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Come affrontare l’educazione sessuale in base all’età: la guida pratica

Condom Profilattico Mamma Figlio Canva

Un fondo di 500mila euro per l’educazione sessuale nelle scuole è diventato il centro di una polemica che riflette le profonde divergenze ideologiche del nostro Paese. La decisione di destinare questi fondi alla formazione degli insegnanti sulla fertilità, anziché a corsi diretti per gli studenti, ha acceso il dibattito sull’importanza e il ruolo dell’educazione sessuale. È davvero superfluo insegnare ai giovani il rispetto di sé, la consapevolezza del proprio corpo e i principi base delle relazioni umane? Per rispondere a queste domande, possiamo guardare alle linee guida internazionali dell’Oms e dell’Unesco, che da anni indicano la strada per un’educazione sessuale completa e progressiva e rispettosa delle fasi di crescita, evidenziando un aspetto spesso trascurato: la centralità della famiglia in questo processo.

Le linee guida internazionali sottolineano che l’educazione sessuale non può essere una responsabilità esclusiva della scuola. La famiglia è il primo luogo in cui i bambini apprendono i valori, sviluppano la loro identità e imparano a relazionarsi con gli altri. Questo ruolo non si limita a fornire norme di comportamento, ma include il compito fondamentale di offrire ai giovani un ambiente sicuro in cui possano esplorare le proprie emozioni, porre domande e ricevere risposte adeguate.

La scuola, dal canto suo, fornisce un complemento indispensabile, con contenuti scientifici e metodologie educative pensate per affrontare i temi in modo sistematico e appropriato all’età. Quando famiglia e scuola collaborano, il risultato è un percorso educativo che non solo informa, ma forma i ragazzi, aiutandoli a diventare individui consapevoli e rispettosi.

Perché iniziare presto è essenziale

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’educazione sessuale dovrebbe iniziare già nella scuola primaria, idealmente tra i 5 e gli 8 anni, una fase in cui i bambini stanno sviluppando le loro prime capacità relazionali e sociali. Questo non significa esporre i bambini a contenuti inappropriati o prematuri, ma piuttosto introdurre argomenti fondamentali come il rispetto per il proprio corpo, il riconoscimento dei confini personali e la valorizzazione delle diversità. A quest’età, i bambini stanno sviluppando le loro prime capacità sociali e stanno imparando a relazionarsi con il mondo che li circonda. Inserire in questo percorso educativo temi come l’empatia e il rispetto per gli altri aiuta a costruire una base solida per affrontare le sfide emotive e relazionali che incontreranno negli anni successivi. In questo contesto, la famiglia gioca un ruolo cruciale, perché è spesso il primo punto di riferimento per i bambini.

L’idea di parlare di educazione sessuale ai bambini può sembrare controintuitiva, ma le linee guida internazionali sottolineano che il focus in questa fase è su temi semplici, come la capacità di identificare situazioni che generano disagio e la consapevolezza di poter chiedere aiuto a un adulto di fiducia. Questo tipo di apprendimento, spesso veicolato attraverso il gioco e la narrazione, non solo rafforza la sicurezza personale, ma prepara il terreno per affrontare argomenti più complessi durante la pubertà.

Spiegare il funzionamento del corpo umano (usando parole scientifiche e non dando soprannomi agli organi genitali), insegnare il rispetto dei confini personali e normalizzare il dialogo su emozioni e diversità sono compiti che i genitori possono svolgere con naturalezza, attraverso il gioco e la narrazione.

L’intervento della scuola, in questa fase, rafforza e amplia quanto appreso in famiglia. Temi come l’empatia, il rispetto per gli altri e il riconoscimento delle emozioni vengono trattati in un ambiente collettivo, aiutando i bambini a trasferire queste competenze nel contesto sociale.

La pubertà e il bisogno di risposte

Quando i ragazzi entrano nella fascia d’età compresa tra i 9 e i 12 anni, si trovano a vivere cambiamenti significativi, sia fisici che emotivi. La pubertà porta con sé trasformazioni che, se non spiegate, possono generare ansia, confusione e insicurezza. È qui che il dialogo tra genitori e figli diventa essenziale. È in questa fase che l’educazione sessuale inizia a includere argomenti più concreti, come i cambiamenti del corpo, l’igiene personale e le prime nozioni sulle relazioni interpersonali. Ma non si tratta solo di fornire informazioni biologiche: spiegare cosa sta succedendo al corpo, rassicurare sui cambiamenti e fornire un contesto per comprendere le emozioni aiuta i ragazzi a vivere questa fase con maggiore serenità.

