Space X, opposizione: “Governo riferisca su trattative con Musk”
Il centrosinistra chiede al governo di riferire a proposito delle voci su possibili accordi per portare in Italia i sistemi della società dell'imprenditore Usa
Le indiscrezioni su possibili accordi per portare in Italia i sistemi di Elon Musk, e in particolare la rete satellitare Starlink, scatenano l'opposizione che chiede a gran voce al governo sulla questione dei rapporti con la società Space X. Palazzo Chigi da parte sua smentisce e bolla la notizia come "ridicola", mentre l'imprenditore Usa scrive su X: "Pronti a fornire all'Italia tecnologia sicura".
Schlein
"Non pensi di cavarsela con qualche riga affidata alle agenzie di stampa e ai giornali amici" dice la segretaria del Pd Elly Schlein. "Giorgia Meloni e il suo governo vengano immediatamente a riferire in Parlamento sulle trattative con Musk. Se 1.5 miliardi di soldi degli italiani per portare i satelliti del miliardario americano nel nostro Paese è il prezzo che dobbiamo pagare per la sua amicizia noi non ci stiamo, l’Italia non si svende".
"E’ notizia di queste ore la possibile conclusione di un contratto pluriennale di 1,5 miliardi di euro a favore di Elon Musk e della sua SpaceX-Starlink per una serie di servizi di telecomunicazione a favore del Governo" aggiungono i presidenti dei gruppi del Pd Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti. "Parliamo di ingenti risorse pubbliche, pari a quelle impegnate negli investimenti a banda ultra larga nel PNRR, che regaleremmo a una società satellitare le cui performance sono inferiori ai target europei fissati al 2030. Le notizie inoltre parlano di servizi di crittografia delle comunicazioni del Governo e di applicazioni militari, cioè di servizi assai sensibili per la sicurezza nazionale e per la sovranità digitale dei dati. Sì tratta di servizi che a nostro parere possono essere offerti da imprese italiane ed europee. Siamo di fronte a notizie inquietanti ed è necessario che il governo venga al più presto in Parlamento a chiarire le scelte che vengono fatte riguardo temi così delicati".
“Se così fosse -continuano i capigruppo dem- in un colpo solo Giorgia Meloni, che solo due settimane fa negava l’ipotesi di accordo, regalerebbe i dati sensibili italiani a Musk, distruggerebbe aziende pubbliche e private del settore delle reti, continuando a svendere asset strategici del nostro Paese. Tutto questo senza alcuna strategia o visione d’insieme. Come Pd nelle scorse settimane abbiamo presentato interrogazioni al governo proprio per approfondire la conoscenza dei rapporti dell’esecutivo con l’azienda di Elon Musk. Oggi, alla luce delle ultime notizie, dopo il viaggio lampo della Presidente del Consiglio negli USA, vogliamo sapere quale sia lo stato delle cose. Come Pd ci impegneremo per tutelare gli investimenti e i finanziamenti pubblici, la concorrenza nel mercato telco, la cybersicurezza, la sovranità digitale dei dati. L’Italia non è in svendita e non può spendere fondi pubblici per regalare a monopolisti privati, amici della destra, la sicurezza nazionale".
Conte
"I 'patrioti' al Governo stanno mettendo la nostra sicurezza nazionale nelle mani di Musk alla modica cifra di 1,5 miliardi pubblici? Alla Presidente Meloni e a tutto il Governo chiediamo immediata trasparenza di fronte al Parlamento sulle insistenti indiscrezioni di stampa di queste ore" scrive sui social, Giuseppe Conte, leader del M5S. "Si tratta di questioni della massima rilevanza: tutela delle nostre aziende, protezione dei dati personali, della privacy, della identità personale, cybersicurezza. E tante altre questioni che coinvolgono direttamente la qualità dei nostri processi democratici. Tutto questo può essere deciso sulla base di rapporti personali tra la nostra premier e uno degli aspiranti 'padroni del mondo'?".
Attualità
La posizione dell’ONU sulla sovranità: una risposta...
