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Ita decolla con Lufthansa, da Alitalia a oggi: una storia lunga 78 anni

Nominato anche un nuovo consiglio d'amministrazione con Pappalardo presidente e Eberhart amministratore delegato

Un aereo Ita-Lufthansa (Fotogramma/Ipa)

Decolla la nuova Ita targata Lufthansa. E così oggi si scrive una nuova pagina nella storia della compagnia aerea, nata dalle ceneri di Alitalia. Dopo il via libera agli inizi di dicembre da parte della Commissione Europea, oggi infatti è stato l'atteso giorno del closing per l'acquisto del 41% di Ita da parte della compagnia tedesca, e della nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Ita Airways, che vede Sandro Pappalardo presidente e l'italo-tedesco Joerg Eberhart amministratore delegato."Dopo oltre due anni di duro lavoro, questa nuova fase della storia della Compagnia - commenta il nuovo ad - ci consentirà di rafforzare la nostra posizione e di sviluppare sinergie strategiche che valorizzeranno la crescita e la solidità di Ita Airways come vettore italiano di riferimento, pronto a garantire al Paese una maggiore connettività e ai passeggeri una più ampia scelta di destinazioni, con una rinnovata visione di sviluppo, innovazione e sostenibilità".

Le nozze Ita-Lufthansa

Lufthansa acquisisce dunque il 41% di Ita dal Mef attraverso un aumento di capitale da 325 milioni di euro, per poi rilevare completamente Ita in due fasi successive, entro il 2033, investendo complessivamente 829 milioni. Con il closing dell'operazione Ita Airways diventerà la quinta compagnia aerea ad essere strettamente integrata con il gruppo aereo tedesco e l'Italia il quinto ‘mercato domestico ’’del gruppo Lufthansa, il secondo in Europa dopo quello tedesco in termini di fatturato. Il nuovo Cda della compagnia italiana è composto da cinque membri, nello specifico Antonella Ballone, Joerg Eberhart, Lorenza Maggio, Sandro Pappalardo e Efrem Angelo Valeriani. Il nuovo Collegio Sindacale è composto da Paolo Ciabattoni, Angela Florio (presidente) e Federico Testa.

Nata dalle ceneri della vecchia Alitalia, Ita Airways ha iniziato le sue attività il 15 ottobre 2021. Prima della negoziazione con Lufthansa, c'era stata una trattativa in esclusiva con la cordata guidata da Certares. Ma lo scenario è cambiato con l'arrivo del Governo Meloni. La trattativa con Certares si è risolta in un nulla di fatto e, a quel punto, è scesa in pista Lufthansa, entrata a metà novembre 2022 nella data room. Settimane di lavoro intenso con le expert session durate fino a Natale che hanno portato alla presentazione dell'offerta e alla conclusione dell'accordo del maggio 2023.

La storia della compagnia aerea

Quella di Ita, e prima ancora Alitalia, è una storia che si intreccia, a doppio filo, con quella di un Paese, che ha conosciuto anni d’oro e grandi fasti poi oscurati dall’ombra lunga degli ultimi 30 anni, segnati da un inesorabile declino, vertenze endemiche e conflitti sindacali, sfociati anche in clamorosi scioperi e proteste.

Alitalia viene fondata a Roma il 16 settembre 1946 con il nome di Alitalia-Aerolinee Italiane Internazionali. Primo volo: il 5 maggio 1947 sulla rotta Torino-Roma-Catania. Nel 1957, di proprietà dell'Iri e quindi già compagnia di bandiera, viene fusa con l'altra compagnia di bandiera, Linee Aeree Italiane, anch'essa di proprietà Iri, dando vita ad Alitalia-Linee Aree Italiane. Il 1961 segna l'apertura dell'Aeroporto di Roma Fiumicino, nel quale la compagnia posizionerà il suo hub principale. Dieci anni dopo la compagnia è la prima europea ad avere in flotta solo aerei a reazione. Con la consegna del primo Boeing 747-100 la compagnia adotta un nuovo logo, la classica 'A' tricolore.