La scuola supporta questo processo fornendo informazioni scientifiche e strumenti per gestire situazioni complesse, come il bullismo o l’inizio delle prime relazioni. Un aspetto cruciale di questa fase educativa è il consenso. Insegnare ai giovani che il rispetto dei confini altrui è fondamentale, e che il proprio corpo appartiene solo a loro, getta le basi per una vita relazionale sana e rispettosa. Per questo il ruolo della famiglia rimane centrale, perché i genitori sono spesso il primo punto di riferimento emotivo per i ragazzi. Essere presenti, ascoltare senza giudizio e offrire risposte adeguate sono modi per costruire un rapporto di fiducia che dura nel tempo.

Purtroppo, in molti contesti, questi temi sono ancora considerati tabù, e i giovani crescono senza strumenti adeguati per affrontare situazioni difficili o per proteggersi da eventuali abusi. Le linee guida internazionali insistono sull’importanza di normalizzare queste conversazioni, integrandole in un quadro più ampio di educazione alla salute e al benessere.

Adolescenza, il momento delle grandi domande

Tra i 12 e i 15 anni, l’educazione sessuale assume una dimensione ancora più centrale. È durante l’adolescenza che i giovani iniziano a interrogarsi sulle relazioni sentimentali e sul significato della sessualità. Le linee guida dell’Oms e dell’Unesco raccomandano di affrontare questi temi in modo aperto e rispettoso, offrendo ai ragazzi informazioni scientifiche e strumenti pratici per prendere decisioni consapevoli.

In questa fase, si introducono argomenti come la contraccezione, la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e la parità di genere. Tuttavia, l’educazione sessuale non si limita alla prevenzione. Una parte fondamentale del percorso è dedicata alla costruzione di relazioni basate sul rispetto reciproco e sull’empatia. Gli adolescenti imparano a riconoscere stereotipi di genere e dinamiche di potere, acquisendo consapevolezza del loro ruolo in una società più inclusiva ed equa.

La famiglia, in questa fase, può fornire una guida preziosa, offrendo ai ragazzi una prospettiva valoriale e un contesto di supporto emotivo. Parlare apertamente di temi come la contraccezione, il rispetto delle differenze e la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili non solo informa, ma aiuta i giovani a prendere decisioni consapevoli. La scuola integra e completa questo percorso con programmi strutturati, che affrontano anche stereotipi di genere e dinamiche di potere. Quando famiglia e scuola lavorano insieme, i ragazzi non ricevono solo informazioni, ma sviluppano anche le competenze relazionali e il pensiero critico necessari per navigare nelle complessità della società moderna.

Questo approccio olistico non è solo educativo, ma trasformativo. Studi internazionali dimostrano che i giovani che ricevono un’educazione sessuale completa non solo sono meno propensi a comportamenti rischiosi, ma sviluppano anche una maggiore autostima e capacità di comunicazione.

Verso l’età adulta: scelte consapevoli

L’ultima fase del percorso educativo, rivolta ai ragazzi dai 15 anni in su, è forse la più complessa e sfidante. In questo momento, l’educazione sessuale deve affrontare temi come l’orientamento sessuale, l’identità di genere e i diritti riproduttivi, argomenti spesso oggetto di dibattiti culturali e ideologici. Tuttavia, ignorare queste questioni significa lasciare i giovani senza strumenti per comprendere e affrontare la propria realtà.

La famiglia può fornire un sostegno fondamentale, aiutando i giovani a riflettere sui propri valori e a comprendere il significato delle loro scelte. La scuola, invece, offre un quadro di riferimento scientifico e neutrale, promuovendo il rispetto per le diversità e la parità di trattamento.

Le linee guida sottolineano l’importanza di affrontare questi temi con un approccio basato sui diritti umani, che promuova il rispetto delle diversità e la parità di trattamento. Questo non solo aiuta i ragazzi a costruire relazioni più sane, ma li prepara anche a diventare cittadini consapevoli e responsabili. L’obiettivo, in questa fase, è formare non solo individui consapevoli della propria sessualità, ma anche cittadini responsabili e attenti ai diritti altrui.

Perché investire nell’educazione sessuale?

L’educazione sessuale completa, secondo i dati dell’Oms, non solo riduce il rischio di gravidanze precoci e infezioni sessualmente trasmissibili, ma ha anche un impatto positivo sulla qualità delle relazioni e sulla salute mentale dei giovani. Paesi che hanno adottato programmi completi e basati su evidenze scientifiche registrano tassi più bassi di comportamenti rischiosi e una maggiore inclusività nelle scuole. Studi dimostrano che i giovani che ricevono un’educazione sessuale di qualità non solo sono meno propensi a comportamenti rischiosi, ma sviluppano relazioni più rispettose e una maggiore consapevolezza dei propri diritti.

