De André, la Storia in scena: un viaggio emozionante al Teatro Sociale di Busto Arsizio
Ci sono serate che non si dimenticano. Quelle che ti prendono e ti portano altrove, ti toccano in profondità, ti scuotono. Il 10 gennaio 2025, alle 21:30, il Teatro Sociale di Busto Arsizio si trasforma in un portale verso l’anima di Fabrizio De André. È uno spettacolo che ti entra dentro, “De André, La Storia”. Non si tratta di un tributo qualsiasi. No, è un’immersione, un tuffo tra le sue parole, le sue melodie, i suoi pensieri. Già il titolo ti parla di poesia, di una rivoluzione delicata e di una sensibilità che sembra non appartenere a questo mondo.
Una sfida emozionante
“Parlare di De André è come camminare in punta di piedi su una corda sospesa, dove ogni passo è un misto di emozione, paura e rispetto infinito”, dice Emiliano Galigani, il regista dello spettacolo. E come dargli torto? De André è di quei nomi che ti scuotono, che ti fanno fermare un momento e respirare a fondo. Bastano poche parole sue e sei già altrove, perso in un mondo che ti racconta storie, che ti parla di dolori, di sogni, di contraddizioni. Non si può definire semplicemente un cantautore. Era un poeta. Era un visionario, uno che prendeva la vita, tutta intera, anche quella più dura e graffiata, e la trasformava in qualcosa che non potevi ignorare. Le sue canzoni ti si infilano sotto la pelle, si agganciano ai tuoi pensieri e ti spingono a guardarti intorno con occhi nuovi. E poi quelle parole… è incredibile come riescano ancora oggi a farti vibrare dentro, a svegliare corde che magari neanche sapevi di avere.
Lo spettacolo promette di portare il pubblico nel cuore pulsante dell’universo del Faber. Sul palco, una band di musicisti straordinari e un interprete che, con passione e rispetto, daranno nuova vita ai suoi brani immortali. Non ci si limiterà alla musica: ci saranno anche racconti, immagini e suggestioni per dipingere un ritratto completo e intenso di un artista che ha segnato un’epoca.
La magia delle sue canzoni
Le canzoni di De André sono quelle che conosci anche se non le hai mai ascoltate davvero. La canzone di Marinella, Bocca di Rosa, Amico fragile, Anime salve. Titoli che, anche solo sussurrati, ti fanno venire i brividi. Perché ogni pezzo è una storia, ogni verso è un frammento di vite che sembrano raccontarti un segreto. De André era così: prendeva l’anima delle cose, delle persone, degli angoli più nascosti del mondo e te li metteva davanti. Ti ci portava dentro, senza filtri, senza compromessi.
E poi, le sue parole. Quelle che ti fanno sentire parte di qualcosa di più grande. Raccontano un’Italia che cambia, un’Italia viva, piena di contraddizioni, dolori, speranze. Ti fanno vedere l’umanità intera in ogni strofa, ti fanno pensare che, forse, un po’ di quella bellezza è anche tua. Questo spettacolo è un viaggio. Dentro le sue note, certo, ma anche dentro un tempo, un’idea, un sogno. Perché alla fine è questo che resta di De André: la voglia di guardare il mondo e capirlo davvero. E, magari, di cambiare qualcosa.
Perché non mancare
Questo spettacolo è un regalo per tutti gli amanti della musica e della cultura italiana. Che siate fan di lunga data o che vogliate semplicemente scoprire qualcosa di più su un artista che ha fatto la storia, De André, La Storia promette di regalarvi una serata indimenticabile. Sarà un momento per fermarsi, ascoltare e lasciarsi trasportare da melodie che raccontano storie universali, capaci di emozionare anche chi non ha vissuto direttamente quegli anni.
Non è solo uno spettacolo: è un’esperienza. Un’occasione per tornare indietro nel tempo, immergendosi in un mondo fatto di note, parole e sentimenti che risuonano ancora oggi. Appuntamento quindi al Teatro Sociale di Busto Arsizio, in via Dante 20. Non lasciatevelo sfuggire. A volte basta una serata per ricordarci quanto la musica possa essere molto più di un semplice ascolto: può essere vita, storia, emozione pura.
Spettacolo
Golden Globe, trionfo di ‘Emilia Perez’ e Demi...