Gli anni ‘70 e ‘80 sono anni di sviluppo con l’espansione della flotta e del network. Eppure, già si annidano i primi problemi. La fine degli anni ‘70 è contrassegnata dagli scioperi di Aquila Selvaggia con i piloti che salgono sulle barricate contro la proposta di un nuovo contratto unico di tutti i lavoratori del trasporto aereo, voluto dal Cgil, Cisl e Uil, con il presidente Umberto Nordio. Tensioni mai risolte negli anni successivi, segnati da pesanti conflitti. Nel giugno dell’88, si consuma la rottura tra Nordio e l’allora presidente dell’Iri, Romano Prodi, per divergenze strategiche tra l’azionista e il top management. Lo scontro vede l'uscita del vecchio boiardo di Stato, con l'arrivo dalla Svezia di Carlo Verri (Electrolux) che morirà prematuramente in un incidente stradale. A guidare Alitalia l'Iri di Franco Nobili nomina Giovanni Bisignani e Michele Principe.

A cavallo del decennio, tra anni ‘80 e anni ‘90, Alitalia perde sempre più quota e imbocca il tunnel dal quale non riesce più a uscire. A testimoniarlo è l’allarme lanciato, nel 1994, dal nuovo amministratore delegato, Roberto Schisano che avverte: Alitalia ha 500 giorni di vita. Schisano ingaggia con i piloti un durissimo scontro, dalla rivolta di Aquila Selvaggia ai piloti che occupano le piste (era il febbraio 1995) o che cadono ‘improvvisamente ’malati (giugno 1995). La ‘guarigione ’arriva con un accordo segreto (considerato “scellerato” dall'Iri) che Schisano firma con i piloti e che gli costerà la poltrona. Un’altra testa che cade in Alitalia.

Il timone viene affidato, nel marzo del ‘96, a Domenico Cempella, manager che comincia la sua carriera dal basso, dal front line dell’aeroporto di Fiumicino. Cempella esplora il terreno di nuove alleanze e trova in Klm il partner ideale. Le due compagnie danno vita a una fusione operativa con una joint venture integrale che consente ad Alitalia di realizzare l’ultimo vero utile d’esercizio della sua storia, ma il divorzio arriva il 28 aprile del 2000.

L’attacco terroristico alle Twin Towers provoca uno tsunami sul trasporto aereo mondiale. Da quel colpo Alitalia non riesce a risollevarsi. Dopo una breve parentesi con Giuseppe Bonomi presidente e ad Marco Zanichelli, nel maggio del 2004 arriva Giancarlo Cimoli, con nuovi piani e nel 2007 si apre il fronte della privatizzazione. A inizio 2008 si stringe la trattativa con Air France ma a far saltare il banco sono le elezioni politiche.

Vinte le elezioni, con l’entrata in carica del governò Berlusconi l’8 maggio del 2008, parte l’operazione Fenice: sotto la regia di Intesa SanPaolo, allora guidata dall'amministratore delegato Corrado Passera, durante l’estate viene messa in piedi una cordata di investitori italiani, a cominciare da Roberto Colaninno, i cosiddetti ‘capitani coraggiosi’ tra cui Benetton, Riva, Ligresti, Marcegaglia, Caltagirone. L’investimento in campo è di 1,1 miliardi. Nasce la Compagnia Aerea Italiana (Cai). La parte sana della compagnia viene rilevata da Cai per 300 milioni, mentre tutto il resto finisce in una ‘bad company’. Un mese dopo il raggiungimento dell’accordo per l’acquisto, il 12 gennaio 2009, la vecchia Alitalia – Linee Aeree Italiane, compì il suo ultimo volo.