Le recenti dichiarazioni del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno suscitato un’ampia discussione internazionale. In particolare, la sua volontà dichiarata di acquisire territori come la Groenlandia e il Canale di Panama, con l’eventualità di ricorrere a mezzi economici o militari, ha sollevato interrogativi sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale degli stati.
A questo proposito, il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha voluto sottolineare l’importanza dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, firmata da tutti i paesi membri. Rispondendo a una domanda dell’agenzia ANSA, Dujarric ha affermato: “Abbiamo a che fare con un’amministrazione americana per volta. E la questione riguardo sovranità e integrità territoriale è ampiamente trattata nella Carta ONU che tutti gli stati membri hanno sottoscritto”.
La Carta delle Nazioni Unite: pilastro della sovranità internazionale
La Carta delle Nazioni Unite rappresenta il fondamento del diritto internazionale moderno e sancisce il principio della sovranità degli stati come elemento cardine per la stabilità globale. L’articolo 2 della Carta, in particolare, stabilisce che gli stati membri si impegnano a rispettare l’integrità territoriale e la sovranità politica degli altri membri, escludendo l’uso della forza come strumento di coercizione.
In questo contesto, le dichiarazioni di Trump hanno provocato un certo allarme tra gli osservatori internazionali. La Groenlandia, territorio autonomo sotto la sovranità del Regno di Danimarca, e il Canale di Panama, sotto il controllo esclusivo della Repubblica di Panama dal 1999, sono entrambi simboli di sovranità consolidata nei rispettivi contesti geopolitici.
La posizione delle Nazioni Unite
La risposta del portavoce Dujarric evidenzia l’approccio istituzionale delle Nazioni Unite, che mirano a mantenere un dialogo con le diverse amministrazioni statunitensi su base pragmatica. La dichiarazione riflette anche la neutralità dell’ONU, che evita commenti diretti sulle intenzioni politiche di un singolo stato, focalizzandosi invece sul rispetto delle norme internazionali.
La comunità internazionale guarda con attenzione a queste dinamiche, poiché eventuali azioni unilaterali che minaccino la sovranità di stati indipendenti potrebbero creare pericolosi precedenti. La Carta delle Nazioni Unite, in questo senso, continua a rappresentare un baluardo contro eventuali derive che possano minare l’ordine internazionale.
Le parole di Stephane Dujarric ribadiscono un messaggio chiaro: la sovranità e l’integrità territoriale non sono negoziabili, essendo elementi fondamentali del sistema multilaterale che garantisce la pace e la sicurezza globale. Mentre si attende l’insediamento ufficiale della nuova amministrazione statunitense, la comunità internazionale rimane vigile, pronta a difendere i principi che stanno alla base della cooperazione tra gli stati membri.
Politica
Vittorio Rizzi probabile successore alla guida del DIS:...
L’attesa è ormai prossima alla conclusione: nella giornata di domani dovrebbe essere formalizzata la nomina del successore di Elisabetta Belloni alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Tra le ipotesi più accreditate emerge con forza il nome del prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI).
Cambio al vertice: un passaggio di rilievo
Il possibile incarico a Rizzi rappresenterebbe un passaggio significativo nell’assetto istituzionale della sicurezza nazionale. Figura di spicco, con una carriera consolidata in ambito investigativo e di intelligence, Rizzi potrebbe prendere il posto di Elisabetta Belloni a partire dal prossimo 15 gennaio, segnando un cambio al vertice che si preannuncia cruciale per la gestione delle dinamiche strategiche del DIS.
Una doppia nomina in programma
Contestualmente alla designazione del nuovo direttore del DIS, verrà deciso anche il nome del successore di Rizzi nel ruolo di vicedirettore dell’AISI. Le indiscrezioni suggeriscono che la scelta potrebbe ricadere su un ufficiale generale della Guardia di Finanza, una decisione che rafforzerebbe la presenza di figure con competenze trasversali nel panorama dell’intelligence italiana.
