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Gli Etruschi del Museo di Villa Giulia a Fiumicino: Rocca (Presidente Regione Lazio), ‘Progetto che racconta non solo le bellezze di Roma’

“Sono molto grato a Aeroporti di Roma, al suo amministratore delegato Marco Troncone per aver ascoltato la mia richiesta di poter fare in modo che nell'area degli Arrivi, dove transitano decine di migliaia di persone ogni giorno, si possano ammirare le bellezze del territorio, cominciare ad avere un assaggio del viaggio nella storia e nella bellezza che i nostri turisti si accingono ad avere”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Cultura

Da ‘Rombo di tuono’ ai Testimoni di Geova, le...

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Le uscite della settimana

Le copertine di 'Un amore di contrabbando' e 'Il Dio che hai scelto per me'

Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.

'Un amore di contrabbando' di Nicola Muscas

E' in libreria con Mondadori (Strade Blu) 'Un amore di contrabbando', il libro scritto da Nicola Muscas che ripercorre la parabola umana e professionale di Gigi Riva a un anno dalla morte di 'Rombo di Tuono', come era soprannominato il grande calciatore. Quando è morto Gigi Riva se n’è andato l’ultimo dei ribelli, un irregolare per sottrazione. “Quel gol in rovesciata? Ma no, niente: ho visto il pallone arrivare, ci ho provato, mi è andata bene”.

Leonardo Carboni, giornalista e scrittore con l’anima in riserva, partecipa al funerale in una Cagliari avvolta da un silenzio irreale, perso in mezzo ad altre trentamila persone. Gli occhi intorno a lui brillano di commozione, ma presto a risplendere è la limpidezza dei ricordi che genera un misterioso senso di comunità. In tanti sentono l’urgenza di raccontare il loro Gigi Riva, chi lo ha visto giocare, chi lo ha conosciuto, chi lo ha solo immaginato. Dietro quei racconti Leonardo vede pulsare vite piene di emozioni. Cosa è stato, per loro, Gigi Riva? E cosa scopriamo, di noi stessi, tra le pieghe delle vite degli altri?

Sono queste domande a fargli prendere una decisione improvvisa: inseguire il fantasma di Riva per rimettersi in gioco, dando vita a un romanzo che è fatto di incontri, viaggi, speranze, sorprese, amori, consigli e bugie. Tappa dopo tappa – tra Leggiuno e Milano, tra Cagliari e Torino, tra Carloforte e Roma – emerge il profilo di un uomo votato al tragico, che da eroe ci ha mostrato come si diventa mito, e cioè alla sua maniera, l’unica possibile: scomparendo. Questa è la storia dei suoi tiri mancini e dei suoi no così ostinati, del suo dolore così profondo, così pieno di pudore, così scintillante di dignità. La storia di Rombo di Tuono e dell’Hombre Vertical, un calciatore che era un’iradiddio, un uomo che non somigliava a nessuno. “Se non avessi giocato a calcio? Avrei fatto il contrabbandiere”.

'Amici' di Giancarlo Governi

Giancarlo Governi ripercorre in 'Amici', sugli scaffali con Fazi Editore, le tappe di una vita attraverso le amicizie che lo hanno segnato e cambiato per sempre, dando il via a un racconto unico e sorprendente che si legge proprio come un romanzo.

Ogni capitolo è dedicato a un amico: i bambini cresciuti insieme a lui nel quartiere popolare di Trastevere, i compagni di giochi del paese di campagna dove la sua famiglia si rifugiò durante la guerra, fino ai nomi più noti che l’autore ha incontrato grazie al suo lavoro di giornalista e autore televisivo in Rai: da Alberto Sordi a Roberto Benigni, da Enzo Tortora a Guido De Maria che, insieme a Bonvi, creò l’indimenticabile personaggio di Nick Carter, portato in televisione proprio da Governi.

Un’autobiografia ricchissima e dettagliata, che è prima di tutto uno spaccato dell’Italia nel secondo Novecento ma anche un tributo sentito a uno dei tesori più preziosi che si possano accumulare in una vita: l’amicizia. Un memoir di straordinaria potenza narrativa che, partendo dalla Roma degli anni Quaranta, ricostruisce il periodo d’oro della televisione italiana descrivendo ambienti e situazioni da una prospettiva privilegiata, con partecipazione insolita e autentica passione.

