Caso Abedini, Nordio chiede revoca arresto per ingegnere iraniano
Il ministro deposita la richiesta alla Corte d'Appello di Milano, la nota: "Condizione per l'estradizione in Usa non sussistente, nessun elemento ad oggi a fondamento delle accuse rivolte"
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio "ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi”. Cosi una nota ufficiale del Ministero della Giustizia appena diffusa.
"Condizioni non sussitenti, finora nessun elemento a fondamento accuse"
“In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d'America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all'estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente", si legge nella nota.
"La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di 'associazione a delinquere per violare l’IEEPA' non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di 'associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte' e di 'fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte', nessun elemento - si legge ancora - risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari".
Esteri
Pompieri dal Messico in aiuto a Los Angeles, Trump intanto...
Settanta unità per affiancare i vigili del fuoco già operativi in zona. Ma secondo il New York Times, il presidente eletto sarebbe al lavoro su un piano anti migranti
Mentre la California brucia, devastata dagli incendi che stanno colpendo la contea di Los Angeles, in aiuto ai 14mila vigili del fuoco già operativi sul campo ecco arrivare anche nuovi rinforzi dal Messico.
Sono circa settanta i pompieri arrivati dall'altra parte del confine nella giornata di ieri, con il governatore della California Gavin Newsom che ne ha annunciato l'atterraggio su territorio statunitense con tanto di video, spiegando che lo Stato Usa è "immensamente grato del sostegno dei nostri vicini nella lotta contro gli incendi". I vigili del fuoco messicani sono poi stati inviati alla base operativa di Noble Creek in attesa di incarichi specifici, ha spiegato la Cnn.
La notizia dell'arrivo dei vigili messicani giunge però in contemporanea con un'altra notizia, quella riportata dal New York Times, secondo cui il presidente eletto Donald Trump vorrebbe chiudere i confini con il Messico appellandosi a una emergenza di salute pubblica causata da non meglio specificate "malattie portate dagli immigrati".
Il piano di Trump, sempre secondo il Nyt, coinvolgerebbe da mesi i suoi collaboratori, impegnati a trovare prove a sostegno della tesi. Per questo i consiglieri del presidente avrebbero chiesto aiuto alla polizia di frontiera, chiedendo di indicare le malattie rilevate tra i migranti intercettati al confine. Una mossa, rileva il quotidiano americano, che servirebbe a giustificare la politica dei respingimenti che il tycoon intende mettere in campo.
Del resto, già in campagna elettorale il presidente eletto aveva annunciato di voler allontanare "gli immigrati illegali" e di voler lanciare "la più grande deportazione nella storia Usa". Un annuncio fatto nel luglio scorso dalla convention di Milwaukee dove aveva accettato formalmente la nomination repubblicana per le elezioni presidenziali.
Una mossa radicale, spiegava, per contrastare "la crisi legata all'immigrazione illegale", che "è in corso mentre noi siamo seduti qui in questa splendida arena", diceva, usando ripetutamente la parola "invasione" per definire l'ingresso di migranti "dal nostro confine orientale. L'invasione ha portato miseria, crimine, malattie, povertà e distruzione in tutte le nostre comunità. Al centro della nostra piattaforma repubblicana c'è l'impegno a porre fine a quest'invasione, lo faremo dal primo giorno", la promessa. Che ora sembra avverarsi.
Esteri
Israele-Hamas, verso accordo su Gaza tra rilascio...
Cosa dice il capo della Commissione palestinese sui detenuti sulla prima fase e cosa dicono i media israeliani sui piani di Tel Aviv
Telefonata tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sul negoziato per la liberazione degli ostaggi.
Nel corso del colloquio, riferisce l'ufficio del premier, "il primo ministro ha discusso con il presidente americano dei progressi nei negoziati per il rilascio dei nostri ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato che ha affidato alla squadra di negoziatori a Doha, con l'obiettivo di far avanzare il rilascio degli ostaggi", si legge. Netanyahu ha anche espresso gratitudine a Biden e al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump per gli sforzi compiuti per ottenere il rilascio degli ostaggi.
Da parte sua, Biden ha "sottolineato la necessità immediata" di un cessate il fuoco e di un accordo per la liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas.
Il contenuto del possibile accordo
Oltre 3mila detenuti palestinesi verrebbero rilasciati nel quadro della prima fase di un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, attualmente in discussione a Doha. Ad affermarlo - parlando con l'agenzia Maan, citata da Ynet - è stato il capo della Commissione palestinese sui detenuti Qadura Fares, precisando che tra i prigionieri che verranno rilasciati ci saranno oltre a 200 condannati all'ergastolo i "bambini, donne e malati detenuti".
