Dieci domande al 2025: dalle crisi internazionali alla politica e all’economia
Le principali incognite di fronte all'anno che verrà, le risposte possono cambiare lo scenario
Il 2024 si chiude con una lunga lista di incognite che peseranno nell'anno che si apre, il 2025. Le ultime notizie sul fronte internazionale, con l'arresto di Cecilia Sala in Iran e i conflitti in Medio Oriente e Ucraina che cercano una soluzione, continuano ad aggiornare le crisi aperte. Sul fronte interno, la solidità del governo di Giorgia Meloni si confronta con le fibrillazioni nella maggioranza che lo sostiene e, nell'altro campo, la buona salute del Pd non basta a garantire un'alternativa che è ancora tutta da costruire. L'economia, con le contraddizioni sempre più evidenti tra l'andamento dei dati e le condizioni reali di vita, in Italia e in Europa, con i mercati positivi ma sempre pronti a invertire la rotta, si confronta con i rischi legati all'incertezza. Proviamo a sintetizzare lo scenario in 10 domande.
1. Durerà e come si risolverà la detenzione di Cecilia Sala in Iran? La notizia dell'arresto della giornalista italiana a Teheran ha complicato ancora di più lo scenario internazionale. Con una crisi diplomatica che impegna il governo italiano in una difficile trattativa per riportare a casa la reporter e il rischio di restare schiacciati nei complicati rapporti tra Stati Uniti e la Repubblica islamica. Fino a che punto si potrà negoziare, e con quali margini di manovra? Intanto, l'opinione pubblica può fare la sua parte, cancellando con la mobilitazione a favore della libertà e del giornalismo le assurde polemiche da social.
2. Si potrà chiudere, e a quali condizioni, la guerra in Ucraina? E' la domanda che ha accompagnato gli ultimi tre anni, dall'invasione russa del febbraio 2022. Dopo aver lasciato sul campo centinaia di migliaia di morti e accumulato danni per miliardi di euro, il conflitto ha vissuto fasi alterne, con posizioni che sono ormai sostanzialmente cristallizzate: Kiev non è più in grado di riconquistare i territori occupati dai russi e Mosca deve fare i conti con un'economia ormai totalmente consegnata alla guerra. L'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca può favorire l'apertura di un processo di pace. Ma con quali conseguenze, per l'Ucraina e per i futuri equilibri?
3. Potrà trovare un assetto stabile la polveriera del Medio Oriente? Dal 7 ottobre 2023, giorno dell'attacco di Hamas in territorio israeliano, è passato più di un anno. C'è stata l'invasione di Gaza, ancora oggi bersagliata dal fuoco israeliano, rasa al suolo, con una popolazione decimata e attraversata da una gigantesca crisi umanitaria; c'è stato il conflitto in Libano che ha sostanzialmente neutralizzato Hezbollah. Ora l'attenzione di Israele è rivolta anche agli Houthi e quindi allo Yemen e al Mar Rosso. Ci sono 70 anni di storia a raccontare la complessità della crisi in Medio Oriente ma l'ultimo anno è destinato a segnare i prossimi decenni. E' ancora possibile una soluzione che possa affrontare la questone palestinese in una prospettiva di pace?
4. Il crollo del regime di Assad in Siria e il ritorno al potere di forze islamiste, aumenta il rischio terrorismo? Gli anni segnati dalla minaccia di Al Quaeda e dell'Isis sembravano definitivamente archiviati. O quanto meno il rischio del terrorismo di matrice islamica sembrava marginalizzato. Il 2024 si è chiuso però con due fatti rilevanti. Il cambio di regime in Siria è una buona notizia per la fine del regime sanguinario di Assad ma apre diversi interrogativi sull'affidabilità di chi l'ha sostituito, i ribelli jihadisti guidati dal Al Jolani. L'attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo in Germania, pure iniziativa di un cane sciolto ispirato dall'odio razziale, ha riacceso la spia rispetto alla possibilità che ci possa essere una nuova fiammata del terrorismo.
