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Ghemon: “Nella scena musicale mi spaventa l’omologazione”
L'artista torna con il nuovo album 'Una cosetta così' dove unisce musica e stand up comedy, 'la trap? Deve uscire da stereotipi, resterà solo chi ha qualcosa di importante da dire
"Non mi piace l'omologazione. In un mondo quasi monoculturale, in cui le cose vanno fatte solo in una maniera, quello che mi spaventa è la mancanza di spazio per chi sceglie di andare controcorrente". Così Ghemon, all'anagrafe Giovanni Luca Picariello, racconta all'Adnkronos il suo ultimo progetto artistico che sfida le convenzioni unendo musica e stand up comedy. 'Una cosetta così' è il nuovo album dell'artista di Avellino, classe 1982. Dopo oltre 70 repliche dello spettacolo dal quale prende il titolo, scritto dallo stesso cantautore insieme a Carmine Del Grosso, e a distanza di quattro anni dal suo ultimo lavoro discografico, Ghemon torna con un progetto unico in Italia, ma ben radicato nella tradizione degli album comici americani. Attraverso questo lavoro, Ghemon non solo segue le orme di grandi nomi italiani come Gaber e Jannacci, ma implementa anche un'impronta personale che mescola hip hop, neo-soul e jazz contemporaneo con esilaranti performance live.
"Sono sempre stato appassionato di comicità e stand-up. Dopo anni importanti, due festival di Sanremo e due dischi, ho avvertito il bisogno di esplorare questa passione, iniziando da zero nei locali piccoli, a volte sotto un nome finto", racconta Ghemon. Il risultato è stato un tour di successo che ha culminato in una performance esaurita al Teatro Arcimboldi di Milano l'8 novembre. "Volevo aprire quella porta che mi avrebbe permesso di avere un formato nuovo, più libero, con cui non dovevo per forza inseguire la logica delle playlist e del mercato. Volevo creare uno spazio tutto per me".
La cosa più difficile? "Fare tutta la trafila provando a essere credibile per il pubblico e sentire che questo può essere una parte importante della mia carriera". Ghemon ricorda poi la sua esperienza con il Festival di Sanremo, la prima nel 2019 con 'Rose Viola' e nel 2021 con 'Momento Perfetto' quando arriva solo al 21esimo posto: una grande delusione per l'artista. "Credevo fermamente nella mia canzone e mi sentivo in ottima forma, soprattutto dopo il Sanremo precedente che era stato brillante. Avevo speranze di confermare quel successo. Tuttavia, le cose non sono andate come previsto. Sono cose che capitano nella vita. Bisogna accettarle, adattarsi e andare avanti. Ho scelto di parlarne apertamente nel mio spettacolo per rompere la 'quarta parete', per rimuovere il velo su un mondo che può sembrare perfetto e luccicante dall'esterno, ma che in realtà è soggetto a cadute proprio come qualsiasi altro settore", racconta l'artista che al momento esclude un ritorno alla kermesse canora: "A meno che non mi chiamino a condurre il dopo festival".
E Ghemon è stato anche tra i primi artisti ad accendere un faro sul tema della salute mentale. "Il continuo confronto con i numeri, come le visualizzazioni su YouTube o gli ascolti in streaming, mette pressione sugli artisti, specialmente i nuovi, che vedono altri raggiungere milioni di ascolti e si sentono inadeguati con i loro 5.000 streaming iniziali. Questa costante competizione è problematica e può distorcere il valore reale dell'arte e del talento". E confessa: "Grazie alla mia passione per la corsa, ho imparato che non ha senso competere sempre per essere il primo. Piuttosto, il vero obiettivo dovrebbe essere migliorare le proprie prestazioni rispetto alle gare precedenti. Questa realizzazione richiede di affrontare direttamente le sfide, anche se significa inciampare lungo il percorso".
Purtroppo, sottolinea Ghemon, "viviamo in un mondo che tende a uniformare tutto, e chi propone qualcosa di diverso rischia di non trovare spazio. Ad esempio, la stand-up comedy ha ancora una sua scena e un pubblico, ma nel mondo della musica, i generi come il rap o l'indie rock stanno convergendo sempre di più verso il pop, rendendo difficile distinguere e sostenere scene musicali diverse". Riguardo alle controversie sui testi rap e trap, Ghemon risponde: "Non è corretto etichettare il rap come un genere misogino per sé; piuttosto, riflette la misoginia prevalente nella società che si esprime attraverso stereotipi. È fondamentale che il rap si evolva per rimanere al passo con i tempi, ampliando i suoi orizzonti e sfidando questi stereotipi".
