Il 2024 del Milan, dai cambi in panchina alla contestazione dei tifosi
Dall'addio di Stefano Pioli alla protesta nei confronti della proprietà americana, sono diversi i momenti salienti dell'ultimo anno rossonero
Il 2024 del Milan è stato un tavolo di sperimentazione, con tanti cambiamenti e diverse difficoltà incontrate sul percorso. Intanto in campo, con il passaggio in panchina da Stefano Pioli, tecnico dell’ultimo scudetto, a Paulo Fonseca e poi ancora da Fonseca a Sergio Conceicao. E poi fuori, con una proprietà che fatica a entrare in sintonia con i tifosi e contestata in più di qualche occasione. Come nella partita di campionato contro il Genoa, nel giorno della festa per il 125° compleanno del club. La fotografia di un momento difficile.
Da Pioli a Fonseca e Conceicao
Intanto, nell’anno del Milan ci sono da considerare ben due cambiamenti della guida tecnica. In estate, il club ha chiuso il rapporto con Stefano Pioli dopo 5 stagioni, caratterizzate da un ritorno ai vertici in Italia, con lo scudetto del 2022, e anche in Europa, con la semifinale di Champions League agguantata nel 2023. In estate, Ibrahimovic, Furlani e Moncada hanno sfogliato la margherita per individuare il successore del tecnico e la scelta è caduta su Paulo Fonseca, tornato in Italia dopo l’esperienza alla Roma. Il portoghese si è presentato con personalità e ha iniziato la sua avventura all'ombra del Duomo con queste parole. “Sono molto motivato, emozionato e fiducioso di fare un grande lavoro qui. So che arrivo in un club che vuole vincere, ho appena visto il museo, la storia del Milan e ho una grande ambizione di far parte di questa storia. Sono qui per vincere”.
Fonseca è stato però esonerato alla 18esima giornata di campionato, dopo un deludente pareggio con la Roma. Il portoghese ha pagato gli scarsi risultati ottenuti soprattutto in Serie A, dove ha chiuso l'anno all'ottavo posto con 27 punti, nonostante un buon rendimento in Champions League. Al suo posto la società ha scelto Sergio Conceicao, ex tecnico del Porto, che ha firmato un contratto fino al 2026.
I cambiamenti in campo
Tanti i cambiamenti in campo. In estate, il Milan ha salutato soprattutto Olivier Giroud, finito al Los Angeles Fc dopo tre stagioni in rossonero, e Simon Kjaer. Due uomini spogliatoio, tra i simboli dell’ultimo tricolore. Sono stati sostituiti da Alvaro Morata, sbarcato a Milanello dopo la vittoria dell’Europeo con la Spagna, da capitano, e Strahinja Pavlovic, strappato al Salisburgo per circa 20 milioni (tra parte fissa e bonus). Hanno poi lasciato il club – tra gli altri - Kalulu, finito in prestito alla Juve, Adli, Saelemaekers, Maldini e Pobega, mentre sono arrivati innesti come Fofana in mezzo al campo, Emerson Royal sulla fascia destra e Abraham davanti.
Il Milan Futuro
Una delle novità estive è stata la nascita della formazione Under 23: il “Milan Futuro”, terzo esempio di seconda squadra in Italia (dopo i casi di Atalanta e Juventus). Un gruppo affidato al tecnico Daniele Bonera, con una struttura supervisionata da Jovan Kirovski, dirigente di riferimento. Nella conferenza estiva di presentazione, Ibrahimovic ne aveva parlato così: “Milan e Milan Futuro saranno una sola squadra e ciò che farà Fonseca lo farà anche Bonera. Vogliamo che i talenti abbiano la possibilità di entrare in prima squadra, con la Primavera c’era troppa distanza. Arrivi in prima squadra e non sei pronto, fisicamente e come esperienza. Col Milan Futuro avranno più tempo per crescere e si prepareranno giocando contro adulti, non ragazzini”. Con un appunto finale come manifesto programmatico: “Con il nome Futuro vogliamo mandare un messaggio globale, ovvero che chi entra e cresce in questa squadra sarà il futuro del Milan”.
