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Tra le misure principali, si prevede la creazione di un'agenzia dedicata al controllo del nucleare con l'obiettivo di garantire la sicurezza

Centrale nucleare - Fotogramma

Il governo Meloni si prepara a varare entro la fine di gennaio il disegno di legge quadro sul nucleare. Secondo fonti dell'esecutivo, il testo sarebbe in fase di verifica. Tra le misure principali del provvedimento si prevede la creazione di un'agenzia dedicata al controllo del nucleare, con l'obiettivo di garantire la sicurezza. Per le norme di attuazione della legge delega dovrebbero occorrere circa due anni.

La sfida principale sarà superare le resistenze dell'opinione pubblica, che nel referendum del 2011 votò a larghissima maggioranza per il no al nucleare. "Ma oggi parliamo di reattori modulari avanzati e piccoli reattori modulari, soluzioni innovative e tecnologicamente all'avanguardia. Questi impianti rappresentano un approccio completamente diverso rispetto ai modelli del passato" che erano stati al centro del dibattito durante il referendum sul nucleare, sottolineano le stesse fonti.

Che osservano: "Bisogna superare il guado dei prossimi 4-5 anni. Il nostro Paese si trova infatti a fronteggiare un problema di competitività rispetto ad altre nazioni europee come Spagna, Germania e Francia, dove i costi dell'energia per le aziende sono significativamente inferiori".

Ieri ad Abu Dhabi, durante il suo intervento al World Future Energy Summit, la premier Giorgia Meloni è tornata a parlare di fusione nucleare, uno strumento "che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l'energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile" e "cambiando di fatto il corso della storia".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Politica

Rai, prosegue lo stallo in Vigilanza: maggioranza diserta

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I partiti di governo granitici su Agnes ma non c'è ancora accordo con l'opposizione per garantire il voto dei due terzi necessario

Sede Rai a Roma - FOTOGRAMMA

Prosegue lo stallo in commissione di Vigilanza Rai, dove anche questa mattina la maggioranza non si è presentata alla convocazione dell'assemblea plenaria, facendo mancare il numero legale. Si tratta dell'ennesimo nulla di fatto per il voto a maggioranza qualificata dei due terzi che servirebbe a rendere effettiva la nomina della presidente Rai in pectore, Simona Agnes.

Una nuova fumata nera annunciata, visto che nell'ufficio di presidenza la maggioranza è rimasta granitica sulla necessità che le opposizioni convergano sul nome di Agnes. E dunque continueranno a disertare le convocazioni per il voto, fino a quando l'opposizione non garantirà una convergenza. Questo per evitare di esporre la presidente in pectore ad una bocciatura.

E mentre l'opposizione protesta per l'assenza della maggioranza, secondo diversi analisti, l'accordo sulla presidenza Rai si sbloccherà solo con un accordo più ampio che potrebbe coinvolgere le nomine Rai delle prossime settimane (un primo Cda post ferie natalizie è convocato per il 29 gennaio) ma anche l'elezione dei giudici della Corte Costituzionale.

Nella seduta di questa mattina, convocata per il voto sul calendario delle attività ordinarie (a partire dall'audizione dell'amministratore delegato) nel tentativo di far ripartire i lavori della bicamerale, anche a prescindere dal voto sul presidente, erano presenti per le opposizioni, a quanto apprende l’Adnkronos, Stefano Graziano e Ouidad Bakkali (Pd), Dario Carotenuto e Dolores Bevilacqua (M5S), Angelo Bonelli (Avs), Maria Elena Boschi e Dafne Musolino (IV).

Data la situazione di stallo, che non ha permesso questa mattina nemmeno il voto sul calendario, la Presidente della commissione di Vigilanza Barbara Floridia ha annunciato che scriverà una lettera ai presidenti di Camera e Senato, per denunciare la situazione e chiedere un intervento per porvi rimedio.

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Politica

Migranti, Vannacci: “Reimmigrazione necessaria,...

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"La sinistra è sempre stata dalle parti degli immigrati, si schierano contro i poliziotti"

Roberto Vannacci

"La reimmigrazione? Io penso che sia necessaria in alcuni casi. Ma io penso che sia necessario riassumere la sovranità in queste ore, sembra che lo Stato italiano non esista più. Se le condizioni" qui "non sono più gradite, tornino da dove sono venuti". Roberto Vannacci, eurodeputato eletto tra le fila della Lega, si esprime così a Fuori dal coro su Rete 4.

"Quello che succede è il risultato di decenni di delegittimazione e depotenziamento delle forze dell'ordine. La sinistra è sempre stata dalle parti degli immigrati, si schierano contro i poliziotti, contro quelli che occupano le case abusivamente", aggiunge.

Lo scudo penale per le forze dell'ordine "non è è un privilegio, è la tutela di persone che svolgono il proprio dovere che è proteggere i cittadini. Le forze dell'ordine devono essere depenalizzate".