'Son qui: m'ammazzi' di Francesco Piccolo

Uscirà in libreria con Einaudi il 21 gennaio il nuovo saggio di Francesco Piccolo 'Son qui: m’ammazzi': un saggio, inaspettato e personale, in cui l'autore rilegge tredici capolavori che, con i loro protagonisti, sono entrati nelle nostre vite e hanno segnato in maniera indelebile il nostro immaginario, contribuendo a legittimare il mito della maschilità e la cultura virile. Se l’impressione che abbiamo degli uomini è che siano potenti, arroganti, violenti, egoisti e famelici, allora, di questi uomini, ve ne sarà traccia anche nelle opere chiave della nostra letteratura, quelle che hanno in qualche modo contribuito a consolidare una certa idea di maschio.

A partire dalle fondamenta, dalla settima novella dell’ottava giornata del Decameron, in cui Boccaccio mette in scena la spietata vendetta del giovane scolaro Rinieri, che sbeffeggiato e rifiutato da una avvenente vedova la punisce facendo in modo che non possa più vantare la propria avvenenza. La morale: se si ferisce il maschio non è pena affatto ingiusta essere sfregiate a vita. Come non pensare al nostro presente. E come non pensarci leggendo delle peripezie matrimoniali di Zeno di cui scrive Svevo. Zeno Cosini, arrogante e fragile al tempo stesso, irrazionale che si finge ponderato, ma soprattutto, come ogni uomo che si rispetti, tarlato dal desiderio, che una volta piantato in testa non schioda piú e fa compiere i gesti piú sciocchi e sconsiderati. E poi ancora l’innominato di Manzoni, il Principe di Salina di Tomasi di Lampedusa, ‘Ntoni di Verga, l’Antonio di Brancati, il Milton di Fenoglio e altri maschi, tutti sempre uguali a sé stessi, vigliacchi e furiosi, gelosi e violenti, al centro di romanzi che hanno costruito il canone della letteratura italiana. Perché chi siamo ha a che fare con la famiglia, l’educazione, il mondo dove si cresce, ma anche con i libri che si sono letti.

'La porta aperta' di Mario Pacifici

In occasione della Giornata della Memoria, che verrà celebrata il 27 gennaio, Gallucci editore manda in libreria il volume di Mario Pacifici con i disegni di Lorenzo Terranera 'La porta aperta' in cui viene raccontata la storia vera di Ferdinando Natoni, Giusto tra le Nazioni, e di come la mattina del 16 ottobre 1943 ha salvato Marina e Mirella Limentani dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma.

16 ottobre 1943, rastrellamento degli ebrei romani. Nel cuore della capitale, due gemelle inseparabili sfuggono alla tragedia della deportazione grazie a un aiuto che non si sarebbero mai aspettate. Nei momenti difficili scegliere il bene o il male può cambiare il destino di una persona e del mondo. Questa è la storia vera di un uomo che stava con i malvagi, ma nell’istante decisivo dimostrò coraggio e umanità. Il 14 novembre 1994 lo Yad Vashem di Gerusalemme, l’Ente per la Memoria della Shoah, ha riconosciuto a Ferdinando Natoni il titolo di Giusto tra le Nazioni.

'Craxi, l'ultimo politico' di Aldo Cazzullo

Aldo Cazzullo torna in libreria con 'Craxi, l'ultimo politico', pubblicato da Rizzoli. "A un tratto, la ruota del destino diede un giro. La vicenda di Craxi entrò nella fase finale, quella della vita e della morte. In poche settimane la situazione sarebbe precipitata, in modo insieme epico e grottesco. Iniziava una tragedia. Che tanti in principio considerarono una farsa. Perché l’Italia è convinta di essere un Paese comico, al più melodrammatico. Invece la storia unitaria del nostro Paese è una storia tragica". Aldo Cazzullo atterra a Tunisi a fine ottobre del 1999. In Italia è appena arrivata la notizia del ricovero di Bettino Craxi.

Il leader socialista, dal 1994 ad Hammamet per sfuggire a Mani Pulite e all’arresto, sarebbe morto pochi mesi dopo. Parte dalla fine, da questi ricordi personali vissuti sul campo del giornalismo - la malattia di Craxi, il disperato intervento chirurgico, la morte, il funerale - il racconto dell’uomo e del politico che più di ogni altro ha rappresentato la modernizzazione dell’Italia repubblicana e la caduta del sistema dei partiti. Un ritratto in chiaroscuro. Un profilo biografico impreziosito da aneddoti personali e da un apparato fotografico unico, che punta a ricostruire la storia del giovane militante, l’ascesa al potere del segretario socialista, i rapporti con i leader nazionali e internazionali del suo tempo, dando conto della dimensione umana e intima del politico che fu Craxi anche nei mesi concitati dell’epilogo della sua parabola, senza nascondere gli errori e le responsabilità.

