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Prostituzione, Salvini: “È un lavoro da regolamentare”

Il leader della Lega sui social: "Bene Meloni da Trump, Go Donald Go"

Matteo Salvini

La prostituzione "è un lavoro da regolamentare". Così Matteo Salvini, nel corso della diretta social di oggi, 5 gennaio, torna a parlare di riapertura delle case chiuse. "Togliere le persone dalle strade, regolamentare, controllare e tassare quello che è un lavoro, come tale riconosciuto, in Svizzera in Austria in Germania", dice il leader della Lega, sottolineando di essere per "togliere dalla malavita e dalla strada donne e uomini, sfruttati, non do giudizi morali. Io sono assolutamente favorevole alla regolamentazione".

Parlando del caso Todde, Salvini parla di una "figuraccia della governatrice grillina della Sardegna che è stata rimossa perché non ha fatto quello che bisogna fare in tutte le elezioni". "Spero che i sardi se venisse confermato quanto è uscito queste ore -dice - possano tornare a votare il prima possibile, per eleggersi un governatore, un presidente che rispetta le regole perché le regole valgono per tutti, anche per i grillini".

Salvini ha poi ricordato i dati della Polizia stradale che certificano un calo di incidenti e vittime con il nuovo Codice della strada: "Se non vi fidate di un politico, spero che crediate alla polizia stradale", dice, ribadendo che "non è stato né alzato né ridotto il consumo alcolico possibile, si può bere stasera dopo il derby Roma Lazio o domani dopo il derby Milan-Inter, esattamente quello che si poteva bere l'anno scorso".

Quanto al generale Vannacci,"è un grande, è nella Lega, resta nella Lega e ci darà una mano a fare grande l'Italia". "L'ho sentito pure stamattina", aggiunge.

In un precedente messaggio, Salvini ha commentato la visita di Giorgia Meloni da Donald Trump: "Bene Giorgia Meloni da Donald Trump per parlare di pace, di collaborazione industriale e commerciale, di sicurezza e della liberazione di Cecilia Sala. Mentre altri in Italia e in Europa lo attaccano e lo ignorano, noi diciamo Go Donald Go!", si legge nel post.

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Politica

Camera, oggi question time con ministri Tajani e Crosetto

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Alle 15. Risponderanno a interrogazione anche Ciriani e Calderone

Aula Camera - (Fotogramma)

Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde a una interrogazione –rivolta alla ministra per la Famiglia– sulle iniziative in materia di educazione sessuale e affettiva, con particolare riferimento all'adeguatezza delle campagne di informazione; a una interrogazione –rivolta al ministro della Salute– sulle iniziative urgenti in merito al recente decreto ministeriale in materia di definizione delle tariffe relative all'assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, con particolare riferimento all'impatto economico sulle strutture private accreditate.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, risponde a una interrogazione su un possibile accordo tra il Governo italiano e SpaceX in materia di sicurezza per le telecomunicazioni. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, risponde a una interrogazione sulla compatibilità del progetto di autonomia differenziata con il principio di equità nell'erogazione dei servizi sanitari sul territorio nazionale.

Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, risponde a una interrogazione sulle Iniziative in sede internazionale e Ue per la stabilizzazione politica e il rilancio economico della Siria. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde a una interrogazione sulle iniziative per contrastare il fenomeno dell'analfabetismo digitale, con particolare riferimento all'introduzione dell'insegnamento dell'informatica nelle scuole, anche attraverso l'utilizzo della piattaforma Syllabus.

La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per prevedere la sospensione dei termini relativi ad adempimenti contributivi a carico dei liberi professionisti nei casi già previsti per gli adempimenti tributari; sui ritardo della pubblicazione dei dati relativi all'assegno di inclusione; sulla nomina del dottor Mario Pepe a presidente della commissione di Vigilanza sui fondi pensione; sulle iniziative per consolidare l'aumento dell'occupazione, in particolare nel Mezzogiorno.

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Politica

Da Space X ai Servizi segreti, nodo sicurezza sul tavolo di...

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Domani il primo Consiglio dei ministri del 2025, tanti i dossier per la premier e il governo

La premier Giorgia Meloni - Fotogramma /Ipa

Prima la lunga conferenza stampa di inizio anno in programma giovedì, seguita dal Consiglio dei ministri. Poi, sabato, l'incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a Villa Pamphilj a Roma. Nel mezzo, il pressing delle opposizioni che le chiedono di riferire in Parlamento sulla vicenda Starlink, oltre al nodo della nomina del successore di Elisabetta Belloni alla guida del Dis. Tanti i dossier sul tavolo della premier Giorgia Meloni, che domani alle 18 riunirà i suoi ministri a Palazzo Chigi per il primo Cdm del 2025.

Non ancora ufficializzato l'ordine del giorno, ma è probabile che in agenda ci sia la nomina di Fabrizio Curcio (già annunciata da Meloni) come nuovo commissario straordinario alla ricostruzione dopo l'alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana in sostituzione del generale Francesco Paolo Figliuolo.

I dossier sul tavolo della premier

Uno dei temi caldi al centro del Consiglio sarà il terzo mandato dei governatori. Entro il 10 gennaio scadono i termini per impugnare davanti alla Consulta la legge regionale della Campania che estende il limite dei mandati per il presidente di Regione. Nonostante nella Lega ci sia chi, come il governatore veneto Luca Zaia, da tempo spinge per abolire il tetto ai mandati, l'esecutivo dovrebbe mostrarsi compatto nella decisione di opporsi al provvedimento ribattezzato "legge salva-De Luca".