Si chiude così la storia di Lai, finita in amministrazione straordinaria, e comincia quella di Alitalia Cai, senza debiti, che rimangono in capo alla vecchia Alitalia, e con un netto taglio ai dipendenti: 7.000 gli esuberi cui vennero garantiti 7 anni di cassa integrazione. Sarà una stagione molto breve quella di Cai. La neonata Alitalia, che vede anche l’ingresso di Air France nell’azionariato con il 25%, punta a consolidarsi sul mercato domestico, ma i conti non decollano. I bilanci chiudono in perdita. Nel giro di cinque anni, la compagnia cambia tre amministratori delegati: Rocco Sabelli, Andrea Ragnetti e Gabriele Del Torchio.

Alitalia brucia cassa e si rende necessaria una nuova ricapitalizzazione alla quale non partecipa Air France, che diluisce così la sua quota. Sta per aprirsi un nuovo capitolo che sarà ancora più breve, quello di Alitalia Sai. Mentre affondano i conti di Cai, a fine 2013 si pone il problema di una nuova iniezione di capitale. Il dossier è sul tavolo del Governo Letta per poi arrivare su quello del Governo Renzi. Per questo nuovo salvataggio interviene anche Poste Italiane. Parte la ricerca di un nuovo partner: Etihad, con cui nell’agosto del 2014 si firma l’accordo che sancisce l’ingresso degli arabi con la quota massima consentita a un vettore extra Ue, il 49%. Alitalia, targata Etihad, diventa Sai, Società aerea italiana. Decolla il 1 primo gennaio del 2015. Parte con Luca Cordero di Montezemolo presidente e con Silvano Cassano amministratore delegato.

La gestione Cassano dura solo pochi mesi, fino a settembre del 2015. Per i successivi sei mesi Montezemolo dirige la compagnia anche con i poteri da amministratore delegato, finché il 7 marzo 2016 arriva Cramer Ball. Alitalia continua a registrare perdite: un buco da due milioni al giorno. È il 2017 e serve una nuova operazione di salvataggio. Il 2 maggio Alitalia Sai viene messa in amministrazione straordinaria. A guidarla arrivano tre commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Si parla di una fase transitoria di pochi mesi mentre si avvia la vendita della compagnia. Si affaccia Lufthansa ma fa paura il suo piano di tagli. Nel 2018 prende corpo un’operazione di sistema con la regia delle Fs, con la partecipazione di Atlantia e un partner internazionale, Delta, che però non intende andare oltre il 10%. Arriva anche un nuovo commissario Giuseppe Leogrande.

L’eterno dossier è sempre in stallo mentre la pandemia a partire dal marzo del 2020 mette a terra il trasporto aereo globale. Un altro colpo di grazia per la malandata Alitalia. Ma poi il governo giallorosso imprime una sterzata. Con il decreto Cura Italia, viene costituita una nuova compagnia sotto l’ala pubblica, Ita. A guidare la nuova squadra vengono chiamati Fabio Lazzerini ad e Francesco Caio presidente. Comincia una complessa fase di preparazione con la predisposizione del nuovo piano industriale in vista del decollo previsto per la primavera del 2021. Ma Per partire Ita deve avere disco verde da Bruxelles. E la Ue chiede discontinuità. Con queste premesse, il cammino del negoziato tra la Commissione europea e il governo italiano (nel frattempo a Palazzo Chigi è arrivato Mario Draghi) si presenta impervio.

