Il 2024 dell’Inter, dalla seconda stella al passaggio di proprietà
Dalla vittoria del ventesimo scudetto ai saluti del gruppo Suning, i momenti salienti dell'ultimo anno nerazzurro
Il 2024 dell’Inter è costellato di sorrisi. Quelli arrivati per il ventesimo scudetto e per la qualificazione al nuovo Mondiale per Club del prossimo anno, ma anche per l’avvio di una stagione che promette scintille su più fronti. Con la squadra di Inzaghi di nuovo candidata a un ruolo da protagonista in tutte le competizioni.
La seconda stella
Il 2024 resterà nella storia del club e per sempre nella memoria dei tifosi perché legato alla seconda stella. Il ventesimo scudetto, obiettivo dichiarato e portato a casa al termine di un percorso costante ed esaltante, segnato da diverse prove di forza. Come il poker di vittorie consecutive con quattro reti segnate, contro Roma (2-4), Salernitana (4-0), Lecce (4-0) e Atalanta (4-0) a febbraio. Il momento in cui forse, più di altri, la superiorità della squadra è apparsa evidente rispetto alla concorrenza. Il percorso è stato sigillato dal successo per 2-1 nel derby dello scorso 22 aprile, deciso dai gol di Acerbi e Thuram. Il sesto successo consecutivo nella stracittadina ha consegnato lo scudetto agli uomini di Inzaghi con cinque turni d’anticipo: un trionfo impreziosito anche dal titolo di capocannoniere di Lautaro Martinez, re dei bomber della Serie A 2023-24 con 24 reti.
Da Suning a Oaktree
Un mese dopo, per l’Inter c’è stata una storica svolta, con i saluti del Gruppo Suning e il passaggio al fondo americano Oaktree, nuovo proprietario del club. L’annuncio è arrivato alle 11.19 del 22 maggio, con un comunicato in cui il fondo chiarisce di aver acquisito le quote in seguito al mancato rimborso da parte di Suning di un prestito da 395 milioni di euro. "Siamo impegnati per il successo a lungo termine dei nerazzurri - il commento in quelle ore del managing director Alejandro Cano -. Il nostro obiettivo iniziale è la stabilità operativa e finanziaria del club". Concetti poi ribaditi ad Alessandro Antonello, amministratore delegato dell'area corporate del club, e all’amministratore delegato dell’area sportiva Giuseppe Marotta, nominato in seguito presidente della società dal cda.
I cambiamenti
In estate, la dirigenza ha puntellato la rosa campione d’Italia con innesti mirati. A parametro zero sono arrivati l’ex Porto Mehdi Taremi, a un passo dal trasferimento al Milan nella stagione precedente, e Piotr Zielinski, pilastro del Napoli campione d’Italia nel 2023. Due rinforzi importanti per attacco e centrocampo, utili per le rotazioni in una stagione ancor più fitta di impegni. In virtù del maggior numero di partite della nuova Champions e del Mondiale per Club. Sono poi arrivati anche il portiere Josep Martinez (dal Genoa) e Tomas Palacios (dal Talleres), mentre hanno lasciato da svincolati Klaassen, Sensi, Sanchez e Cuadrado, oltre ad Audero, per fine prestito.
La nuova stagione
La stagione con lo scudetto sul petto è iniziata per i nerazzurri in scia alla precedente. Dopo 17 giornate di campionato (resta da recuperare la gara contro la Fiorentina), la squadra di Inzaghi lotta in testa al campionato e tiene a vista Napoli e Atalanta (prime a quota 41, con l'Inter a 40). Per i nerazzurri, tra le partite da ricordare fin qui c’è proprio il 4-0 rifilato agli uomini di Gasperini alla seconda giornata. Negli annali della Serie A resteranno poi il pirotecnico 4-4 di San Siro contro la Juve, big match del 27 ottobre che ha regalato gol e spettacolo, e il recente 6-0 rifilato a domicilio alla Lazio. Un ruggito d’orgoglio e un colpo notevole alle ambizioni biancocelesti, tra le squadre rivelazione della prima parte del torneo.