Le Forze di Difesa Israeliane hanno recentemente approvato diversi piani per il rapido ritiro delle truppe da vaste aree della Striscia di Gaza, in concomitanza con i progressi nei negoziati, riferisce intanto il quotidiano israeliano Ha'aretz.
L'esercito ha esaminato diverse opzioni per il ritiro delle truppe da Gaza, compreso il corridoio di Netzarim, che divide la Striscia in due. L'esercito ha spiegato di avere la capacità di evacuare i soldati dall'area, nonostante le numerose infrastrutture e postazioni stabilite. Le Forze di Difesa, scrive ancora il giornale, si dicono pronte ad attuare qualsiasi accordo stipulato dal governo, compreso quello che prevede un rapido ritiro delle truppe da Gaza.
Per la prima volta dopo molti mesi, sembrano esserci motivi di ottimismo: l'imminente ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, il 20 gennaio, aumenta notevolmente le possibilità che Israele e Hamas firmino un accordo sugli ostaggi, scrive ancora Ha'aretz, che parla di notizie 'non infondate'.
"I colloqui in Qatar sono in corso da diverse settimane e ora emergono segnali di progressi significativi. Il cambiamento principale deriva dalle dichiarazioni di Trump. La sua richiesta inequivocabile di risolvere la questione prima dell'inizio del suo nuovo mandato da Presidente degli Stati Uniti e le sue minacce se le sue richieste non saranno soddisfatte stanno apparentemente esercitando una certa pressione su entrambe le parti. Le mosse di Trump sono completamente coordinate con il team del presidente uscente Joe Biden", scrive il quotidiano israeliano.
L'accordo in due fasi
L'accordo - continua - sembrerebbe prevedere ancora il rilascio degli ostaggi in due fasi. I primi a essere liberati saranno le donne e gli uomini anziani o malati che rientrano nel gruppo degli ostaggi 'umanitari'. La prima fase dovrebbe aprirsi dopo la dichiarazione di un cessate il fuoco, che includerà un significativo ritiro delle truppe delle Forze di Difesa israeliane da alcune aree sequestrate nella Striscia di Gaza.
"Un alto funzionario della Difesa ha dichiarato ad Ha'aretz che, nonostante l'ampio lavoro logistico realizzato nel Corridoio Netzarim, che attraversa la Striscia di Gaza da est a ovest, e nel Corridoio Philadelphi, che si trova lungo il confine dell'enclave con l'Egitto, tali operazioni sono state effettuate con l'approccio che 'tutto è temporaneo e può essere smontato in tempi relativamente brevi, se necessario', si legge ancora.
Durante l'attuazione della prima fase, continueranno i negoziati per il rilascio del secondo gruppo, che comprende soldati e uomini più giovani. L'accordo includerà anche la restituzione dei corpi degli ostaggi, anche se si teme che i palestinesi affermino che alcuni di essi sono impossibili da localizzare, sottolinea Ha'aretz, precisando che attualmente nella Striscia di Gaza ci sono 98 ostaggi, sia israeliani che cittadini stranieri. Secondo le stime, circa la metà di loro è ancora viva.
A quanto si sa, l'amministrazione Trump sta cercando di raggiungere un accordo globale, che significa la fine della guerra a Gaza. Pertanto, anche se solo i dettagli della prima fase saranno finalizzati, si prevede uno sforzo americano per costringere entrambe le parti ad attuare la seconda fase, con il tentativo di porre fine ai combattimenti per un lungo periodo di tempo, scrive. La scorsa settimana, l'inviato del presidente eletto in Medio Oriente, Steve Witkoff, è arrivato a Doha, unendosi ai colloqui tra gli Stati mediatori e le due parti. Sabato, a sorpresa, Witkoff si è recato a Gerusalemme e ha incontrato il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.
"La decisione di Netanyahu, sabato sera, di inviare a Doha la squadra di cui fanno parte i capi del Mossad e del servizio di sicurezza Shin Bet, nonché il capo del Quartier Generale per gli ostaggi e le persone scomparse dell'IDF, è un altro indicatore positivo del fatto che un accordo si sta avvicinando", osserva ancora 'Ha'aretz', facendo presente che a quanto sembra "il Primo Ministro avrebbe concesso a questa squadra un più ampio margine di manovra nei negoziati rispetto al passato. Nelle tornate precedenti, era spesso evidente che Netanyahu faceva inciampare i negoziatori israeliani in anticipo, dando loro un mandato molto ristretto".
Gaza, il bilancio delle vittime dal 7 ottobre
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha intanto reso noto che 28 persone sono state uccise nella Striscia nelle ultime 24 ore, portando il bilancio complessivo a 46.565 morti. Il ministero ha poi precisato che almeno 109.660 persone sono rimaste ferite in oltre 15 mesi di guerra tra Israele e Hamas.
Esteri
Ucraina, soldato Nordcorea catturato nel Kursk:...
