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Capodanno 2025 e zone rosse: da Milano a Torino e Napoli, le misure

Rafforzate le misure di sicurezza in diverse città italiane in vista dell'arrivo del nuovo anno

La stazione Garibaldi di Napoli - Fotogramma

Mentre l'Italia si prepara ad accogliere il 2025, alcune città hanno istituito diverse 'zone rosse' per Capodanno. Si tratta di aree urbane dove sarà vietata la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali, con i prefetti che potranno quindi disporne l’allontanamento.

Ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha inviato una direttiva proprio ai prefetti per sottolineare l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, tali aree, estendendo ad altre città italiane uno strumento che ha già dato positivi risultati nel corso della sua prima applicazione a Firenze e Bologna dove, complessivamente, negli ultimi 3 mesi sono stati 105 i soggetti destinatari di provvedimenti di allontanamento su 14mila persone controllate. Ma in quali città saranno applicate le 'zone rosse'?

Napoli

A Napoli sono state istituite alcune "zone rosse" nei quartieri Chiaia, Vomero, Decumani e alla stazione Garibaldi. È quanto disposto dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari, che stamattina ha presieduto una riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica: "In occasione delle festività di fine anno, che comporteranno una maggiore affluenza di persone nei luoghi pubblici, sono stati adottati diversi, mirati dispositivi al fine di consentire l’ordinato svolgimento delle manifestazioni" si legge in una nota.

In particolare, è stata disposta l’intensificazione dei controlli da parte delle Forze dell’ordine, con il coinvolgimento della Polizia locale, nelle zone urbane con maggiore concentrazione di esercizi commerciali e in quelle dove, solitamente, si riscontra un movimento di persone più elevato, quali le aree della movida cittadina, i baretti di Chiaia, il quartiere Vomero ed il centro storico.

È stata pianificata l’intensificazione dei servizi di controllo presso gli scali portuali, aeroportuali, ferroviari e nelle zone particolarmente a rischio, al fine della prevenzione e del contrasto di eventi criminosi. Il Comune di Napoli ha predisposto appositi dispositivi di limitazione del traffico veicolare, dalle ore 18 di oggi fino a cessate esigenze del 1° gennaio 2025, nelle aree interessate dai concerti e dalle manifestazioni pirotecniche programmate, quali il Lungomare e il centro cittadino per assicurare il flusso e il deflusso dei veicoli nonchè per garantire il passaggio dei mezzi di soccorso.

È stata inoltre adottata un’ordinanza che dispone il divieto di vendita di bevande in bottiglia, lattine, contenitori di vetro, plastica rigida, tetrapack o qualsiasi altro materiale rigido, consentendone la commercializzazione solo in bicchieri di plastica leggera o carta, nelle vie maggiormente interessate dal fenomeno della movida (Chiaia – baretti, centro storico, quartieri Spagnoli e Vomero). È inoltre vietata la vendita ed il possesso di spray o dispositivi nebulizzatori contenenti oleoresin capsicum introdurre e far esplodere fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici e in genere artifici contenenti miscele detonanti ed esplodenti nelle aree di Piazza del Plebiscito, del Lungomare di Via Caracciolo e Via Parthenope.

Peraltro il regolamento comunale già prevede il divieto dell’accensione di fuochi artificiali sulla pubblica via. Inoltre, al fine di accrescere ulteriormente gli standard di prevenzione e repressione, in seno al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica odierno, sono state disposte specifiche misure nelle aree considerate più “a rischio” (cosiddette “zone rosse”) di proliferazione di forme di illegalità diffusa o di criminalità che sono state individuate nelle zone Chiaia, Vomero, Decumani e stazione Garibaldi.

In tali contesti il Prefetto adotterà un provvedimento contingibile ed urgente, della durata di tre mesi decorrenti da oggi, di divieto di stazionamento ai soggetti che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti - determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica tale da ostacolare la libera e piena fruibilità di quelle aree - e risultino già destinatari di segnalazioni all'Autorità Giudiziaria reati in materia di stupefacenti, reati contro la persona, reati predatori, invasioni di terreni o edifici, detenzione abusiva di armi, porto abusivo di armi, porto di armi e/o oggetti atti a offendere. Infine è stato completato il posizionamento di dissuasori e new jersey nelle zone del capoluogo attrattive sotto il profilo turistico e per gli eventi.