Molto positivo anche il percorso in Champions dei campioni d’Italia, che in Europa hanno raccolto 13 punti nelle prime sei giornate. Al momento, l’Inter è sesta nella classifica generale e in coppa ha pareggiato con il City all’Etihad Stadium, a inizio stagione, battendo poi l’Arsenal a San Siro a novembre, con un rigore di Calhanoglu. Sulle ambizioni della squadra, delusa dall’ultimo risultato nel torneo (l’eliminazione agli ottavi contro l’Atletico Madrid, a marzo), è intervenuto proprio il presidente Marotta, che prima della partita contro la Lazio non ha nascosto gli obiettivi: "Abbiamo l’obbligo di competere in tutte le manifestazioni, è nel nostro dna. Cercheremo di ottenere il massimo, ovvero la finale di Champions e la vittoria del campionato. Una squadra come l’Inter non può accontentarsi e pensare in modo minimo”. La grande novità è che a giugno l’Inter sarà - insieme alla Juve - una delle due squadre italiane impegnate negli Stati Uniti nel Mondiale per Club. Un altro obiettivo cerchiato in rosso, in una seconda parte di stagione fitta di appuntamenti. E con tante coppe in palio.
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Il diario della Parigi-Dakar: continua la...
"È difficile descrivere l'emozione che si prova ad andare in moto per ore e ore in questi paesaggi meravigliosi"
"È partita questa splendida avventura. È difficile descrivere l'emozione che si prova ad andare in moto per ore e ore in questi paesaggi meravigliosi. Pensate che la mia speciale di oggi è stata di 8 ore e 53 e ho fatto in moto più di 12 ore, tra tutti trasferimenti vari. Per 8 ore e 53 ho cercato di andare il più veloce possibile senza mai fermarsi", racconta Iader Giraldi, che quest’anno partecipa alla Dakar rally in Arabia Saudita.
"La gara prevede un momento in cui il tempo si sospende. Si chiama neutralizzazione e dura 20 minuti. In quei periodo di tempo si può mangiare, fare pipì e fare benzina alla moto. Devo confessare che in questa occasione a fare pipì mi ci sono fermato una volta in più, perché ho una certa età.Ma oggi la difficoltà maggiore ha riguardato la navigazione.
Dovete sapere che noi non abbiamo una traccia predefinita. Semplicemente c’è un road book, una sorta di papiro elettronico, che scorre ogni tot chilometri dà dei segnali con dei disegnini, che ti consentono di comprendere se a quel chilometro c’è quel dato territorio, da un'indicazione di svolta a destra, a sinistra, di prendere il grado 76, oppure di girare attorno alla montagna o di prendere il percorso del fiume secco.
Sostanzialmente è una navigazione tipo quella marittima, con l'uso di chilometri, di posizione e gradi.
Molte oggi mi è capitato, partendo verso la fine, di arrivare e trovare fermi tanti ragazzi, che andavano molto veloci ma poi rimanevano senza sapere dove andare. E ammetto di essere molto contento, perché sono riuscito a non sbagliare nessun incrocio (nessun trick come dicono gli inglesi) e questo mi ha consentito, pur guidando in sicurezza, di arrivare con senso. Devo dire che spesso per navigare non si seguono solo delle logiche. A volte si seguono anche delle reazioni istintive. Per poter capire qual è la strada giusta occorre non fermarsi a quella posizione, ma alzare lo sguardo, ad esempio vedere le note successive. Un po’ come nella vita, quando non si fa una scelta in funzione di quello che si vede in quel momento, ma si cerca di essere lungimiranti e di guardare un po’ cosa c'è dopo. Questa è la tecnica fondamentale che uso e che ho imparato dal rally.
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Un’altra esperienza che oggi ho vissuto molto intensamente riguarda proprio la capacità di resistere anche al dolore. Nel senso che il dolore, come la stanchezza, fa capolino e ogni tanto inizia a fare male una mano, una gamba. La nostra mente ci manda tanti impulsi di dolore, ma che in realtà non sono dolori reali. Ho scoperto, facendo questo sport, che spesso sono l’espressione di meccanismi di difesa della mente quando viene sottoposta dalla nostra volontà, che viene percepita quasi come fosse un’entità esterna, a fatiche e a sforzi che non le spettano .
Nel tempo ho imparato che, quando in questi frangenti partono dei piccoli dolori, con la respirazione e con la concentrazione si riescono a superare.
Insomma, in 8 ore 53 di moto, seppure a una certa velocità, pur navigando, si fanno tanti pensieri, a volte anche strani. Ma il bello del rally è tutto questo.
Domani forse non ci sentiamo, perché abbiamo una tappa che dura due giorni in cui dobbiamo fare 1100 km e ci fermiamo quando fa buio in una tenda che ci viene data dall'organizzazione.
Quindi ora si va a letto, che anche domani ci aspetta una grande giornata".