Fino a tracciare un’analisi della sua eredità, quel nodo mai sciolto della fine della Prima Repubblica che forse trova proprio in Bettino la sua plastica rappresentazione: uomo di potere osannato e odiato, capro espiatorio della stagione del malaffare, esiliato illustre per alcuni, latitante per altri (e per la giustizia italiana). L’ultimo vero politico, scrive Cazzullo a venticinque anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, con una formula su cui non si riesce a porre un solo accento: è stato l’ultimo uomo di Stato italiano dotato di spessore e di visione; ma ha pagato un prezzo altissimo alla sua spregiudicatezza. Ingombrante financo sul piano fisico, è diventato il bersaglio grosso: da statista a 'Cinghialone'. Un simbolo della Prima Repubblica, che ha avuto – come ha riconosciuto il suo nemico della vita, Eugenio Scalfari – "la grandezza della fine".

'L'ira funesta' di Vittorino Andreoli

Arriva con Solferino 'L'ira funesta' dello psichiatra Vittorino Andreoli. 'Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta…' Ira è una delle prime parole che definisce la civiltà occidentale e nell’Iliade di Omero segna l’inizio della guerra di Troia che durerà dieci anni. Oggi i comportamenti 'contro' persone e cose sono aumentati e hanno assunto forme specifiche: rabbia, aggressività, violenza e distruttività. È il momento d’interrogarsi allora, come fa Vittorino Andreoli in queste pagine, sui processi dinamici che portano a queste azioni che caratterizzano le relazioni umane, i rapporti tra padre e figlio, il mancato rispetto della donna e delle persone più fragili.

Al centro domina la frustrazione che esprime il vissuto d’inadeguatezza che la persona avverte nell’ambiente in cui vive: il suo sentirsi incompresa, emarginata. La più rischiosa deriva contemporanea è la distruttività che si caratterizza per la totale assenza di un movente e guida i comportamenti disegnando un’atmosfera di paura e una percezione di impotenza.

La cronaca purtroppo è ricca di casi di delitti familiari, di raptus e devastazioni vandaliche nella scuola; soprattutto tra gli adolescenti che provocano danni non solo agli altri ma anche a se stessi. Una delle ragioni che ne è all’origine è lo sfasamento tra realtà e mondo virtuale incoraggiato dalle tecnologie digitali, il comportarsi nella vita quotidiana come ci si trovasse nella finzione, guidati dai 'mi piace' e senza regole etiche. Comprendere queste dinamiche è essenziale per favorire una maggiore consapevolezza di sé e prevenire i comportamenti più pericolosi.

'I confini della storia' di Franco Cardini

E' in libreria con Laterza 'I confini della storia' di Franco Cardini. Le tante dimensioni della storia e la memoria ingannatrice, la crisi del luminoso mondo medievale e l’ingresso in una modernità senza limiti, gli intrecci tra Oriente e Occidente, il legame con Firenze e tante altre città del mondo, i maestri e i compagni di strada, la politica tra nuove e vecchie identità, la tensione tra fede e ricerca della verità: muovendosi ai confini della storia, Franco Cardini rimette in questione molte convinzioni diffuse sul passato e sul presente.

Franco Cardini è professore emerito nell’Istituto di Scienze Umane e Sociali/SNS, Directeur d’Études nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, Fellow della Harvard University e membro del consiglio scientifico della Scuola Superiore di Scienze Storiche dell’Università degli Studi di San Marino. Tra le sue più recenti pubblicazioni per Laterza, La deriva dell’Occidente.

'Qualcuno di noi' di Pietro Grossi

E' arrivato in libreria da pochi giorni con Mondadori 'Qualcuno di noi' di Pietro Grossi. Ci viene incontro come un io, e ci racconta di sé, di un’infanzia dentro le soffici spire di una famiglia agiata, della pratica della menzogna come sofisticata strategia di salvezza, di un’adolescenza che si riconosce nelle notti alcoliche, nel precipizio di sentimenti non governati, nel rabbioso esercizio della violenza. Ci racconta di sé, e più racconta più ci prende in contropiede il sospetto che quell’io stia vagando in una pluralità del sentire che detta le nuove avventure della giovinezza, che apre al noto e all’ignoto dell’America, ai deserti degli allucinogeni e alle frequentazioni metropolitane.

