Israele, da Usa pacchetto di armi da 8 miliardi di dollari: la proposta di Biden
Da Usa pacchetto di armi da 8 miliardi di dollari: "Ci sono anche bombe pesanti". 11 morti in raid Israele su Gaza, tutti della stessa famiglia. Raid israeliano vicino a campo profughi Nuseirat, 9 morti
Hamas ha diffuso un video della 19enne ostaggio Liri Albag. Nel video, della durata di tre minuti e mezzo, Albag afferma di essere detenuta da oltre 450 giorni, a indicare che sarebbe stato girato di recente. Lo ha reso noto il Times of Israel.
Soldatessa di sorveglianza di stanza alla postazione di Nahal Oz, era stata rapita insieme ad altri cinque da terroristi di Hamas il 7 ottobre del 2023. Una è stata salvata e un'altra è stata recuperata morta dopo essere stata uccisa durante la prigionia. Gli altri cinque - Karina Ariev, Agam Berger, Naama Levy e Daniella Gilboa - sono ancora ostaggi.
Quello rilasciato oggi è il primo video in cui compare Albag dall'inizio della prigionia. L'ultima apparizione della ragazza era in un filmato che mostrava i terroristi di Hamas mentre che controllavano i sorveglianti dell'Idf all'interno della loro base - filmato di cui le famiglie avevano approvato la pubblicazione lo scorso maggio.
La famiglia della soldatessa ha approvato la pubblicazione delle immagini del video di Hamas che la ritrae, e ha invitato il premier israeliano Benjamin Netanyahu e i funzionari a “prendere le vostre decisioni come se i vostri figli fossero lì”, riporta Haaretz.
La famiglia ha dichiarato che “il video pubblicato oggi ci ha straziato il cuore. Questa non è la stessa figlia e sorella che conosciamo. È in cattive condizioni e il suo difficile stato mentale è evidente”. “Abbiamo visto Liri, la nostra eroina, sopravvivere e implorare per la sua vita. È a diverse decine di chilometri da noi e da 456 giorni non riusciamo a riportarla a casa - hanno detto - Liri è viva e deve tornare viva, dipende solo da voi. Non dovete perdere l'opportunità attuale di riportare tutti indietro”.
Da Usa pacchetto di armi da 8 miliardi di dollari
L'amministrazione Biden ha notificato "informalmente" al Congresso un accordo per la vendita di armi a Israele del valore di 8 miliardi di dollari, circa 7,8 miliardi di euro. Lo rivela Axios, che cita fonti vicine al dossier, secondo cui il pacchetto comprende munizioni per caccia ed elicotteri da combattimento. La notifica inviata ieri dal dipartimento di Stato avviene quando mancano poco più di due settimane al passaggio di consegne alla nuova amministrazione Trump e dopo le accuse del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Biden di aver imposto "un embargo tacito" sulle armi a Israele in seguito alle critiche sull'operazione a Gaza.
Cosa prevede l'accordo
L'accordo prevede anche la fornitura di missili aria-aria Aim 120C-8 Amraam, proiettili di artiglierai da 155 millimetri e missili Hellfire Agm-114, oltre a bombe di piccolo diametro, kit Jdam, per trasformare le 'bombe stupide' in ordigni di precisione e testate da 500 libre (226 chili): il Times of Israel parla di "bombe pesanti".
"Il presidente ha chiarito che Israele ha il diritto di difendere i suoi cittadini, coerentemente con il diritto internazionale e con il diritto umanitario internazionale - ha detto una fonte al sito, spiegando le ragioni dietro il nuovo pacchetto - e di dissuadere l'aggressione iraniana e dei gruppi suoi alleati. Continueremo a fornire le capacità necessarie alla difesa di Israele".
