Los Angeles, incognita vento e sciacalli in azione. 16 morti negli incendi
La corsa contro il tempo dei vigili del fuoco, contenuto all'11% il rogo a Palisades ma ora le fiamme si spostano verso l'entroterra
E' una corsa contro il tempo quella dei vigili del fuoco che da giorni tentano di domare i devastanti incendi a Los Angeles. La contea brucia ancora, mentre forti raffiche di vento minacciano i progressi fatti finora dai soccorritori, spostando le fiamme verso l'entroterra. I roghi, spiegano intanto le autorità aggiornando il bilancio delle vittime, hanno ucciso 16 persone. E, come se la distruzione non fosse già abbastanza, LA si trova ora a dover affrontare anche gli sciacalli impegnati a saccheggiare quello che rimane tra le macerie.
Il punto sugli incendi, il bilancio delle vittime
L'incendio sulla costa di Palisades è stato contenuto "almeno per l'11%", ma ora - a causa di forti raffiche di vento -" si sta spostando nell'entroterra verso Brentwood e altre comunità vicine al Getty Center e all'UCLA", spiega la Cnn. Più di 100mila residenti restano intanto sotto ordine di evacuazione, questo perché l'incendio di Eaton ad Altadena e altri incendi nella contea continuano a bruciare.
Il bilancio delle vittime degli incendi di Eaton e Palisades è intanto salito a 16, ha spiegato ieri il medico legale della contea di Los Angeles. Secondo i registri dell'ufficio, cinque delle morti sembrano essere dovute all'incendio di Palisades e 11 all'incendio di Eaton. Dei 16 casi segnalati dal medico legale, 10 riguardano resti umani confermati, spiega ancora la Cnn.
Sciacalli in azione, saccheggi tra le macerie
Ad aggiungere dolore su dolore, arriva anche la piaga degli sciacalli in azione tra le macerie. Secondo il capitano Mike Lorenz del dipartimento di polizia di Los Angeles, infatti, gli agenti stanno individuando saccheggiatori nelle aree di evacuazione obbligatoria, con sette arresti effettuati solo negli ultimi due giorni.
“Il saccheggio è un problema, il numero degli arresti è in continua crescita”, ha detto, parlando ieri a un incontro della comunità di Palisades. “Stiamo catturando i saccheggiatori all’interno della zona, ma stiamo proteggendo l’area sempre meglio ogni singolo giorno”, ha aggiunto. "Abbiamo anche arrestato due persone che in realtà si spacciavano per vigili del fuoco mentre entravano e uscivano dalle case", ha continuato.
Alcuni residenti che sono dovuti fuggire hanno assunto guardie di sicurezza private per proteggere ciò che restava delle loro case, ha poi detto Lorenz, spiegando che quelle guardie sono ora controllate e sorvegliate da vicino dalla polizia di Los Angeles.
Resta intanto in vigore il coprifuoco in tutte le zone di evacuazione obbligatoria, inteso a proteggere la proprietà e prevenire furti con scasso o saccheggi, spiegano le autorità. I trasgressori del coprifuoco saranno soggetti all'arresto e la condanna potrebbe comportare una multa fino a 1000 dollari o il carcere.
Esteri
Caso Abedini, Nordio chiede revoca arresto per ingegnere...
Il ministro deposita la richiesta alla Corte d'Appello di Milano, la nota: "Condizione per l'estradizione in Usa non sussistente, nessun elemento ad oggi a fondamento delle accuse rivolte"
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio "ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi”. Cosi una nota ufficiale del Ministero della Giustizia appena diffusa.
"Condizioni non sussitenti, finora nessun elemento a fondamento accuse"
“In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d'America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all'estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente", si legge nella nota.
"La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di 'associazione a delinquere per violare l’IEEPA' non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di 'associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte' e di 'fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte', nessun elemento - si legge ancora - risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari".
Esteri
Israele-Hamas, verso accordo su Gaza tra rilascio...
Cosa dice il capo della Commissione palestinese sui detenuti sulla prima fase e cosa dicono i media israeliani sui piani di Tel Aviv
Oltre 3mila detenuti palestinesi verrebbero rilasciati nel quadro della prima fase di un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, attualmente in discussione a Doha. Ad affermarlo - parlando con l'agenzia Maan, citata da Ynet - è stato il capo della Commissione palestinese sui detenuti Qadura Fares, precisando che tra i prigionieri che verranno rilasciati ci saranno oltre a 200 condannati all'ergastolo i "bambini, donne e malati detenuti".
