Harris certifica vittoria Trump: “Ha avuto 312 voti, io 226”
Al termine della certificazione dei risultati dei voti elettorali di tutti gli stati da parte dl Congresso, Harris ha annunciato ufficialmente la vittoria del nuovo presidente degli Stati Uniti
Kamala Harris 'incorona' Donald Trump. Al termine della certificazione dei risultati dei voti elettorali di tutti gli stati da parte dl Congresso, Harris ha annunciato ufficialmente la vittoria elettorale di Donald Trump, nuovo presidente degli Stati Uniti, e la propria sconfitta alle elezioni del 5 novembre.
"I voti per il presidente degli Stati Uniti sono i seguenti: Donald Trump dello stato della Florida ha ricevuto 312 voti", ha letto, tra gli applausi dei repubblicani, la vice presidente che ha presieduto la seduta a camere riunite in qualità di presidente del Senato. Dopo aver chiesto silenzio, l'ex candidata democratica ha poi letto i suoi voi: "Kamala Harris dello stato della California ha ricevuto 226 voti", ha detto, provocando applausi tra i democratici.
Mentre arrivava la certificazione della vittoria, Trump produceva una serie di post sul social Truth, attaccanto il presidente uscente Joe Biden. "Sta facendo tutto il possibile per rendere la transizione più difficile possibile, usando le leggi come un'arma come non è stato fatto mai e con costosi e ridicoli ordini esecutivi sul Green New Scam, la nuova truffa verde, ed altri imbrogli per sprecare soldi", ha scritto Trump.
"Ma non temete - ha aggiunto il presidente eletto su Truth Social - questi ordini saranno aboliti tra breve e noi diventeremo una nazione del buon senso e della forza. Maga!".
Esteri
Da Sgrena a Sala, da Pari e Torretta a Mastrogiacomo: tutti...
Fondamentale il lavoro di intelligence e di diplomazia
Lavoro di intelligence e di diplomazia. Tanti gli italiani trattenuti all'estero e riportati a casa negli ultimi anni. Non ci sono solo gli arresti, come nella vicenda di Cecilia Sala, o la "politica degli ostaggi" di cui è accusato l'Iran, ma tra i casi che tornano alla mente ci sono quelli di sequestri come per le volontarie Simona Pari e Simona Torretta, rapite nel settembre del 2004 a Baghdad e liberate 21 giorni dopo il sequestro. Nella stessa capitale irachena, nel febbraio di dieci anni fa, viene rapita da un'organizzazione della Jihad Islamica la giornalista Giuliana Sgrena. La sua liberazione avviene il 4 marzo, ad opera del Sismi, ma si conclude tragicamente durante il trasferimento all'aeroporto della capitale irachena, quando a un posto di blocco viene raggiunta da un raffica di colpi sparati da militari americani l'auto con a bordo l'inviata e il dirigente dei servizi di sicurezza italiani Nicola Calipari, morto sul colpo nel tentativo di proteggere la Sgrena col suo corpo.
Nel marzo del 2007 viene rapito in Afghanistan il giornalista Daniele Mastrogiacomo, liberato 15 giorni dopo il sequestro. Nell'aprile 2013 viene rapito in Siria il giornalista Domenico Quirico insieme al belga Pierre Piccinin. Assieme vengono liberati a inizio settembre. E' sempre nel nord della Siria che nell'estate del 2014 vengono rapite le cooperanti Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rilasciate poi nel gennaio successivo. Nell'ottobre del 2015 viene rapito nel sud delle Filippine Rolando Del Torchio, ex sacerdote e imprenditore liberato poi nell'aprile del 2016.
Tra aprile e maggio 2019 vengono liberati Sergio Zanotti e Alessandro Sandrini, rapiti in Turchia e portati in Siria. Entrambi tornano liberi a tre anni dal sequestro. Nel marzo del 2020 tornano in libertà in Mali Luca Tacchetto e la compagna canadese Edith Bias, rapiti in Burkina Faso nel dicembre del 2018. Nell'ottobre del 2020 viene rilasciato Padre Pier Luigi Maccalli, sacerdote rapito nel settembre del 2018 a 150 chilometri dalla capitale del Niger, Niamey. Viene rilasciato insieme al turista Nicola Chiacchio, rapito in Mali nel febbraio del 2019.