Il recente dibattito in Italia sul taglio dei fondi evidenzia l’importanza di un approccio integrato, in cui famiglia e scuola collaborino per offrire ai giovani un’educazione sessuale che sia al tempo stesso informativa e formativa. Privare i giovani di queste opportunità significa rinunciare a costruire una società più consapevole, inclusiva e rispettosa. Come ci insegnano le linee guida internazionali, l’educazione sessuale non è un lusso, ma una necessità per il benessere delle future generazioni.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Dalla Bibbia al latino, ecco la nuova scuola di Valditara

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Banchi di scuola in aula

Le scuole italiane sono pronte a vivere un cambiamento che promette di riscrivere non solo i programmi, ma anche le modalità di apprendimento. Il Consiglio dei Ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ha approvato ieri (14 gennaio 2025 ndr) il decreto-legge che introduce misure urgenti per la riforma scolastica, delineando il cammino per il periodo 2025-2026. Un piano ambizioso che guarda al futuro, ma che affonda le sue radici nella grande tradizione culturale italiana.

La riforma, che trova la sua collocazione all’interno della Missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si propone di riorganizzare il sistema scolastico italiano, con l’obiettivo di garantire un’istruzione sempre più adeguata alle necessità della società contemporanea. Le nuove disposizioni non si limitano a rispondere a requisiti strutturali, ma intendono ridefinire profondamente il modello educativo, proponendo una sintesi tra tradizione e innovazione. La chiave di volta di questa riforma risiede nella valorizzazione delle discipline umanistiche e nell’introduzione di nuove competenze già a partire dalla scuola primaria.

Con l’introduzione dei nuovi programmi, il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato guerra all’obsolescenza educativa. Tra le principali innovazioni, spiccano l’integrazione delle competenze digitali e l’accento posto sullo sviluppo del pensiero critico. Le materie tradizionali non sono state eliminate, ma ripensate per favorire un approccio più interdisciplinare e pratico. Ad esempio, la matematica ora include applicazioni concrete in settori come l’intelligenza artificiale e la statistica. L’educazione civica, invece, ha assunto un ruolo centrale, andando ben oltre le nozioni di diritto e costituzione. Un’altra innovazione riguarda l’apprendimento delle lingue straniere, che privilegia la comunicazione orale e l’interazione interculturale. Gli studenti non saranno più solo lettori passivi, ma protagonisti di dialoghi autentici, capaci di affrontare con sicurezza un mercato del lavoro sempre più globalizzato.

La scuola si fa più pratica e inclusiva

La riforma scolastica pone grande enfasi sulla didattica esperienziale. Questo approccio si concretizza nell’introduzione di laboratori pratici in tutti i cicli di istruzione, dall’infanzia alle superiori. Progetti di coding, orti scolastici e simulazioni economiche sono solo alcuni esempi delle attività proposte, progettate per avvicinare gli studenti al mondo reale. Grazie a ingenti investimenti, molte scuole stanno attrezzando aule multimediali e spazi polifunzionali, trasformandosi in veri e propri centri di innovazione.

Inoltre, le scuole professionali beneficeranno di una maggiore integrazione con il mondo del lavoro, grazie a stage e tirocini obbligatori, per garantire agli studenti competenze immediatamente spendibili.

La riforma si distingue anche per l’attenzione all’inclusività, un aspetto centrale del nuovo sistema educativo. Programmi personalizzati per studenti con difficoltà di apprendimento e bisogni educativi speciali sono al centro di questa trasformazione. A questi si aggiunge l’introduzione di tutor individuali, figure che lavoreranno con insegnanti e famiglie per creare piani di studio su misura. Il fondo nazionale per l’inclusione, recentemente istituito, finanzierà interventi mirati per supportare le scuole nelle aree più svantaggiate, rafforzando le infrastrutture e migliorando la formazione del personale docente. Questo fondo non si limiterà a interventi materiali, ma finanzierà anche corsi di aggiornamento per insegnanti, affinché possano affrontare con competenza le sfide legate alla diversità in classe.

Inoltre, sono previste iniziative per promuovere la diversità culturale, con moduli dedicati al dialogo interculturale e alla valorizzazione delle lingue minoritarie. Un’attenzione particolare è riservata alla salute mentale degli studenti, con l’inserimento di sportelli psicologici e attività dedicate al benessere emotivo. Infine, la riforma introduce nuovi strumenti digitali per monitorare i progressi degli studenti, offrendo agli insegnanti una panoramica chiara e dettagliata delle loro necessità. Questo sistema di tracciamento consentirà di intervenire tempestivamente in caso di difficoltà, prevenendo il rischio di dispersione scolastica.

