Inferno a Hollywood: le ville delle star divorate dalle fiamme, un dramma tra sogni e cenere
Hollywood: il cuore scintillante dell’industria cinematografica mondiale.
Hollywood, con le sue iconiche colline e la celebre scritta bianca che svetta in cima al Monte Lee, è sinonimo di sogni, arte e successo. Fondata alla fine del XIX secolo come un tranquillo sobborgo, si trasformò rapidamente nella capitale mondiale del cinema a partire dagli anni ‘10 del Novecento.
Oggi, Hollywood rappresenta il fulcro di un’industria da miliardi di dollari, attirando milioni di turisti ogni anno con attrazioni come il Walk of Fame, il Teatro Cinese e gli storici studi cinematografici.
La scritta “Hollywood”, eretta originariamente nel 1923 per promuovere un progetto immobiliare, sarebbe dovuta durare appena un paio d’anni, ma divenne ben presto il simbolo di una città dove i sogni si avverano e il glamour regna sovrano. Tuttavia, anche questo luogo leggendario non è immune alle calamità, come dimostrano i drammatici incendi che stanno colpendo la città delle stelle.
Le ville delle star in fiamme, un bilancio devastante
Nelle ultime ore, Hollywood Hills e Pacific Palisades sono diventate il teatro di un devastante incendio che ha distrutto centinaia di abitazioni, comprese quelle di alcune delle più grandi star del cinema e della musica.
- Paris Hilton ha perso la sua magnifica residenza a Malibu.
- Adam Brody e Leighton Meester, coppia amatissima di Hollywood, hanno visto la loro villa trasformarsi in cenere.
- Billy Crystal ha dovuto dire addio alla casa in cui ha vissuto per oltre quattro decenni.
- Anthony Hopkins ha perso la sua storica dimora immersa nel verde.
- Ben Affleck è stato evacuato d’urgenza e ha cercato rifugio temporaneo presso la sua ex moglie Jennifer Garner.
- Steven Spielberg è stato costretto a lasciare il suo rifugio artistico a rischio di essere raggiunto dalle fiamme.
- Mandy Moore, Anna Faris e Mark Hamill hanno dovuto abbandonare le loro case per mettersi in salvo insieme alle loro famiglie.
Anche altre celebrità, come James Woods, Ali Riley e Jamie Lee Curtis, sono state colpite dall’incendio o evacuate per precauzione.
Le cause dell’incendio, una combinazione letale di fattori
Gli incendi che stanno devastando la California meridionale sono il risultato di una combinazione di condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli.
Le temperature elevate, unite a una prolungata siccità, hanno reso la vegetazione estremamente secca e altamente infiammabile. A peggiorare la situazione ci hanno pensato i venti di Santa Ana, che soffiano con violenza da est verso la costa, spingendo le fiamme a una velocità impressionante.
L’urbanizzazione crescente delle aree collinari ha aumentato la vulnerabilità delle comunità locali, rendendo ancora più difficile il lavoro delle squadre di emergenza. Gli sforzi dei vigili del fuoco continuano senza sosta, ma la situazione resta critica.
Il dramma umano dietro le fiamme
Dietro le ville sfarzose in fiamme si nasconde il dramma umano di migliaia di persone che, celebrità o meno, hanno perso tutto in pochi istanti.
Gli attori e i produttori che hanno trovato fortuna in questa terra di sogni si trovano ora a fronteggiare una realtà che non fa distinzioni: quando la natura si scatena, non esistono privilegi.
Eppure, come dimostra la storia di questa città, Hollywood ha sempre saputo rialzarsi. Se c’è un luogo al mondo capace di trasformare una tragedia in un nuovo inizio, quel luogo è proprio la capitale del cinema.