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Politica

Energia green, Meloni firma intesa con Albania ed Emirati

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La presidente del Consiglio: "L'Italia ha l'opportunità di diventare l'hub strategico del Mediterraneo"

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad Abu Dhabi

Giorgia Meloni sigla una nuova intesa con Edi Rama, dopo il contestato protocollo sui migranti. Ma questa volta è l'energia 'green' il cuore dell'accordo, sottoscritto con l'Albania (e con gli Emirati Arabi) nella cornice del summit di Abu Dhabi. Arrivata nella capitale emiratina per partecipare al World Future Energy Summit, la presidente del Consiglio torna a porre l'accento sul Piano Mattei per l'Africa e a ribadire la rotta del suo governo in materia di politiche energetiche: "L'Italia - spiega Meloni davanti alla platea dell'Adnec Centre, il più grande polo espositivo del Medio Oriente - ha l'opportunità di diventare l'hub strategico per i flussi energetici tra Europa e Africa. Siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, il che ci consente di agire come centro di approvvigionamento e distribuzione”.

La premier mette in guardia dai rischi di una decarbonizzazione inseguita "al prezzo della desertificazione economica" e definisce la fusione nucleare una risorsa in grado di "cambiare il corso della storia", producendo energia "sicura, pulita e illimitata". Per Meloni, "il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderà dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione". "Ora - sottolinea - abbiamo una scelta da fare: possiamo subire queste trasformazioni restando inerti, oppure possiamo interpretarle come opportunità. Credo che dovremmo scegliere la seconda strada e percorrerla con coraggio e visione, senza paura di osare", scandisce l'inquilina di Palazzo Chigi, che al termine del suo discorso viene accompagnata dal ministro dell'Industria Sultan Al Jaber in un tour dei padiglioni che costellano l'enorme struttura.

L'accordo con Albania ed Emirati

Ma il piatto forte della missione di Meloni negli Emirati (la terza dall’inizio del suo mandato) è il quadro di partenariato strategico chiuso con l’Albania di Edi Rama e con lo sceicco Mohamed bin Zayed, presidente emiratino. L'intesa ha come obiettivo la realizzazione di una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico. Un progetto "ambizioso" di cui la leader di Fdi si dice "orgogliosa", e che per il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (presente ad Abu Dhabi insieme al titolare dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e all'ad di Enel Flavio Cattaneo) "accresce ulteriormente il ruolo dell'Italia come hub energetico e delle rinnovabili nel Mediterraneo".

L'entità economica dell'accordo non è ancora definita, anche perché dipenderà dai futuri investimenti pubblici e privati nei singoli progetti. Ma Edi Rama parla di una cifra che va "verso il miliardo di euro" per un'infrastruttura che "sarà operativa in tre anni". Al termine del summit Meloni incontra lo sceicco bin Zayed in un bilaterale: sul tavolo, oltre agli investimenti nei settori innovativi, anche la questione Mediorientale e il conflitto tra Russia e Ucraina.

I centri per i migranti in Albania

E’ il primo ministro di Tirana, però, a catalizzare l’attenzione della stampa italiana a margine del summit sull’energia. Interpellato dai giornalisti, Rama torna sui centri per i migranti in Albania oggetto di aspre polemiche in Italia. "Se funzioneranno? Credo di sì, vediamo", i centri "hanno già avuto un ruolo di deterrenza", osserva il premier albanese. E a Matteo Renzi, che chiede di utilizzare i centri migranti a Shengjin e Gjader per i detenuti albanesi, risponde sornione: "Lui è un grande motore di proposte...". Il tema dei costi legati alla costruzione dei centri non è secondario, viene fatto notare a Rama. "I conti li fate voi, per il vostro governo e il vostro Paese", taglia corto il primo ministro, che assicura di non farne una questione di convenienza: "Quando si tratta di fratellanza, alleanze e vicinanze come quella che abbiamo con l'Italia non deve sempre convenire. Sennò perché siamo amici, fratelli e alleati?".

Lo show di Rama per Meloni

Ma quando in una delle immense sale dell'Adnec fa il suo ingresso Giorgia Meloni, Rama dà vita a un piccolo show: prima si inginocchia davanti alla collega italiana - che si schermisce - poi le avvolge la testa con un foulard, regalo di compleanno, ieri ha compiuto 48 anni, realizzato da un imprenditore italiano diventato cittadino albanese. Un omaggio che fa il paio con il mazzo di fiori regalatole dal presidente kazako Jomart Tokayev. Nonostante l'ambientazione mediorientale, nessuna festa da ‘mille e una notte’ per la presidente del Consiglio, che sceglie di festeggiare il compleanno con un brindisi in hotel assieme ai collaboratori più stretti. (dall'inviato Antonio Atte)

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