Sinner, Djokovic sta con Kyrgios: “Il suo caso non piacevole, frustrante per noi”
Il tennista serbo ha parlato del caso doping che ha riguardato l'azzurro
Novak Djokovic contro Jannik Sinner per il caso doping? A pochi giorni dall'inizio della nuova stagione del tennis, che si aprirà prima con il torneo di Brisbane e poi con l'Australian Open, stanno facendo discutere le parole del campione serbo, che in conferenza stampa sembra dare ragione a Nick Kyrgios sul 'caso Clostebol' che ha riguardato l'azzurro. Kyrgios, come è noto, da mesi chiede sanzioni esemplari nei confronti dell'italiano, che attende l'esito del ricorso dell'agenzia mondiale antidoping (Wada) al Tas. Sinner, prosciolto da un tribunale indipendente, rischia ora una squalifica.
"Il caso Sinner non è piacevole, allo stesso tempo però viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto di esprimersi, soprattutto sui social media. Nick si è espresso molto bene riguardo all’intero caso doping di Jannik, e ha ragione per quanto riguarda la trasparenza e l’incoerenza dei protocolli e i confronti tra i vari casi", ha detto Djokovic in conferenza stampa, "abbiamo visto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai controlli antidoping e per non aver comunicato la loro reperibilità. Alcuni giocatori di ranking inferiore che aspettano la risoluzione del loro caso da più di un anno".
"Non metto in discussione se la sostanza proibita sia stata assunta intenzionalmente o meno", ha continuato Djokovic, "credo nello sport pulito, credo che il giocatore farà tutto il possibile per giocare in modo corretto. Conosco Jannik da quando era molto giovane, quindi non mi sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere, ma mi sono sentito davvero frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto quella notizia. Non è una bella immagine per il nostro sport".
Goat has spoken. https://t.co/siyI8O81RY
— Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) December 29, 2024
Parole che sono piaciute molto proprio a Nick Kyrgios, che su X le ha rilanciate pubblicando un eloquente"Goat has spoken", ovvero "il più grande di tutti i tempi ha parlato".
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Juve-Milan 1-2, rossoneri in finale di Supercoppa contro...
Il Diavolo soffre per oltre un'ora, ma poi ribalta la partita con un rigore di Pulisic e un'autorete di Gatti
Sul Milan del 2025 c'è subito il timbro di Sergio Conceicao. I rossoneri battono 2-1 la Juve in semifinale di Supercoppa italiana e si guadagnano la finale-derby con l'Inter grazie a una rimonta di cuore e grinta. I bianconeri passano nel primo tempo di Riyadh con Yildiz, il Diavolo reagisce dopo oltre un'ora di fatica e prima pareggia con un rigore di Pulisic al 72', poi la ribalta grazie a un cross di Musah deviato in rete da Gatti a un quarto d'ora dalla fine. Succede tutto in tre minuti. Buona la prima per il tecnico portoghese: il lavoro da fare è ancora tanto, ma l'inizio lascia ben sperare per spirito e forza di reazione.
Apre Yildiz
La prima sorpresa arriva qualche minuto prima del fischio d’inizio: Francisco Conceicao abbandona il riscaldamento in lacrime per un problema fisico ed è costretto a saltare la sentita sfida con papà Sergio, nuovo tecnico del Milan. La sua maglia da titolare va a Yildiz e, scherzo del destino, proprio il turco sblocca il big match d’Arabia a metà del primo tempo. Al 21’, Mbangula pesca il turco con un gran filtrante a spaccare la difesa e il numero 10 bianconero batte Maignan con un destro sotto la traversa. La fotografia di un primo tempo complicato per i rossoneri, che faticano a costruire, perdono tanti duelli e commettono diversi errori in mezzo al campo. Si va al riposo sull’1-0, ma poco prima dell’intervallo la squadra di Thiago Motta sfiora il raddoppio ancora con Yildiz: Maignan devia la botta dal limite.
Rimonta Milan
La ripresa inizia con lo stesso copione, ma dopo qualche minuto Conceicao fa la prima mossa e manda in campo Musah al posto di uno spento Bennacer. Il Milan mette così la testa fuori e bussa dalle parti di Di Gregorio. Al 55’, l’occasione clamorosa capita a Theo Hernandez: sugli sviluppi di un calcio d'angolo, il francese ha sul destro il pallone del pari, ma apre troppo il piatto e spara alto da due passi. I rapporti cambiano con il passare dei minuti: Conceicao aggiunge una punta e manda in campo Abraham al posto di Jimenez, Motta si copre e sceglie Nico Gonzalez e Cambiaso al posto di Vlahovic e Mbangula. Al 70’, l’episodio che fa svoltare la partita: Locatelli atterra Pulisic in area ed è calcio di rigore. L’americano sceglie la soluzione potente e centrale e fa 1-1. Il Milan a questo punto ci crede e a un quarto d’ora dalla fine la ribalta con il cuore e la fortuna. Musah sale sulla destra e crossa in mezzo: il pallone viene deviato da Gatti e la traiettoria beffa Di Gregorio in maniera clamorosa. Risultato capovolto in tre minuti. A questo punto, Conceicao si difende e riduce i rischi al minimo negli ultimi minuti: il Milan tiene botta, lotta, soffre e strappa la finale anche con un po' di fortuna, dopo la clamorosa chance fallita da Gatti nell'ultimo dei cinque minuti di recupero. In finale, lunedì 6 gennaio, sarà derby.