Le prossime mosse
La nomina ufficiale è attesa per domani, un appuntamento che confermerà il quadro di riorganizzazione all’interno delle principali istituzioni di sicurezza del Paese. In un contesto globale caratterizzato da sfide sempre più complesse, la designazione di figure esperte e di alto profilo come quella di Vittorio Rizzi sottolinea l’importanza di un approccio strategico e coordinato per garantire la sicurezza nazionale.
Attualità
Scholz ribadisce: “L’inviolabilità delle frontiere è...
BERLINO – In una dichiarazione inaspettata rilasciata presso la Cancelleria federale, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha riaffermato l’importanza dell’inviolabilità delle frontiere, definendola un principio fondamentale del diritto internazionale che “vale per tutti, indipendentemente dalle dimensioni o dal peso geopolitico di un Paese”.
Scholz ha rivelato di aver recentemente intrattenuto colloqui con diversi capi di Stato e di governo europei, con l’obiettivo di affrontare l’impatto delle dichiarazioni controverse provenienti dagli Stati Uniti. Senza menzionare direttamente il nome dell’ex presidente americano Donald Trump, il cancelliere ha fatto riferimento a esternazioni che, secondo lui, hanno sollevato preoccupazioni tra i partner europei. “Dalle discussioni è emersa una certa incomprensione per le affermazioni recenti,” ha dichiarato.
Ribadendo con fermezza la posizione tedesca, Scholz ha sottolineato che le frontiere “non possono essere modificate con la violenza”, un principio che, secondo il cancelliere, rappresenta una pietra angolare della pace e della stabilità in Europa e nel mondo. L’appello è stato chiaro: i partner europei devono restare uniti e coordinati nella difesa di questo valore condiviso. “La coesione tra i Paesi europei è fondamentale per affrontare sfide comuni e garantire che i principi fondamentali del diritto internazionale siano rispettati ovunque”, ha aggiunto.
La dichiarazione arriva in un momento delicato per le relazioni transatlantiche, segnato da tensioni legate a posizioni divergenti su temi di politica estera. L’unità tra gli Stati membri dell’Unione Europea viene vista come una risposta cruciale per rafforzare la credibilità del blocco nel panorama geopolitico globale.
Un appello all’unità europea
Scholz ha inoltre evidenziato l’importanza di una risposta coordinata alle provocazioni che potrebbero minare la stabilità internazionale. “Non si tratta solo di proteggere le frontiere fisiche, ma di difendere un ordine internazionale basato su regole condivise,” ha affermato il cancelliere.
Il riferimento implicito alle tensioni alimentate da dichiarazioni provenienti dagli Stati Uniti, un partner storico dell’Europa, segnala una crescente necessità per i leader europei di definire una posizione autonoma e coesa. Scholz non ha fornito ulteriori dettagli sui contenuti delle conversazioni avute con i suoi omologhi, ma ha ribadito che “il confronto è stato costruttivo e orientato a rafforzare la cooperazione.”
L’eredità del principio di inviolabilità
Il principio dell’inviolabilità delle frontiere ha radici profonde nel diritto internazionale ed è stato riaffermato in numerose occasioni dopo la Seconda guerra mondiale. Esso rappresenta una delle basi fondamentali del sistema di sicurezza collettiva europeo, come sancito anche dagli accordi di Helsinki del 1975.
Scholz ha concluso il suo intervento ricordando che ogni violazione di tale principio rappresenta una minaccia non solo per il Paese coinvolto, ma per l’intera comunità internazionale. “Dobbiamo continuare a lavorare insieme per garantire che il rispetto delle frontiere e del diritto internazionale rimanga al centro delle nostre azioni collettive,” ha sottolineato.
La posizione del cancelliere tedesco si inserisce in un contesto più ampio di ridefinizione delle alleanze globali, in cui l’Europa si trova sempre più spesso a dover bilanciare il rapporto con gli Stati Uniti e la propria autonomia strategica. Restano da vedere gli sviluppi futuri, ma il messaggio di Scholz è chiaro: l’Europa non può permettersi divisioni interne su questioni di principio fondamentali.