Le difficoltà in campionato
Per i rossoneri, l’avvio di stagione è stato complicato. Fin qui, per la squadra pesa soprattutto l’andamento in campionato: il Diavolo oggi è ottavo, ha 27 punti (con una partita da recuperare, contro il Bologna) e i numeri mettono in fila un impietoso –14 da Atalanta e Napoli e un -13 dall’Inter. A salvare l’inizio di annata deludente, dopo il secondo posto della passata stagione, il ritorno al successo nel derby contro l’Inter in Serie A (con il 2-1 dello scorso 22 settembre firmato da Pulisic e Gabbia) e un ottimo percorso in Champions, con 12 punti conquistati in 6 partite. Il Milan ha perso in Europa contro Liverpool (eccezionale l’avvio di stagione dei Reds) e Bayer Leverkusen e poi ha vinto le restanti quattro partite, portando a casa lo scalpo del Real Madrid, battuto 3-1 in una notte da ricordare al Bernabeu. Con le reti di Thiaw, Morata e Reijnders.
Il malcontento dei tifosi
L’ultima parte dell’anno è quella che ha visto la squadra alle prese con una rumorosa contestazione. I tifosi rossoneri non hanno apprezzato l’atteggiamento messo in campo più volte dai giocatori e lo stesso Fonseca, dopo il successo in Champions contro la Stella Rossa, non ha nascosto il disappunto. "Io so che lavoro tutti i giorni per fare bene. Non so se tutti in squadra possono dire lo stesso. Quando entriamo in una partita decisiva e abbiamo questo tipo di atteggiamento, senza dare tutto per la maglia, le cose sono difficili”. Parole che esemplificano la schiettezza del tecnico, che prima dell'esonero si è fatto pochi problemi a mandare in panchina anche i senatori (come Leao, Hernandez, Calabria o Tomori) per un rendimento al di sotto delle aspettative. Lo stesso contestato da San Siro nella gara di campionato contro il Genoa, iconica per descrivere il momento delicato.
Nel giorno di festa per i 125 anni del club, domenica 15 dicembre, con tanti campioni del passato a sfilare sul prato del Meazza, i rossoneri non sono andati oltre lo 0-0. Scatenando la pioggia di fischi al novantesimo e una protesta continuata anche nelle ore successive, nel luogo scelto dalla società per la festa privata di fine anno. E che testimonia una spaccatura tra i tifosi e la proprietà americana. In questo senso, proprio pochi giorni fa RedBird ha ribadito l’impegno nel Milan. Trovando l’accordo con Elliott (con otto mesi d’anticipo sulla deadline) per rifinanziare il vendor loan effettuato da Singer al momento dell’acquisizione del club, spostando la scadenza da agosto 2025 a luglio 2028. Con tanto di ulteriore investimento di 170 milioni di euro nella società, con riduzione della quota capitale del prestito a 489 milioni. Il prossimo passo per Cardinale, adesso, sarà riavvicinarsi ai tifosi. Il 2025 del Diavolo parte da qui.
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Roma-Lazio 2-0, il derby è giallorosso: gol di Pellegrini e...
La formazione di Ranieri ipoteca il successo nei primi 20 minuti
La Roma batte la Lazio per 2-0 e si aggiudica il derby del 5 gennaio 2025, valido per la 19esima giornata della Serie A. I giallorossi si impongono con i gol di Pellegrini (10') e Saelemakers (18'). Il successo consente alla formazione allenata da Ranieri di salire a 23 punti, a metà classifica. La Lazio rimane a quota 35 punti, al quarto posto, e perde la chance di guadagnare terreno su Juventus e Fiorentina, appaiate a 32.
La partita
Ranieri per il derby sceglie, un po' a sorpresa, Pellegrini dal 1' a supporto di Dybala e Dovbyk. In mezzo al campo Konè e Paredes, e sulle corsie laterali confermati Saelemakers e Angelino. Baroni dall'altra parte opta per Isaksen preferito a Tchaouna a destra per completare la trequarti con Dele-Bashiru e Zaccagni. In avanti Castellanos.