5. Il governo di Giorgia Meloni continuerà la sua navigazione senza scontri all'interno della maggioranza? La premier è in carica dal 22 ottobre 2022 ed è entrata nel suo terzo anno a Palazzo Chigi. Può contare su un consenso stabile e può già vantare una longevità significativa guardando alle abitudini degli ultimi due decenni. Ma deve anche fare i conti con la tenuta degli equilibri interni alla maggioranza che la sostiene. Con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia spesso su posizioni diverse mentre si contendono il ruolo di seconda forza alle spalle di FdI. Saranno necessari un rimpasto di governo e la ricerca di un nuovo assetto?
6. I rapporti tra Pd e Cinquestelle e la formazione di un polo di centro, sarà possibile costruire una credibile alternativa di centrosinistra? E' la domanda a cui la leader del Pd Elly Schlein cerca risposta da quando è iniziata la sua esperienza da segretaria. La sua vocazione unitaria ha dovuto fare i conti finora con due problemi sostanziali. Primo, la poca affidabilità come alleato di Giuseppe Conte, più impegnato a chiudere la partita interna con Beppe Grillo e a ritrovare il consenso perso che a costruire un asse solido con il Pd. Secondo, l'implosione del Terzo Polo di Renzi e Calenda e la necessità di ampliare al centro il perimetro del centrosinistra. I movimenti di fine anno nell'area cattolica potranno dare una mano?
7. Autonomia differenziata e premierato, sarà l'anno delle riforme? A pesare sul quadro politico ci sono anche le incognite legate alle riforme costituzionali. Da una parte, l'autonomia differenziata che è uscita ridimensionata dalla pronuncia della Corte Costituzionale e che deve trovare una nuova formulazione che rispetti i paletti, sostanziali, imposti dalla Consulta. Dall'altra il premierato, la riforma costituzionale voluta dalla premier Giorgia Meloni per dare più peso e forza all'esecutivo. Sono due riforme che nelle aspettative della maggioranza devono essere tenute insieme e in quelle dell'opposizione vanno neutralizzate.
8. Sanità e istruzione, che fine farà lo stato sociale? Questa è forse la domanda più complessa e articolata che riguarda non solo il nuovo anno, ma i prossimi decenni. I segnali evidenti di ripiegamento dello stato sociale verso una apertura sempre più palese al privato, sia guardando agli ospedali e alle prestazioni mediche sia guardando alla scuola, preoccupano chi ritiene sia necessario che lo Stato continui a fare la sua parte nei servizi essenziali. Per invertire il trend, servirebbero politiche mirate e risorse. In quale direzione si andrà?
9. Torneremo a crescere o dovremo fronteggiare nuove recessioni? L'andamento del Pil, con le stime che per la chiusura del 2024 sono state ridimensionate dall'Istat allo 0,5%, dice che la crescita in Italia si sta nuovamente fermando. E anche la situazione nel resto d'Europa non è incoraggiante, considerate soprattutto le gravi difficoltà della Germania. Dalla crescita e soprattutto dall'inflazione dipendono anche le scelte di politica monetaria. La Bce ha iniziato la discesa dei tassi di interesse e i mercati sono sostanzialmente positivi. Reggerà questo scenario o arriveranno nuove fibrillazioni?
10. La crisi dell'auto, cambieranno le regole e si troverà il modo di invertire il trend? Se c'è un settore che, più degli altri, sta scontando le contraddizioni della transizione green è quello dell'auto. Concorrono una serie di fattori: le regole troppo rigide che dovrebbero portare allo stop di benzina e diesel al 2035; le scelte industriali sbagliate; una corsa dei prezzi, causato anche dall'aumento dei costi delle materie prime, che ha reso il prodotto poco accessibile ai ceti medi. La crisi è conclamata e può avere gravissime conseguenze sociali. A meno che non si trovino le giuste contromosse. (Di Fabio Insenga)
Politica
Caso Todde, ex presidente Solinas: “Caos senza...
