Che cos’è LuGRE, il primo strumento italiano sulla Luna
Si tratta di un esperimento sfidante e di frontiera a livello mondiale
Tra poco sulla Luna ci sarà un ricevitore di navigazione satellitare di ultima generazione progettato e realizzato in Italia: LuGRE. Il ricevitore italiano, destinato a sperimentare le connessioni da e verso la Luna, è posizionato su un lander privato chiamato Blue Ghost realizzato negli Usa dalla società Firefly ed è l’unico strumento non americano dei dieci installati sul lander lanciato oggi. Scopo della missione sarà quello di catturare i segnali dei satelliti di radio-navigazione Gps e Galileo oltre le loro orbite. L’allunaggio del lander Blue Ghost è previsto per i primi giorni del mese di marzo.
Come funziona LuGre
LuGRE è uno strumento tutto Made in Italy realizzato per Asi dalla Qascom, azienda veneta di Bassano del Grappa che ha sviluppato il software innovativo Defined Radio Receiver per misurare con precisione la posizione nello spazio. La parte scientifica è a carico del Politecnico di Torino.
Il software Defined Radio Receiver, progettato per lavorare nello spazio profondo, è molto sensibile ai segnali Gps e Galileo, grazie a un algoritmo specifico che cercherà di captare i debolissimi segnali durante il viaggio per la Luna e poi dalla superficie lunare. I segnali sono 10.000 volte più deboli di quelli ricevuti sulla Terra e con l’ulteriore aggravante di geometrie proibitive. Il sistema si avvale di un’antenna orientabile planare che punterà la Terra, con la precisione di 1 grado, per focalizzarsi sul ridotto cono angolare, di circa 10 gradi, che racchiude tutti i satelliti di navigazione orbitanti intorno al nostro pianeta.
LuGRE è considerato un esperimento sfidante e di frontiera a livello mondiale. Fino a oggi solo una sonda Nasa ha usato i segnali Gps, ma a una distanza pari alla metà della strada tra Terra e Luna. LuGRE tenterà di migliorare questo risultato, diventando così un apripista a livello mondiale. Dopo circa 46 giorni di viaggio, l’allunaggio è previsto sul Mare delle Crisi e da qui, per 14 giorni, continuerà a operare producendo tanti dati utili.
Usare i segnali GNSS nello spazio lontani dalla Terra è una capacità di frontiera. Già nell’uso 'terrestre' la navigazione satellitare è una attività sofisticata e complessa. I segnali GNSS si ricevono a Terra dagli smartphone con una potenza bassissima, circa 1 milionesimo di quelli di telefonia mobile, percorrono migliaia di km, attraversando i diversi strati dell’atmosfera, per essere poi elaborati e fornire indicazioni di pozione, velocità e tempo.
La capacità dei sistemi di radio-navigazione, quali quelli di LuGRE, di fornire informazioni accurate su posizione, velocità e tempo lunare sono fondamentali per supportare le future missioni di esplorazione sia robotiche che umane. Ed in questo quadro anche l'esplorazione del polo sud lunare rappresenta una sfida complessa. "Il crescente numero di attori coinvolti opererà in un ambiente dinamico, con frequenti manovre orbitali e allunaggi - si spiega in una nota - le condizioni estreme del polo sud, caratterizzate da illuminazione limitata e panorami unici, richiedono tecnologie di navigazione avanzate, con una sincronizzazione temporale precisa, per garantire la sicurezza delle operazioni, in particolare per i docking automatici".
Economia
Alimenti, Cittadinanzattiva: “Al via progetto per...
Una consultazione civica nazionale per definire il punto divista dei consumatori.
Aumentare la consapevolezza dei consumatori relativamente ai temi dell’alimentazione sostenibile, dell’importanza delle filiere sostenibili e circolari, della corretta informazione, della sicurezza alimentare e della lotta agli sprechi. Fare leva sul cambiamento prima individuale e poi collettivo per contribuire alla promozione di modelli di produzione e consumo socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibili: questi gli obiettivi della seconda edizione di “Nutrizione sostenibile e lotta agli sprechi”, il progetto di Cittadinanzattiva lanciato oggi in un evento dedicato nel contesto della fiera “MARCA 2025” a Bologna e realizzato in collaborazione con il Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell'Università Cattolica e il supporto non condizionato dell'Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile.
La seconda edizione del progetto prevede, sulla falsariga dell’esperienza pilota realizzata in Puglia, una consultazione civica nazionale (alla quale è possibile partecipare da oggi attraverso l’apposito link) per definire in un report pubblico il punto di vista dei consumatori riguardo le principali criticità, difficoltà e gap informativi sul tema. A seguire, saranno predisposte attività di formazione dedicate ai referenti nazionali delle associazioni. Il terzo passo è il lancio di una campagna informativa online incentrata sulla promozione del concetto di nutrizione sostenibile, della valorizzazione delle filiere sostenibili e sul favorire il consumo responsabile e la lotta agli sprechi.