Nel maggio del 2020 torna in libertà in Somalia la volontaria Silvia Romano, dopo essere stata sequestrata nel novembre di due anni prima in Kenya. Nel febbraio dello scorso anno vengono liberati Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni rapiti nella regione del Sahel il 19 maggio 2022.
Nel 2022 anche l'arresto di Alessia Piperno, viaggiatrice per passione fermata a Teheran il 28 settembre e rilasciata il 10 novembre dello stesso anno. Venne rinchiusa nel terrificante carcere di Evin, come Cecilia Sala e durante il periodo della sua detenzione scoppiò un incendio nel carcere, probabilmente innescato da una rivolta, che causò la morte di diversi detenuti.
Esteri
Cecilia Sala libera, la nobel Mohammadi: “Giornalisti...
"Il regime religioso autoritario mette a repentaglio la libertà di espressione"
"La notizia dell'arresto, dell'isolamento e del rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala evidenzia ancora una volta la realtà che giornalisti, reporter e professionisti dei media in Iran sono costantemente sotto pressione e a rischio di arresto, reclusione e tortura". Così la premio Nobel per la pace iraniana, Narges Mohammadi, in carcere dal novembre 2021 e rilasciata temporaneamente a inizio dicembre per motivi medici, commenta all'Adnkronos la notizia della scarcerazione di Sala, attesa a breve in Italia. Mohammadi è stata rinchiusa per anni a Evin, la stessa prigione dove era tenuta la giornalista italiana.
"Ciò evidenzia come il regime religioso autoritario metta a repentaglio la libertà di espressione", aggiunge Mohammadi, raggiunta dall'Adnkronos tramite il marito, il giornalista e scrittore Taghi Rahmani. Quest'ultimo sostiene che l'arresto di cittadini stranieri sia "un metodo usato ripetutamente dal regime iraniano quando vogliono ottenere il rilascio dei loro prigionieri. È la loro forma di diplomazia".
Nel caso di Cecilia Sala, prosegue Rahmani, le autorità puntavano a "scambiare la giovane giornalista con il loro prigioniero in Italia, il signor Abedini. È così che funziona il loro sistema".
Rahmani definisce gli arresti come quello di Sala "una violazione della legge" dal momento che "tenere in ostaggio un cittadino straniero va contro il diritto internazionale dei diritti umani, eppure questo continua a verificarsi in Iran".
"Quando qualcuno viene arrestato, dovrebbe essere sottoposto a un giusto processo - conclude - Ma il regime iraniano ignora i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale".
Esteri
Cecilia Sala liberata, gli altri casi di donne detenute a...
Il caso della giornalista ha ricordato quello di Alessia Piperno, viaggiatrice per passione arrestata a Teheran il 28 settembre 2022
Cecilia Sala è stata liberata. Il caso della giornalista, con l'arresto in Iran il 19 dicembre scorso in nome dell'accusa di "violazione delle leggi della Repubblica islamica", ha mobilitato l'attenzione pubblica, in Italia e all'estero, e ricordato quello di Alessia Piperno, viaggiatrice per passione arrestata a Teheran il 28 settembre 2022 e rilasciata il 10 novembre dello stesso anno. Venne rinchiusa nel terrificante carcere di Evin, come Cecilia Sala e durante il periodo della sua detenzione scoppiò un incendio nel carcere, probabilmente innescato da una rivolta, che causò la morte di diversi detenuti.
Ben più lungo il periodo di detenzione in Iran scontato da Kylie Moore-Gilbert, ricercatrice con cittadinanza australiana e britannica, che ha passato 804 giorni dietro le sbarre nella Repubblica Islamica, arrestata nel settembre del 2018, accusata di spionaggio e liberata nel novembre del 2020 in cambio della scarcerazione di tre iraniani detenuti in Thailandia. La liberazione di Kylie Moore-Gilbert contribuì ad alimentare le speranze per Nazanin Zaghari-Ratcliffe.
Detenuta anche lei ad Evin, con passaporto britannico e iraniano era stata arrestata nel 2016 con accuse di spionaggio, che ha sempre respinto con forza. Zaghari-Ratcliffe è rimasta in carcere per sei anni, rilasciata solo nel marzo del 2022. Con lei era stato liberato anche Anoosheh Ashoori, anche lui con doppia cittadinanza, detenuto dal 2017.