Tra i vincitori anche 'The Brutalist', Sebastian Stan, 'Baby Reindeer', Jodie Foster e Colin Farrell
L'82esima edizione dei Golden Globes dà il via alla stagione dei premi con il trionfo di 'Emilia Perez' di Jacques Audiard. Su 10 nomination si porta a casa la statuetta per Miglior film commedia o musicale, Miglior film straniero, battendo così 'Vermiglio' di Maura Delpero - che continua la sua corsa verso gli Oscar - ma anche quella per Miglior attrice non protagonista a Zoe Saldaña, alla sua prima nomination. L’attrice, nel ricevere il premio, si è rivolta a Isabella Rossellini, candidata nella sua stessa categoria per ‘Conclave’: “Una volta ho pranzato a casa tua e ho capito di aver realizzato tutto”. A ‘Emilia Perez’ anche il riconoscimento per la Miglior canzone originale, ‘El Mal’, nel film interpretata da Saldaña.
Nella serata dei premi conferiti ai migliori film e alle migliori serie tv dalla stampa estera, che si è tenuta al Beverly Hilton di Los Angeles e condotta dalla comica Nikki Glaser, il trionfo e la rinascita di Demi Moore, premiata come Miglior attrice in un film commedia o musicale per l’horror body femminista 'The Substance'.
Protagonista della serata anche 'The Brutalist', che ha vinto 3 statuette: Miglior film drammatico, Miglior regista a Brady Corbert e Miglior attore protagonista drammatico ad Adrien Brody. A vincere anche Sebastian Stan, premiato come Miglior attore in un film commedia o musicale per 'A Different Man', in cui interpreta un aspirante attore affetto da neurofibromatosi.
Fernanda Torres ha vinto come Miglior attrice drammatica per 'Io sono ancora qui' di Walter Salles. L'attrice brasiliana ha avuto la meglio su Angelina Jolie candidata per 'Maria', Nicole Kidman per 'Babygirl', Tilda Swinton per 'La stanza accanto', Pamela Anderson per 'The Last Showgirl' e Kate Winslet per 'Lee'. Tra i premiati anche 'Conclave' per la Miglior sceneggiatura di Peter Straughan, Kieran Culkin come Miglior attore non protagonista per 'A Real Pain', 'Challengers' di Luca Guadagnino per la Miglior colonna sonora firmata da Trent Reznor & Atticus Ross, 'Flow' come Miglior film d'animazione' e 'Wicked' con protagoniste Ariana Grande e Cynthia Erivo come Miglior risultato al cinema e al box office.
Tra le serie tv, 'Shogun' ha dominato l'82esima edizione dei Golden Globes con quattro statuette: Miglior serie drammatica, Miglior attore protagonista a Hiroyuki Sanada, Miglior attrice protagonista a Anna Sawai e Miglior attore non protagonista a Tadanobu Asano. La Miglior serie commedia o musicale è Hacks', mentre Miglior miniserie o film tv è 'Baby Reindeer' di Richard Gadd, che ha ricevuto anche un premio per la Miglior attrice non protagonista a Jessica Gunning. Assente della serata l'attore Jeremy Allen White, che non ha potuto ritirare la statuetta come Miglior attore in una serie commedia o musicale per 'The Bear', in quanto è sul set del biopic su Bruce Springsteen. Tra i vincitori anche Jodie Foster per 'True Detective: Night Country', Colin Farrell per 'The Penguin', Jean Smart per 'Hacks' e Ali Wong come Miglior stand-up comedian.
Non solo premi ma anche momenti esilaranti, come quello che ha visto protagonista Elton John, che ha annunciato il vincitore della Miglior canzone originale. "Si è parlato molto della perdita della mia vista...sono felice di essere qui con Rihanna". Accanto a lui, però, c'era Brandi Carlile.
Demi Moore: "Mi dissero sei attrice da popcorn. Ora so che non è così"
“Trent'anni fa un produttore mi ha detto che ero un'attrice ‘da popcorn’" ha detto Demi Moore in lacrime nel ricevere il Golden Globe. "All'epoca ho pensato di non poter ambire alla vittoria di un premio, di poter fare solo film di successo e incassare un sacco di soldi senza mai essere premiata per il mio lavoro. Così mi sono rassegnata, ho pensato che la mia carriera fosse finita. Poi è arrivata tra le mie mani la sceneggiatura di ‘The Substance’, audace e fuori dagli schermi: l’universo mi stava dicendo ‘tu non hai finito’” (VIDEO).