11 morti in raid Israele su Gaza, tutti della stessa famiglia
Almeno undici persone, tra cui sette bambini, tutti membri della stessa famiglia, sono state uccise in un raid israeliano su Gaza city. Secondo la Difesa civile di Gaza, una granata israeliana ha colpito la casa della famiglia Al Gul, un edificio residenziale a due piani che è crollato, travolgendo gli occupanti. “La casa ospitava diversi sfollati ed è stata completamente distrutta”, ha dichiarato il portavoce della Difesa civile Mahmoud Basal. Un drone israeliano ha successivamente sorvolato l'area aprendo il fuoco contro un'équipe medica che aveva cercato di avvicinarsi al sito. A riportarlo è il quotidiano islamista Filastin, vicino ad Hamas.
Raid israeliano vicino a campo profughi Nuseirat, 9 morti
Almeno nove persone sono rimaste uccise questa mattina in nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, tre componenti di una stessa famiglia sono morti nel bombardamento del sobborgo di al-Dawa, a nord del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia. Altri sei persone sono rimaste uccise in un raid su Khan Younis, a sud di Gaza: i caccia israeliani hanno colpito il veicolo a bordo del quale si trovavano.
Gaza: salgono a 45.717 i morti in offensiva Israele, 59 in 24 ore
E' salito a 45.717 il numero delle persone che sono state uccise e a 108.856 quello dei feriti nella Striscia di Gaza da quando è iniziata l'offensiva militare israeliana in risposta all'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre del 2023. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza City.
Solo nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 59 palestinesi e altri 273 sono rimasti, si legge in una nota. ''Un certo numero di vittime sono ancora sotto le macerie e per le strade che le ambulanze e i soccorritori non possono raggiungere'', afferma il ministero.
Esteri
Russia, vendite record Gnl in Ue e figlia patron Novatek...
Ha riaperto a Venezia con abiti nuovi, inclusa una presa di posizione contro "ogni forma di guerra, conflitto e violenza" e in sostegno della libertà di espressione, il palazzo sul canale della Giudecca in cui, fino all'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, aveva sede la V-A-C Foundation, iniziativa dedicata all'arte contemporanea lanciata a Mosca nel 2009 da Leonid Mikhelson, patron della Novatek, principale produttrice di Gas naturale liquefatto in Russia. Lo spazio è passato alla figlia del magnate, Victoria Mikhelson, storica dell'arte, curatrice, e proprietaria del 2,3 per cento delle azioni del gruppo di cui il padre è presidente e azionista di maggioranza. Con il nuovo nome di Scuola Piccola Zattere.
La riapertura al pubblico è avvenuta in coincidenza con la conclusione di un anno record per le vendite del Gnl russo in Europa. I Paesi Ue, con la Francia in prima linea, ne hanno acquistate 16,5 milioni di tonnellate (da inizio gennaio a metà dicembre 2024), contro i 15,18 dello scorso anno e i 15,21 dell'altro anno record, il 2022, secondo dati Kpler.
Mentre l'Europa cerca di liberarsi dalla dipendenza delle fonti di energia in arrivo dalla Russia, aumenta il rifornimento del metano liquido, quindi trasportabile via mare. E la presenza di uno dei principali attori del settore in Russia, anche se per tramite della figlia, non è più tabù a Venezia.
Del picco di importazioni di Gnl russo ha preso atto il nuovo Commissario all'Energia Ue, Dan Jørgensen che ha anticipato una "roadmap tangibile con gli strumenti per risolvere le parti rimanenti della questione". "Essere stati in grado di diminuire la nostra dipendenza al punto in cui siamo arrivati è un risultato importante. Ma è chiaro a tutti che è necessario che accada qualcosa di nuovo perché ora l'andamento sta iniziando ad andare nella direzione sbagliata", ha affermato, in una recente intervista a Politico.
Un intento, il suo, che sarà senz'altro ben accolto da Donald Trump. Il Presidente americano eletto ha già reso nota la sua disponibilità a trattare su possibili dazi anche contro i Paesi alleati se questi aumenteranno le loro importazioni di Gnl 'made in Usa'. Ma rimane un ostacolo: il prodotto caricato nella penisola russa di Yamal ha un costo "significativamente inferiore" a quello americano, come ha spiegato al Financial Times Christoph Halser, analista del settore del gas per Rystad.
