Conte di Montecristo, al via stasera 13 gennaio la miniserie con Sam Claflin: le anticipazioni
La serie tratta dal classico di Alexandre Dumas debutta stasera, 13 gennaio, su Rai 1
Il Conte di Montecristo debutta questa sera, lunedì 13 gennaio, su Rai 1. La miniserie, diretta da Bille August, è ispirata al romanzo di Alexandre Dumas: è suddivisa in otto episodi, divisi in quattro puntate, da 50 minuti ciascuno.
La serie televisiva, interpretata da Sam Claflin che veste i panni del protagonista Edmond Dantès, segue il suo percorso di vendetta nei confronti degli uomini che gli hanno rubato venti anni di vita e il suo unico vero amore. Intrigo, complotto, odio e amore, perdono e vendetta, speranza e disperazione: questi i grandi temi che si intrecciano nel celebre romanzo ottocentesco scritto da Alexandre Dumas.
Le anticipazioni della prima puntata
Nel mezzo di una terribile tempesta, alla morte del capitano, il primo ufficiale Edmond Dantès assume il comando della nave e porta il Pharaon in salvo. Approdato a Marsiglia, il giovane può riabbracciare l’amata Mercedes e, promosso capitano, le chiede di sposarlo. Edmond non può immaginare che qualcuno stia tramando nell’ombra: si tratta di un altro membro dell’equipaggio, Danglars, in combutta con Fernand, il cugino di Mercedes. Prima di morire, il capitano ha consegnato a Edmond una lettera di Napoleone e la polizia ne viene prontamente informata. Arrestato durante la sua festa di fidanzamento, Edmond viene interrogato dal procuratore Villefort, a cui confessa che avrebbe dovuto recapitare la lettera a Parigi, al signor Noirtier. Peccato che il bonapartista Noirtier, che sta tramando per il ritorno di Napoleone al trono, sia il padre di Villefort che, per paura che la sua carriera venga compromessa, dà ordine di rinchiudere Edmond nelle prigioni del Castello d’If.
Le anticipazioni della seconda puntata
Dopo dieci anni nelle segrete del Castello d’If, Edmond sta per lasciarsi morire quando sente dei rumori provenire dal muro della cella: i mattoni franano e appare un anziano e macilento detenuto. È l’Abate Faria, che da anni scava un cunicolo nel muro nel vano tentativo di fuggire. Il miraggio della fuga riaccende Edmond che, insieme a quello che si trasforma nel suo mentore, inizia a lavorare alacramente a un tunnel che li conduca fuori dalla prigione. Dopo cinque anni, quando la libertà sembra a portata di mano, Faria si ammala ma, prima di morire, rivela a Edmond l’esatta ubicazione di un tesoro che, secondo una mappa in suo possesso, è nascosto sull’isola di Montecristo. Sebbene la morte dell’Abate sia un duro colpo per lui, Edmond ha finalmente l’opportunità di concretizzare il suo piano di fuga.
Il cast
La serie è interpretata da Sam Claflin (Edmond Dantès-Il conte di Montecristo), Mikkel Boe Følsgaard (Gérard Villefort), Ana Girardot (Mercedes), Blake Ritson (Danglars), Karla-Simone Spence (Haydée), Lino Guanciale (Vampa-Il conte Spada), Michele Riondino (Jacopo), Gabriella Pession (Hermine Danglars), Harry Taurasi (Fernand), Poppy Corby-Tuech (Héloïse), Nicolas Maupas (Albert), Amaryllis August (Valentine), Jason Barnett (Caderousse) e dal Premio Oscar Jeremy Irons nel ruolo dell’Abate Faria.
Spettacolo
Anche Francesco De Gregori è stato una matricola: la prova...
A condividerlo sul suo profilo Instagram è il produttore cinematografico Malcom Pagani. Lo scatto mostra due pagine del libretto universitario, ormai consumate dal tempo
Anche i 'grandi' della musica hanno un passato da matricola universitaria. Sui social spunta la foto del libretto d'iscrizione all'Università degli Studi di Roma di un ex studente d'eccezione : Francesco De Gregori. A condividerlo sul suo profilo Instagram è il produttore cinematografico Malcom Pagani. Lo scatto mostra due pagine del libretto, ormai consumate dal tempo.
Sulla prima c'è una foto ingiallita di un giovanissimo De Gregori, capellone - un po' alla Beatles - sorridente ed elegantissimo: indossa una camicia, probabilmente bianca, e una cravatta scura. Gli occhi sono sempre gli stessi, nessun occhiale scuro - ormai tratto distintivo del cantautore romano - a coprirli. Sotto la diapositiva la sua firma...leggibile. Sulla seconda, invece, spunta la scritta: "Immatricolato al primo anno del corso di Laurea in Filosofia nell'Anno Accademico 1969/70". I ricordi universitari sono un po' come le canzoni, restano indelebili.
Spettacolo
Negrita, a marzo il nuovo album ‘Canzoni Per Anni...
Ad anticipare il progetto discografico il singolo 'Noi Siamo Gli Altri', in uscita venerdì 17 gennaio
Il 2025 si preannuncia come un anno di grandi novità per i Negrita! Dopo aver celebrato i 30 anni di carriera con un concerto sold-out all'Unipol Forum di Milano lo scorso 27 settembre, la band annuncia per la prima volta il titolo del nuovo disco in uscita a marzo: 'Canzoni Per Anni Spietati'. Un concept album molto atteso, pubblicato da Universal, che rappresenta un vero e proprio atto di libertà creativa e di pensiero e arriva a sei anni di distanza dall'ultimo lavoro in studio.