Nel film interpreta un'attrice di Hollywood licenziata dalla trasmissione di aerobica, che conduceva con successo da anni, proprio il giorno del suo cinquantesimo compleanno perché il suo capo, interpretato da Dennis Quaid, è alla ricerca di un volto giovane. In preda alla disperazione, assume un farmaco che le promette di creare una versione di lei giovane e perfetta, interpretata da Margaret Qualley. “Grazie alla regista Coralie Fargeat di aver avuto il coraggio di offrirmi questo ruolo e a Margaret (Qualley, ndr.) per essere stata accanto a me”, conclude l’attrice. Nel frattempo le sue figlie - Rumer Willis, Scout LaRue Willis, Tallulah Belle Willis, nate dal matrimonio con l'attore Bruce Willis - hanno esultato per la vittoria di mamma Demi, come mostra un video pubblicato in condivisione sui loro profili Instagram.
Sebastian Stan: "La nostra ignoranza verso la disabilità deve finire"
"La nostra ignoranza, il nostro disagio e i nostri pregiudizi nei confronti della disabilità devono finire" dice Sebastian Stan dal palco dell'82ma edizione dei Golden Globes, che lo ha premiato con una statuetta al Miglior attore in un film commedia o musicale per 'A Different Man'. "Dobbiamo normalizzarla e incoraggiare l'accettazione. Un modo in cui possiamo farlo è continuare a sostenere storie inclusive. Questo non è stato un film facile da realizzare. E nemmeno 'The Apprentice' (in cui interpreta l'ascesa di un giovane Donald Trump, ndr. ), l'altro film a cui ho avuto la fortuna di partecipare e di cui sono orgoglioso. Sono argomenti complessi da raccontare, ma necessari e non possiamo avere paura di raccontarli o distogliere lo sguardo".
Spettacolo
Luca Marinelli: “Interpretare Mussolini è stato...
Il protagonista serie Sky 'M - Il Figlio del Secolo': "Dal punto di vista artistico, invece, è stata una delle cose più belle che io abbia fatto nella mia vita"
Per Luca Marinelli, "interpretare Benito Mussolini è stato emotivamente complesso. Da antifascista, il fatto di aver dovuto sospendere il giudizio per 10 ore al giorno sul set e per 7 mesi è stato devastante". "Dal punto di vista artistico, invece, è stata una delle cose più belle che io abbia fatto nella mia vita", dice l'attore alla presentazione dell'attesa 'M - Il Figlio del Secolo': la serie Sky Original (prodotta da Sky Studios e The Apartment, società del gruppo Fremantle) tratta dall'omonimo libro di Antonio Scurati e diretta da Joe Wright.
Dal 10 gennaio su Sky e in streaming su Now, nella serie - scritta da Stefano Bises e Davide Serino, anche autori del soggetto di serie e di puntata insieme a Scurati - "abbiamo pensato di togliere definizioni come 'cattivo', 'mostro', 'diavolo' perché non fanno altro che allontanare questa figura mettendola quasi su un altro pianeta. Invece è stato un essere umano, che ha scelto coscientemente quello che ha fatto imboccando questa via criminale, che ha portato se stesso e il Paese alla distruzione totale", spiega Marinelli.
"Questa serie - aggiunge - mi ha fatto capire l'importanza di essere presente al mio presente e al mio passato, solo così possiamo comprendere quello che siamo e che stiamo vivendo e capire come possiamo andare nella giusta direzione". E nella serie la direzione è stata quella di non rappresentazione Mussolini come un pagliaccio: "Lo abbiamo preso sul serio, senza mai perdere di vista quello che è stato come uomo e quello che ha commesso", racconta il regista Joe Wright. "Questa serie è l’invito a cercare Mussolini in ciascuno di noi. Qui Mussolini - spiega Wright - è la metafora del male che alberga in ognuno di noi", per questo, "c'è la necessità di esaminare la potenzialità che abbiamo di elevarci e di dare il meglio di noi stessi per non cedere a questi istinti più bassi".