“Le attività connesse al sistema alimentare dalla fornitura delle materie prime, passando per la trasformazione, l’imballaggio e la logistica, fino ad arrivare alla grande distribuzione, generano impatti consistenti e di varia natura su diversi ambiti dello sviluppo sostenibile”, dichiara Tiziana Toto, responsabile Politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva che aggiunge: “In questo contesto il consumatore può svolgere un ruolo centrale e può scegliere in maniera consapevole, se adeguatamente informato, contribuendo ad orientare il mercato verso modelli produttivi più sostenibili”. Il progetto trova radicamento nel Green Deal europeo e nelle relative strategie di attuazione, nel caso specifico la strategia “Farm to fork”, oltre che nell’Agenda 2030 dell’ONU (goal 12 - consumo e produzione responsabili).
Economia
Alimenti, Graffigna (Unicatt): “Importante diventare...
"Diventare sostenibili vuol dire mettere in discussione quelle che sono le nostre scelte di consumo"
“Bisogna passare dalla teoria alla pratica, perché tutti noi come consumatori dobbiamo renderci conto non solo che è importante diventare più sostenibili ma che diventare più sostenibili con pigrizia, con facilità, non è la strada più giusta”.
Sono le parole di Guendalina Graffigna, professore ordinario di Psicologia dei consumi e della salute presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in occasione della presentazione della presentazione del progetto "Nutrizione Sostenibile e Lotta agli Sprechi" lanciato da Cittadinanzattiva in collaborazione con il Centro di Ricerca EngageMInds HUB dell'Università Cattolica ed il supporto non condizionato dell'Unione italiana olio di palma sostenibile.
“Diventare sostenibili vuol dire mettere in discussione quelle che sono le nostre scelte di consumo, anche la quantità di ciò che consumiamo, come gestiamo i residui di ciò che consumiamo, dove compriamo i nostri prodotti. Quindi ci vuole fatica nell'informarsi, innanzitutto, fatica a educarsi rispetto a nuovi stili alimentari di consumo e quindi a cambiare le nostre abitudini”, prosegue Graffigna.
E proprio in questa direzione che va il progetto "Nutrizione Sostenibile e Lotta agli Sprechi" , per sensibilizzare le persone sulle loro attività di consumo. “Tante volte non siamo del tutto consapevoli di quello che è il nostro impatto ambientale con le nostre scelte di consumo. È proprio lì che si annida il potenziale errore. Parliamo di consumi alimentari che per la gran parte sono abitudinari, facciamo le nostre scelte pressoché in automatico o sulla base delle esperienze del passato. Iniziare a porre una lente di ingrandimento sul nostro quotidiano - perché scegliamo un prodotto e non un altro, e cosa potremmo fare in alternativa - è un primo passo”, aggiunge. La sostenibilità non può essere qualcosa di semplice, dunque, ma serve un cambiamento culturale nei consumi alimentari, secondo Graffigna: “Speriamo di poter attivare innanzitutto una partecipazione dal basso, un maggiore coinvolgimento, non solo dei consumatori ma anche di tutti gli stakeholder della filiera, quindi della produzione e della distribuzione, affinché la sostenibilità non sia soltanto un'etichetta affascinante”, conclude.
Economia
Alimenti, Tapella (Un. Olio palma sostenibile):...
“Oltre il 95% dell'olio di palma che viene importato in Italia è un olio certificato Rspo sostenibile. Significa che si rispetta chi ci lavora e si rispetta l'ambiente. L'olio di palma di cui parliamo è coltivato in modo sostenibile, ha una resa per ettaro elevatissima, quasi 4 tonnellate per ettaro rispetto alle 0,7-0,8 degli altri oli, quindi si spreca meno terreno per produrlo. L'olio di palma viene anche estratto senza solventi, altro aspetto ambientalmente importante. Inoltre, i prodotti che contengono olio di palma possiamo avere una shelf life (durata di conservazione, ndr) molto più lunga rispetto a quella di un altro olio comune. Un prodotto, quindi, che si sposa perfettamente con la lotta allo spreco e la promozione della nutrizione sostenibile portata avanti da Cittadinanzattiva”.
Così Vincenzo Tapella, presidente dell’Unione Italiana per l'olio di palma sostenibile, in occasione della presentazione della presentazione del progetto "Nutrizione Sostenibile e Lotta agli Sprechi" lanciato da Cittadinanzattiva in collaborazione con il Centro di Ricerca EngageMInds HUB dell'Università Cattolica ed il supporto non condizionato dell'Unione.
“Siamo onorati e orgogliosi di essere stati coinvolti da Cittadinanzattiva in questo progetto” osserva Tapella che aggiunge: “l’informazione è un aspetto importantissimo in quanto purtroppo l'olio di palma è stato attaccato anni fa, e continua ancora oggi a ricevere alcune critiche. L'unica alternativa all'olio di palma è l'olio di palma sostenibile”, conclude.