Gb, principe Andrea denunciato: “Registrò azienda con nome falso”
Secondo il New York Post, avrebbe usato un nome falso nel 2003 per fondare la società Naples Gold Limited
Il principe Andrea è stato denunciato alla polizia con l'accusa di aver utilizzato un nome falso per registrare un'azienda. Lo scrive il New York Post, secondo cui il terzogenito della regina Elisabetta utilizzò lo pseudonimo di Andrew Inverness nel 2003, quando assieme al magnate della vendita al dettaglio di articoli sportivi Johan Eliasch fondò una società chiamata Naples Gold Limited. Andrew, che possedeva quattro società collegate a quelle registrate con lo stesso nome presso la Companies House (l'agenzia del governo britannico che tiene il pubblico registro delle imprese), è stato descritto come un "consulente" sui moduli ufficiali, come mostrano i documenti ottenuti dal Post.
Ora, il gruppo anti-monarchico Republic ha accusato l'ex membro della famiglia reale di aver falsificato documenti ufficiali. Graham Smith, amministratore delegato dell'organizzazione, ha presentato una denuncia ufficiale a Scotland Yard. La polizia metropolitana di Londra sta al momento valutando se siano necessarie ulteriori azioni nei confronti del duca. "I reali sembrano credere di poter agire impunemente, un'impressione rafforzata dalla mancanza di azioni della polizia sulle gravi accuse di corruzione e reati sessuali", ha detto Smith al Telegraph.
Ad Andrew fu conferito il titolo di conte di Inverness dalla sua defunta madre, la regina Elisabetta II, dopo le nozze con Sarah Ferguson nel 1986. Tuttavia - precisa il New York Post - utilizzando il nome Andrew Inverness nei documenti ufficiali, il fratello minore di re Carlo si è cacciato nei guai, poiché deve affrontare accuse di utilizzo di un falso nome per scopi commerciali. Tutto questo avviene subito dopo la clamorosa chiusura della società finanziaria che gestiva gli investimenti privati di Andrew.
Esteri
Abedini, il legale integra istanza domiciliari:...
L'integrazione dell'istanza è stata presentata alla corte d'Appello
La disponibilità degli arresti domiciliari con il braccialetto e a vivere da solo in un appartamento privato, in zona Washington a Milano, diverso da quello già proposto. E' l’integrazione dell'istanza presentata alla corte d'Appello, tramite il suo legale Alfredo De Francesco, da Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano bloccato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, e ora nel carcere milanese di Opera. L’integrazione della richiesta è arrivata dopo il parere negativo della procuratrice generale di Milano Francesca Nanni sui domiciliari.
Del caso Abedini ha parlato oggi la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di inizio anno. Il caso "è al vaglio del ministero della Giustizia, al vaglio tecnico e politico. Anche seguendo quello che c'è scritto nel trattato di mutua cooperazione giudiziaria con gli Stati Uniti, bisogna continuare a discutere anche con i nostri amici americani: avrei voluto parlarne anche con il presidente Biden che doveva essere qui a Roma oggi", ha detto la presidente del Consiglio rispondendo a una domanda in conferenza stampa.
Sull'ingegnere iraniano, "le interlocuzioni ovviamente ci sono e ci sono state finora, ci saranno comunque e quindi insomma il lavoro è ancora molto complesso, non è una cosa che è terminata ieri, ma penso che si debba discutere dei dettagli nelle sedi che sono competenti", ha aggiunto Meloni.
In una intervista a 'La Stampa', il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha spiegato che "la situazione di Abedini è squisitamente giuridica, e va studiata nella sua complessità, indipendentemente dal felice esito della vicenda Sala". "Dell'estradizione è prematuro parlare - ha detto Nordio - anche perché sino ad ora la richiesta formale non è ancora arrivata al nostro ministero".
Esteri
Los Angeles brucia, il dolore di Elisabetta Canalis:...