"Come la comicità ha molteplici forme, così il rap e suoi derivati come la trap, che è una forma più moderna del rap, hanno diversi aspetti e sfaccettature - spiega l'artista -. Anche se la trap porta con sé alcuni stereotipi, credo che con il tempo questi verranno superati e resteranno in evidenza solo quelle personalità che hanno veramente qualcosa di importante da dire". Infine, progetti futuri: "Sto scrivendo un libro e continuo a esplorare il mondo della stand-up e sto componendo nuova musica. In un mondo in cui è possibile finire una canzone e pubblicarla online in pochi minuti, o scrivere un pezzo di stand-up nel pomeriggio e esibirsi la sera stessa, scelgo il riscontro immediato della risata e non so se mi bastano i like". di Loredana Errico
Interviste
Intervista esclusiva a Marzio Honorato: frammenti di una...
Marzio Honorato. Basta pronunciare il suo nome e subito ti ritrovi immerso nel profumo del teatro di Napoli, nei racconti del cinema più vero e nella lunga storia di una televisione che lo ha visto diventare una figura familiare per tutti.
Dal 1996 è Renato Poggi in Un Posto al Sole. Pensa: quasi trent’anni di vita intrecciati a quel personaggio. Renato è cresciuto con lui, si è trasformato, è diventato un amico per milioni di persone che si affezionano ogni giorno di più. Ma dietro quegli occhi che sorridono c’è molto altro: una carriera vissuta con passione e difficoltà, scelte coraggiose e una forza che continua a brillare. Oggi ci regala ricordi e verità, con una sincerità che arriva dritta al cuore.
La nostra intervista esclusiva
Nel tuo percorso teatrale hai iniziato con il teatro d’avanguardia a Napoli e Milano. Quali sono stati gli insegnamenti più significativi che hai tratto da quell’esperienza e come hanno plasmato il tuo approccio alla recitazione?
“La mia esperienza con il Teatro d’avanguardia è nata da una “fortunata” bocciatura al Liceo che frequentavo. Mio padre, per punizione, mi mandò a fare le pulizie in un “locale” vicino casa. Solo che in quel locale facevano teatro d’avanguardia! Ne rimasi affascinato e, oltre alle pulizie, iniziai a partecipare ad alcuni spettacoli. In seguito, in una tournée in giro per alcuni teatri d’avanguardia in Italia, capitammo a Milano al Teatro Uomo e rimasi lì per qualche mese scritturato nella loro compagnia teatrale. La paga era di 5000 lire al giorno. Dormivo e mangiavo dove capitava, ma riuscii a mettere da parte una somma che mi permise di comprare una Fiat 1300, naturalmente usata, per tornare a Napoli alla fine della stagione teatrale. Avevo 20 anni. Ricordo ancora quei tempi e già allora capii che fare il mestiere di “attore” significava rischiare una vita difficile e piena di punti interrogativi. Ma in realtà avevo già scelto. Ero molto timido e forse lo sono tutt’ora, ma mettersi nei panni di altri personaggi mi dava sicurezza.”
Cosa hai imparato da Eduardo?
“Eduardo è stato tutto per me. L’emozione di essere preso per mano da lui nei ringraziamenti alla fine degli spettacoli non penso di provarla mai più. Lui era un direttore d’orchestra e gli attori erano i suoi orchestrali. Ci dirigeva modulando i volumi e i toni delle nostre voci e limitando la nostra gestualità all’essenziale, senza mai esagerare. Da lui ho imparato l’arte di stare e camminare sul palcoscenico, il rispetto per il pubblico e per le rigorose battute del testo che si metteva in scena. Ogni virgola, pausa o fiato aveva un preciso significato. Da non tradire.”
Quali sono le differenze fondamentali tra cinema e teatro?
“Ho fatto tanto cinema, sicuramente più film che testi in teatro, specie dopo l’esperienza con Eduardo. Mi è sempre piaciuto tanto, perché il cinema si racconta con gli occhi e con l’espressione del viso, mentre il teatro più con il corpo e la voce.”
Raccontaci come è nato il tuo personaggio in Un Posto al Sole.
“Quando seppi che al Centro Rai di Napoli avrebbero fatto dei provini per un esperimento produttivo di una lunga serialità, voluto fortemente da Giovanni Minoli, ho fatto in modo di partecipare ai provini. E poi è andata come è andata… sono ancora lì, a Un Posto al Sole e non avverto stanchezza.”
Ti occupi anche di produzione. Vuoi raccontarci qualcosa su questo tuo interesse?