L'ex presidente della Regione interviene sulla decadenza della governatrice M5s: "Metodi degni di un goldoniano Truffaldino"
"Sotto il profilo politico questa vicenda sgretola definitivamente la narrazione autoreferenziale dell’asserito primato della competenza, delle capacità e della legalità della presidente Todde e del M5S rispetto agli altri partiti". L'ex presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas in carica dal 20 marzo 2019 al 20 marzo 2024, fa sentire la sua voce dopo il terremoto in Regione che ha investito chi ha preso il suo posto alla guida dell'isola, la pentastellata Alessandra Todde. L'ex senatore leghista del partito sardo d'Azione, che non è stato ricandidato per lasciare il posto al meloniano Paolo Truzzu, non nasconde la sua preoccupazione, nel corso di una intervista all'AdnKronos.
"Se fosse confermato il tentativo di aggirare i rilievi della Commissione Elettorale di garanzia con la commistione tra finanziamenti e spese del candidato, del partito e delle liste del movimento, con ampie zone grigie, e la difformità tra spese realmente effettuate e dichiarate, ci troveremmo di fronte a metodi degni di un goldoniano Truffaldino", sottolinea il 50enne politico cagliaritano. "Ed anche in questo caso parrebbe lecito domandarsi se questi stessi metodi non siano applicati nel governo del quotidiano, nei tanti procedimenti amministrativi in capo alla Regione a guida pentastellata", è il dubbio che avanza Solinas.
Il cagliaritano entra nel merito 'tecnico' della vicenda: "Sotto un profilo squisitamente giuridico le leggi applicate al caso, proprie della materia elettorale, rappresentano lex specialis ed in quanto tali in esse va ricercata la disciplina complessiva. Pertanto, la mancata designazione del mandatario elettorale e la conseguente impossibilità di ricevere e spendere fondi e tanto meno di certificarne la regolarità è sanzionata con la decadenza ope legis", è il suo ragionamento. Per Solinas quindi "a nulla vale sostenere che sia sanzionata la mancata presentazione del rendiconto mentre un rendiconto la Todde lo avrebbe presentato a sua firma. Infatti, tale documento non ha alcun valore in quanto la norma prescrive il deposito di un rendiconto nelle forme di legge e cioè redatto e sottoscritto da un mandatario elettorale. In questo caso, non essendo stato nominato per tempo il mandatario, non è in alcun modo sanabile ipso iure, a posteriori, la presentazione nei termini di un valido rendiconto".
Ora 'Commissione di tre cittadini eleggibili al Consiglio, che provvede all'ordinaria amministrazione'
Solinas ricorda che "la disciplina del 1993, figlia del clima di Tangentopoli, fu molto rigida ed esigente in materia di spese elettorali ed introdusse un organo collegiale ad hoc -la Commissione elettorale di Garanzia, composta in maggioranza da togati- per il controllo e l’accertamento delle violazioni. Non si deve confondere questa ineleggibilità con le altre cause di ineleggibilità e/o incompatibilità disciplinate specialmente in altre leggi il cui apprezzamento e valutazione a seguito di azione popolare sono riservati al Tribunale Ordinario".
"In questo caso specifico, la legge prevede puntualmente che la Commissione Elettorale di Garanzia accerti 'in modo definitivo' la violazione -dice ancora il leghista sardo-. Tale accertamento determina la decadenza e non è impugnabile ulteriormente altrove. La norma prevede infatti che siano impugnabili solo le sanzioni pecuniarie. Peraltro, essendo pacificamente esclusa da una giurisprudenza costante, al contrario di quanto accade per Camera e Senato, l’autodichia in capo al Consiglio regionale, il presidente dell’Assemblea sarda non potrà che comunicare all’Aula quanto prima la presa d’atto della decadenza. In quello stesso momento, in forza del principio del 'simul stabunt aut simul cadent' introdotto con l’elezione diretta, si determinerà la decadenza automatica dell’intero Consiglio Regionale".