L'Unione Europea ha introdotto solo lo scorso giugno le prime sanzioni che colpiscono il settore del Gnl russo, anche se ancora alla lontana, non il prodotto importato per uso interno. Sembra che ancora la partita sia da giocare. Novatek avrebbe anche avviato uno sforzo per ricostruire le relazioni con l'Occidente e in particolare con gli Stati Uniti anticipando la fine della guerra in Ucraina che Trump ha promesso, scriveva Reuters il mese scorso, citando la missione di un alto dirigente della società russa a Washington, per far partire una collaborazione con una società di lobbying americana.
La Novatek, fondata nel 1994, è da tempo in competizione interna con Gazprom, che ha superato nel settore del Gnl e a cui potrebbe fare concorrenza, sanzioni permettendo, anche sui mercati asiatici, in competizione con il gas trasportato su gasdotti verso la Cina già sovradimensionati.
A Venezia è sparito ogni riferimento alla V-A-C Foundation con cui, ci si limita a osservare sul sito, c'era solo un accordo di cooperazione "definitivamente interrotto nel 2022 a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, che ha portato ai tragici fatti in Ucraina". La galleria ora si chiama Scuola Piccola Zattere, anche se il palazzo alle Zattere una scuola piccola o scoletta non l'ha mai ospitata. Fa capo alla "Fondazione per lo sviluppo dell’arte contemporanea Victoria, ente italiano costituito nel 2014" di cui è fondatrice Victoria Mikhelson, finanziatrice unica dell'iniziativa "attraverso le sue risorse personali", si precisa.
Il Palazzo è stato oggetto di un profondo restyling, sia nell'architettura, a cura del collettivo Fosbury Architecture, che tematico: non è più solo una galleria ma ospita residenze artistiche, installazioni, laboratori.
Forte l'accento sulla città di Venezia. Sia nella scelta del nome che nel programma di valorizzare le realtà artistiche locali. Tanto che alla festa per l'inaugurazione alla fine dello scorso novembre erano presenti, come ha raccontato un ospite, "più che autorità o i soliti volti della mondanità veneziana", impegnati nella contemporanea accensione delle luci e dell'albero a Piazza San Marco, molti studenti della vicina Cà Foscari.
Victoria, che ha una laurea in storia dell'arte alla New York University e un master al Courtauld Institute a Londra, già nel board del New Museum di New York, era in precedenza responsabile dello sviluppo strategico della Fondazione V-A-C, da cui, a vedere il sito web, sembra ora dipendere solo la Casa della cultura Ges-2 di Mosca.
In questi due anni il Palazzo veneziano che sarebbe sempre rimasto locato dall'autorità portuale di Venezia alla fondazione (non risulta che il contratto di affitto 18 + 18 anni stipulato in vista dell'inaugurazione del 2017 sia mai stato rescisso) sarebbe stato sporadicamente ceduto "a prezzi esorbitanti" per eventi privati -come spiegano all'Adnkronos fonti locali- seppur la maggior parte del tempo sia rimasto sbarrato. Subito dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia l'allora curatore, Francesco Manacorda, si era dimesso. E lo spazio era rimasto chiuso.
Esteri
Iran, Tirelli (Cpi): “Gestione caso Sala-Abedini...