“Molti attori della mia generazione, più o meno di base a Napoli, negli anni ’80 costituivano società produttive teatrali. Dato che ne fiorivano tante, decisi di costituire una società di produzioni audiovisive: cortometraggi, documentari, progetti video-sociali… Poi, anche grazie alla sicurezza economica che mi dava Un Posto al Sole, ho iniziato a produrre qualche film. Distribuire lavoro per giovani autori, attrici e attori e validissime risorse umane tecniche che vivono nel nostro territorio era doveroso per me. Napoli mi ha dato tutto.”
© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma. Foto di Giuseppe D’Anna.
Spettacolo
Ilary Blasi a Verissimo, la frecciatina a Totti: “I...
La conduttrice televisiva è stata ospite di Silvia Toffanin
Ilary Blasi, ospite oggi 19 gennaio a Verissimo, ha parlato della sua nuova vita: dall'amore ritrovato con l'imprenditore Bastian Muller al rapporto speciale con la sua famiglia. Spazio anche per una frecciatina a Francesco Totti...
L'intervista a Verissimo
Ilary Blasi non si è risparmiata e ha lanciato una frecciatina all'ex marito Francesco Totti: “I maschi a casa nostra non durano tanto, sono solo una comparsa”, ha detto sarcastica la conduttrice televisiva parlando della sua famiglia composta perlopiù da donne. L'unica eccezione fatta da Cristian, il primogenito che Ilary ha avuto proprio con Francesco Totti.
Sul rapporto con Bastian Muller, Ilary ha detto di aver ritrovato la serenità, di aver cominciato un nuovo capitolo della sua vita che racconta bene nella serie Netflix, 'Ilary', in cui fa entrare lo spettatore nel dietro le quinte della sua nuova vita tra determinazione, autoironia e leggerezza.
I sogni di Ilary
Ilary Blasi comincia ad apparire sul piccolo schermo già all'età di 3 anni. Con la sua ironia è riuscita a conquistare alcuni dei palchi più importanti d'Italia, come il Festival di Sanremo. Ora ha il desiderio di prendere una laurea in criminologia: “Ho fatto solo il test d'ingresso, voglio togliermi la soddisfazione di fare magari un esame, ma studiare non è il mio forte”, ha spiegato a Silvia Toffanin. "Sogno di raggiungere nuovi traguardi, voglio aggiornarmi sempre. La staticità non mi appartiene, anche se sono pigra e lo ammetto", ha concluso.
Spettacolo
Paolo Bonolis a Verissimo: “La famiglia va preservata...
Il conduttore televisivo è stato ospite di Silvia Toffanin
"La famiglia va preservata nonostante tutto". Così Paolo Bonolis, ospite oggi 19 gennaio a Verissimo, commenta il rapporto che ha mantenuto con l'ex moglie Sonia Bruganelli dopo l'annuncio della separazione nel 2023.
Il commento di Paolo Bonolis
Molto riservato sulla sua vita privata, Paolo Bonolis non si sbottona ed evita di rispondere alla domanda su Sonia Bruganelli posta da Silvia Toffanin. "Dovevamo parlare di Avanti un altro", ha scherzato il conduttore televisivo, cambiando subito discorso.
Sonia Bruganelli e Paolo Bonolis sono stati insieme per 25 anni e i due sono genitori di tre figli: Silvia, Davide e Adele. Quando l'ex moglie, ora impegnata con Angelo Madonia, ha cominciato la sua esperienza a Ballando con le stelle, Paolo Bonolis ha pubblicato sul suo profilo Instagram un post in cui chiaramente si schierava dalla sua parte, difendendola dalle polemiche in cui era stata travolta in quel periodo.
"La vita ci offre tante possibilità, a noi il compito di darle il significato. Le scelte degli adulti sono una “cosa” ma questo legame genitoriale e questo amore per loro, anche oggi, ogni giorno, ci vede uniti", il testo che compare a corredo dello scatto di famiglia in cui ci sono i figli e l’ex moglie di Sonia Bruganelli.
"Nella mia ottica di vita ci sono delle priorità, che sono i figli e la famiglia. Entrambi vanno preservati. È necessario farlo, è importante. È difficile, ma va fatto", ha commentato il conduttore, sottolineando l'importanza della famiglia e come questa vada protetta da qualsiasi polemica.
'Avanti un altro'
Paolo Bonolis tornerà alla guida della nuova edizione di 'Avanti un altro!' che comincia domani, 20 gennaio, su Canale 5 e andrà in onda tutti i giorni dal lunedì alla domenica alle ore 18.45. Il conduttore televisivo sarà affiancato da Luca Laurenti. E sull'amico e collega, Bonolis ha detto: “A Luca voglio profondamente bene, è come un fratello. La chimica non è nata subito ma è cresciuta piano piano. Mi trovo benissimo con lui".