L'interrogatorio di uno dei due militari di Pyongyang catturati ieri da Kiev: "Non sapeva di dover combattere in guerra". Zelensky aumenta produzione droni
Uno dei due soldati nordcoreani catturati dai militari ucraini nella regione russa del Kursk ha affermato, durante l'interrogatorio, di essere partito pensando di andare ad addestrarsi e non a combattere contro l'Ucraina. A renderlo noto sono i servizi di sicurezza ucraini citati oggi dalla Yonhap, l'agenzia di stampa sudcoreana.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la cattura di due soldati nordcoreani rimasti feriti negli scontri nella regione occidentale russa di Kursk. Gli inquirenti, ha affermato, li stanno interrogando. I due sono stati ascoltati attraverso interpreti coreani in collaborazione con il Servizio di intelligence nazionale (NIS) della Corea del Sud poiché non parlano ucraino, russo o inglese.
"Non sapevano di dover combattere in guerra"
Uno dei soldati, in possesso di una tessera militare russa, ha dichiarato di aver ricevuto il documento lo scorso autunno, quando - ha detto - alcune unità nordcoreane hanno preso parte a un programma di addestramento di una settimana con le forze russe. "È degno di nota il fatto che il prigioniero... sottolinea che sarebbe andato a fare un addestramento, non a combattere una guerra contro l'Ucraina”, ha dichiarato il servizio di intelligence SBU in un comunicato.
Il nordcoreano con il tesserino militare russo ha dichiarato di essere nato nel 2005 e di prestare servizio nell'esercito nordcoreano dal 2021. L'altro è nato nel 1999 e presta servizio dal 2016, ha dichiarato il servizio SBU.
007 Seul confermano cattura
Il servizio di intelligence della Corea del Sud NIS ha confermato oggi le notizie ucraine sui due prigionieri di guerra nordcoreani. Il militare ha anche affermato che le forze nordcoreane che combattono sul fronte russo hanno subito "perdite significative". Il NIS collabora strettamente con i servizi segreti ucraini da quando la Corea del Nord ha iniziato a inviare soldati in Russia. Si ritiene che la Corea del Nord abbia inviato circa 12mila soldati in Russia per sostenere l'invasione dell'Ucraina. Mosca sta attualmente utilizzando i nordcoreani per rinforzare le proprie unità nell'azione di contrattacco nella regione meridionale russa di Kursk, dove le truppe ucraine hanno sferrato un'offensiva a sorpresa lo scorso agosto.
Autobus si ribalta nel Donetsk occupato, almeno 3 morti
Almeno tre persone sono rimaste uccise e 27 ferite per il ribaltamento di un autobus nell'est dell'Ucraina occupato dalla Russia. Secondo la ricostruzione della autorità locali, l'autobus, che trasportava 37 persone, si stava dirigendo dalla città di Krasnodar, nel sud della Russia, verso la città occupata di Donetsk, quando si è ribaltato mentre attraversava la città di Ilovaisk. Si ritiene che sia stato un errore umano a causare l'incidente, in cui sono rimasti feriti anche quattro minorenni. L'autista viaggiava a velocità eccessiva in condizioni meteorologiche avverse, ha perso il controllo dell'autobus ed è uscito di strada, hanno dichiarato i funzionari locali.
Zelensky annuncia aumento produzione droni
Zelensky ha intanto annunciato di aver ordinato un aumento della produzione di "tutti i tipi di droni" per arrivare quest'anno ad una produzione 'record' e dotare le truppe ucraine di "tutto ciò di cui hanno bisogno" per garantire la difesa dell'indipendenza del Paese.
"È un compito congiunto dei produttori di armi, dei funzionari del nostro governo e di tutte le persone coinvolte: fare di quest'anno un anno record in termini di produzione tutti i tipi di droni, così come aumentare in modo significativo la produzione di missili ucraini, artiglieria e di tutto l'equipaggiamento necessario”, ha spiegato nel suo videomessaggio quotidiano in cui ha anche salutato gli ultimi segnali di sostegno internazionale, ringraziando i partner per le sanzioni decise in settimana.
Kiev abbatte 60 droni russi
La difesa aerea ucraina ha annunciato oggi di aver abbattuto 60 dei 94 droni lanciati contro il paese la notte scorsa. I droni provenivano dalle regioni di Kursk, Oriol, Briansk e Millerovo, città vicine al confine. L'esercito ucraino afferma di aver abbattuto i droni al di sopra degli oblast di Poltava, Sumy, Kharkiv, Tcherkassy, Tchernihiv, Kiev, Zaporizhzhia, Kherson, Kirovohrad, Jytomyr, Khmelnytsky e Donetsk. Si è invece perduta traccia di altri 34 droni russi, "senza conseguenze nefaste", riportano ancora le autorità ucraine, citate da Le Monde.