea con Samardzic al posto di Pasalic. Al quarto d'ora Lookman rientra sul destro e calcia in porta, Provedel si allunga e devia in angolo. Al 18' primi cambi per Baroni. Dentro Pellegrini e Isaksen per Tavares e Tchaouna.

Al 20' finisce la partita di De Ketelaere, entra Zaniolo, fischiato dal pubblico laziale per il suo passato nella Roma. Poco dopo esce Zaccagni, appena ammonito per un fallo proprio su Zaniolo, al suo posto Dia. Al 25' ammonizione per Cuadrado per un'entrata in ritardo su Isaksen. Un minuto dopo la Lazio potrebbe raddoppiare. Isaksen avvia un contropiede pericoloso, proseguito da Castellanos a sinistra. Il cross dell'argentino pesca Dia solo in area, ma il senegalese viene tratto in inganno dal velo di De Roon davanti a lui e non riesce a coordinarsi per colpire il pallone.

Alla mezz'ora grande chance per Lookman. Un calcio d'angolo trova il nigeriano sul secondo palo, che colpisce al volo da pochi passi. Il terzino si immola sulla linea ed è reattivo anche sul successivo tentativo ravvicinato di Lookman. Alla fine Provedel fa suo il pallone. Al 33' Djimsiti va a vuoto in anticipo e libera la strada verso la porta all'ex Senegal. Il tiro però è centrale e trova la risposta di Carnesecchi. Al 39' Gasperini esaurisce i cambi con Brescianini al posto di Kolasinac, mentre Baroni inserisce Castrovilli per Castellanos.

Al 43' arriva il pari della Dea proprio con l'ultimo entrato Brescianini. Invenzione di Zaniolo su un cross da sinistra, che apre per Lookman che si trova da solo si ritrova solo davanti a Provedel e appoggia per l'ex Frosinone, che non sbaglia davanti alla porta e pareggia i conti. Galvanizzata dal gol l'Atalanta chiude in attacco ma il risultato non cambia più fino al triplice fischio di Massa.

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Sport

Il diario della Parigi-Dakar, inizia l’avventura di...

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Al via per il 50enne il viaggio di quasi 8.000 km in 14 giorni nel deserto e nelle montagne del regno Saudita

Parigi-Dakar - Afp

"Sono Iader Giraldi, un cinquantenne appassionato di moto e quest’anno partecipo alla Dakar rally in Arabia Saudita. Cercherò di portarvi un racconto quotidiano di questa assurda competizione che porta circa 130 piloti e 350 fra auto e camion a compiere un viaggio di quasi 8.000 km in 14 giorni nel deserto e nelle montagne del regno Saudita.

La competizione è pazzesca, fate finta di svegliarvi a Reggio Calabria e arrivare tutti i giorni a Milano facendo per la maggior parte un percorso in fuoristrada. Il giorno dopo tornate in Calabria facendo la stessa distanza e così per 14 giorni. Io partecipo in moto in una categoria senza Assitenza pertanto devo occuparmi anche della meccanica, manutenzione cambio gomme etc.

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I piloti vengono da tutto il mondo inseguendo un mito di sfida verso la natura e soprattutto verso i propri limiti fisici e mentali. La Dakar e’ uno sport non allenabile per la tipologia di terreno e distanze, perché dove lo trovi un percorso di 700 Km senza essere umano per poterti allenare nell’ordinario, pertanto come atleta occorre solo preparare corpo e mente soprattutto a gestire fatica, incertezza, e occorre imparare a gestire l’inaspettato. Se mi seguirete ogni giorno proverò a portarvi in moto con me dentro a questa meravigliosa sfida".

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Sport

Il 2024 del Milan, dai cambi in panchina alla contestazione...

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Dall'addio di Stefano Pioli alla protesta nei confronti della proprietà americana, sono diversi i momenti salienti dell'ultimo anno rossonero

Paulo Fonseca - Fotogramma/IPA

Il 2024 del Milan è stato un tavolo di sperimentazione, con tanti cambiamenti e diverse difficoltà incontrate sul percorso. Intanto in campo, con il passaggio in panchina da Stefano Pioli, tecnico dell’ultimo scudetto, a Paulo Fonseca e poi ancora da Fonseca a Sergio Conceicao. E poi fuori, con una proprietà che fatica a entrare in sintonia con i tifosi e contestata in più di qualche occasione. Come nella partita di campionato contro il Genoa, nel giorno della festa per il 125° compleanno del club. La fotografia di un momento difficile.

