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Vicario Custodia Terra Santa: “Tregua un inizio dopo 15 mesi di morte e distruzione”
Padre Faltas, 'a Gaza si parla di 50 mila morti ma saranno molti di più e tanti ministri vogliono la guerra’
Roma, 17 gen. (Adnkronos) - La firma dell’accordo su Gaza tra Hamas e Israele segna un “inizio dopo 15 mesi di morte e distruzione, odio, vendette e vittime da tutte e due le parti. Speriamo che la tregua regga”. Lo sottolinea all’Adnkronos padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, che evidenzia come, nonostante l’annuncio della tregua si sia continuato a bombardare. “E ci sono stati più di cento morti. Vedremo che accadrà fino a domenica”, osserva, quando - in base all’accordo - saranno liberi 95 detenuti palestinesi. Netanyahu ha detto che se la fase due fallirà la guerra riprende. “I rischi perché l’accordo vacilli esistono. Ci sono poi ministri - Ben Gvir e Smotrich - che hanno votato contro e hanno detto che deve tornare la guerra. La gente di Gaza, nonostante tutto quello che ha perso, case, figli, affetti, è uscita contenta dopo la notizia della tregua ma al tempo stesso vive con la paura. I familiari degli ostaggi non sanno se i loro cari torneranno vivi o morti. E’ una situazione molto difficile”.
Il vicario di Terra Santa non vede il pericolo di un altro 7 ottobre: “Non penso; la gente ha sofferto moltissimo. Non è rimasto niente a Gaza. Parlano di 50 mila morti ma ce ne saranno molti di più: corpi sotto le macerie, morti per le strade “. Padre Faltas auspica poi che in Terra Santa possano tornare i pellegrini: “Almeno per Pasqua speriamo possano tornare, soprattutto italiani. Qui c’e’ il deserto. Gerusalemme e Betlemme sono morte. In questi quindici mesi 147 famiglie sono andate via. Solo dall’Italia, l’anno prima della guerra sono arrivati quasi 200 mila italiani. Speriamo che i pellegrini tornino a rianimare la Terra Santa”.
Esteri
Iran, sparatoria a Teheran: uccisi 2 giudici Corte Suprema
L'assalitore si è tolto la vita
Due giudici della Corte Suprema sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco e un altro è rimasto ferito in una sparatoria avvenuta stamani a Teheran, in Iran . Lo riferisce Teheran Times, che rilancia notizie dell'agenzia iraniana Fars. Stando alle fonti, l'assalitore si è poi tolto la vita.
La notizia è stata diffusa anche da Mizan Online, sito della magistratura della Repubblica islamica. I due giudici vittime dell'agguato messo a segno davanti alla Corte Suprema sono Ali Razini e Mohammad Moghiseh.
Secondo l'agenzia Isna, i giudici uccisi seguivano casi di "sicurezza nazionale, spionaggio e terrorismo". L'agguato è avvenuto intorno alle 10.45 ora locale, precisa Tehran Times, ricordando che Razini era già finito nel mirino nel 1998, quando rimase ferito in un tentato omicidio.
Esteri
Gaza, Israele approva la tregua: 737 prigionieri liberi in...
Saranno 737 i prigionieri che verranno liberati in cambio dei primi sequestrati. Intercettati due missili dallo Yemen. Almeno 123 morti da annuncio cessate il fuoco. Netanyahu: "Se fase due fallisce, la guerra riprenderà con sostegno Usa"
L'attesa tregua tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza entrerà in vigore alle 8:30 di domani mattina, domenica 19 gennaio. Ad annunciarlo sono state le autorità del Qatar, in qualità di mediatore, dopo che nella notte il governo israeliano ha approvato l'accordo sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi.
"Come coordinato dalle parti e dai mediatori, il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza inizierà alle 8:30 di domenica 19 gennaio, ora locale di Gaza", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari su X. "Consigliamo agli abitanti di esercitare la massima cautela e di attendere indicazioni da fonti ufficiali".
Israele dovrebbe ricevere nel pomeriggio i nomi dei primi tre ostaggi che verranno rilasciati. Lo ha riferito l'emittente pubblica Kan, sottolineando che Hamas darà i nomi al Qatar, che informerà a sua volta il capo del Mossad, David Barnea, il quale contatterà infine le famiglie. Secondo l'emittente, i primi tre ostaggi dovrebbe essere tutte donne civili.