Ad aprile la compagnia non parte, il decollo viene ancora rinviato. A giugno l’azionista Mef nomina presidente esecutivo Alfredo Altavilla al posto di Francesco Caio e a luglio arriva il via libera di Bruxelles. Il 14 ottobre 2021 l'ultimo volo Alitalia tra Cagliari e Roma con l'Az1586. Cala il sipario sulla vecchia Alitalia ma arriva il decollo del nuova compagnia Ita il cui decollo ufficiale arriva il 15 ottobre. Il 16 novembre 2022 Antonino Turicchi viene nominato presidente di Ita Airways e viene confermato Fabio Lazzerini amministratore delegato. A luglio del 2023 lascia Fabio Maria Lazzerini e l'Assemblea degli azionisti di Ita nomina un nuovo Cda che si riduce da 5 a tre consiglieri con Antonio Turicchi presidente. L'Assemblea di Ita oggi ha ringraziato il presidente uscente Turicchi, unitamente a tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale uscenti, per il lavoro svolto durante il loro mandato.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Economia

Nucleare, il report: tecnologie Cina e Russia dietro nuovo...

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Entro il 2030 Pechino supererà Usa ed Europa per capacità installata

Centrale nucleare - Fotogramma

Il rinnovato slancio dietro l’energia nucleare dipende fortemente dalle tecnologie cinesi e russe, Almeno per il momento. A dirlo è il nuovo rapporto 'The Path to a New Era for Nuclear Energy', dell’Agenzia Internazionale per l'Energia, che rileva come la maggior parte del parco nucleare esistente oggi si trova nelle economie avanzate, ma molti di questi impianti sono stati costruiti decenni fa.

Nel frattempo, la mappa globale del nucleare sta cambiando, con la maggior parte dei progetti in costruzione che si trovano in Cina, che è destinata a superare sia gli Stati Uniti che l’Europa in termini di capacità nucleare installata entro il 2030. Anche la Russia è un attore importante nel panorama della tecnologia nucleare. Dei 52 reattori in costruzione in tutto il mondo dal 2017, 25 sono di progettazione cinese e altri 23 sono di progettazione russa.

Questo solleva una questione sensibile. “Oggi, oltre il 99% della capacità di arricchimento dell'uranio avviene in quattro paesi fornitori, con la Russia che rappresenta il 40% della capacità globale, la quota maggiore - spiega il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale per l'Energia, Fatih Birol - I mercati altamente concentrati per le tecnologie nucleari, così come per la produzione e l’arricchimento dell’uranio, rappresentano un fattore di rischio per il futuro e sottolineano la necessità di una maggiore diversità nelle catene di approvvigionamento”.

"Si prepara una nuova era"

Tra mercato, tecnologia e politica, le basi per una nuova era dell’energia ci sono tutte, e la vivremo nei prossimi decenni, ma intanto la produzione globale dei circa 420 reattori è destinata a raggiungere livelli record già nel 2025, rileva ancora il rapporto, secondo il quale l’interesse per l’energia nucleare non è mai stato così alto dalla crisi petrolifera degli anni ’70, con oltre 40 Paesi impegnati nel sostegno e nello sviluppo di questa forma di energia.

Oggi, si legge nel report, l’energia nucleare produce poco meno del 10% della produzione globale di elettricità ed è la seconda fonte di elettricità a basse emissioni dopo l’idroelettrico. Sono attualmente in costruzione circa 63 reattori nucleari, che rappresentano più di 70 gigawatt (GW) di capacità, uno dei livelli più alti registrati dal 1990. Gli investimenti annuali nel nucleare – che comprendono sia nuovi impianti che estensioni della durata di vita di quelli esistenti – sono aumentati di quasi il 50% nei tre anni successivi al 2020, superando i 60 miliardi di dollari. L’innovazione sta cambiando il panorama della tecnologia nucleare: i primi progetti di Small Modular Reactorsin (Smr) commerciali dovrebbero entrare in funzione intorno al 2030. Con il giusto sostegno, gli impianti Smr potrebbero raggiungere gli 80 GW entro il 2040, pari al 10% della capacità nucleare complessiva a livello globale.