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Fiorentina-Napoli 0-3, Conte primo in classifica da solo
Azzurri passano con i gol di Neres (29'), Lukaku (54' su rigore) e McTominay (68')
Il Napoli vince 3-0 in casa della Fiorentina oggi 4 gennaio 2025 nel match valido per la 19esima giornata della Serie A. La formazione di Conte passa al Franchi con i gol di Neres (29'), Lukaku (54' su rigore) e McTominay (68'). Il successo consente al Napoli di salire a 44 punti e di conquistare il primo posto solitario in classifica con 3 punti di vantaggio sull'Atalanta e 4 sull'Inter. Bergamaschi e milanesi hanno una partita in meno.
La partita
Il Napoli parte bene e al 15' Olivera va in gol dopo lo scambio con Lukaku, ma l'azione del Napoli è viziata da due posizioni di fuorigioco dei due protagonisti dell'azione. Al 18' altro squillo del Napoli con Spinazzola che impegna De Gea. La Fiorentina non riesce ad essere pericolosa e la squadra di Conte al 26' ci prova con Neres che converge e ci prova con il mancino.
Al 29' Napoli in vantaggio: combinazione tra Neres e Lukaku, con il brasiliano che in area danza sul pallone, salta gli avversari e di destro da posizione laterale infila De Gea sotto la traversa per l'1-0. Immediata la reazione viola che al 35' manda Kean in gol, ma l'attaccante prima del tiro in porta tocca il pallone con una mano e la rete viene annullata dopo il consulto con il Var. Al 39' ancora Fiorentina pericolosa con la conclusione verso la porta di Mandragora, parata in tuffo da Meret.
Ad inizio ripresa ancora Napoli protagonista. Al 53' Neres serve McTominay ma lo scozzese in area non inquadra la porta. Il raddoppio arriva un minuto dopo. Al 54' intervento in ritardo di Moreno su Anguissa e calcio di rigore trasformato da Lukaku, per il 2-0. Palladino cambia faccia alla squadra inserendo Gosens e Colpani e al 61' arriva una clamorosa doppia occasione: prima Meret respinge il tiro da centro area di Mandragora, poi si salva anche sul tentativo di Beltran. Poi sul cross di Dodò, svetta ancora Beltran ma il pallone esce di poco a lato.
I viola riversati in avanti lasciano ampi spazi alle ripartenze del Napoli che al 63' sfiora il tris sull'asse Lukaku-Neres, ma questa volta il brasiliano conclude sull'esterno della rete. Al 68' il Napoli trova il terzo gol: ennesimo errore viola a centrocampo con Anguissa che ruba palla e si invola, sul suo cross in area Comuzzo non riesce a liberare, e McTominay arriva da dietro e mette il pallone alle spalle di De Gea per il 3-0. La Viola non si arrende nonostante il pesante passivo e al 70' arriva il tiro a giro di Sottil dal limite dell'area che esce fuori di poco. Con il passare dei minuti la pressione della Fiorentina si affievolisce con il Napoli che controlla il possesso del pallone senza correre altri rischi.
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Vinicius jr, scuse con sfottò al Valencia dopo...
Il brasiliano ha rimediato un rosso nella partita di campionato vinta in rimonta dal Real. In queste ore, sta però facendo discutere il suo tweet di scuse...
Vinicius Junior, stella del Real Madrid, si è scusato con i suoi compagni di squadra dopo essere stato espulso nella partita di Liga vinta 2-1 contro il Valencia. Il brasiliano ha rimediato un cartellino rosso al 79' per una spinta al portiere avversario Dimitrievski, con i suoi in svantaggio per 1-0. I Blancos hanno però ribaltato tutto in un finale thriller, pieno di colpi di scena e polemiche: "Mi dispiace e grazie alla squadra" le parole di Vinicius su X, dopo il successo centrato dal Real grazie alle reti di Modric e Bellingham.
Perdon y gracias equipo!!!!!!
— Vini Jr. (@vinijr) January 3, 2025
La squalifica di Vinicius
In tanti hanno visto come ironiche le scuse dell'asso brasiliano, che ha accompagnato il suo tweet con una raffica di emoji della vittoria. Due dita che potrebbero essere interpretate anche come uno sfottò al Valencia, oggi a rischio retrocessione in Segunda Division. Per quanto accaduto in campo, intanto, Vinicius potrebbe ora essere punito con una lunga squalifica. Carlo Ancelotti ha però annunciato un ricorso. "Non so se lo accetteranno. Crediamo che non fosse un cartellino rosso", ha spiegato il tecnico del Real, aggiungendo che Dimitrievski aveva precedentemente provocato il brasiliano. "Due gialli avrebbero risolto la questione. Non voglio dire che sia caduto nella trappola. Ma Vini Junior ha sofferto questo atteggiamento".