Altro nodo non di poco conto è legato alla scelta del nuovo capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza dopo le dimissioni di Belloni che saranno effettive dal 15 gennaio: per la successione circolano diversi nomi, dai vice di Belloni al Dis - il prefetto Alessandra Guidi e Giuseppe Del Deo - a Bruno Valensise, attuale direttore dell'Aisi, l'agenzia che si occupa della sicurezza interna. L'approdo di Valensise al Dis, al momento, sarebbe l'opzione più quotata anche per il parere positivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Obiettivo di Meloni è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale: tra queste, l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala, dossier sul quale il governo lavora a fari spenti e che potrebbe essere affrontato sabato nel corso dell'incontro con Biden, uno degli ultimi appuntamenti del presidente uscente prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Ma è soprattutto la vicenda Starlink a tenere banco in Parlamento, con le opposizioni - a partire dal Pd Elly Schlein, passando per Movimento 5 Stelle e Avs - che bussano in coro alla porta di Palazzo Chigi per chiedere alla premier di riferire in Aula sull'indiscrezione pubblicata di Bloomberg (e smentita da Palazzo Chigi) che parlava di colloqui avanzati con la Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all'Italia con un contratto da 1,5 miliardi per 5 anni. Se, da una parte, Matteo Salvini e lo stesso imprenditore sudafricano rilanciano l'ipotesi di un accordo ("sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne", scrive Musk sul suo social X), Forza Italia si mostra molto più prudente.

In una riunione tenutasi nella sede del partito, il leader di Fi e ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe invitato i suoi alla massima prudenza: nessun pregiudizio nei confronti di Musk e le sue società, avrebbe chiarito il vicepremier, sottolineando l'opportunità da parte del governo ad essere cauti su questa materia. Una posizione che il portavoce azzurro Raffaele Nevi, in chiaro, sintetizza così: "Non c'è nessun contratto firmato, su queste cose bisogna essere molto attenti e valutare bene la nostra convenienza e la riservatezza dei dati sensibili". Tra l'altro, nel pomeriggio Tajani è stato visto entrare a Palazzo Chigi ma non si hanno conferme di un colloquio con la premier Meloni.

Fonti della presidenza del Consiglio interpellate dall'Adnkronos sul tema rimarcano che la posizione della leader di Fdi è ancorata alla nota di lunedì, dove Palazzo Chigi smentiva la firma di accordi con Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink.

I colloqui con la società di Musk "rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati", si legge ancora nel comunicato a cui le stesse fonti rimandano quando viene chiesto se le perplessità di Forza Italia possano aprire un nuovo fronte nel governo. Oggi il caso Starlink sarà tra i temi trattati nel question time della Camera, con una interrogazione che chiama in causa il ministro della Difesa Guido Crosetto.

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Politica

Servizi segreti, Meloni lavora al post-Belloni: rischio...

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Da Valensise a Guidi, quali sono i nomi in pole

Elisabetta Belloni - Fotogramma

L'imminente addio di Elisabetta Belloni apre la 'caccia' al successore dell'ambasciatrice romana alla guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina le attività di Aise e Aisi. La nomina del direttore generale dei Servizi segreti spetta alla premier Giorgia Meloni, dopo aver acquisito il parere del Cisr: si tratta quindi di un incarico che sul piano formale non richiede il via libera del Consiglio dei ministri, convocato per giovedì alle ore 18 dopo la lunga conferenza stampa di inizio anno della premier.

Le dimissioni di Belloni saranno effettive a partire dal 15 gennaio: l'obiettivo, dunque, è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale (tra queste, l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala).

Il toto-nomi, chi c'è in pole e il rischio effetto domino sulle nomine

Il toto-nomi per il dopo-Belloni al momento vedrebbe in pole Bruno Valensise, attuale direttore dell'Aisi, l'agenzia che si occupa della sicurezza interna. L'approdo di Valensise al Dis, tra l'altro, sarebbe sponsorizzato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Classe 1970, dopo essersi laureato in Giurisprudenza presso l'Università La Sapienza di Roma Valensise ha conseguito le lauree in Scienze politiche a Roma Tre e in Scienze economiche e sociali presso Roma Tor Vergata ed è dottore di ricerca in Diritto costituzionale presso l'Università di Ferrara. Valensise conosce molto bene il Dis, di cui è stato nominato vicedirettore generale nel 2019: il Dipartimento allora era guidato da Gennaro Vecchione.

L''upgrade' di Valensise aprirebbe però una sorta di gioco di incastri: spostare al vertice del Dis l'attuale capo dell'Aisi rischierebbe infatti di dare il via a un vero e proprio risiko di poltrone. Anche per questo motivo, c'è chi ritiene che sia Valensise sia il numero uno dell'Aise Gianni Caravelli (altro nome circolato per il post-Belloni) alla fine rimarranno al proprio posto.

In questo caso, alla guida del Dipartimento potrebbe approdare uno dei due vice di Belloni, il prefetto Alessandra Guidi o Giuseppe Del Deo, che nel 2023 fu nominato vicedirettore Aisi, di cui era stato capo reparto per l'intelligence economico-finanziaria sotto la direzione del generale dei Carabinieri Mario Parente. Ma si fa anche il nome di Vittorio Rizzi, che da settembre è vicedirettore dell'Aisi.

Sullo sfondo restano anche altre ipotesi, tra cui quella del comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, del prefetto di Roma Lamberto Giannini e del generale Francesco Paolo Figliuolo, fresco di nomina come vicedirettore Aise dopo essere stato commissario all'emergenza maltempo in Emilia Romagna, Toscana e Marche.

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