Le novità a partire dalla scuola primaria: letteratura, musica e memoria

Una delle principali novità riguardanti le scuole primarie riguarda l’introduzione di un percorso che mira a rafforzare le competenze linguistiche degli alunni, con particolare attenzione alla scrittura e alla lettura. Il Ministro Valditara ha sottolineato che la scuola deve combattere quello che ha definito “analfabetismo di ritorno”. Questo fenomeno, che riguarda il 35% degli adulti italiani, è una delle principali sfide da affrontare per migliorare la partecipazione dei cittadini al mondo produttivo e alla vita democratica.

Già dalle elementari, gli studenti saranno chiamati a memorizzare poesie, filastrocche e haiku (semplici componimenti poetici giapponesi), con l’obiettivo di affinare la loro capacità di comprensione del testo. Verrà incoraggiata anche la lettura della Bibbia, per rafforzare le conoscenze delle radici della cultura italiana. Non si tratterà solo di una questione di apprendimento, ma di un vero e proprio strumento per far crescere nei bambini la passione per la lettura. “Vogliamo che i ragazzi imparino a scrivere bene e ad apprezzare la bellezza dei testi letterari”, ha dichiarato Valditara, aggiungendo che lo studio della letteratura, anche per l’infanzia, è il punto di partenza per costruire una generazione di cittadini competenti e consapevoli.

Inoltre, il nuovo programma prevede che i bambini imparino a conoscere e ad apprezzare la musica fin dalla prima elementare. Si tratta di un’iniziativa volta a stimolare nei più giovani una comprensione più profonda della civiltà musicale, aprendo loro nuove prospettive culturali e artistiche. Con l’introduzione della musica nelle scuole, si vuole educare i bambini a una cultura dell’ascolto e della creatività, elementi che contribuiranno alla loro crescita personale e formativa.

Nuove modifiche che seguono le novità in pagella, a decorrere dall’anno in corso: nella scuola primaria la valutazione sarà espressa attraverso giudizi sintetici, da ‘Ottimo’ a ‘Non sufficiente’, correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti per ciascuna disciplina, compreso l’insegnamento dell’educazione civica.

Alle medie si ritorna al latino e si apprendono le radici della lingua italiana

Il rinnovamento prosegue con la scuola secondaria di primo grado, dove l’introduzione del latino come materia opzionale a partire dalla seconda media rappresenta uno degli aspetti più distintivi della riforma.

L’insegnamento del latino, come ha spiegato il ministro Valditara, è visto come una chiave per comprendere le radici della lingua italiana e le fondamenta del pensiero occidentale. Questo ritorno al latino non è solo un atto di recupero della tradizione, ma anche un modo per fornire agli studenti strumenti intellettuali per decifrare la lingua e la cultura in modo più consapevole e critico.

Accanto al latino, le scuole medie vedranno l’introduzione di nuovi testi che stimoleranno la fantasia e la capacità critica degli studenti. Oltre alla lettura dei grandi classici epici come Virgilio e Omero, i ragazzi si avvicineranno anche a opere moderne, come la saga di Percy Jackson, con l’intento di coniugare la tradizione con la modernità. L’obiettivo è quello di stimolare l’immaginazione dei ragazzi, coinvolgendoli in un’esperienza didattica che mescola tradizione e innovazione. Non mancheranno incursioni nel mondo della letteratura moderna, con autori come Stephen King, e l’uso di nuovi mezzi didattici, come la visione di film e la lettura di romanzi a fumetti.

Per la scuola secondaria di primo grado, la valutazione della condotta degli studenti sarà espressa in decimi già da quest’anno scolastico, e il voto in condotta avrà un peso maggiore sulla valutazione finale degli studenti: un punteggio finale inferiore a 6/10 equivale all’inammissibilità alla classe superiore o agli esami finali del primo ciclo.

Alle superiori un nuovo approccio alla storia e l’abolizione della geostoria

Le novità non si fermano qui. Un altro cambiamento importante riguarda la scuola secondaria superiore, dove verrà abolita la “geo-storia” in favore di una disciplina che darà maggiore centralità alla storia d’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. La geostoria, che aveva cercato di coniugare geografia e storia in un unico insegnamento, verrà quindi superata, per lasciare spazio a un racconto più completo e narrativo dei fatti storici. La storia sarà trattata come la “scienza degli uomini nel tempo”, senza sovrastrutture ideologiche, ma privilegiando una narrazione che possa avvicinare i ragazzi ai fatti storici in modo chiaro e coinvolgente. In questo contesto, sarà valorizzata la storia antica e medievale, con particolare attenzione alla civiltà greca e romana e alle origini del Cristianesimo.