Le Forze di Difesa Israeliane hanno recentemente approvato diversi piani per il rapido ritiro delle truppe da vaste aree della Striscia di Gaza, in concomitanza con i progressi nei negoziati, riferisce intanto il quotidiano israeliano Ha'aretz.
L'esercito ha esaminato diverse opzioni per il ritiro delle truppe da Gaza, compreso il corridoio di Netzarim, che divide la Striscia in due. L'esercito ha spiegato di avere la capacità di evacuare i soldati dall'area, nonostante le numerose infrastrutture e postazioni stabilite. Le Forze di Difesa, scrive ancora il giornale, si dicono pronte ad attuare qualsiasi accordo stipulato dal governo, compreso quello che prevede un rapido ritiro delle truppe da Gaza.
Per la prima volta dopo molti mesi, sembrano esserci motivi di ottimismo: l'imminente ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, il 20 gennaio, aumenta notevolmente le possibilità che Israele e Hamas firmino un accordo sugli ostaggi, scrive ancora Ha'aretz, che parla di notizie 'non infondate'.
"I colloqui in Qatar sono in corso da diverse settimane e ora emergono segnali di progressi significativi. Il cambiamento principale deriva dalle dichiarazioni di Trump. La sua richiesta inequivocabile di risolvere la questione prima dell'inizio del suo nuovo mandato da Presidente degli Stati Uniti e le sue minacce se le sue richieste non saranno soddisfatte stanno apparentemente esercitando una certa pressione su entrambe le parti. Le mosse di Trump sono completamente coordinate con il team del presidente uscente Joe Biden", scrive il quotidiano israeliano.
L'accordo in due fasi
L'accordo - continua - sembrerebbe prevedere ancora il rilascio degli ostaggi in due fasi. I primi a essere liberati saranno le donne e gli uomini anziani o malati che rientrano nel gruppo degli ostaggi 'umanitari'. La prima fase dovrebbe aprirsi dopo la dichiarazione di un cessate il fuoco, che includerà un significativo ritiro delle truppe delle Forze di Difesa israeliane da alcune aree sequestrate nella Striscia di Gaza.
"Un alto funzionario della Difesa ha dichiarato ad Ha'aretz che, nonostante l'ampio lavoro logistico realizzato nel Corridoio Netzarim, che attraversa la Striscia di Gaza da est a ovest, e nel Corridoio Philadelphi, che si trova lungo il confine dell'enclave con l'Egitto, tali operazioni sono state effettuate con l'approccio che 'tutto è temporaneo e può essere smontato in tempi relativamente brevi, se necessario', si legge ancora.
Durante l'attuazione della prima fase, continueranno i negoziati per il rilascio del secondo gruppo, che comprende soldati e uomini più giovani. L'accordo includerà anche la restituzione dei corpi degli ostaggi, anche se si teme che i palestinesi affermino che alcuni di essi sono impossibili da localizzare, sottolinea Ha'aretz, precisando che attualmente nella Striscia di Gaza ci sono 98 ostaggi, sia israeliani che cittadini stranieri. Secondo le stime, circa la metà di loro è ancora viva.
A quanto si sa, l'amministrazione Trump sta cercando di raggiungere un accordo globale, che significa la fine della guerra a Gaza. Pertanto, anche se solo i dettagli della prima fase saranno finalizzati, si prevede uno sforzo americano per costringere entrambe le parti ad attuare la seconda fase, con il tentativo di porre fine ai combattimenti per un lungo periodo di tempo, scrive. La scorsa settimana, l'inviato del presidente eletto in Medio Oriente, Steve Witkoff, è arrivato a Doha, unendosi ai colloqui tra gli Stati mediatori e le due parti. Sabato, a sorpresa, Witkoff si è recato a Gerusalemme e ha incontrato il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.