La produzione globale da centrali nucleari è in aumento: il Giappone riavvia la produzione, la Francia ha completato i lavori di manutenzione e nuovi reattori iniziano le operazioni commerciali in vari mercati, tra cui Cina, India, Corea ed Europa. D'altra parte, la domanda di elettricità è in rapido aumento, sottolinea lo studio: negli ultimi dieci anni il consumo di elettricità è aumentato a un ritmo doppio rispetto alla domanda totale di energia. E il nucleare, spiega l'Aie, è una fonte pulita di elettricità e calore che può essere distribuita su larga scala e disponibile 24 ore su 24, con comprovati vantaggi in termini di sicurezza energetica e riduzione delle emissioni.

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Economia

Istat, nel 2024 inflazione all’1%: ‘carrello...

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A dicembre 2024 confermata a +1,3%

Istat, nel 2024 inflazione all'1%: 'carrello spesa' al 2%

Secondo i dati definitivi resi noti oggi dall'Istat, l’inflazione tendenziale a dicembre è pari +1,3%, come nel mese precedente, mentre quella media del 2024 è pari all'1%, in forte calo rispetto al +5,7% del 2023. Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’inflazione di fondo), i prezzi al consumo salgono del 2% (+5,1% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 2,1% (+5,3% nel 2023).

La netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023). Anche negli alimentari si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,2% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione. Nel 2024, l’inflazione di fondo si attesta al +2,0% (da +5,1% del 2023).

Analoga crescita si registra per i prezzi del “carrello della spesa” (+2,0% da +9,5% dello scorso anno). A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è +0,3%.

A dicembre stabile all'1,3%

Nel mese di dicembre 2024, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su novembre e dell’1,3% su dicembre 2023, come nel mese precedente, confermando la stima preliminare.

Nel mese di dicembre 2024 l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +1,9% a +1,8%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +2,0% a +1,7%). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +2,3% a +1,7%, mentre accelerano di poco quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,7%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati (+1,5%), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,4%), dei Servizi relativi all’abitazione (+0,4%), degli Energetici non regolamentati e dei Beni non durevoli (+0,3% entrambi). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalle diminuzioni dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-0,7%) e lavorati (-0,3%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,2%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,1% su novembre e dell’1,4% rispetto a dicembre 2023 (da +1,5% del mese precedente), confermando la stima preliminare. La sua variazione media annua nel 2024 è pari a +1,1% (+5,9% nel 2023). L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su novembre e dell’1,1% su dicembre 2023. In media d’anno, la variazione dell’indice Foi, al netto dei tabacchi, è pari a +0,8% (era +5,4% nel 2023). Nel 2024, l’inflazione, misurata dall’Ipca, per le famiglie con minore capacità di spesa è pari al +0,1%, contro il +1,6% registrato per quelle con capacità di spesa più elevata.

Per coppia con 2 figli +2006 euro in 2 anni

"Una magra consolazione. Il calo dell'inflazione media è un'illusione ottica in termini di costo della vita. I prezzi, infatti, dopo essere saliti del 5,7% nel 2023, non sono diminuiti, ma nel 2024 hanno solo attenuato la loro corsa, avendo però già raggiunto, due anni fa, livelli insostenibili per le tasche delle famiglie. Insomma, i rincari del 2024 si aggiungono a quelli del 2023", afferma in una nota è Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori commentando i dati diffusi dall'Istat.

"Se l'inflazione media pari a +1% significa, per una coppia con due figli, un incremento del costo della vita complessivamente pari a 272 euro su base annua, questo rialzo va ad aggiungersi ai 1.734 euro dovuti ai rialzi del 2023 che le famiglie continuano a pagare, per un totale di 2.006 euro in due anni. Senza contare che nel 2024 - sottolinea Dona - a gravare maggiormente sui bilanci sono soprattutto i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, che costano 219 euro in più, e il carrello della spesa che sale del 2,0%, il doppio rispetto all'inflazione generale, equivalente a un aggravio pari a 239 euro. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 225 euro, a cui vanno aggiunti i 1.593 euro del 2023, per un totale di 1818 euro. Per una famiglia media, invece, la mazzata è pari a 118 euro per il 2024, più i 1.251 euro del 2023", conclude Dona.