Da Pioli a Fonseca e Conceicao

Intanto, nell’anno del Milan ci sono da considerare ben due cambiamenti della guida tecnica. In estate, il club ha chiuso il rapporto con Stefano Pioli dopo 5 stagioni, caratterizzate da un ritorno ai vertici in Italia, con lo scudetto del 2022, e anche in Europa, con la semifinale di Champions League agguantata nel 2023. In estate, Ibrahimovic, Furlani e Moncada hanno sfogliato la margherita per individuare il successore del tecnico e la scelta è caduta su Paulo Fonseca, tornato in Italia dopo l’esperienza alla Roma. Il portoghese si è presentato con personalità e ha iniziato la sua avventura all'ombra del Duomo con queste parole. “Sono molto motivato, emozionato e fiducioso di fare un grande lavoro qui. So che arrivo in un club che vuole vincere, ho appena visto il museo, la storia del Milan e ho una grande ambizione di far parte di questa storia. Sono qui per vincere”.

Fonseca è stato però esonerato alla 18esima giornata di campionato, dopo un deludente pareggio con la Roma. Il portoghese ha pagato gli scarsi risultati ottenuti soprattutto in Serie A, dove ha chiuso l'anno all'ottavo posto con 27 punti, nonostante un buon rendimento in Champions League. Al suo posto la società ha scelto Sergio Conceicao, ex tecnico del Porto, che ha firmato un contratto fino al 2026.

I cambiamenti in campo

Tanti i cambiamenti in campo. In estate, il Milan ha salutato soprattutto Olivier Giroud, finito al Los Angeles Fc dopo tre stagioni in rossonero, e Simon Kjaer. Due uomini spogliatoio, tra i simboli dell’ultimo tricolore. Sono stati sostituiti da Alvaro Morata, sbarcato a Milanello dopo la vittoria dell’Europeo con la Spagna, da capitano, e Strahinja Pavlovic, strappato al Salisburgo per circa 20 milioni (tra parte fissa e bonus). Hanno poi lasciato il club – tra gli altri - Kalulu, finito in prestito alla Juve, Adli, Saelemaekers, Maldini e Pobega, mentre sono arrivati innesti come Fofana in mezzo al campo, Emerson Royal sulla fascia destra e Abraham davanti.

Il Milan Futuro

Una delle novità estive è stata la nascita della formazione Under 23: il “Milan Futuro”, terzo esempio di seconda squadra in Italia (dopo i casi di Atalanta e Juventus). Un gruppo affidato al tecnico Daniele Bonera, con una struttura supervisionata da Jovan Kirovski, dirigente di riferimento. Nella conferenza estiva di presentazione, Ibrahimovic ne aveva parlato così: “Milan e Milan Futuro saranno una sola squadra e ciò che farà Fonseca lo farà anche Bonera. Vogliamo che i talenti abbiano la possibilità di entrare in prima squadra, con la Primavera c’era troppa distanza. Arrivi in prima squadra e non sei pronto, fisicamente e come esperienza. Col Milan Futuro avranno più tempo per crescere e si prepareranno giocando contro adulti, non ragazzini”. Con un appunto finale come manifesto programmatico: “Con il nome Futuro vogliamo mandare un messaggio globale, ovvero che chi entra e cresce in questa squadra sarà il futuro del Milan”.

Le difficoltà in campionato

Per i rossoneri, l’avvio di stagione è stato complicato. Fin qui, per la squadra pesa soprattutto l’andamento in campionato: il Diavolo oggi è ottavo, ha 27 punti (con una partita da recuperare, contro il Bologna) e i numeri mettono in fila un impietoso –14 da Atalanta e Napoli e un -13 dall’Inter. A salvare l’inizio di annata deludente, dopo il secondo posto della passata stagione, il ritorno al successo nel derby contro l’Inter in Serie A (con il 2-1 dello scorso 22 settembre firmato da Pulisic e Gabbia) e un ottimo percorso in Champions, con 12 punti conquistati in 6 partite. Il Milan ha perso in Europa contro Liverpool (eccezionale l’avvio di stagione dei Reds) e Bayer Leverkusen e poi ha vinto le restanti quattro partite, portando a casa lo scalpo del Real Madrid, battuto 3-1 in una notte da ricordare al Bernabeu. Con le reti di Thiaw, Morata e Reijnders.