Milano

Misure di sicurezza incrementate a Milano per la notte di Capodanno e l'istituzione di cosiddette 'zone rosse', attive dal 30 dicembre al 31 marzo prossimi. Lo ha stabilito il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal prefetto, Claudio Sgaraglia. Nel corso della riunione sono state esaminate le misure per incrementare i servizi di controllo del territorio per la fine dell’anno, in particolare nella notte di San Silvestro, quando si prevede, come di consueto, che numerose persone, soprattutto giovani, si raduneranno spontaneamente per i festeggiamenti nelle zone centrali del Comune di Milano e nella zona Darsena e Navigli, con possibili ripercussioni sull’ordine e la sicurezza pubblica, anche in considerazione dell’attuale contesto politico internazionale.

In occasione delle festività di fine anno, anche le stazioni ferroviarie saranno interessate da un considerevole incremento del flusso di viaggiatori e turisti, per il quale occorrono interventi mirati, finalizzati ad arginare le situazioni di degrado ambientale e di criminalità. In questi contesti, assume rilievo anche la presenza di soggetti molesti e aggressivi, dediti alla commissione di reati e non in regola con la normativa in materia di immigrazione, tale da incidere negativamente sulla percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti che fruiranno di quelle aree.

Il Comitato ha quindi deliberato l’adozione di un provvedimento prefettizio, contingibile e urgente ai sensi dell’art. 2 del T.U.L.P.S., che dispone il divieto di stazionamento ai soggetti che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti, e risultino destinatari di segnalazioni dell’autorità giudiziaria per reati in materia di stupefacenti, contro la persona, contro il patrimonio per i delitti di furto con strappo, rapina, danneggiamento, invasione di terreni ed edifici, detenzione abusiva di armi od oggetti atti ad offendere e che costituiscano un concreto pericolo per la sicurezza pubblica, tale da ostacolare la libera e piena fruibilità delle infrastrutture del trasporto e delle aree urbane individuate.

In particolare, le 'zone rosse' in cui si applicherà il divieto, dal 30 dicembre fino al 31 marzo prossimi, saranno le aree intorno alle stazioni ferroviarie di Milano Centrale, Porta Garibaldi e Rogoredo, le zone adiacenti a Piazza Duomo, e quelle della Darsena e dei Navigli a forte vocazione turistica e di movida. Il divieto di stazionare in queste zone ai soggetti pericolosi e gravati dai suddetti precedenti penali, consente il loro immediato allontanamento da parte delle forze di polizia, e costituisce un ulteriore strumento di prevenzione e repressione a disposizione delle forze dell’ordine per garantire la libera e sicura accessibilità e fruibilità delle zone in questione.

Nel corso del Comitato è stata inoltre stabilita l’istituzione - per la notte di Capodanno - di un presidio di pronto intervento, anche sanitario, presso Piazzetta Reale e prevista la emanazione di una ordinanza sindacale che limiti, all’interno della cerchia filoviaria, la vendita e la somministrazione di bevande in bottiglie e in contenitori di vetro e lattine e la vendita e la somministrazione di bevande superalcoliche, sia in forma fissa che ambulante.

Torino

In occasione degli eventi musicali previsti in piazza Castello a Torino per domani sera e per il giorno di Capodanno il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica a seguito delle indicazioni fornite dal ministero dell’Interno, ha disposto il rafforzamento del dispositivo di vigilanza e controllo nelle aree interessate dalle manifestazioni ed in quelle limitrofe. In particolare, sono state istituite intorno a piazza Castello 2 zone concentriche, zona gialla e zona rossa,che si estendono verso via Po, via Roma, via Pietro Micca e via XX settembre.

A partire dalla giornata di domani, pertanto, saranno attuate limitazioni crescenti alla circolazione dei veicoli, dei monopattini e delle biciclette e, nella zona rossa, sarà interdetta anche la sosta dei veicoli mentre il perimetro interessato dai concerti sarà costantemente vigilato e presidiato, anche con il rafforzamento di dispositivi antiintrusione. Infine, oltre a limitazioni alla vendita, alla somministrazione ed alla detenzione di bevande alcoliche, con gradazione superiore a 21 gradi, e a quelle in contenitori in vetro e metallo, nelle aree delle manifestazioni e nell’intera città sono stati disposti rafforzati servizi di vigilanza, prevenzione e controllo del territorio finalizzati a contrastare reati di microcriminalità, danneggiamenti e l’uso di materiale pirotecnico vietato.

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Cronaca

Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 4 gennaio

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Centrati due '5' che vincono 99.636 euro ciascuno

Superenalotto - Fotogramma

Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, sabato 4 gennaio 2025. Centrati invece due '5' che vincono 99.636 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 55,3 milioni di euro.

Quanto costa la schedina

La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.

La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.

I punteggi vincenti

Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:

- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;

- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;

- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;

- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;

- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.

