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Ecco la ‘top 10’ delle professioni in crescita in Italia nel 2025 (secondo LinkedIn)

La lista delle professioni che hanno visto un maggior incremento

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Ogni anno, LinkedIn offre a lavoratrici e lavoratori l’opportunità di ampliare le proprie skill rendendo disponibili corsi di formazione gratuiti e aiuta chi è alla ricerca di un nuovo lavoro a orientarsi tra le diverse opportunità anche grazie alla lista dei 'Lavori in crescita', ossia le professioni che hanno visto un incremento maggiore negli ultimi 3 anni, pubblicata da LinkedIn Notizie.

La top 10

Ma quali sono in Italia i lavori inseriti nella top 10? Ecco la lista completa.

1.Consulente di viaggio (può essere indicato anche come travel consultant o agente di viaggio);

2.Ingegnere dell'intelligenza artificiale (può essere indicato anche come artificial intelligence engineer o machine learning engineer);

3.Hr administrator (può essere indicato anche come hr admin); 4.Addetto prenotazioni (può essere indicato anche come reservation agent);

5.Liquidatore sinistri (può essere indicato anche come claims specialist);

6.Cyber security engineer (può essere indicato anche come ingegnere della cybersicurezza);

7.Event specialist (Può essere indicato anche come event coordinator);

8.Responsabile acquisti (può essere indicato anche come procurement buyer o procurement specialist);

9.Technical sales specialist;

10.Specialista marketing e comunicazione (può essere indicato anche come marketing and communication specialist).

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Economia

Calabria, Federimprese Europa e Confed. naz. esercenti pro...

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Convinti che il Dop sia il riconoscimento che può concedere maggiore tutela a questo agrume

Calabria, Federimprese Europa e Confed. naz. esercenti pro riconoscimento bergamotto dop

Federimprese Europa e Confederazione nazionale esercenti, dipartimento Agricoltura e agroalimentare, in una nota congiunta entrano nel merito di uno degli argomenti più discussi negli ultimi anni che riguarda il 'Bergamotto di Calabria' sul riconoscimento Dop o Igp. Proprio ieri in una riunione presso la Cittadella regionale , ancora si è assistito ad un ampio dibattito tra gli enti pro Igp e gli enti pro Dop. Federimprese Europa e Confederazione nazionale esercenti da sempre convinti che il Dop sia il riconoscimento che può concedere maggiore tutela a questo agrume preziosissimo che caratterizza l’identità culturale e agraria del territorio reggino.

Uno dei punti fondamentali su cui bisogna riflettere è che l’essenza del Bergamotto è stata già riconosciuta come Dop e dunque bisognerebbe solo estendere il riconoscimento anche al frutto stesso per proteggere la sua esclusiva qualità sul territorio reggino, anche in virtù del fatto che alcune regioni hanno provato a mettere in campo produzioni in 'brutta copia'. La Dop, garantirebbe non solo la territorialità ma anche il rispetto dei metodi di produzione che porta all' ottenimento di un prodotto che non può essere a questo punto imitato al di fuori dell'area vocata.

Accogliere l’Igp significherebbe garantire solo una parte di riconoscimento ( ed in questo caso la piantagione e la produzione del frutto ) sul territorio reggino ma non tutta la filiera produttiva completa in quanto i prodotti che ne deriverebbe dalla lavorazione, potrebbero essere etichettati Igp anche se prodotti altre regioni. "Le realtà sindacali datoriali Federimprese Europa e Confederazione nazionale esercenti sono portavoce delle aziende associate, numerose imprese agricole tra srl, spa e Iap, che hanno dovuto affrontare in questi anni una crisi non indifferente per la vendita del frutto del Bergamotto, perciò comprendendo l'importanza ed il valore che potrebbe ottenere il frutto con il riconoscimento, ci siamo resi disponibili ad attivare delle interlocuzioni con le istituzioni, già iniziate qualche mese fa e che sta proseguendo e proponiamo anche un tavolo di confronto anche con i colleghi dirigenti delle associazioni di categoria, con varie proposte dove anche rappresentanze di imprenditori che producono da anni questo frutto meraviglioso dalle molteplici qualità possano esprimere il loro parere", afferma il presidente nazionale Mary Modaffari.

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Economia

Taranto, concluso trasferimento rifiuti radioattivi da ex...

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Comm. Corbelli, 'parola fine ad una lunga storia di degrado ambientale e di abbandono'

Taranto, concluso trasferimento rifiuti radioattivi da ex Cemerad

"Questa mattina si sono concluse le operazioni di trasferimento degli ultimi 141 fusti degli oltre 16.600, contenenti rifiuti radioattivi, dal deposito Cemerad di Statte (Taranto) agli impianti della Casaccia di Nucleco, Società controllata da Sogin". E' quanto si legge in una nota del Commissario Straordinario per l’attuazione dell’intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad di Statte (TA), in cui si sottolinea che "la conclusione di questa attività permette di risolvere una delle maggiori criticità ambientali del Paese".