Per le scuole superiori, inoltre, è previsto un maggiore spazio per le materie umanistiche. Un ritorno a un insegnamento più tradizionale, che valorizzi le radici storiche e culturali del nostro Paese, ma che sappia anche guardare con attenzione al presente e al futuro.

Il dimensionamento scolastico e le agevolazioni per le regioni

Oltre ai cambiamenti sui programmi scolastici, il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri introduce anche misure per la riorganizzazione del sistema scolastico, in linea con gli obiettivi del Pnrr. Una delle novità più rilevanti riguarda il dimensionamento scolastico, con l’introduzione di agevolazioni per le Regioni che rispetteranno i nuovi piani di dimensionamento. Tra le misure previste ci sono la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti e la salvaguardia del personale Ata per l’anno scolastico 2025-2026. Un’ulteriore misura prevede la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico nelle scuole oggetto di dimensionamento, con l’obiettivo di migliorare la gestione e l’efficienza del sistema scolastico. Inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha promesso che nessuna scuola sarà chiusa, ma che verranno adottate misure per migliorare l’organizzazione delle scuole e renderle più vicine agli studenti.

Le iscrizioni per l’anno scolastico 2025/26

Infine, si ricorda la rideterminazione delle date per le iscrizioni scolastiche per l’anno 2025/26. Le domande potranno essere presentate dalle 8:00 del 21 gennaio 2025 fino alle 20:00 del 10 febbraio 2025 (invece che dall’8 al 31 gennaio 2025). Questo slittamento servirà a garantire una maggiore attività di orientamento da parte delle scuole e consentire alle famiglie di fare una scelta più ponderata.

Tra le opportunità, spicca la possibilità di creare un sistema educativo più equo e all’avanguardia, capace di competere con i migliori modelli europei. Con un focus su competenze trasversali, inclusività e innovazione, la scuola italiana potrebbe finalmente riscattarsi da anni di immobilismo.

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Tutti i vantaggi dell’allattamento al seno per il bambino e...

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allattamento al seno

L’allattamento al seno è uno dei gesti più naturali e vitali che una madre possa fare per il suo bambino. Non solo fornisce i nutrienti essenziali per una crescita sana, ma diventa anche un momento di connessione profonda tra madre e figlio. Il latte materno è un vero e proprio elisir di vita, ricco di sostanze bioattive che proteggono il neonato dalle malattie e ne stimolano lo sviluppo fisico e psicologico.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il latte materno è la scelta migliore per il benessere del neonato. Raccomanda che il bambino venga alimentato esclusivamente con latte materno per i primi sei mesi di vita, per poi continuare anche dopo l’introduzione di alimenti complementari, fino ai due anni di età o oltre, secondo il desiderio della madre e del bambino. Ma perché è così fondamentale?

I benefici per il bambino

Il latte materno è un alimento completo che contiene tutti i nutrienti essenziali per la crescita sana del neonato. “Acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro e sostanze bioattive: il latte materno è una vera e propria medicina naturale”, spiega il dottor Marco Grassi, ginecologo presso l’ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno. Ma non è solo una questione di nutrizione. “L’allattamento stimola anche lo sviluppo psicomotorio e intestinale del bambino e protegge dalla comparsa di patologie come obesità, diabete di tipo 2 e disturbi gastrointestinali”, aggiunge Grassi. I bambini allattati al seno, infatti, corrono meno rischi di contrarre infezioni come diarrea, vomito e otiti, oltre a sviluppare una maggiore resistenza ai virus.

La ricerca ha dimostrato che l’allattamento favorisce anche l’acquisizione di nuove abitudini alimentari, poiché i bambini che ricevono il latte materno sono più disposti a esplorare nuovi cibi e sapori. Eppure, gli effetti positivi non si limitano alla salute fisica: il legame emotivo che si crea tra madre e figlio durante l’allattamento è profondo e fondamentale per il benessere psicologico del bambino.

I benefici per la madre

Ma l’allattamento non è solo un beneficio per il bambino. Anche la mamma raccoglie i frutti di questo legame speciale. “Oltre a favorire una ripresa più rapida dopo il parto grazie all’ossitocina, che accelera il recupero fisico, l’allattamento aiuta la mamma a tornare in forma, contribuendo alla perdita del peso accumulato durante la gravidanza”, spiega Grassi. Ma i vantaggi non finiscono qui: l’allattamento riduce anche il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e osteoporosi.

Inoltre, l’allattamento al seno ha effetti positivi sul piano psicologico della madre. La produzione di ossitocina durante l’allattamento non solo favorisce l’attaccamento al bambino, ma aiuta anche a combattere la depressione post-partum, migliorando l’autostima della madre. Un gesto che, oltre a nutrire, nutre anche il cuore della mamma.