Ad anticipare questo nuovo capitolo, venerdì 17 gennaio sarà disponibile in radio e su tutte le piattaforme 'Noi Siamo Gli Altri', una ballata profonda e viscerale che celebra l’autenticità e la libertà di pensiero. Con un testo potente, i Negrita danno voce agli emarginati e ai liberi pensatori, riaffermando la loro identità e la volontà di andare oltre le convenzioni. 'Noi Siamo Gli Altri' è un punto fermo su chi sono e cosa vogliono dire i Negrita, un manifesto che rappresenta il cuore del concept album, un’ode alla resistenza e alla ricerca dell'autenticità.
“Viviamo un’epoca confusa e violenta - spiega la band - e le semplificazioni continue non aiutano a capire la realtà delle cose, anzi, spesso le complicano. Dire o sentire continuamente: destra o sinistra, rosso o nero, progressisti o conservatori, etc, non significa più niente, i tempi sono cambiati, i centri di potere sono cambiati, ma è evidente che il detto 'divide et impera' continua ancora a funzionare, infatti dividere in tifoserie per comandare meglio è un processo in atto ogni giorno qui in Occidente. Molte parole come democrazia, giustizia o libertà stanno mutando di significato fino addirittura ad annullare o capovolgere il senso originale".
"Noi Negrita - aggiungono - come molte altre persone, siamo stanchi di questa condizione e vogliamo dirlo, rimarcarlo a gran voce e addirittura cantarlo. Non ci riconosciamo in queste semplificazioni bugiarde. Non siamo allineati e non ci sentiamo rappresentati da nessuno purtroppo, ma almeno abbiamo un pensiero libero. Siamo dei liberi pensatori che fanno ormai fatica a sognare un mondo migliore, anche se non smetteremo mai di provarci. Noi siamo gli altri".
Il singolo è stato preceduto dal primo inedito 'Non Esistono Innocenti Amico Mio', pubblicato il 27 settembre scorso. Presentato live durante la grande festa per celebrare i 30 anni di carriera, il brano ha subito catturato l’attenzione per il suo testo intenso e la carica emotiva, confermando i Negrita come una delle band più autentiche e critiche del panorama musicale italiano. Con queste premesse, i Negrita torneranno sul palco con 'Negrita - Canzoni Per Anni Spietati Tour', in partenza ad aprile, toccherà i principali club italiani. Il pubblico avrà l’occasione di ascoltare per la prima volta live i brani del nuovo disco accanto ai grandi successi che hanno segnato la loro storia.
Spettacolo
‘Acab’ a 13 anni dal film è ancora più attuale:...
Al centro gli scontri tra celere e No Tav con Giallini, che torna a interpretare Mazinga, Giannini e Bellè
A 13 anni dall’uscita al cinema di 'Acab' diretto da Stefano Sollima, i 'tre celerini bastardi' tornano sullo schermo nell’omonima serie Netflix diretta da Michele Alhaique e ispirata all’omonimo libro di Carlo Bonini.
La trama
Il racconto parte da una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (che dopo il film torna a essere interpretato da Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato a opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia.
La serie Netflix in 6 episodi
Da domani, 15 gennaio, su Netflix in 6 episodi - prodotti da Cattleya (parte di ITV Studios) - 'Acab' "è un serie che abbiamo ritenuto urgente da raccontare perché tratta il tema universale e attuale della dialettica tra ordine e caos", spiega la vicepresidente per i contenuti italiani di Netflix Tinny Andreatta. Questa "è una storia che utilizza gli stilemi di un genere, action e crime, ma va al di là per affondare lo sguardo su un sistema complesso che è la rabbia repressa, la disillusione dei nostri protagonisti, poliziotti e società che li circonda", ha aggiunto Andreatta.
Il film è uscito quando la ferita del G8 di Genova e della caserma Diaz bruciava ancora. La serie, invece, arriva in giorni animati da scontri in alcune città italiane, a partire da Roma e Milano, per Ramy Elgaml: il ragazzo che ha perso la vita dopo un inseguimento con le forze dell’ordine, il 24 novembre a Milano. "A distanza di anni il tema del conflitto resta attuale ma qualcosa è cambiato: c'è più consapevolezza, a partire dal fatto che la polizia ha una scuola di ordine pubblico, ai reparti mobili vengono date in dotazione le body cam e, soprattutto, le donne hanno fatto ingresso nella celere", spiega Bonini. Secondo il giornalista e co-sceneggiatore è difficile "rispettare il confine tra uso legittimo e illegittimo della forza, in quei momenti concitati le decisioni vengono prese in 20 secondi e in condizioni di stress altissimo" ed è per questo che "sulla condizione psicologica ed emotiva dei poliziotti ci dovrebbe essere maggiore attenzione".
Presente in conferenza anche Stefano Sollima, qui nel ruolo di produttore esecutivo: "Il film è stata un’esperienza che mi ha segnato sia dal punto di vista lavorativo che umano. Mi ha insegnato ad avere il giusto punto di vista su ciò che si racconta. E questa è una storia che puoi girare solo facendo un passo indietro senza giudicare niente e nessuno, portando il pubblico a riflettere e a porsi delle domande".