Roma-Lazio, il derby dei politici tra pronostici e scaramanzia
Dopo il successo giallorosso
"Oggi Mulè ha detto scaramanticamente che la Lazio avrebbe perso 4 a 0. Ha sbagliato. Era stato più generoso. Abbiamo vinto solo 2 a 0. I più spiritosi comunque restiamo noi. Alla fine della partita in Curva Sud i tifosi giallorossi hanno mostrato uno striscione con scritto 'Maledetto risultato' per sfottere una volta di più i biancocelesti. E Mulè questa volta ha perso, che dobbiamo fare". Ad affermarlo è Maurizio Gasparri capogruppo di Forza Italia in Senato, con il cuore giallorosso replicando al vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, acceso laziale, che aveva affermato prima della partita vinta dalla Roma all'Olimpico 2 a 0 contro la Lazio: "Vince la Roma 4-0, così Gasparri domani potrà fare lo show a un Giorno da Pecora...".
Politica
Da Space X ai Servizi segreti, nodo sicurezza sul tavolo di...
Domani il primo Consiglio dei ministri del 2025, tanti i dossier per la premier e il governo
Prima la lunga conferenza stampa di inizio anno in programma giovedì, seguita dal Consiglio dei ministri. Poi, sabato, l'incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a Villa Pamphilj a Roma. Nel mezzo, il pressing delle opposizioni che le chiedono di riferire in Parlamento sulla vicenda Starlink, oltre al nodo della nomina del successore di Elisabetta Belloni alla guida del Dis. Tanti i dossier sul tavolo della premier Giorgia Meloni, che domani alle 18 riunirà i suoi ministri a Palazzo Chigi per il primo Cdm del 2025.
Non ancora ufficializzato l'ordine del giorno, ma è probabile che in agenda ci sia la nomina di Fabrizio Curcio (già annunciata da Meloni) come nuovo commissario straordinario alla ricostruzione dopo l'alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana in sostituzione del generale Francesco Paolo Figliuolo.
I dossier sul tavolo della premier
Uno dei temi caldi al centro del Consiglio sarà il terzo mandato dei governatori. Entro il 10 gennaio scadono i termini per impugnare davanti alla Consulta la legge regionale della Campania che estende il limite dei mandati per il presidente di Regione. Nonostante nella Lega ci sia chi, come il governatore veneto Luca Zaia, da tempo spinge per abolire il tetto ai mandati, l'esecutivo dovrebbe mostrarsi compatto nella decisione di opporsi al provvedimento ribattezzato "legge salva-De Luca".
Altro nodo non di poco conto è legato alla scelta del nuovo capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza dopo le dimissioni di Belloni che saranno effettive dal 15 gennaio: per la successione circolano diversi nomi, dai vice di Belloni al Dis - il prefetto Alessandra Guidi e Giuseppe Del Deo - a Bruno Valensise, attuale direttore dell'Aisi, l'agenzia che si occupa della sicurezza interna. L'approdo di Valensise al Dis, al momento, sarebbe l'opzione più quotata anche per il parere positivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Obiettivo di Meloni è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale: tra queste, l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala, dossier sul quale il governo lavora a fari spenti e che potrebbe essere affrontato sabato nel corso dell'incontro con Biden, uno degli ultimi appuntamenti del presidente uscente prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Ma è soprattutto la vicenda Starlink a tenere banco in Parlamento, con le opposizioni - a partire dal Pd Elly Schlein, passando per Movimento 5 Stelle e Avs - che bussano in coro alla porta di Palazzo Chigi per chiedere alla premier di riferire in Aula sull'indiscrezione pubblicata di Bloomberg (e smentita da Palazzo Chigi) che parlava di colloqui avanzati con la Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all'Italia con un contratto da 1,5 miliardi per 5 anni. Se, da una parte, Matteo Salvini e lo stesso imprenditore sudafricano rilanciano l'ipotesi di un accordo ("sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne", scrive Musk sul suo social X), Forza Italia si mostra molto più prudente.
In una riunione tenutasi nella sede del partito, il leader di Fi e ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe invitato i suoi alla massima prudenza: nessun pregiudizio nei confronti di Musk e le sue società, avrebbe chiarito il vicepremier, sottolineando l'opportunità da parte del governo ad essere cauti su questa materia. Una posizione che il portavoce azzurro Raffaele Nevi, in chiaro, sintetizza così: "Non c'è nessun contratto firmato, su queste cose bisogna essere molto attenti e valutare bene la nostra convenienza e la riservatezza dei dati sensibili". Tra l'altro, nel pomeriggio Tajani è stato visto entrare a Palazzo Chigi ma non si hanno conferme di un colloquio con la premier Meloni.