Quando l’allattamento non è possibile

Non sempre l’allattamento al seno è possibile. In alcuni casi, per motivi di salute o altre difficoltà, le madri potrebbero non essere in grado di allattare. In questi casi, è essenziale che la mamma riceva informazioni adeguate e supporto per prendere la decisione migliore per la salute del suo bambino. “La consapevolezza è fondamentale. La scelta di allattare al seno o meno deve essere fatta nel rispetto delle condizioni di salute della madre e del neonato”, sottolinea il dottor Grassi.

Come allattare correttamente: i consigli dell’esperto

Per godere appieno dei benefici dell’allattamento, è importante seguire alcune semplici regole. “Allattare ‘a richiesta’ è fondamentale, poiché il neonato ha bisogno di poppare tra le 8 e le 14 volte al giorno nei primi mesi. È il bambino che stabilisce il ritmo della poppata”, consiglia Grassi.

Anche la posizione e l’attacco sono cruciali per evitare fastidi come dolori ai capezzoli o mastite. “Una corretta postura aiuta a prevenire questi inconvenienti, e non c’è un tempo fisso per ogni poppata, è il bambino che decide quando ha mangiato abbastanza”, spiega il ginecologo. L’allattamento esclusivo al seno è altrettanto importante nei primi sei mesi, anche per l’idratazione: quando ha sete, il bambino si attacca al seno e riceve anche acqua.

Infine, è meglio evitare l’uso di tettarelle e biberon nei primi mesi, poiché potrebbero interferire con l’allattamento naturale e compromettere l’attacco del bambino al seno. E non c’è bisogno di lavare il seno dopo ogni poppata, poiché le ghiandole dell’areola provvedono già a una pulizia naturale.

In definitiva, l’allattamento al seno è una delle esperienze più belle e benefiche per la salute del bambino e della madre. “Nonostante le difficoltà iniziali che alcune donne possono affrontare, con il giusto supporto e le informazioni adeguate, l’allattamento è un’esperienza che, oltre a essere nutriente, è estremamente gratificante”, conclude il dottor Marco Grassi. Un gesto che unisce, nutre e protegge, creando un legame che dura tutta la vita.

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“Motivi comprensibili”, niente ergastolo per doppio...

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Un verdetto che lascia il paese intero attonito, una sentenza che sta scuotendo la coscienza collettiva: la Corte d’Assise di Modena ha condannato Salvatore Montefusco a 30 anni di reclusione, e non all’ergastolo come richiesto dalla Procura, per il duplice omicidio di Gabriela Trandafir e di sua figlia Renata, uccise a fucilate il 13 giugno 2022 a Castelfranco Emilia. La motivazione che ha scatenato il dibattito politico e sociale è quella della “comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il reato“, un concetto che ha suscitato indignazione tra le vittime e in ampi settori della politica.

Una sentenza che scuote

Il caso di Gabriela Trandafir e della figlia Renata ha sollevato un velo doloroso su una realtà che, purtroppo, continua a essere troppo spesso invisibile: la violenza di genere. La sentenza, emessa dalla Corte d’Assise di Modena, ha condannato Montefusco, un uomo di 70 anni, per aver ucciso la sua compagna e la figlia di lei. Sebbene l’imputato avesse collaborato con la giustizia, le attenuanti generiche, tra cui la confessione e l’atteggiamento collaborativo, sono state considerate in modo tale da ridurre la pena da quella che la Procura avrebbe voluto, ovvero l’ergastolo, a una condanna di 30 anni di carcere.

Barbara Iannuccelli, avvocata che assiste la famiglia delle vittime, ha definito la decisione “un messaggio grave”, affermando che tale sentenza rappresenta un segnale pericoloso nella lotta contro il femminicidio e la violenza di genere. Le sue parole, cariche di incredulità, riflettono la delusione per una decisione che considera in modo disgiunto le circostanze emotive dell’assassino rispetto alla brutalità del crimine stesso. “Questa sentenza ci riporta indietro nel tempo, quando omicidi di questo tipo venivano giustificati con la gelosia o le difficoltà familiari. Il messaggio che passa è grave: legittimiamo l’idea che in una situazione conflittuale, un uomo possa eliminare il problema a colpi di fucile”, ha dichiarato l’avvocato, che ha aggiunto come il testimone diretto, il figlio della vittima, avesse fornito una testimonianza cruciale nel processo.

Il caso ricorda la sentenza emessa nel 2016, che riguardava l’omicidio di Olga Matei, quando la corte d’appello aveva ridotto la pena per l’assassino, ritenuto in preda a una “tempesta emotiva” dovuta alla gelosia. Anche in quel caso, l’elemento umano, la comprensione dei motivi che avevano spinto l’autore al crimine, era stato preso in considerazione, creando un precedente che ha suscitato ampie polemiche.