Come so se ho vinto

E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

La combinazione vincente di oggi

Questa la combinazione vincente del concorso di oggi, sabato 4 gennaio 2025, del Superenalotto: 31, 42, 43, 63, 83, 86. Numero Jolly: 37. Numero Superstar: 86.

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Cronaca

Omicidio Piersanti Mattarella, nuova inchiesta: possibile...

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Gli inquirenti non confermano, la famiglia mantiene il riserbo. Nelle sentenze emersa la politica di rinnovamento del Presidente della Regione siciliana 'dalle carte in regola'

Piazza Piersanti Mattarella a Milano - Fotogramma

Alla vigilia del 45esimo anniversario dell'omicidio dell'ex Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella ci potrebbe essere una svolta nell'inchiesta. La Procura di Palermo, come scrive oggi Repubblica, avrebbe iscritto nel registro degli indagati due persone indicate come i sicari del politico democristiano ucciso sotto la sua abitazione il 6 gennaio del 1980, sotto gli occhi della moglie e dei due figli. Anche se gli inquirenti, interpellati dall'Adnkronos, non confermano. Mentre la famiglia, che sulle vicende giudiziarie e sulle indagini, ha sempre mantenuto il massimo riserbo, continua su questa linea e preferisce non commentare le ultime novità.

Un politico, Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che alla fine degli anni Settanta aveva provato ad attuare una politica di rinnovamento, lasciando fuori dai palazzi gli intrecci con la mafia.

Le sentenze: cosa dicevano i giudici

Proprio come scrivevano i giudici nelle sentenze che si sono susseguite negli anni nei processi sugli omicidi politici. L’attività dell'ex presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, "appariva assai pericolosa", "in quanto ispirata a una genuina politica di rinnovamento, anche in virtù del controllo che aveva cominciato ad esercitare nei confronti del Comune" di Palermo.

"Fra le iniziative più innovative e rischiose adottate da Piersanti Mattarella vi era stata l’acquisizione dell’elenco dei funzionari regionali nominati collaudatori di opere pubbliche, che gli consentiva di verificare quali gruppi controllassero la materia dei pubblici appalti e di intervenire di conseguenza nel modo più efficace al fine di renderli trasparenti", si legge nella sentenza sulla strage di Bologna, nel capitolo relativo all'omicidio del Presidente "dalle carte in regola".

E ancora: con l’avvento di Piersanti Mattarella alla presidenza della Regione siciliana, "per la prima volta gli interessi affaristico-mafiosi, che col tempo si erano consolidati in seno al potere politico in sede comunale e regionale, erano stati messi in discussione (ed erano a rischio), e proprio ad opera di un esponente della Democrazia Cristiana, il partito che fino ad allora aveva detenuto il potere in Sicilia in forma indiscussa e aveva assicurato alla mafia, in un regime di sostanziale egemonia, la gestione di tutti i più importanti affari della vita economica siciliana, a cominciare dagli appalti delle opere pubbliche". In questo contesto, "la assoluta indisponibilità di Mattarella a qualsiasi tipo di compromesso poneva a repentaglio quegli equilibri tra le amministrazioni pubbliche e gli interessi mafiosi che attraverso altri soggetti era stato ormai da tempo possibile creare e mantenere".

L'omicidio

Era la mattina del 6 gennaio 1980, quando l’onorevole Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana, in occasione dell'Epifania, uscì di casa con la famiglia per recarsi a messa. Come d’abitudine, ogni volta che usciva per ragioni di carattere privato, non aveva (in quanto non voleva) la scorta. Alle 12.45, insieme al figlio Bernardo, di vent’anni, scendeva nel garage della propria abitazione, posto in fondo a uno scivolo che dava su via Libertà, distante da casa circa quindici metri, per prelevare la propria auto Fiat 132. In retromarcia si portava sul passo carraio per far salire la moglie Irma Chiazzese sul sedile anteriore e la suocera sui sedili posteriori. Il figlio stava chiudendo le porte del garage e del cancello che dallo scivolo immetteva sulla pubblica via.