E mentre ci spinge, quel narratore plurale, a contemplare i contraddittori viluppi della scoperta del mondo, avvertiamo il suo avvicinarsi alla scoperta luminosa dell’amore e al destino della scrittura. Emozioni e caratteri salgono sul ponte di una nave ideale con nomi e nomignoli: a ognuno una funzione. Come in una continua, infiammata sessione parlamentare ciascuno vuole la parola, ciascuno vuole rileggere passato e presente e ipotecare il futuro. Siamo immersi nel flusso inarrestabile dell’accadere, dentro le movimentate gesta di un equipaggio in attesa di un “noi” non arreso all’equivoco della verità.

'Gisimunnu e altre croniche di Castroianni' (Baldini+Castoldi) di Michele Gauardì

Un prosimetro moderno, quello composto da Michele Guardì, che, mescolando prosa e poesia, racconto di fatti veri e immaginazione poetica, riesce a ricreare sulla pagina la vivace e scanzonata quotidianità di Castroianni: un paese inventato, che però sembra sommare in sé le molteplici identità – letterarie e non – del paese natale dell’autore e della Sicilia tutta. Un racconto contenuto nel volume 'Gisimunnu e altre croniche di Castroianni' (Baldini+Castoldi) scritto da Michele Gauardì.

Un prosimetro moderno, quello composto da Michele Guardì, che, mescolando prosa e poesia, racconto di fatti veri e immaginazione poetica, riesce a ricreare sulla pagina la vivace e scanzonata quotidianità di Castroianni: un paese inventato, che però sembra sommare in sé le molteplici identità – letterarie e non – del paese natale dell’autore e della Sicilia tutta. Qui, sotto il nome di 'croniche', trovano spazio le storie ricorrenti, gli aneddoti, e le vicende dei suoi abitanti, impegnati con le cose di tutti i giorni, anche di poco conto, ma non per questo meno importanti agli occhi dell’autore. Accanto a queste pagine ricche di vita e di calore, accompagnano la lettura alcune poesie: anche qui, in versi, a prendere la scena sono le cose dimenticate e silenziose, le quali sembrano fare da controcanto alla realtà della grande storia, alla verità del tempo, e questa realtà sembrano volerla complicare, aggrovigliare, fino a farcela vedere – forse – sotto una luce completamente diversa. Con il suo stile brillante e divertito, capace di dare vita a personaggi e situazioni con poche sapienti pennellate, Michele Guardì ci regala un’altra storia della 'sua' Castroianni.

Qui, sotto il nome di 'croniche', trovano spazio le storie ricorrenti, gli aneddoti, e le vicende dei suoi abitanti, impegnati con le cose di tutti i giorni, anche di poco conto, ma non per questo meno importanti agli occhi dell’autore. Accanto a queste pagine ricche di vita e di calore, accompagnano la lettura alcune poesie: anche qui, in versi, a prendere la scena sono le cose dimenticate e silenziose, le quali sembrano fare da controcanto alla realtà della grande storia, alla verità del tempo, e questa realtà sembrano volerla complicare, aggrovigliare, fino a farcela vedere – forse – sotto una luce completamente diversa. Con il suo stile brillante e divertito, capace di dare vita a personaggi e situazioni con poche sapienti pennellate, Michele Guardì ci regala un’altra storia della 'sua' Castroianni.

'Il Dio che hai scelto per me' di Martina Pucciarelli

'Il Dio che hai scelto per me' è il libro d'esordio di Martina Pucciarelli pubblicato da HarperCollins. "Sei sempre stata un faro per la nostra famiglia", le ripeteva sua madre. Alessandra, però, seconda di cinque figli, non voleva portare luce, voleva che qualcuno illuminasse la strada per lei e rispondesse alle sue domande di bambina. Cresciuta sotto la rigida disciplina dei Testimoni di Geova, ha sempre cercato di soddisfare le attese dei genitori e di non creare problemi. Così, fino a ventinove anni, non ha mai partecipato a un compleanno né spento una candelina. Non ha ascoltato la musica che ascoltavano i suoi coetanei né letto libri non approvati in comunità. E anche l’amore, quando l’ha incontrato, è stato subito sacrificato.