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Pietrangeli dimesso dal Gemelli: “Sto bene, pronto a...
L'ex campione ha lasciato l'ospedale dopo l'operazione per la frattura all'anca: "La visita più inaspettata? Quella di Licia Colò"
Nicola Pietrangeli è stato dimesso oggi, nel tardo pomeriggio, dopo la caduta accidentale e l'operazione del 13 dicembre scorso (per una frattura all’anca destra) presso la Uoc di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli.
L'ex campione del tennis italiano (operato dal professor Giulio Maccauro, professore ordinario di malattie dell'apparato locomotore dell'università Cattolica e direttore della Uoc di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli di Roma), dopo l'intervento torna a casa, dove dovrà seguire un lavoro di riabilitazione di circa 30 giorni. "Mi sento molto bene" ha detto Pietrangeli all'Adnkronos. Ora lo attende una riabilitazione prima di poter ritornare al suo amato circolo Canottieri Roma, a giocare a carte. "Per il momento ho già organizzato un 'Peppa' a casa con gli amici!", ha aggiunto riferendosi al gioco di carte. Pietrangeli è comunque già in piedi ed ha invitato il personale sanitario a cena appena starà meglio, ringraziandolo per l'assistenza ricevuta.
Pietrangeli dimesso
Ha sempre scherzato e riso e non è mai stato di malumore, raccontando le storie narrate anche nel suo docufilm. In questi giorni di feste ha ricevuto moltissime visite e "per fortuna non mi è mancato ne la presenza ne l'affetto dei miei cari", ha aggiunto l'ex campione. "Quale è stata la visita più inaspettata o che mi ha fatto più piacere? Quella di Licia Colò", ha aggiunto. Anche lo stesso personale sanitario è andato spesso a trovarlo, da ammiratori per stringere la mano ad un campione che a tutt'oggi attira l'attenzione sia di giovani che di adulti e che ora potrà godersi i tornei di tennis e rivedere Sinner e gli altri azzurri agli Australian Open. "Certo non mancherò di fare il tifo per tutti i nostri giocatori italiani", ha concluso Pietrangeli.
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Zirkzee, Juve dopo flirt con Milan? Il precedente Tevez, il...
L'olandese potrebbe finire in bianconero dopo aver sfiorato il Milan in estate. Proprio come accadde all'argentino
Due film diversi, con trame simili, un attore in comune e una conclusione forse identica. Dopo aver sfiorato il Milan in estate, Joshua Zirkzee è finito nel mirino della Juve, che studia il colpo in attacco in vista delle prossime sessioni di mercato. La sua storia ricorda da vicino quella di Carlos Tevez, finito ai bianconeri oltre un decennio fa dopo il mancato passaggio in rossonero. Il filo che lega i due affari? Kia Joorabchian. L’agente dell’olandese, lo stesso dell’Apache.
La Juve su Zirkzee
Il contesto è noto in casa Juve: il club cerca un attaccante in grado di dare il cambio a Vlahovic, per dividere il peso di un reparto che vede in Milik l’unica alternativa. Zirkzee è un giocatore che piace per caratteristiche da regista d’attacco, da “nove e mezzo” bravo a esaltare le doti di compagni di squadra come Yildiz, Gonzalez e Conceicao, frecce di fascia abili negli inserimenti. Inoltre, dopo essere stato vicinissimo al Milan in estate (l'affare è saltato per una richiesta eccessiva sulle commissioni), l'olandese non sta vivendo un periodo positivo al Manchester United (4 gol in 27 presenze) e tornerebbe volentieri in Italia. A maggior ragione per lavorare con un tecnico che conosce e stima come Thiago Motta, con cui si è trovato molto bene al Bologna.
Vicino al Milan, come Tevez
Dovesse concretizzarsi la pista torinese (e molto dipende da un’apertura al prestito del Manchester United), il film non sarebbe nuovo. C’è già un precedente simile, ricordato bene dai tifosi del Milan e della Juve. Salto indietro al gennaio 2012, con Carlos Tevez protagonista dell’intreccio. L’argentino in quel momento gioca nel City ed è seguito dal Milan, a un passo dal colpaccio come testimoniato dalla celebre foto dell’attaccante con il suo procuratore Kia Joorabchian e Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan. Tutti insieme, a pranzo, in un ristorante di Rio de Janeiro. Il contesto vede il Milan lavorare in contemporanea alla cessione di Pato al Psg, ma alla fine il presidente Silvio Berlusconi dice “No” e salta anche la trattativa parallela tra Milan e City per Tevez. Affare sfumato, a un centimetro dal traguardo. Galliani ci riprova così un anno dopo, ma è tardi: Tevez ha già trovato l’accordo con la Juve e si prepara all’avventura in bianconero. La stessa che potrebbe vivere Zirkzee, Red Devils permettendo.