"Intervento del governo per scarcerazione giornalista romana è una mossa tattica che ha il potenziale di riposizionare l’Italia come interlocutore privilegiato nei delicati equilibri del Medio Oriente"
Prosegue la delicata trattativa per riportare in Italia la reporter Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso, dopo che le autorità italiane, su mandato degli Stati Uniti, hanno arrestato il cittadino iraniano Mohammed Abedini. Un negoziato nella triangolazione Roma-Teheran-Washington che si potrebbe configurare come "un’opportunità strategica per l'Italia". E' questo il punto di vista di Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale e autore di 'The International Lawyer: The Defense of Law and Stability in Managing Global Crises', un manuale sulla gestione delle crisi internazionali. L'intervento del governo Meloni per la scarcerazione della giornalista romana "non è solo un’azione umanitaria, ma una mossa strategica che ha il potenziale per riposizionare l’Italia come interlocutore privilegiato nei delicati equilibri del Medio Oriente", spiega all'Adnkronos l'esperto di diritto internazionale. La possibile decisione di opporsi all’estradizione di Abedini negli Stati Uniti, "sebbene rischiosa, per quel che sembra profilarsi in queste ore, si rivelerebbe infatti una scelta strategica, ponendo l’Italia come possibile mediatore in un’area mediorientale caratterizzata da tensioni crescenti e prevenendo al contempo potenziali rischi per la sicurezza nazionale, incluso il pericolo del terrorismo".
Secondo Tirelli la premier Giorgia Meloni "ha saputo sfruttare abilmente il vuoto di potere legato al cambio di presidenza negli Stati Uniti, tra l’amministrazione uscente di Joe Biden e l’attesa per il reinsediamento di Donald Trump. Questo momento di transizione è stato trasformato in un’opportunità per rafforzare i legami con l’Iran e al contempo costruire un nuovo canale di dialogo con gli Usa. La mossa sarebbe resa ancor più significativa dall’utilizzo sapiente dell’articolo 718 del Codice di Procedura Penale, che conferisce al Guardasigilli la facoltà di liberare un estradando". La prospettiva è ora il 15 gennaio quando la Corte di Appello di Milano si esprimerà sull'eventuale scarcerazione dell'ingegnere italiano Abedini, detenuto dopo l'arresto a dicembre scorso, nel carcere di Opera.
"Questo intervento - riprende Tirelli - non solo protegge gli interessi della Repubblica, ma rafforza la posizione dell’Italia su due fronti: da una parte, migliora i rapporti con Teheran, ponendo le basi per una normalizzazione delle relazioni bilaterali e per un eventuale ruolo di mediazione in Medio Oriente; dall’altra, consolida il rapporto strategico con gli Stati Uniti, che potrebbero vedere nell’Italia un utile alleato per gestire questioni regionali senza compromettere direttamente la propria posizione". L’Italia, in sostanza, "si presenta come un Paese capace di muoversi con decisione e autonomia, guadagnandosi il rispetto di entrambi gli schieramenti coinvolti", un paese "capace di ritagliarsi uno spazio strategico internazionale più indipendente, senza perdere la coerenza del proprio posizionamento atlantico. Una visione di lungo respiro che potrebbe ridefinire il ruolo dell’Italia nel panorama strategico del Mediterraneo". (di Sibilla Bertollini)
Esteri
Trump: “Se Hamas non rilascia ostaggi prima del mio...
Il tycoon in conferenza stampa: "Non escludo uso della forza per Panama e Groenlandia"
Se gli ostaggi prigionieri di Hamas non saranno rilasciati prima del 20 gennaio, giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, "succederà l'inferno in Medio Oriente". Lo ha detto in conferenza stampa lo stesso Trump che ha avvertito: "Non sarebbe bene per Hamas e non sarebbe bene, francamente, per nessuno. L'inferno scoppierà, non voglio dire di più ma è questo". Il tycoon ha aggiunto che "non ci sarebbe mai dovuto essere" il 7 ottobre.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Steve Witkoff, che sarà l'inviato di Trump in Medio Oriente, affermando che i negoziati "stanno facendo molti progressi" verso un accordo per il rilascio degli ostaggi. Ed ha ribadito che "veramente spera che entro l'inaugurazione avremo delle buone cose da annunciare a nome del presidente".
Witkoff ha spiegato che tornerà a Doha dove domani si svolgerà un round di negoziati. "E' il presidente, la sua reputazione, le cose che ha detto che stanno guidando i negoziati e così si spera che le cose funzioneranno e salveremo delle vite", ha concluso.