Un messaggio che non può passare inosservato

L’incredulità di Iannuccelli è condivisa da numerosi esponenti politici, che non hanno mancato di esprimere il loro disappunto per la decisione dei giudici. Il ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, ha commentato: “Non capisco come possano esserci motivi ‘umanamente comprensibili’ per uccidere a fucilate due donne. Come è possibile giustificare un atto così crudele? Non ho parole.” Calderoli ha aggiunto che, sebbene trent’anni o l’ergastolo possano apparire simili in pratica, è la motivazione dietro la pena a destare preoccupazione.

Anche il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha espresso forti perplessità sulla sentenza. “Se ciò che emerge dagli stralci pubblicati fosse confermato, la decisione conterrebbe elementi discutibili e certamente preoccupanti che rischierebbero di produrre un arretramento nella lotta contro i femminicidi e la violenza maschile sulle donne”, ha dichiarato. Secondo Roccella, il problema non è la pena inflitta, ma il ragionamento alla base della decisione: “Colpisce il principio secondo cui ‘la situazione familiare’ avrebbe ‘indotto’ l’imputato a compiere il tragico gesto, rendendo ‘umanamente comprensibili’ i motivi del reato. È un nesso causale pericoloso che potrebbe minare lo sforzo di cambiamento culturale contro la violenza di genere”.

La deputata del PD, Ilenia Malavasi, ha definito la sentenza “un insulto alle donne” e ha accusato i giudici di aver dato troppa importanza alle attenuanti, minimizzando le circostanze aggravanti del crimine. “Questa è la risposta che la giustizia dà alla violenza di genere? Un giudizio che riduce un duplice femminicidio a una mera conflittualità familiare? Un messaggio che rischia di legittimare la violenza maschile contro le donne”, ha detto la Malavasi, criticando l’uso di espressioni che sembrano avallare la cultura patriarcale e la giustificazione di atti violenti.

Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ha rincarato la dose, affermando che le motivazioni della sentenza rappresentano “un pericoloso precedente” nel contrasto alla violenza di genere. “C’è ancora molto lavoro da fare per abbattere la cultura patriarcale che emerge anche nei tribunali”, ha commentato, sottolineando come una tale giustificazione possa alimentare la percezione che gli uomini possano risolvere i conflitti con la violenza.

Le critiche politiche e le richieste di cambiamento

La politica, nel suo complesso, ha risposto a questa sentenza con un coro di proteste che non lascia spazio a interpretazioni. Il Movimento 5 Stelle, attraverso la deputata Stefania Ascari, ha espresso il suo profondo turbamento per le motivazioni adottate dalla Corte d’Assise di Modena. Secondo Ascari, la giustificazione di un omicidio sulla base di “forti conflitti familiari” e di una condizione psicologica di “profondo disagio” è una riduzione inaccettabile della violenza di genere. “Queste motivazioni evidenziano le criticità di un sistema giudiziario che tende a giustificare la violenza e che non riesce a comprendere la gravità del fenomeno”, ha detto Ascari, chiedendo un cambiamento radicale nella formazione dei magistrati, degli avvocati e di tutti gli operatori del sistema giudiziario.

In una nota congiunta, le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere hanno sottolineato come la decisione della Corte di Assise di Modena rappresenti “un passo indietro”, soprattutto alla luce dei progressi ottenuti con le battaglie delle donne. “Questa sentenza riduce l’assassinio di due donne a un conflitto familiare”, hanno commentato le parlamentari, sollecitando la necessità di un’educazione giuridica che affronti il problema della violenza maschile contro le donne.

Anche Ilenia Malavasi, deputata del PD, ha espresso forti preoccupazioni, denunciando come il linguaggio utilizzato nella sentenza possa portare alla riabilitazione del vecchio delitto d’onore sotto nuove vesti. “Se le motivazioni della Corte non vengono correttamente interpretate e messe in discussione, rischiamo di legittimare la violenza e di dare spazio a giustificazioni che non hanno fondamento”, ha dichiarato.

Un’analisi che va oltre la sentenza

La sentenza della Corte di Assise di Modena, purtroppo, non è un caso isolato. Negli ultimi anni, si sono susseguite decisioni che hanno sollevato interrogativi sulle reali intenzioni della giustizia nel contrastare il femminicidio e la violenza di genere. La tendenza a considerare le dinamiche familiari e i conflitti come attenuanti in omicidi di questo tipo è un tema che continua a riaffiorare nelle aule di tribunale, minando la percezione di equità e giustizia per le donne.