Al 3' Koné si libera al limite dell'area e conclude con un destro a giro ma è bravo Provedel a respingere in angolo. La Lazio prova a reagire e al 5' Tavares serve Isaksen ma la conclusione viene ribattuta due volte e sulla respinta Marusic manda alto sopra la traversa. Al 10' la Roma passa: grande ripartenza dei giallorossi con Dybala che allarga, poi la palla arriva al limite a Pellegrini che con un tiro a giro di gran classe batte Provedel per l'1-0. La Lazio accusa il colpo e la Roma prova ad affondare.
Al 13' iniziativa personale di Hummels che conduce palla per diversi metri prima di concludere verso lo specchio ma la palla viene deviata in angolo. Al 17' la squadra di Baroni prova a reagire con Isaksen ma il rasoterra è troppo lento.
Al 18' la Roma raddoppia: sul rinvio di Svilar arriva la sponda di Dovbyk per Dybala si presenta al limite dell'area e scarica per Saelemakers che conclude di destro, Provedel respinge ma sulla respinta il belga deposita in rete il gol del 2-0. I biancocelesti continuano a fare girare il pallone per trovare lo spazio giusto e al 22' Dele-Bashiru semina il panico sulla trequarti prima di concludere verso la porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 38' ancora Lazio pericolosa con Isaksen che devia il cross di Tavares ma la sua spizzata termina al lato.
Ad inizio ripresa Baroni cambia e inserisce Tchaouna e Dia per Isaksen e Dele-Bashiru. La Lazio spinge e sfiora il gol al 48' con Castellanos su cui è attento Svilar e al 50' con Guendouzi che dalla lunga distanza lascia partire un mancino, deviato, su cui Svilar si invola a manda in angolo. La squadra di Ranieri dopo i primi minuti di difficoltà sfiora il tris al 58' ancora con Pellegrini che tenta la conclusione di mancino ma è bravo Provedel a respingere e bloccare su un successivo rimpallo. La Lazio riprende a spingere e Hummels salva su Zaccagni entrato in area dopo aver saltato Mancini.
Al 60' enorme occasione per i biancocelesti con Tchaouna, ben servito da Dia di testa, davanti a Svilar tocca male e va a colpire la parte alta della traversa. Al 65' ancora Lazio pericolosa, questa volta con Tchaouna che di tacco prova a servire Castellanos ma decisivo Hummels in copertura. Poi Ranieri cambia Pellegrini e Saelemakers inserendo Pisilli ed El Shaarawy.
La pressione della Lazio non accenna ad affievolirsi e al 69' Castellanos conclude da posizione defilata ma è attento Svilar. Ranieri cerca forze fresche e toglie Dybala e Dovbyk per Baldanzi e Shomurodov. Al 76' la Roma si salva ancora sull'ennesimo spunto di Tchaouna che crossa per Zaccagni che è bravo a servire Dia a due passi dalla porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 79' altra perentoria azione di Tavares che entra in area e conclude di sinistro ma il suo tiro termina di pochissimo al lato. Finale concitato e nervoso con rissa finale e Lazio che chiude in dieci uomini per l'espulsione di Castellanos. La Roma vince il derby, la squadra che va tutta sotto la Sud a ricevere l'abbraccio del pubblico giallorosso.
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Torino-Parma 0-0, zero gol e poco spettacolo: Suzuki...
I granata, che non riescono a vincere in casa, si portano a 21 punti, mentre i Ducali salgono a 19
Ennesimo pareggio, il quarto, in questa 19esima giornata di Serie A, è lo 0-0 tra Torino e Parma, all'Olimpico Grande Torino. I granata che non riescono a vincere in casa, con questo punto si portano a 21 punti, mentre i Ducali salgono a 19. Per la sfida Vanoli aveva scelto per il ritorno sulla fascia dal primo minuto di Lazaro, con Pedersen in panchina e sull'altro lato Sosa. In attacco Adams con Karamoh, mentre Sanabria resta in panchina. Nel Parma di Pecchia c'è invece il recuperato Delprato in difesa, con Valenti e Balogh centrali e Valeri terzino. In attacco solo panchina per Bonny, gioca Cancellieri.