Fonti della presidenza del Consiglio interpellate dall'Adnkronos sul tema rimarcano che la posizione della leader di Fdi è ancorata alla nota di lunedì, dove Palazzo Chigi smentiva la firma di accordi con Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink.
I colloqui con la società di Musk "rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati", si legge ancora nel comunicato a cui le stesse fonti rimandano quando viene chiesto se le perplessità di Forza Italia possano aprire un nuovo fronte nel governo. Oggi il caso Starlink sarà tra i temi trattati nel question time della Camera, con una interrogazione che chiama in causa il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Politica
Servizi segreti, Meloni lavora al post-Belloni: rischio...
Da Valensise a Guidi, quali sono i nomi in pole
L'imminente addio di Elisabetta Belloni apre la 'caccia' al successore dell'ambasciatrice romana alla guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina le attività di Aise e Aisi. La nomina del direttore generale dei Servizi segreti spetta alla premier Giorgia Meloni, dopo aver acquisito il parere del Cisr: si tratta quindi di un incarico che sul piano formale non richiede il via libera del Consiglio dei ministri, convocato per giovedì alle ore 18 dopo la lunga conferenza stampa di inizio anno della premier.
Le dimissioni di Belloni saranno effettive a partire dal 15 gennaio: l'obiettivo, dunque, è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale (tra queste, l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala).
Il toto-nomi, chi c'è in pole e il rischio effetto domino sulle nomine
Il toto-nomi per il dopo-Belloni al momento vedrebbe in pole Bruno Valensise, attuale direttore dell'Aisi, l'agenzia che si occupa della sicurezza interna. L'approdo di Valensise al Dis, tra l'altro, sarebbe sponsorizzato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Classe 1970, dopo essersi laureato in Giurisprudenza presso l'Università La Sapienza di Roma Valensise ha conseguito le lauree in Scienze politiche a Roma Tre e in Scienze economiche e sociali presso Roma Tor Vergata ed è dottore di ricerca in Diritto costituzionale presso l'Università di Ferrara. Valensise conosce molto bene il Dis, di cui è stato nominato vicedirettore generale nel 2019: il Dipartimento allora era guidato da Gennaro Vecchione.
L''upgrade' di Valensise aprirebbe però una sorta di gioco di incastri: spostare al vertice del Dis l'attuale capo dell'Aisi rischierebbe infatti di dare il via a un vero e proprio risiko di poltrone. Anche per questo motivo, c'è chi ritiene che sia Valensise sia il numero uno dell'Aise Gianni Caravelli (altro nome circolato per il post-Belloni) alla fine rimarranno al proprio posto.
In questo caso, alla guida del Dipartimento potrebbe approdare uno dei due vice di Belloni, il prefetto Alessandra Guidi o Giuseppe Del Deo, che nel 2023 fu nominato vicedirettore Aisi, di cui era stato capo reparto per l'intelligence economico-finanziaria sotto la direzione del generale dei Carabinieri Mario Parente. Ma si fa anche il nome di Vittorio Rizzi, che da settembre è vicedirettore dell'Aisi.
Sullo sfondo restano anche altre ipotesi, tra cui quella del comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, del prefetto di Roma Lamberto Giannini e del generale Francesco Paolo Figliuolo, fresco di nomina come vicedirettore Aise dopo essere stato commissario all'emergenza maltempo in Emilia Romagna, Toscana e Marche.
Politica
Space X e Musk, oggi question time: pressing opposizioni su...
Tutte le forze della minoranza insistono perché la premier riferisca in Parlamento sul possibile accordo con il patron di Tesla
Le opposizioni non mollano la presa sul caso Starlink. Tutte le forze della minoranza insistono perché la premier Giorgia Meloni venga a riferire in Parlamento. Oggi il caso è all'odg del question time alla Camera con l'interrogazione di Nicola Fratoianni di Avs. Le parole di Matteo Salvini che ha rilanciato l'accordo con Space X via social (ricevendo una risposta di Elon Musk: 'L'accordo con l'Italia per Space X sarà fantastico') dopo che palazzo Chigi ha smentito la firma di alcuna intesa con il patron di Tesla, offrono al centrosinistra la possibilità di un nuovo affondo sulla vicenda e di mettere in evidenza le contraddizioni nel governo.