Complessivamente, "sono stati allontanati 16.640 fusti contenenti sorgenti, filtri contaminati dall’evento Chernobyl, rifiuti radioattivi prodotti da attività mediche, industriali e di ricerca, che si trovavano all’interno di una fatiscente struttura, raccolti dalla società Cemerad fra la metà degli anni Ottanta e il 2000, quando il sito è stato sottoposto a sequestro giudiziario da parte della Procura di Taranto. Nel 2017 il Commissario Straordinario, grazie ad una disposizione di Legge, aveva affidato direttamente a Sogin, Società di Stato che si è avvalsa operativamente della sua controllata Nucleco, la gestione in sicurezza delle attività di svuotamento e bonifica del deposito Cemerad. Le operazioni di allontanamento dei fusti presenti nel sito erano iniziate il 15 maggio dello stesso anno. I trasporti, interrotti per mancanza di fondi nell’ottobre 2020, erano poi ripresi nell’ottobre 2023 grazie all’iniziativa del Commissario Straordinario che è riuscito ad assicurare la disponibilità dei fondi necessari per concludere le operazioni".

"Il lavoro è stato particolarmente complesso per lo stato di deterioramento di moltissimi colli presenti all’interno - ricostruisce la nota - Ciò ha reso necessario allontanare i fusti nel corso di 92 viaggi, articolando le operazioni in tre fasi per ottimizzare e velocizzare le attività. Nella prima fase, ogni fusto è stato identificato e catalogato rispetto alle sue caratteristiche radiologiche ai fini del trasporto e del successivo trattamento. La seconda fase ha riguardato la valutazione delle condizioni di integrità fisica dei fusti, che ha richiesto spesso il loro 'riconfezionamento' per evitare sversamenti. Nella terza fase, dopo la preparazione dei documenti di trasporto, i fusti sono stati trasferiti negli impianti di operatori autorizzati e specializzati. I rifiuti radioattivi, trattati e messi in sicurezza, resteranno ora stoccati nei depositi temporanei di Nucleco in attesa del loro conferimento finale al Deposito Nazionale, una volta disponibile. Il valore complessivo delle attività, che termineranno entro la fine dell’anno in corso con la bonifica del sito libero da vincoli radiologici pronto per essere riutilizzato per altri scopi, è di circa 18,8 milioni di euro".

“L’obiettivo finale dell’attività che il Commissario ha svolto in tutti questi anni è la bonifica radiologica del sito ed il rilascio delle aree prive da vincoli radiologici - ha affermato Vera Corbelli, Commissario Straordinario per la bonifica del sito ex Cemerad di Statte - L’intervento, complesso ed articolato, non ha eguali in Italia in considerazione dello stato di abbandono e degrado in cui versava il deposito, dell’elevatissimo numero di fusti ammassati, dello stato di ammaloramento degli stessi, delle informazioni poco chiare di cui disponevamo in merito al contenuto dei fusti. Dopo la risoluzione di numerose problematiche tecnico, operative, amministrative e gestionali, superate anche grazie al sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del ministero dell’Ambiente, oggi parte l’ultimo carico. Il sigillo pone la parola fine ad una lunga storia di degrado ambientale e di abbandono, una storia che sarebbe potuta diventare drammatica oltre che pericolosa, perché questo luogo conteneva materiali radioattivi non protetti che potevano potenzialmente diventare armi nelle mani di individui senza scrupoli".

"L’intervento è stato caratterizzato da aspetti innovativi correlati alla Governance che ha visto una stretta sinergia con l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione ed il coinvolgimento diretto della Sogin, società di Stato specializzata nel settore, e della società controllata Nucleco - ha proseguito - E’ importante sottolineare che la gestione dei rifiuti radioattivi è avvenuta coinvolgendo esclusivamente soggetti dello Stato o Società Statali. Non è stato facile raggiungere questo straordinario risultato perché oltre alla difficoltà di dover scrivere un nuovo pezzo di storia sulla bonifica ambientale, una storia nuova e senza precedenti, abbiamo dovuto 'combattere' anche contro numerosi imprevisti trovando via via, sempre soluzioni nuove sul piano amministrativo e gestionale. È stata una sfida che ci ha segnato profondamente, ma insieme al Coordinatore Gestionale, dott. Capasso, al Responsabile Operativo, ing. Velardo, e a tutto il gruppo di lavoro, siamo orgogliosi di averla portata a termine con successo. Siamo orgogliosi di restituire a Taranto un pezzo di territorio, ora sano e ci auguriamo vivamente che il lavoro di cura e protezione ambientale dell’area vasta di Taranto, e di restituzione soprattutto, possa proseguire per tutte le Istituzioni coinvolte”.

“Svuotare il deposito Cemerad da oltre 16mila fusti di rifiuti radioattivi di fatto abbandonati da vent’anni - ha dichiarato Gian Luca Artizzu, amministratore delegato di Sogin - è stato un lavoro che ha richiesto specifici interventi gestionali e operativi. Siamo perciò particolarmente soddisfatti per il successo di questo lavoro che rappresenta un passo decisivo verso la bonifica ambientale dell’area e conferma il valore delle nostre competenze che spaziano dal settore nucleare a quello del recupero e della valorizzazione di siti e infrastrutture industriali”.