L'ex velina di Striscia la Notizia vive in California da tempo insieme alla figlia Skyler Eva
"Difficile spiegare il senso di confusione e di tristezza. Un paesaggio che non avrei mai pensato di vedere". Così Elisabetta Canalis ha commentato i devastanti incendi che hanno devastato l'area di Los Angeles: la California meridionale è in ginocchio. Decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case per sfuggire alle fiamme. Una scena apocalittica che la showgirl descrive come "un deserto di fumo e silenzio".
Il commento di Elisabetta Canalis
Elisabetta Canalis vive a Los Angeles da tempo insieme alla figlia Skyler Eva, avuta con l'ex marito e chirurgo Brian Perri. Attualmente l'ex velina si trova al sicuro, in Italia, ma attraverso le storie Instagram ha voluto mostrare la sua vicinanza a tutti coloro che stanno lottando contro le fiamme: "Sono atterrata in Italia. So che mia figlia è al sicuro e che il mio compagno insieme ai miei animali sono pronti a partire se la situazione degenerasse, l'ultimo posto dove vorrei essere adesso è in viaggio".
Elisabetta Canalis spiega di trovarsi attualmente in Italia per impegni di lavoro: "Il mio cuore, però, è a Los Angeles. Apro e chiudo le news ma precipito in stati d'ansia quando vedo animali tratti in salvo e case di fronte alle quali guidavo fino a ieri, piene di fiamme".
L'attacco al sindaco
Elisabetta Canalis, senza freni, ha attaccato il sindaco di Los Angeles, Karen Bass: "Questo è il nostro sindaco. In una città come Los Angeles è responsabile di avere tagliato 20 milioni di dollari di budget che sarebbero dovuti andare ai vigili del fuoco. Oggi il risultato lo vediamo sotto ai nostri occhi", questo lo sfogo della 46enne.
Esteri
Ucraina, Zelensky: “Truppe occidentali per...
Il presidente ucraino si prepara al ritorno di Trump: "Nuovo capitolo per Europa e mondo". Usa annunciano 500 milioni di nuovi aiuti militari
Volodymyr Zelensky accoglierebbe a braccia aperte soldati occidentali in Ucraina. Il dispiegamento di truppe di altre paesi, dice il presidente, aiuterebbe "a costringere la Russia alla pace". Zelensky è a Ramstein per prendere parte alla Riunione del Gruppo di contatto. "Il dispiegamento di contingenti di partner è uno dei migliori strumenti" per "costringere la Russia alla pace", dice. Kiev e Mosca, in guerra da quasi 3 anni, attendono l'arrivo del nuovo protagonista assoluto sulla scena internazionale. Il 20 gennaio Donald Trump si insedia alla Casa Bianca.
"E' chiaro che si apre un nuovo capitolo per l'Europa e il mondo intero, tra appena 11 giorni", dice Zelensky, "in un momento in cui dovremmo cooperare ancor di più, contare ancor di più gli uni sugli altri e ottenere insieme risultati ancor più importanti". Per il presidente ucraino, "tutto questo rappresenta un momento di opportunità".
Intanto Lloyd Austin, segretario alla Difesa Usa, annuncia un nuovo pacchetto da 500 milioni di dollari di aiuti militari Usa all'Ucraina, durante la riunione. Il capo del Pentagono precisa che il pacchetto comprende "missili aggiuntivi per la difesa aerea ucraina, munizioni aggiuntive ed altro equipaggiamento per gli F16 ucraini".
La Germania, invece, fornirà all'Ucraina altri missili guidati IRIS-T per i sistemi di difesa aerea a breve, come dice il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius I missili IRIS-T erano stati commissionati per i militari tedeschi ma verranno invece inviati in Ucraina, per aiutare a contrastare gli attacchi aerei russi. "Prima riforniamo l'Ucraina, poi le nostre scorte", afferma.
Nelle prossime settimane la Germania invierà inoltre in Polonia altri 200 soldati e due batterie di difesa aerea Patriot per proteggere un centro logistico della NATO utilizzato per trasferire aiuti militari all'Ucraina. Secondo Pistorius, le forze rimarranno in Polonia sotto il comando congiunto della NATO per circa sei mesi.