Dopo aver sposato Federico, un uomo più grande scelto per lei all’interno dei Testimoni, Alessandra da figlia devota diventa moglie devota. Ma quando scopre di essere incinta qualcosa dentro di lei cambia. Non può più ignorare i propri desideri e per i suoi bambini vuole essere migliore: loro devono avere la libertà che a lei è sempre stata negata. Inizia così il coraggioso atto di allontanamento dalla comunità, un percorso di ricostruzione di sé stessa che stravolge il suo destino e quello delle persone che ama.

Al suo esordio nella narrativa, Martina Pucciarelli scrive un romanzo potente ed emozionante, con il quale si inserisce tra le scrittrici contemporanee che hanno saputo trasformare la propria biografia in letteratura, come Tara Westover nel suo 'L’educazione' e Deborah Feldman in Unorthodox. Il Dio che hai scelto per me è una storia intima e dolorosissima, fatta di privazioni, abusi e violenza, ma anche un libro impregnato di una forza straordinaria che ci mostra come il coraggio di cambiare nasca sempre da una forma altissima di amore, in questo caso da quello puro e incondizionato di una madre.

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Cultura

‘L’invidia del pene’, in un libro Marzia...

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La conduttrice del programma di informazione 'Tg2 Italia Europa': "L'idea nasce dal fatto che ad un certo punto mi sono 'mascolinizzata' per essere più credibile nel lavoro, ma ho scoperto che è stato un grande errore"

'L'invidia del pene', in uscita  il libro di Marzia Roncacci

"L'idea di scrivere questo libro nasce dal fatto che ad un certo punto della mia vita professionale, mi sono 'mascolinizzata' nei comportamenti, probabilmente per essere più credibile, più forte nel mondo del lavoro, e mi sono accorta che è stato un errore, un grande errore. Il valore di una donna, le caratteristiche femminili, dobbiamo esaltarle e mai nasconderle". 'Racconta così il suo libro 'L'invidia del pene' (Frascati & Serradifalco editori), la giornalista Marzia Roncacci - conduttrice del programma di informazione 'Tg2 Italia Europa', ogni mattina su Rai2 - che è partita proprio dalla teoria di Sigmund Freud (la percezione difettosa che la bambina possiede del proprio corpo, privato del genitale maschile) per chiedersi - raccontando la propria esperienza - se oggi questo concetto abbia ancora senso.

Il volume - da oggi, lunedì 16 dicembre in libreria - è una sorta di manifesto, che vuole rivolgersi alle nuove generazioni ma non solo, in cui il suo vissuto personale della giornalista, si intreccia con gli eventi storici e politici del '68. Dalla scoperta del nuovo vivere sociale, al bisogno di emancipazione privata e lavorativa, l'amore, il sesso, il matrimonio, tutto ciò viene narrato secondo la diretta prospettiva di una donna che ha saputo riconoscere il proprio valore estinguendo qualsiasi discrimine di genere.

"Non pensavo mai di scrivere un libro, quando però mi è stato proposto - riferisce Roncacci - portata a riflettere su questa opportunità, ho detto, dopo qualche mese, 'va bene si può fare, purché sia un testo con una finalità precisa per il lettore'. E così ho fatto. La mia vita è solo uno strumento per sviluppare tematiche importanti storiche, politiche, di costume".

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Cultura

Toniolo (Museo Villa Giulia): “Etruschi a Fiumicino è...

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La Direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, nel corso della presentazione di ‘Etruschi per l’eternità’, esposizione inaugurata presso il Terminal 1 di Fiumicino

Luana Toniolo, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

"Questa esposizione che presentiamo oggi nasce dalla collaborazione tra gli aeroporti di Roma, la Direzione Generale Musei e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia". Lo ha dichiarato Luana Toniolo, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, nel corso della presentazione di ‘Etruschi per l’eternità’, esposizione inaugurata presso il Terminal 1 di Fiumicino. "Per noi si tratta di una grande occasione, essere qui agli arrivi per cercare di far conoscere meglio la civiltà etrusca, di cui il Museo di Villa Giulia è il principale rappresentante. Il nostro museo non è solo sede della più grande collezione etrusca, ma anche una delle ville rinascimentali più belle di Roma".

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