"All’improvviso un giovane dell’età apparente di 20-25 anni, che indossava un piumino azzurro o blu ed era a volto scoperto, si accostava al lato sinistro della vettura e, dopo avere invano tentato di aprire la portiera anteriore, esplodeva alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’on. Mattarella, che, seduto alla guida, si accasciava verso destra e veniva parzialmente coperto dalla moglie, che si era piegata su di lui poggiandogli le mani sul capo al fine di fargli da scudo", si legge nelle carte. "Il giovane si dirigeva verso una Fiat 127 bianca sulla quale si trovava un complice armato, con il quale parlava in modo concitato e dal quale riceveva un’altra arma, indi tornava a sparare sull’on. Mattarella dal finestrino posteriore destro della Fiat 132- si legge ancora con il freddo linguaggio burocratico - I due assassini si davano quindi alla fuga e la Fiat 127 veniva ritrovata alle successive ore 14:00, distante poche centinaia di metri dal luogo del delitto. Risultava rubata verso le ore 19:30 del giorno precedente".

Per l’omicidio fu usato, per primo, un revolver calibro 38, la cui rigatura era basata su otto righe destrorse (di possibile provenienza americana o tedesca o spagnola), e per secondo un revolver cal. 38 Special Colt, con sei impronte di rigatura sinistrorse. Come dà atto anche la sentenza di primo grado sugli omicidi politici, Mattarella era "riuscito inoltre a far varare la legge sulla programmazione regionale della spesa pubblica, attraverso la quale poteva razionalizzare e rendere costanti, ancorandoli a criteri oggettivi e di carattere generale, i vari flussi di spesa". "Tutto questo (e altro), se da un lato impediva arbitrarie attribuzioni di spesa, dall’altro andava a ledere interessi consolidati in seno alla mafia e al contesto che intorno ad essa gravitava- si legge -Posto che l’eliminazione di Mattarella era nell’interesse comune di tutte le famiglie mafiose a causa della politica che egli perseguiva, di rinnovata trasparenza nell’assegnazione degli appalti".

Negli anni, dopo l'assoluzione di Gilberto Cavallini e Valerio 'Giusva' Fioravanti, era stato fatto da alcuni collaboratori di giustizia anche il nome di un boss mafioso, Nino Madonia. Oggi ergastolano.

Il collaborante Francesco Di Carlo, sentito in sede di riapertura dell’istruzione dibattimentale, ha rivelato di avere appreso da Bernardo Brusca "che il killer che aveva esploso i colpi di arma da fuoco all’indirizzo del Mattarella si identificava nella persona di Nino Madonia… Non bisogna dimenticare che tutti i collaboranti che hanno reso dichiarazioni sugli esecutori materiali del delitto sono concordi nell’indicare il Nino Madonia come uno dei killer del Presidente della Regione siciliana. Ma quel che è più rilevante è il fatto che il Di Carlo ha riferito di avere, vedendo la fotografia sui giornali di Valerio Fioravanti, commentato con lo stesso Brusca il fatto, rilevando come il Nino Madonia somigliasse moltissimo al terrorista nero", dice la sentenza.

E oggi, a distanza di 45 anni dal terribile omicidio, si potrebbe essere a una svolta. Anche se il condizionale è d'obbligo. (di Elvira Terranova)

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Cronaca

Roma, arriva la zona rossa a Termini ed Esquilino: cosa...

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Già aumentato il livello di presenza delle forze dell’ordine nell’area

Stazione Termini - (Fotogramma)

'Zona rossa' alla stazione Termini e all’Esquilino a Roma per aumentare ulteriormente i livelli di sicurezza. Le tempistiche brevi per l’attuazione del dispositivo sono confermate da fonti del Viminale che sottolineano comunque come sia stato già significativamente aumentato il livello di presenza delle forze dell’ordine nell’area e nelle altre stazioni della Capitale.

Da inizio 2023 a oggi, infatti, sono state realizzate 198 operazioni straordinarie 'ad alto impatto', con l’impiego complessivo di 14.300 unità tra Forze dell’ordine, Polizia locale e personale di altri Enti: 158.850 i soggetti controllati, di cui 67.656 stranieri; 504 i soggetti arrestati e 1.579 quelli denunciati; 82 gli stranieri espulsi; 79 le armi sequestrate; 23.276 i veicoli controllati; 1.846 gli esercizi pubblici ispezionati e 138 i lavoratori in nero o irregolari individuati all’esito delle attività.

Zona rossa, cosa significa

'Zone rosse' sono state istituite in occasione del Capodanno in diverse città. Si tratta di aree urbane dove viene vietata la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali, con i prefetti che potranno quindi disporne l’allontanamento.

Lo strumento ha già dato positivi risultati nel corso della sua prima applicazione a Firenze e Bologna dove, complessivamente, negli ultimi 3 mesi del 2024 sono stati 105 i soggetti destinatari di provvedimenti di allontanamento su 14mila persone controllate.

Le misure possono essere applicate in aree urbane come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità (furti, rapine), violenza (risse, aggressioni), vandalismo, abuso di alcol e degrado.

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