"La decisione di Netanyahu, sabato sera, di inviare a Doha la squadra di cui fanno parte i capi del Mossad e del servizio di sicurezza Shin Bet, nonché il capo del Quartier Generale per gli ostaggi e le persone scomparse dell'IDF, è un altro indicatore positivo del fatto che un accordo si sta avvicinando", osserva ancora 'Ha'aretz', facendo presente che a quanto sembra "il Primo Ministro avrebbe concesso a questa squadra un più ampio margine di manovra nei negoziati rispetto al passato. Nelle tornate precedenti, era spesso evidente che Netanyahu faceva inciampare i negoziatori israeliani in anticipo, dando loro un mandato molto ristretto".
Gaza, il bilancio delle vittime dal 7 ottobre
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha intanto reso noto che 28 persone sono state uccise nella Striscia nelle ultime 24 ore, portando il bilancio complessivo a 46.565 morti. Il ministero ha poi precisato che almeno 109.660 persone sono rimaste ferite in oltre 15 mesi di guerra tra Israele e Hamas.
Esteri
Ucraina, soldato Nordcorea catturato nel Kursk:...
L'interrogatorio di uno dei due militari di Pyongyang catturati ieri da Kiev: "Non sapeva di dover combattere in guerra". Zelensky aumenta produzione droni
Uno dei due soldati nordcoreani catturati dai militari ucraini nella regione russa del Kursk ha affermato, durante l'interrogatorio, di essere partito pensando di andare ad addestrarsi e non a combattere contro l'Ucraina. A renderlo noto sono i servizi di sicurezza ucraini citati oggi dalla Yonhap, l'agenzia di stampa sudcoreana.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la cattura di due soldati nordcoreani rimasti feriti negli scontri nella regione occidentale russa di Kursk. Gli inquirenti, ha affermato, li stanno interrogando. I due sono stati ascoltati attraverso interpreti coreani in collaborazione con il Servizio di intelligence nazionale (NIS) della Corea del Sud poiché non parlano ucraino, russo o inglese.
"Non sapevano di dover combattere in guerra"
Uno dei soldati, in possesso di una tessera militare russa, ha dichiarato di aver ricevuto il documento lo scorso autunno, quando - ha detto - alcune unità nordcoreane hanno preso parte a un programma di addestramento di una settimana con le forze russe. "È degno di nota il fatto che il prigioniero... sottolinea che sarebbe andato a fare un addestramento, non a combattere una guerra contro l'Ucraina”, ha dichiarato il servizio di intelligence SBU in un comunicato.
Il nordcoreano con il tesserino militare russo ha dichiarato di essere nato nel 2005 e di prestare servizio nell'esercito nordcoreano dal 2021. L'altro è nato nel 1999 e presta servizio dal 2016, ha dichiarato il servizio SBU.
007 Seul confermano cattura
Il servizio di intelligence della Corea del Sud NIS ha confermato oggi le notizie ucraine sui due prigionieri di guerra nordcoreani. Il militare ha anche affermato che le forze nordcoreane che combattono sul fronte russo hanno subito "perdite significative". Il NIS collabora strettamente con i servizi segreti ucraini da quando la Corea del Nord ha iniziato a inviare soldati in Russia. Si ritiene che la Corea del Nord abbia inviato circa 12mila soldati in Russia per sostenere l'invasione dell'Ucraina. Mosca sta attualmente utilizzando i nordcoreani per rinforzare le proprie unità nell'azione di contrattacco nella regione meridionale russa di Kursk, dove le truppe ucraine hanno sferrato un'offensiva a sorpresa lo scorso agosto.
Zelensky annuncia aumento produzione droni
Zelensky ha intanto annunciato di aver ordinato un aumento della produzione di "tutti i tipi di droni" per arrivare quest'anno ad una produzione 'record' e dotare le truppe ucraine di "tutto ciò di cui hanno bisogno" per garantire la difesa dell'indipendenza del Paese.
"È un compito congiunto dei produttori di armi, dei funzionari del nostro governo e di tutte le persone coinvolte: fare di quest'anno un anno record in termini di produzione tutti i tipi di droni, così come aumentare in modo significativo la produzione di missili ucraini, artiglieria e di tutto l'equipaggiamento necessario”, ha spiegato nel suo videomessaggio quotidiano in cui ha anche salutato gli ultimi segnali di sostegno internazionale, ringraziando i partner per le sanzioni decise in settimana.