"finalmente hanno gettato maschera e rivelato insofferenza per le tanto brandite regole"
Solinas vede di fronte "uno scenario complesso" perché "la Sardegna non ha una legge statutaria vigente e il caso di scioglimento anticipato del Consiglio per via della decadenza non è disciplinato esplicitamente dall’ordinamento regionale. Certamente chi viene dichiarato decaduto non può continuare nell’esercizio dei poteri in regime di prorogatio neppure per l’ordinaria amministrazione e la convocazione dei comizi elettorali. Restano solo alcune ipotesi, ma io ritengo personalmente che, per analogia, si debba fare riferimento all’art. 50 dello Statuto speciale, norma di rango costituzionale, che prevede con il decreto di scioglimento del Consiglio la nomina di 'una Commissione di tre cittadini eleggibili al Consiglio regionale, che provvede all'ordinaria amministrazione di competenza della Giunta ed agli atti improrogabili, da sottoporre alla ratifica del nuovo Consiglio. Essa indice le elezioni, che debbono aver luogo entro tre mesi dallo scioglimento. Il nuovo Consiglio è convocato dalla Commissione entro venti giorni dalle elezioni'.
"In definitiva, rimane comunque un dato: il dilettantismo, l’approssimazione e l’incompetenza di una presidente, del suo staff raccogliticcio e del M5S condannano la Sardegna ad un caos istituzionale senza precedenti nella storia autonomistica. Credo che tutte le forze democratiche, civiche, autonomiste e sardiste dovrebbero riflettere su questo punto, da sinistra a destra, e valutare l’opportunità di risanare al più presto con nuove elezioni senza inutili dilazioni un vulnus istituzionale di metodi e slogan che non appartengono alla normale e positiva dialettica tra parti introdotto da chi ha finalmente gettato la maschera e rivelato l’insofferenza verso le tanto brandite regole, evidentemente solo per gli altri", conclude. (di Francesco Saita)
Politica
Hackerato il profilo Pd di Pistoia Centro:...
La pagina ufficiale: "Abbiamo già segnalato a Meta-Facebook..."
Sono state pubblicate delle immagini a luci rosse sul profilo del Partito Democratico di Pistoia Centro. Scrollando tra le storie di Facebook, alcuni utenti si sono imbattuti in un video in cui una ragazza in bikini balla in modo sensuale e ammiccante verso la telecamera: un contenuto che non ti aspetteresti da un partito politico. E infatti, il motivo è stato presto svelato: "Siamo stati hackerati".
Il video hot
Secondo quanto riferisce la pagina ufficiale di Instagram (in possesso del circolo del Partito Democratico di Pistoia), il profilo è stato hackerato tempo fa: "In molti ci state segnalando che la Pagina Facebook di uno dei nostri Circoli sta pubblicando contenuti impropri", scrivono i democratici pistoiesi dopo aver ricevuto diverse segnalazioni dagli utenti sui social.
Interessante questo programma della sezione di Pistoia Centro del #PartitoDemocratico @nonleggerlo @CrazyItalianPol pic.twitter.com/X5rzINHLwW
— Niccolò Masiani (spunta blu digitale) (@NMasiani) January 3, 2025
Il video è diventato virale su X, ma dal Pd di Pistoia fanno sapere che non è più in loro possesso il profilo Facebook a causa dell'hackeraggio: "Purtroppo si tratta di una Pagina che era già stata hackerata da tempo e a cui i referenti del Circolo PD non hanno più accesso. Abbiamo già segnalato a Meta-Facebook tale pagina, e stiamo continuando a farlo, affinché possa essere cancellata".
E con tono sarcastico concludono: "Grazie a tutti e tutte per le segnalazioni... in effetti, per iniziare bene l’anno, un po’ di prese in giro ci mancavano!".
Politica
Sardegna, Todde: “Ho pieno supporto, certa di...