Elly Schlein la definisce "la corsa della destra italiana al bacio della pantofola all’uomo più ricco del mondo", una corsa dai "tratti ridicoli, se non fosse che in gioco ci sono la sicurezza nazionale, i soldi dei cittadini italiani e i loro dati sensibili” e che "sta gettando il governo nel caos, con il vicepresidente del consiglio che smentisce la stessa presidenza mentre Fratelli d’Italia bollava come fake news quanto Salvini stava confermando".
Quindi Schlein torna a chiedere la presenza della premier in Parlamento su "questa vicenda paradossale, perché è preoccupante la disinvoltura con cui la destra promette agli uomini più ricchi e potenti del mondo contratti da miliardi di euro, pagati dai contribuenti, quando in Italia taglia sulla sanità pubblica e sulla qualità della vita dei cittadini. Una cosa è certa: ormai Salvini e Meloni si sono talmente appassionati a SpaceX da essere diventati loro stessi satelliti di Musk, alla faccia del sovranismo".
Anche il leader M5S, Giuseppe Conte, evidenzia quelle che secondo lui sono le contraddizioni nel governo: "Meloni e Salvini si contraddicono a vicenda mentre giocano a fare la gara a chi è più amico di Musk. Sul piatto resta un possibile accordo per consegnare pezzi della nostra sicurezza nazionale a Musk per 1,5 miliardi degli italiani". Conte a sua volta chiama il governo in aula: "Vengano in Parlamento a spiegare anziché stare sui social o nascondersi dietro qualche nota. Non possiamo sapere quel che sta succedendo nel nostro Paese dai commenti social di un cittadino straniero come Musk interessato a espandere i suoi affari in Italia e in Europa".
Duri anche i 'centristi' Matteo Renzi e Carlo Calenda. Per il leader di Iv "la space economy è cruciale, prendiamo il migliore. E' Musk? Discutiamo, non c'è solo lui. Ma non vai a fare una cena e decidi di dare 1,5 miliardi a un amico mio che è venuto ad Atreju. Fai un percorso di trasparenza" perché "il miliardo e mezzo non è della sora Giorgia o della sorella ma degli italiani. Qui ci siamo abituati che la Meloni va in Albania vede Rama e gli dà 800 milioni, ma non sono soldi suoi. Se con i soldi suoi vuole comprare casa faccia lei, ma con il miliardo e mezzo degli italiani devi metterla in modo trasparente". Anche Renzi rinnova la richiesta di riferire in aula: "Deve venire Meloni e metterci la faccia". Calenda promette "barricate" contro l'accordo con Musk, "un signore che, secondo tutti gli analisti indipendenti, è il principale diffusore di fake news. E noi pensiamo davvero di mettergli in mano le comunicazioni criptate, le comunicazioni più delicate del governo italiano. Ma su che basi? Elon Musk è un nemico dell'Europa".
Per Riccardo Magi di Più Europa "è arrivato il momento che Meloni dica la verità agli italiani e al Parlamento. Su Starlink Palazzo Chigi smentisce l’accordo con Musk, il quale però smentisce Meloni, che viene smentita anche da Salvini: sembra un rompicapo invece sono le balle spaziali su cui il nostro governo sta galleggiando da giorni dopo l’indiscrezione di Bloomberg su Space X".
Angelo Bonelli di Avs sottolinea come si sia passati da "un'indiscrezione giornalistica" alla "voce del diretto interessato Elon Musk, che, commentando un tweet di Matteo Salvini, conferma il possibile accordo con il governo italiano. Come può un Paese come l'Italia svendersi ed essere smentito a colpi di tweet, coinvolgendo direttamente il vice-premier? Chiedo alla premier Meloni di venire immediatamente in Parlamento". Intanto oggi Avs con Fratoianni mette il caso Starlink all'odg del question time alla Camera con una interrogazione al governo chiamando in causa il ministero della Difesa: "Vogliamo sapere dal governo se, indipendentemente dall’ovvia smentita della presidenza del Consiglio sulla sottoscrizione di contratti e/o accordi con Elon Musk, è vero, invece, che il ministero della Difesa del nostro Paese abbia già esaminato e approvato l’accordo tra il governo italiano e Space X e comunque quali siano le intenzioni e gli orientamenti del ministero della difesa".