Oggi intanto in Israele, anche nelle zone di Gerusalemme e Tel Aviv, sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo mentre le forze israeliane (Idf) hanno confermato che sono stati intercettati due missili, lanciati dallo Yemen.
Il via libera di Israele
Dopo il primo 'ok' ieri del gabinetto di sicurezza, il via libera del governo israeliano è arrivato dopo una riunione fiume durata oltre 5 e nonostante il voto contrario del ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich.
L'intesa, secondo i media ebraici, ha avuto il via libera da 24 ministri. Ci sono stati 8 voti contrari. Hanno votato contro il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e gli esponenti dei loro due partiti, Otzma Yehudit e Sionismo religioso, il ministro David Amsalem, che non ha diritto di voto nel gabinetto di sicurezza e il ministro esponente del Likud Amichai Chikli. Gli oppositori dell'accordo possono presentare un ricorso all'Alta Corte di Giustizia, anche se è improbabile che la corte intervenga.
Gli ostaggi ancora vivi
Funzionari israeliani hanno affermato di ritenere siano vivi 25 dei 33 ostaggi che dovrebbero essere rilasciati da Hamas nella prima fase di attuazione dell'accordo approvato nelle scorse ore dal governo Netanyahu per la tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi. E' quanto si legge sul sito di notizie israeliano Ynet.
737 detenuti liberi nella prima fase dell'accordo
Il ministero della Giustizia israeliano ha annunciato che 737 detenuti palestinesi saranno liberati nel quadro della prima fase dell'accordo. In una dichiarazione postata sul sito, il ministero afferma che "il governo approva" il "rilascio di 737 prigionieri e detenuti" attualmente sotto la custodia del servizio carcerario, in cambio dei primi ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.
La lista include numerosi terroristi che stanno scontando condanne all'ergastolo per omicidio: tra loro esponenti di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del movimento Fatah. A darne notizia è il Times of Israel. Il quotidiano cita poi un comunicato del Ministero della Giustizia in cui si annuncia che il primo gruppo di prigionieri coinvolti nell'accordo non sarà rilasciato prima delle 16 di domani.
Tra i nomi anche quello di Zakaria Zubeidi, già leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa in Cisgiordania. Zubeidi fu coinvolto in un'evasione da una struttura detentiva di massima sicurezza nel nord di Israele nel 2021 per poi essere nuovamente arrestato assieme ai suoi compagni di fuga.
L'anno scorso l'IDF ha ucciso suo figlio Mohammed insieme a diversi altri uomini armati in un attacco con un drone. Zubeidi figlio veniva descritto dai militari israeliani come "terrorista di spicco dell'area di Jenin". A riferirne è il 'Times of Israel'.
Familiari ostaggi a Netanyahu: "Subito i negoziati per la seconda fase accordo"
Nuovo appello al governo israeliano del Forum dei familiari degli ostaggi e dei dispersi. Chiedono all'esecutivo di Benjamin Netanyahu di iniziare a lavorare per negoziare l'attuazione delle prossime fasi dell'accordo con Hamas prima di quanto previsto dall'intesa annunciata e ricordano che oggi ricorre "il secondo compleanno di Kfir Bibas", il più piccolo degli ostaggi, che ha "trascorso entrambi i suoi primi compleanni prigioniero di Hamas".
"Noi, parenti dei 98 ostaggi, accogliamo con favore l'accordo volto a riportare a casa tutti gli ostaggi. Questo rappresenta uno sviluppo significativo e cruciale che ci avvicina al momento in cui vedremo tutti gli ostaggi tornare a casa, quelli in vita per tornare a vivere con le loro famiglie e i defunti per una giusta sepoltura - si legge in un comunicato rilanciato dal Times of Israel - Chiediamo con urgenza accordi rapidi per garantire che tutte le fasi dell'accordo siano attuate e sottolineiamo che i negoziati per le prossime fasi dovrebbero iniziare prima del sedicesimo giorno".