La presidente della regione in conferenza stampa sui possibili errori: sono "sicuramente non nel merito"
"Chiaramente ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza che ovviamente stanno lavorando per sostenermi". Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde in conferenza stampa, dicendosi certa della legittimità del suo operato.
"Abbiamo una posizione che è completamente diversa rispetto a quella della Corte d'Appello, che sarà discussa nella sede opportuna. È inutile, in questo momento, discutere del merito, lo faranno gli avvocati. Quello che posso dire è che io sono assolutamente certa della legittimità del mio operato e che i miei atti sono stati corretti", ha aggiunto.
Sui possibili errori, secondo la governatrice sono "sicuramente non nel merito, poi chiaramente nella forma e nei formalisti, non essendo una giurista, ovviamente non posso entrare".
"Sono serenamente al lavoro, dopo anche un confronto con la mia maggioranza. Ovviamente l'atto amministrativo che è arrivato dalla Corte d'Appello di ieri seguirà il suo percorso e sarà ovviamente gestito dai miei avvocati. Io ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, sulle azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni. Quello che io posso dire è che ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò", ha detto ancora aggiungendo: "Noi siamo stati eletti per servire i sardi e, fino a quando non ci sono atti definitivi, noi continuiamo a lavorare con assoluta motivazione".
La presidente regionale hai poi ribadito che farà ricorso: "È una scelta assolutamente normale, credo che ci si debba ovviamente difendere. Io, e soprattutto i miei avvocati, non condividono le osservazioni. Senza entrare nel merito perché non è mio compito, è giusto ribadire le proprie ragioni nelle sedi competenti, e questo è quello che noi faremo. Io, come ho ribadito ieri, ho piena fiducia alla magistratura. Come deve essere, essendo una persona lineare per bene e quindi in questo mi muoverò. Poi, le dinamiche della politica sono altre dinamiche che non devono entrare nei contesti giudiziari o nei contesti amministrativi, credo siano mondi distinti".
Dal punto di vista politico, ha spiegato Todde, "noi siamo una maggioranza legittimata che ha il dovere di governare per i sardi e questo continueremo a fare fino a quando non ci saranno atti definitivi. Questo lo voglio dire in maniera forte e chiara, perché non voglio che i sardi pensino che questa vicenda ci possa distrarre: abbiamo temi importanti che sono quelli della sanità, dei trasporti, della povertà, del lavoro. E noi siamo stati eletti per questo, di questo ci dobbiamo occupare".
Cosa succede
L'analisi delle spese per la campagna elettorale della Sardegna avrebbero fatto emergere delle irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali. Le verifiche effettuate dal Collegio regionale di garanzia elettorale, che ha sede nella Corte d'Appello di Cagliari, hanno portato alla dichiarazione di decadenza dalla carica di consigliera regionale.
Ceccanti: "Sarà aula a decidere decadenza Todde'"
Stefano Ceccanti, ex deputato del Partito democratico e costituzionalista, spiega la situazione che deve coinvolta la presidente della regione Sardegna, Alessandra Todde: "La normativa applicabile al caso Todde è quella della legge regionale sarda 27 gennaio 1994, n. 1, che tratta della normativa di contorno per le elezioni regionali, compresa la rendicontazione delle spese. Essa prevede nel suo articolo 5 comma 3 che siano applicabili alcune sanzioni introdotte per le elezioni politiche nazionali dall’articolo 15 della legge 10 dicembre 1993, n. 515 e in particolare dal comma 7 di detto articolo, ossia la decadenza su delibera del Consiglio regionale in seguito alla decisione definitiva del Collegio regionale di garanzia elettorale. Quindi gli organi competenti sono solo due: il collegio regionale di garanzia elettorale e, in seguito, il Consiglio regionale sardo, che si deve esprimere con un voto decisivo".
"I consiglieri che condivideranno le tesi del Collegio voteranno per la decadenza, - conclude Ceccanti - quelli che invece saranno d'accordo con le controdeduzioni della presidente voteranno contro. Secondo la legge vigente sarà quindi l'aula a decidere".