“Le fiamme possono distruggere muri e ricordi, ma non possono bruciare la speranza e la capacità di rinascere… Hollywood, simbolo universale di sogni e immaginazione, ci insegna che persino dalle ceneri si può ricominciare a sognare… In fondo, non è forse vero che ogni grande film nasce proprio da un conflitto superato e da una luce ritrovata? Come una fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri, Hollywood saprà ancora una volta risorgere, più forte e luminosa di prima…” (Anna Del Bene)
Cronaca
Salute: dall’australiana all’aviaria, cosa c’è...
Pregliasco (Osservatorio Virusrespiratori.it): "In Italia stiamo vedendo mix tra adenovirus, Rsv, Covid e influenza australiana"
Quest'anno, rispetto al 2024, in Italia sta circolando un mix di virus respiratori, tra cui adenovirus, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e Covid, oltre al virus dell’influenza australiana che farà registrare il picco di casi probabilmente a fine mese. E se negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso di un paziente che aveva contratto l'influenza aviaria, in Cina è epidemia da metapneumovirus umano (Hmpv). E dall'australiana all’aviaria, l'Osservatorio Virusrespiratori.it traccia un quadro dei virus, stagionali e non, oggi in circolazione e da tenere sotto controllo.
"Il dato attuale di diffusione dell'influenza è inferiore alle previsioni di inizio stagione, anche perché non c’è stata quella prevalenza del virus che ci spaventava di più, cioè l’H3N2 di origine australiana - afferma Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it - Per il momento, stiamo vedendo infatti un mix tra quel virus e l'A/H1N1, che ha effetti meno pesanti. L’epidemia influenzale in corso si sovrappone poi alla persistente presenza di altri virus che interessano le vie respiratorie come il virus respiratorio sinciziale, l’adenovirus e il Covid che, anche se meno cattivo, è ancora presente nel nostro Paese. Nei prossimi giorni, a causa della riapertura delle scuole e dell’ondata di gelo in arrivo, i casi di malattie simil-influenzali comunque si moltiplicheranno e tra due o tre settimane arriveremo al picco, probabilmente a fine mese".
In vista di questa recrudescenza influenzale si raccomanda riposo, idratazione e automedicazione responsabile, evitando soprattutto il ricorso 'fai da te' agli antibiotici. L’invito è poi quello di continuare ad usare le mascherine in ambienti chiusi, gel igienizzanti e mantenere il distanziamento sociale. "Questi comportamenti dovrebbero far parte ormai del nostro stile di vita quotidiano - sottolinea Pregliasco - non solo perché utili a preservarci dall’influenza ma anche perché potrebbero agire come efficaci barriere anche in caso di eventuali eventi pandemici futuri. Giocare d’anticipo è sempre meglio".
A tal proposito un esempio attuale è dato dal metapneumovirus umano (Hmpv), un virus trasmissibile per lo più tramite goccioline respiratorie ma anche attraverso il contatto con le superfici contaminate, che nelle ultime settimane nella Cina settentrionale ha fatto registrare un significativo aumento dei casi, in particolare negli under 14, sollevando il timore di un’epidemia simile al Covid. Sebbene il virus possa causare anche malattie più gravi, come bronchite e polmonite, tra gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone immunodepresse, le autorità sanitarie del Paese, per il momento, hanno comunque escluso che l’aumento di casi e l’impatto delle infezioni in Cina possano dare origine a una nuova pandemia, sebbene le infezioni non vadano comunque sottovalutate. Non si tratta infatti di un nuovo virus, ma di un virus già noto identificato per la prima volta nel 2001 nei Paesi Bassi contro cui pertanto esiste già un certo livello di immunità nella popolazione dovuto alle infezioni passate.
Un segnale d’allarme ci arriva poi dagli Stati Uniti dove in questi giorni ha avuto luogo il primo decesso correlato al virus dell'influenza aviaria A (H5N1): un 65enne contagiato da un animale da cortile, molto probabilmente un volatile. "E' vero, parliamo di una persona anziana e fortemente debilitata per patologie pregresse ma è importante mantenere alta la sorveglianza sugli allevamenti intensivi, senza creare allarmismo" raccomanda il virologo. Per il momento, "non ci sono prove del fatto che il virus dell'influenza aviaria si trasmetta da persona a persona", ma c’è da dire che ogni "nuovo caso di aviaria nell'uomo fornisce al virus nuove opportunità per evolvere e adattarsi a proliferare nel nostro organismo".