La partenza di quest’ultimo trasporto è avvenuto alla presenza, fra gli altri, di: Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vera Corbelli, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi siti nel deposito ex Cemerad, Francesco Campanella, direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la radioprotezione (Isin), Mario Lazzeri, assistente esecutivo dell’Amministratore Delegato di Sogin, Nadia Cherubini, presidente di Nucleco, e dei rappresentanti dei diversi Enti e Corpi dello Stato coinvolti nelle operazioni.

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Economia

Ponte sullo Stretto, Salini (Webuild): “Si può fare...

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L'Amministratore Delegato di Webuild: "Abbiamo tutte le competenze per realizzarlo"

Pietro Salini - (Foto Agenzia Fotogramma/Ipa)

“La scelta di realizzare o no il Ponte sullo Stretto di Messina è politica e non tecnica, quello che possiamo affermare è che come Gruppo con la filiera abbiamo tutte le competenze tecniche e le tecnologie per realizzarlo bene, senza rischi, e nel massimo rispetto della legalità, come dimostriamo ogni giorno in Italia e nel mondo progettando, realizzando e consegnando opere complesse”. È quanto ha dichiarato Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild, ospite oggi di ReStart su Rai 3.

“Questo progetto si inserisce in un piano di investimenti infrastrutturali molto più ampio portato avanti dal Governo Meloni e dal Ministro Salvini. Realizzare quest’opera significa dare ai 5 milioni di cittadini siciliani l’opportunità di essere connessi al Paese come tutti gli altri, con gli stessi diritti. Significa concretizzare un piano articolato di infrastrutture facendo sì che l’alta velocità ferroviaria su cui abbiamo già investito in Italia oltre 100 miliardi di euro raggiunga la Sicilia, dove forse mai come in questo momento si stanno realizzando ingenti investimenti in infrastrutture”.

Prosegue Salini: “Dobbiamo immaginare un ampio piano di sviluppo infrastrutturale per la Sicilia nell’ambito del quale abbiamo lavorato ad un piano in grado di affrontare e risolvere in due anni il grave problema dell’acqua e della siccità con intervento di mercato di investitori interessati, rispondendo a quanto richiesto dalla Regione Siciliana. Come dimostriamo ogni giorno con gli impianti realizzati in Medio Oriente, con il nostro piano possiamo metter fine una volta per tutte all’emergenza idrica di cui soffrono oltre 2,3 milioni di siciliani in aree critiche, soggette a razionamento dell’acqua e aggravate dal precario stato di conservazione delle reti acquedottistiche e del sistema dei bacini di accumulo”, ha proseguito Salini.

“Con il progetto del Ponte l’Italia si proietta sulla scena mondiale con un’opera incredibile dal punto di vista ingegneristico e trasportistico. Il progetto comprende anche importanti opere di collegamento sui versanti Sicilia e Calabria funzionali al Ponte, opere non funzionali al Ponte e opere di mitigazione ambientale, perché unite, Reggio Calabria e Messina danno luogo ad una grande metropoli. In Sicilia, infatti saranno realizzate tre fermate ferroviarie in sotterraneo che, unite alle stazioni di Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Messina, daranno concretezza al sistema metropolitano interregionale per l’area dello Stretto, una metropolitana al servizio dei suoi oltre 400mila abitanti. In Calabria, tra le altre cose, sarà realizzato un centro direzionale multifunzionale”.

Il Progetto del Ponte “è stato assegnato al consorzio Eurolink a seguito di una gara internazionale, e oggi Webuild è al lavoro con gli spagnoli di Sacyr, con cui abbiamo già realizzato la straordinaria opera dell’ampliamento del Canale di Panama, e i giapponesi di IHI, specializzati nel settore ponti e cavi. Con queste competenze il Ponte si può fare”.

Per quanto riguarda il tema delle faglie, Salini ricorda che è necessario far chiarezza su cosa sia una faglia. “Di faglie inattive ce ne sono infinite e ovunque nella crosta terrestre, anche in zone non soggette a rischio sismico, come, ad esempio, sotto il centro di Milano. Solo le faglie attive e capaci vanno tenute in considerazione nella progettazione delle opere. La faglia di cui si è parlato tanto in questi giorni non è grandi ponti sospesi costruiti in aree fortemente sismiche come il Ponte di Akashi Kaikyō in Giappone, che ha resistito al devastante sisma di Kobe del 1995, e il Ponte di Çanakkale in Turchia, che attraversa lo stretto dei Dardanelli con una campata centrale di 2023 metri, e che è stato costruito proprio sulla base del modello di impalcato elaborato per il Ponte sullo stretto di Messina. Questi esempi dimostrano che è possibile realizzare strutture sicure e durature anche in zone ad alta pericolosità sismica e contesti geologicamente complessi. Che il Ponte si possa fare è un fatto, che è sicuro è un altro fatto, se si vuole fare o meno è una scelta per l’Italia”, ha concluso Salini.

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