Almeno 123 morti da annuncio tregua
Sarebbero almeno 123 i morti, compresi 33 minori e altrettante donne, e più di 270 i feriti nella Striscia di Gaza da quando è stato annunciato l'accordo. E' la denuncia che arriva dall'enclave palestinese, come riporta la tv satellitare al-Jazeera. Stando alle informazioni fornite dai soccorritori, 92 persone sono state uccise a Gaza City, 19 a Khan Yunis, dieci nella zona centrale di Gaza e due a Rafah, nel sud della Striscia.
Jihad islamica: "Idf fermi i raid o potrebbero uccidere ostaggi israeliani"
Il portavoce dell'ala militare del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina (Pij), Abu Hamza, ha invitato le famiglie degli ostaggi israeliani a chiedere all'Idf di fermare gli attacchi, intensificatisi nelle ultime ore prima dell'entrata in vigore dell'accordo. La Pij, che detiene ostaggi al pari di Hamas, ha avvertito infatti che questo “sarebbe un motivo per uccidere i loro figli”.
Leader Hezbollah: "Accordo per Gaza dimostra tenacia della resistenza"
"Questo accordo, invariato rispetto a quello proposto nel maggio del 2024, dimostra la tenacia dei gruppi della resistenza". Lo ha detto il leader di Hezbollah, Naim Qassem, in un discorso dopo l'annuncio dell'accordo per la tregua nella Striscia di Gaza. Nelle dichiarazioni rilanciate dalla tv satellitare al-Jazeera, il numero uno del Partito di Dio afferma che "i gruppi della resistenza hanno avuto quello che volevano, mentre Israele non è stato in grado di prendersi quello che cercava".
Netanyahu: "Ok Usa a riprendere guerra Gaza se fase 2 fallisce
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ottenuto garanzie sia dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quanto dal futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump, che potrà riprendere la guerra nella Striscia di Gaza se non dovesse reggere la seconda fase dell'accordo con Hamas. Durante la riunione del gabinetto di sicurezza, Netanyahu ha letto ai ministri la trascrizione di alcuni dei suoi colloqui con Biden e con Trump. Ai due leader americani, il presidente israeliano ha chiarito di disporre di tutti i mezzi per garantire la sicurezza dello stato di Israele.
Esteri
Ucraina, attacco russo su Kiev: almeno 4 morti
Colpita la stazione metropolitana di Lukianivska. Bombe anche su una struttura militare della città
La Russia ha sferrato oggi, 18 gennaio, un attacco contro la capitale ucraina Kiev. Almeno 4 i morti e 3 i feritisecondo l'amministrazione militare della città: "Contiamo già 4 morti nel distretto di Shevchenkivsky", ha dichiarato il capo dell'amministrazione, Tymur Tkachenko, su Telegram. Poche ore prima era arrivato l'allarme del sindaco, Vitali Klitschko, per la minaccia di un "attacco con missili balistici" contro la capitale.
A causa dell'entità dei danni subiti, è stata chiusa la stazione della metropolitana di Lukianivska, situata vicino al centro di Kiev. La stazione della metropolitana colpita si trova vicino a una fabbrica di armi che è stata più volte bersaglio di attacchi missilistici russi. Le immagini che circolano sui social mostrano auto danneggiate e allagamenti causati dallo scoppio di un tubo dell'acqua all'interno della stazione. In alcune zone di Kiev, dove vivono 3 milioni di persone, l'approvvigionamento idrico è stato temporaneamente interrotto.
Mosca: "Colpita struttura militare a Kiev dopo utilizzo Atacms"
L'esercito russo ha annunciato, inoltre, di aver colpito un sito militare a Kiev per rappresaglia a seguito dell'utilizzo da parte delle forze ucraine dei missili americani Atacms. "Le forze armate russe hanno effettuato un attacco con armi a guida di precisione contro strutture militari-industriali ucraine, in particolare un sito che produce missili a lungo raggio", ha annunciato il ministro della Difesa russo.
Mosca intercetta 46 droni lanciati da Kiev
Le forze di difesa aerea dell'esercito di Mosca hanno intercettato 46 droni delle forze armate ucraine su diverse regioni della Russia, tra cui Bryansk e Kursk. Ad annunciarlo sono state oggi le autorità russe. "Durante la scorsa notte, i sistemi di difesa aerea hanno intercettato e distrutto 46 velivoli senza pilota ucraini", ha dichiarato il ministero della Difesa russo in un messaggio condiviso su Telegram.