In vista di un "eventuale passaggio dell'infezione nell'uomo, bisogna farsi dunque trovare preparati. Già da adesso, bisognerebbe cominciare a ragionare su quante dosi di vaccino sono disponibili, quale vaccino usare e anche quanto tempo occorre per creare eventualmente un vaccino per un virus variato di H5N1; capire come e contro quali ceppi possa funzionare un farmaco antivirale" conclude Pregliasco.
Cronaca
Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 57 anni. Fratello Pietro:...
Pietro Orlandi: "Pista inglese metterebbe dei punti fermi, spero in approfondimenti"
Emanuela Orlandi, il 14 gennaio, avrebbe compiuto 57 anni. Per continuare a tenere vivo il ricordo e l'attenzione sul caso della cittadina vaticana, scomparsa il 22 giugno 1983, il fratello Pietro ha organizzato un sit-in per il 18 gennaio dalle ore 16 alle ore 18 a piazza Cavour, lanciando il messaggio: "Nessuno Stato può calpestare il diritto dei giusti: la verità".
"Il tempo passa veloce - sottolinea all'Adnkronos Pietro Orlandi - Da circa due anni sono partite l'inchiesta vaticana e quella della procura di Roma ed è oltre un anno che è stata istituita la Commissione parlamentare di inchiesta". "Dell'inchiesta vaticana non ho saputo più nulla - continua - con la procura di Roma ho parlato solo una volta. Conosco il lavoro della Commissione di inchiesta dalle audizioni che stanno svolgendo, importanti quelle di Capaldo (l'ex procuratore ndr), Giani ed Alessandrini (l'ex capo e l'ex vice capo della Gendarmeria vaticana ndr) anche se tante parti vengono secretate". "Continuo ad avere fiducia - sottolinea Pietro Orlandi - E' positivo il fatto che la Commissione sta tenendo alta l'attenzione sulla vicenda".
Il sit-in servirà ancora una volta a chiedere verità e giustizia per Emanuela e il fratello è pronto a tornare sulla pista inglese anche alla luce delle rivelazioni di una presunta richiesta del Vaticano al ministero della Difesa, nell’agosto ‘83, di un volo Roma-Londra riservato con le linee Cai, usate dai Servizi. "La pista inglese non ci racconta tutta la verità, non ci racconta il perché Emanuela è stata rapita, ma se confermata metterebbe dei punti fermi come ad esempio il fatto che, fino a quel momento, era viva - conclude Pietro - Se quel volo dovesse essere confermato si farebbe un enorme passo avanti, si eliminerebbero tante piste raccontate. Mi auguro che su questo siano in corso approfondimenti. E se davvero i famosi 5 fogli da cui è partita la pista di Londra sono falsi perché è stato creato un documento falso?".
Cronaca
‘Pro-ben’, da Mur oltre 20 milioni di euro per...
Per il ministro Bernini "abbiamo il dovere di agire di fronte a un disagio diffuso tra gli studenti, un fenomeno che non può e non deve essere ignorato. Non possiamo permettere che studentesse e studenti siano schiacciati dagli errori, che fanno parte di qualsiasi percorso formativo".
"Per questo, come Mur, con il bando Pro-ben 2024 abbiamo stanziato 20 milioni: un finanziamento per promuovere progetti relativi al benessere psicologico di ragazze e ragazzi. Le fragilità dei giovani, accentuate dal periodo pandemico, richiedono attenzione e risposte concrete. Non possiamo permettere che studentesse e studenti siano schiacciati dagli errori, che fanno parte di qualsiasi percorso formativo. La storia della scienza ci insegna che anche gli sbagli possono essere terreno fertile per intuizioni straordinarie". Così su X il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, parlando del bando Pro-ben 2024 che ha premiato 12 progetti presentati dalle Università italiane relativi al benessere psicofisico negli Atenei.