La partita
Padroni di casa subito pericolosi al 9': Vlasic serve un pallone in area con Adams che schiaccia di testa ma Suzuki si stende e devia in angolo. Risponde subito il Parma, al 10' ripartenza veloce con Miihaila che va in gol ma l'arbitro Feliciani ferma tutto per il fuorigioco in partenza di Cancellieri, abile e servire il compagno andato in rete. Gara aperta e al 17' Karamoh entra in area, salta il portiere ma al momento di calciare a porta quasi spalancata, incredibilmente, prova a servire Vlasic e perde l'attimo. Al 19' ancora Adams protagonista, sul cross di Lazaro l'attaccante calcia al volo ma Suzuki è pronto e reattivo. Al 35' ci prova Hernani dalla distanza, ma nessun problema per Milinkovic Savic.
Nella ripresa al 58' ci prova subito il Parma con Bonny, appena entrato, ma la conclusione dal limite esce non di molto sopra la traversa. Sempre Bonny al 63' arriva al limite e prova la conclusione di piatto ma Milinkovic Savic la sfiora e manda in angolo. Il Parma sale di intensità, con il Toro apparso più stanco, e al 64' Bonny fa da sponda per Mihaila che si mette il pallone sul destro e calcia di potenza colpendo il palo alla sinistra di Milinkovic Savic.
Il Torino cerca di portarsi in avanti ma sono ancora i gialloblu a rendersi pericolosi. Al 78' Mihaila prova una conclusione dal limite, ma la palla termina alta sopra la traversa. Poi all'80' Bonny dal limite si sposta il pallone su sinistro e calcia, ma blocca senza problemi Milinkovic Savic. Il Toro prova nel finale a conquistare i tre punti ma al 93' ancora Adams calcia alto. Al 95' Linetty calcia dal limite ma Suzuki sfiora con le dita e salva il Parma.
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Sinner: “Caso doping? Amo chi si fida di me come...
Il numero uno del tennis mondiale si è raccontato in un'intervista agli organizzatori degli Australian Open
"Ogni Slam o torneo è differente, ancor più all’inizio della stagione perché ogni tennista ha lavorato su certi aspetti per migliorare". Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale, ha parlato così in un'intervista con gli organizzatori degli Australian Open, primo Slam vinto in carriera. Dopo il trionfo del 2024, il 23enne altoatesino torna a Melbourne Park per difendere il titolo.
Sinner e il caso Clostebol
Sinner ha parlato del suo mondo. Dai successi ai problemi venuti fuori nel 2024, come il caso Clostebol: "Amo chi oggi è intorno a me, quelli che si fidano di me prima di tutto come persona. Anche nella situazione che ho vissuto l'anno scorso e che sto ancora vivendo. Cerco di circondarmi di persone che abbiano fiducia in me, con cui io possa sentirmi in confidenza. Mia zia lo era". Jannik ha parlato anche dell’importanza della famiglia e delle festività natalizie passate a casa, con un pizzico di malinconia: "È importante passare il Natale in famiglia, ma è stato difficile dopo la scomparsa di mia zia. Sarà sempre nel mio cuore, è una persona speciale. È stato uno stress perdere una persona così importante, che mi ha dato tanti consigli e mi ha fatto vivere momenti belli. La mia è una famiglia unita e a me piace stare con persone che si fidano di me in tutto. Per questo, è stato un Natale strano".
Obiettivo Australian Open
Quindi il focus sul primo Slam della stagione: "La condizione è molto più calda rispetto all'anno scorso, il meteo è differente ed è speciale tornare per difendere il titolo. Non vedo l'ora di scendere in campo. Abbiamo ancora diversi giorni di preparazione prima dell'inizio del torneo e affronterò tutto un passo alla volta. Ho l'opportunità di giocare un paio di match di esibizione prima del torneo e spero di ritrovare il ritmo". In chiusura, qualche accenno alle abitudini e alla scaramanzia: "Ho la stessa stanza d'hotel dell'anno scorso, anche se sto cercando di diversificare e arricchire la preparazione. Il viaggio in macchina verso il campo? Di solito prima di iniziare la partita passano ore e ore, si può riflettere molto. Nadal ha avuto lo stesso autista per 20 anni dall’hotel al campo? Era fortunato..." ha chiuso il campione azzurro con un sorriso.