Wright e Marinelli, durante l'incontro, non nascondono la curiosità ma anche la preoccupazione sulle possibili reazioni del mondo politico alla visione di 'M': "La mia paura è il silenzio perché il libro di Scurati e di conseguenza anche la serie accendono una conversazione estremamente sfaccettata e noi sappiamo che la destra odia riflettere e avere delle risposte complesse", dice il regista. Anche l'attore è preoccupato per il silenzio: "Mi viene da pensare che se uno non ne parla quella cosa non esiste. Sono curioso di scoprire quello che accadrà". 'Reaction', come si usa spesso dire nel linguaggio di oggi, che non sono mancante sul set. Durante le riprese - racconta Wright - ci sono state un paio di occasioni in cui alcune comparse si sono rifiutate di partecipare ad alcune scene perché secondo loro erano irrispettose nei confronti di Mussolini. Ovviamente sono stati liberi non prendere parte alle riprese". Su una possibile seconda stagione "stiamo dibattendo su diverse idee e soluzioni. Da Sky c’è tutta la volontà di dare seguito a questa meravigliosa avventura", svela Nils Hartmann, executive vice president Sky Studios Italia.
Spettacolo
Jeff Baena, confermate ipotesi sulla morte: “Suicidio...
Il regista e sceneggiatore statunitense era stato trovato morto venerdì 3 gennaio nella sua casa di Los Angeles
Suicidio mediante impiccagione: è questa la causa della morte del regista e sceneggiatore statunitense Jeff Baena, 47 anni, autore di film indie come "Un weekend al limite" e "The Little Hours", il cui cadavere è stato trovato nella serata di venerdì 3 gennaio nella sua casa di Los Angeles. I dettagli sono stati resi noti dall'ufficio del coroner della contea di Los Angeles, con la ricognizione cadaverica compiuta dal medico legale Brice Hunt e le investigazioni con il sopralluogo del poliziotto Philip Kim. Il corpo appeso ad una corda, già privo di vita, è stato trovato da un assistente dell'attore che ha chiamato la polizia.
La morte di Jeff Baena
Al momento sono ignoti i motivi che hanno portato Baena a togliersi la vita. Dal 2021 Baena era sposato con l'attrice e produttrice statunitense Aubrey Plaza, che nel 2022 è stata tra i protagonisti della seconda stagione della serie ambientata a Taormina "The White Lotus".
La carriera di Jeff Baena
Nato il 29 giugno 1977 a Miami, in Florida, dopo essersi laureato alla New York University Film School, Baena si era trasferito a Los Angeles per iniziare la sua carriera a Hollywood. Diventato assistente di produzione per il regista Robert Zemeckis, lavorando a diversi film, poi ha lavorato come assistente al montaggio per lo sceneggiatore e regista David O. Russell. La svolta di Baena è arrivata quando ha co-sceneggiato "I Heart Huckabees - Le strane coincidenze della vita" (2004) insieme a Russell. Il film, candidato al Gotham Award per il miglior film, seguiva due "detective esistenziali" che cercavano di risolvere il significato di una serie di strane coincidenze. Baena ha debuttato alla regia con "Life After Beth - L'amore ad ogni costo" (2014), che ha anche scritto. Il film, interpretato da Aubrey Plaza nel ruolo della protagonista, è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival dello stesso anno, dove ha ricevuto una nomination al Gran Premio della Giuria ed è stato distribuito nelle sale da A24. Il suo progetto successivo, "Un weekend al limite" (2016), con Thomas Middleditch, ha debuttato anch'esso al Sundance Film Festival con una nomination al Gran Premio della Giuria prima di essere distribuito da Lionsgate. Baena ha anche scritto e diretto il film "The Little Hours" (2017), interpretato da Plaza e candidato al premio del pubblico al Festival internazionale del cinema di Edimburgo, e ha co-sceneggiato, diretto e prodotto "Horse Girl" (2020), interpretato da Dave Franco e Allison Brie. Entrambi i film hanno debuttato anche al Sundance. Ha poi co-sceneggiato e diretto la commedia romantica "Spin Me Round - Fammi girare" (2022), con Brie e Plaza. Per quanto riguarda la televisione, Baena ha creato, diretto e prodotto "Cinema Toast" (2021). La serie antologica di Showtime ha messo insieme filmati di film ormai di dominio pubblico. Brie, Christina Ricci, Da'Vine Joy Randolph e Jake Johnson sono stati tra i protagonisti dello show.