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Economia

Il Portogallo diventa “paradiso fiscale” per i giovani:...

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Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025, il Portogallo diventa “paradiso fiscale” per gli under 35. La Manovra potenzia il pacchetto di agevolazioni per i giovani: esenzione totale e sconti sulle imposte da versare, anche per chi arriva dall’estero

Il Portogallo diventa “paradiso fiscale” per i giovani: esenzione totale e sconti sulle imposte

In Portogallo i giovani non pagano le imposte sul reddito da lavoro dipendente e autonomo e vengono accompagnati verso il Fisco con un percorso graduale di 10 anni.

Con le novità introdotte dall’ultima Legge di Bilancio approvata, il paese iberico diventa un “paradiso fiscale” per gli under 35, compresi quelli che arrivano dall’estero.

Sono state, infatti, potenziate le agevolazioni del regime IRS Jovem già esistente. La misura è costosa, mette in guardia il Fondo Monetario Italiano. Ma la strategia è finalizzata a trattenere i ragazzi e le ragazze sul territorio e ad attrarre nuovi talenti.

Portogallo, esenzione totale dalle imposte e sconti fiscali per i giovani under 35

Le novità previste dalla Legge di Bilancio portoghese riscrivono l’articolo 12.º-B del Código do Imposto sobre o Rendimento das Pessoas Singulares.

Gli incentivi fiscali, messi in campo per convincere i giovani a non lasciare il paese, sono riservati a coloro che hanno meno di 35 anni e prevedono un limite dell’esenzione pari a 28.700 euro circa, più alto rispetto al passato.

Come sottolinea la rivista online dell’Agenzia delle Entrate FiscoOggi, possono accedere alle agevolazioni anche i ragazzi e le ragazze che arrivano dall’estero e decidono di trasferire la loro residenza e lavorare in Portogallo.

Portogallo, i giovani pagano meno imposte: come funziona il regime Irs Jovem

Chi accede al regime IRSJovem parte da una esenzione totale dal versamento delle imposte sui redditi da lavoro dipendente o autonomo per il primo anno di fruizione.

Le agevolazioni durano 10 anni, in passato coprivano solo 5 anni, e seguono una parabola discendente che traccia un percorso di accompagnamento graduale al pagamento delle imposte.

Dopo l’esenzione completa, si passa a uno sconto del 75 per cento fino al quarto anno. Dal quinto si arriva al 50 per cento e dall’ottavo si passa al 25 per cento fino al decimo anno, che segna la fine del regime agevolato.

Se in un anno non si percepiscono redditi da lavoro, l'esenzione può essere ripresa negli anni successivi.

Il pacchetto di agevolazioni, che annulla e poi riduce le imposte da versare, non è compatibile con altri regimi agevolati presenti nel sistema di tassazione portoghese.

Portogallo, la leva fiscale per aumentare gli stipendi dei più giovani

Come si legge sul portale governativo portoghese, con l'IRS Jovem, chi percepisce, ad esempio, 1.000 euro al mese risparmierà circa 800 euro di tasse solo nel primo anno, valore che, considerando tutto il periodo coperto dalle agevolazioni, arriva a più di 7.200 euro.

La novità, che ha acceso i riflettori sul paese, nasce per aumentare gli stipendi netti dei giovani e per convincere le ragazze e i ragazzi a restare sul territorio o a ritornare dopo un periodo all’estero. E l’obiettivo ultimo è anche quello di attrarre nuovi talenti stranieri.

Ma, data la portata delle agevolazioni fiscali, il nuovo regime IRS Jovem ha costi elevati e il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato che le misure di questo tipo “dovrebbero essere progettate nell'ambito di una riforma fiscale completa volta a semplificare il sistema e ridurre significativamente le esenzioni”.

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