Le critiche al sistema giudiziario sono rivolte soprattutto alla sua incapacità di trattare la violenza di genere con la necessaria severità. Le legislazioni più recenti, che hanno cercato di rafforzare la protezione delle donne, sembrano spesso non essere supportate da un’efficace interpretazione giuridica. “Le parole giuste sono fondamentali per cambiare la cultura della violenza”, ha detto Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, sottolineando come il linguaggio giuridico possa perpetuare pregiudizi che vanno a minare gli sforzi per superare la cultura patriarcale.

La decisione della Corte d’Assise di Modena non è solo una questione giuridica, ma anche un problema sociale. “Le motivazioni di questa sentenza rischiano di far riemergere il delitto d’onore sotto nuove vesti”, ha dichiarato Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati. Secondo Carfagna, l’idea che ci possano essere motivi “comprensibili” per un femminicidio mina le fondamenta di una società che dovrebbe invece proteggere le vittime e condannare senza esitazioni i colpevoli.

Le parole della sorella di Gabriela Trandafir, “l’ergastolo è per noi”, riassumono il dolore e l’amarezza di chi resta. Per i familiari delle vittime, questa sentenza rappresenta una sconfitta, non solo personale ma collettiva. È il fallimento di un sistema che, invece di tutelare le donne, sembra giustificare chi le uccide.

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Meta licenzia 3.600 dipendenti. Zuckerberg: “Via chi...

La ristrutturazione riguarderà circa il 5% della forza lavoro Meta ha in programma per quest'anno un taglio del 5% della...

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Violenze Capodanno a Milano, Piantedosi: “Fatti...

Almeno 8 le donne vittima di questa 'aggressione sessuale collettiva'. Polizia continua a lavorare su immagini Parla di "fatti assolutamente...

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Ita-Lufthansa, Altroconsumo: “Ora massima attenzione...

L’accordo tra Ita Airways e Lufthansa, spiega Altroconsumo: "Rappresenta un passo significativo nel panorama dell'aviazione europea" "Ora che l’Accordo Ita-Lufthansa...

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Scuola, Valditara: “Cambia tutto e arriva il latino...

Il ministro dell'Istruzione: "Più lettura e storia fin dalle elementari" Latino alle medie, più spazio alla letteratura, poesie a memoria....

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Il Premio ‘Energie per Roma 2025’ il 17 gennaio...

Giunto alla sua seconda edizione, mira a riconoscere e valorizzare l’impegno e il talento di singoli cittadini, imprese e realtà...

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Food, torna la linea My Selection di McDonald’s con le...

Dopo 100 milioni di panini venduti dalla prima edizione Si rinnova l’impegno di McDonald’s per valorizzare il Made in Italy...

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Capitale cultura 2027, presentata candidatura di Mazzarino

"Questo dossier non è un progetto fatto a tavolino, non c'è una struttura progettuale preconfezionata. Questo progetto mette in rete...

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Rosati (Qualivita): “Con My Selection di McDonald’s...

Il direttore generale di Fondazione Qualivita alla presentazione dell’edizione 2025 di My Selection “In questi anni di collaborazione, i 22...

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AI integrata a 360°: formazione con esperti e brand...

La seconda edizione di AI Festival, festival internazionale sull’intelligenza artificiale organizzato da WMF - We Make Future e Search On...

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Terremoto oggi in provincia di Modena, scossa di magnitudo...

L'area è la stessa del sisma del 2012. Dalle testimonianze su X il terremoto si sarebbe sentito anche nel ferrarese...

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Bafta, ‘Conclave’ ed ‘Emilia Pérez’...

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Favaro (McDonald’s Italia): “7a edizione My Selection...

L’amministratrice delegata di McDonald’s Italia alla presentazione dell’edizione 2025 di My Selection “Oggi presentiamo la settima edizione di My Selection,...

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Israele, media: “Netanyahu non sarà arrestato se...

La garanzia è stata data negli incontri avuti a Roma dal ministro degli Esteri Sa'ar Il primo ministro israeliano Benjamin...

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Non solo Oasis: dai Black Sabbath agli 883, le reunion...

Sono molti i gruppi che potrebbero sorprendere i fan se tornassero insieme dopo anni di stop. Quello che tutti ritenevano...

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Hellas Verona, cessione ufficiale: Presidio Investors ha...

L'ex presidente Setti ha ceduto il 100% delle azioni del club al fondo texano e resterà come consigliere Presidio Investors,...

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Milan: le condizioni di Pulisic, Morata e Thiaw

Ecco l'esito degli esami medici ai quali oggi sono stati sottoposti i tre calciatori rossoneri Una brutta e due buone...