Le richieste sono state finanziate con 20.067.329,50 euro in totale con un massimo di 1 milione e 810 mila euro ciascuno assegnati, in qualità di capofila, alle Università di Ferrara, di Tor Vergata a Roma, alla Federico II di Napoli e all'Università di Pavia, tutte a 27 punti in graduatoria. Seguono a 26 gli atenei di Roma La Sapienza, l'Università Aldo Moro di Bari e quella della Calabria: il contributo loro assegnato ammonta a 1.675.776,50 ciascuna. Gli Atenei di Milano-Bicocca, Padova e Foggia, con 24 punti ottengono un finanziamento da 1,6 milioni. L'Università di Urbino Carlo Bo e quella di Torino infine ottengono 1,5 milioni di euro ciascuna.
Gli oltre 20 milioni di fondi nazionali dell'avviso 'Pro-ben 2024' si aggiungono ai 35 milioni del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) per promuovere iniziative a favore dell’inclusione degli studenti, con riferimento in particolare all’attivazione o al potenziamento di servizi di supporto come gli sportelli antiviolenza. I finanziamenti mirano a consolidare la promozione di pratiche, modelli, servizi e strumenti per un’adeguata risposta a condizioni di fragilità emotiva, disagio psicologico e a favorire il contrasto alle dipendenze. Le risorse, in particolare, puntano a consentire il proseguimento delle attività virtuose già pianificate, così da potenziare gli effetti ed impatti nel medio e lungo periodo.
Gli atenei suddivideranno le risorse con altri atenei partecipanti allo stesso partenariato. Ad esempio, l'Università di Milano-Bicocca ripartirà i fondi in questo modo: all’'università Milano-Bicocca sono stati assegnati 379.999,98 euro in qualità di capofila del partenariato. All'università degli studi di Milano 270.000 euro, all'università di Brescia 205.000 euro, all'università Luigi Bocconi 96.000 euro, al Politecnico delle Arti di Bergamo 96.000 euro, all'università di Bergamo 192.000 euro, a Humanitas University 96.000 euro, all'università dell'Insubria 192.000 euro e all’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano 50.000 euro.
Stessa situazione per Ferrara: all’Università degli Studi di Ferrara sono stati assegnati 257.079 euro, in qualità di capofila del partenariato. All’Università degli Studi di Genova 92.801 euro, all’Università degli Studi di Sassari 206.017 euro, all’Università degli Studi di Parma 206.017 euro, all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia 206.017 euro, all’Università Cà Foscari di Venezia 206.017 euro, all’Università Cattolica del Sacro Cuore 206.017 euro, al Politecnico di Milano 206.017 euro e all’Accademia di Belle Arti di Venezia 206.017 euro. Torino invece dividerà i suoi 1,5 milioni tenendone 978mila per sé e dando al Politecnico di Torino 312.000 euro, all’Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo 108.000 euro, al Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi di Torino 78.000 euro e all’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d'Aosta - Conservatoire de la Vallée d'Aoste 24.000 euro.
L'Università di Pavia, infine, dividerà il budget così: 832.600 euro resteranno all'Ateneo di Pavia, in qualità di capofila del partenariato. All'università di Pisa 181.000 euro, all'università Vita-Salute San Raffaele 144.800 euro, all'università di Udine 144.800 euro, all'università del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro' 144.800 euro, al Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano 90.500 euro, al Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria 54.300 euro, all’Istituto superiore di studi musicali Pietro Mascagni di Livorno 54.300 euro, all’Istituto superiore di studi musicali 'Rinaldo Franci' di Siena 54.300 euro e alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa 108.600 euro.