Il malcontento dei tifosi

L’ultima parte dell’anno è quella che ha visto la squadra alle prese con una rumorosa contestazione. I tifosi rossoneri non hanno apprezzato l’atteggiamento messo in campo più volte dai giocatori e lo stesso Fonseca, dopo il successo in Champions contro la Stella Rossa, non ha nascosto il disappunto. "Io so che lavoro tutti i giorni per fare bene. Non so se tutti in squadra possono dire lo stesso. Quando entriamo in una partita decisiva e abbiamo questo tipo di atteggiamento, senza dare tutto per la maglia, le cose sono difficili”. Parole che esemplificano la schiettezza del tecnico, che prima dell'esonero si è fatto pochi problemi a mandare in panchina anche i senatori (come Leao, Hernandez, Calabria o Tomori) per un rendimento al di sotto delle aspettative. Lo stesso contestato da San Siro nella gara di campionato contro il Genoa, iconica per descrivere il momento delicato.

Nel giorno di festa per i 125 anni del club, domenica 15 dicembre, con tanti campioni del passato a sfilare sul prato del Meazza, i rossoneri non sono andati oltre lo 0-0. Scatenando la pioggia di fischi al novantesimo e una protesta continuata anche nelle ore successive, nel luogo scelto dalla società per la festa privata di fine anno. E che testimonia una spaccatura tra i tifosi e la proprietà americana. In questo senso, proprio pochi giorni fa RedBird ha ribadito l’impegno nel Milan. Trovando l’accordo con Elliott (con otto mesi d’anticipo sulla deadline) per rifinanziare il vendor loan effettuato da Singer al momento dell’acquisizione del club, spostando la scadenza da agosto 2025 a luglio 2028. Con tanto di ulteriore investimento di 170 milioni di euro nella società, con riduzione della quota capitale del prestito a 489 milioni. Il prossimo passo per Cardinale, adesso, sarà riavvicinarsi ai tifosi. Il 2025 del Diavolo parte da qui.

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Milan, Conceicao si presenta: “È successo tutto in...

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Il tecnico portoghese ha sostituito Fonseca sulla panchina rossonera

Sergio Conceicao - Fotogramma

Sergio Conceicao si presenta. Il nuovo allenatore del Milan, che ha sostituto sulla panchina rossonera l'esonerato Fonseca, ha parlato in conferenza stampa: "Sono venuto al Milan perché alleno una delle migliori squadre del mondo a livello storico: è un piacere venire ad allenare il Milan. Con il Porto non è stato un addio facile, non ne voglio parlare. Il timing per me non è una cosa importante: estate, inverno, ogni settimana sono stato contattato da qualcuno in Portogallo e lo scrivevano. Il timing del Milan nemmeno è importante. Sono arrivato ieri e ci siamo allenati, oggi c'è la presentazione per il rispetto che abbiamo per voi e per i tifosi. È stato tutto molto veloce".

"Parole parole, l'ho detto ai giocatori, ma poi sono i risultati che contano", ha continuato l'allenatore portoghese, "ho questa comunicazione diretta, occhi negli occhi, i giocatori devono dare il massimo. Questo deve dare forza. È come la pressione, fa parte del calcio: in grandi club devono averla. Il modulo per me non è tanto importante, ma la dinamica sul campo. Poi c'è una strategia, una base, un lavoro sui principi: la squadra deve capirli. Per me il calcio è semplice, molto semplice: c'è una porta e bisogna fare gol e non prenderli. Se poi il gioco dominante significa altro, per me significa fare i risultati. Possesso palla, tiki taka: per me il tiki taka è metterla dentro".

Sull'obiettivo stagionale: "Tutti vogliamo una cosa: che il Milan arrivi in Champions League, e c'è già un trofeo in palio. Siamo il Milan. C'è tanto lavoro da fare. Ci sono tanti giocatori importanti, con quelli che sono disponibili lotteremo per arrivare a vincere". Poi sul mercato: "Prima voglio conoscere bene la squadra, non solo i grandi ma anche il Milan Futuro. Non è giusto parlare di mercato perché non conosco bene tutti, soprattutto i giovani".

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