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Due cicloni sull’Italia portano nubifragi, vento e mareggiate: ecco dove

Gente sotto la pioggia - (Afp)

Ancora giorni di maltempo sull'Italia a causa di due cicloni nordafricani. Il primo si sta spostando lentamente verso nord e causa ancora precipitazioni che interesseranno tutta l’Italia, anche il settentrione; lunedì arriverà il secondo dalla Libia.

Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che nelle prossime ore sono previste piogge a prevalente carattere di rovescio o temporale su Sardegna, nord Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise ed Abruzzo meridionale, con fenomeni intensi specie in Calabria, Puglia e Sardegna orientale.

Il ciclone odierno si presenterà dunque ancora molto attivo per due motivi principali: primo, il vortice sarà ancora alimentato da un flusso caldo e molto umido (un fiume atmosferico) esteso addirittura dal Senegal al Tirreno; secondo, il ciclone non riuscirà a spostarsi verso est (naturale via d’uscita delle perturbazioni italiane) a causa di un ‘Rex Block’, un blocco di alta pressione granitico presente tra la Polonia e la Grecia che fungerà da muro invalicabile.

In pratica, il maltempo resterà incastrato sul Mediterraneo Centrale fino a martedì: oltre alle precipitazioni, nelle prossime ore avremo ancora venti forti e mari molto agitati o grossi. Le onde più alte (anche fino a 6-7 metri) sono previste sullo Ionio, lungo lo Stretto di Sicilia, il Tirreno meridionale e intorno alla Sardegna. Una situazione ciclonica, tormentata e turbolenta.

Domenica il tempo sarà nuvoloso ovunque, da Nord a Sud: si prevedono piogge soprattutto in Sardegna e in seguito sul ‘Continente’ a macchia di leopardo, specie sul Nord-Ovest, sulla fascia tirrenica e in intensificazione al Sud nella seconda parte della giornata.

Lunedì il primo ciclone si troverà ancora in Italia, esattamente tra Sardegna e mar Ligure ma attenzione, un'altra area depressionaria si approfondirà sul Mar Ionio, figlia della perturbazione nordafricana. In pratica sono previste piogge moderate a tratti forti tra Sicilia e Calabria per questo secondo vortice in arrivo dalla Libia.

Prestiamo dunque attenzione al primo ciclone nordafricano che risale la penisola e poi, da lunedì, anche al figlio nordafricano che porterà di nuovo maltempo sulle estreme regioni meridionali.

Il muro di alta pressione tra Polonia e Grecia crollerà da martedì, ma al contempo permetterà l’ingresso di perturbazioni atlantiche da ovest: non chiuderemo presto gli ombrelli!

 NEL DETTAGLIO

 Sabato 18. Al Nord: dapprima soleggiato, peggiora entro sera. Al Centro: maltempo in Sardegna, piogge sparse sul resto delle regioni. Al Sud: intenso maltempo dalla Calabria verso Basilicata e Puglia.

Domenica 19. Al Nord: cielo coperto, piogge. Al Centro: piogge in Sardegna e localmente sul versante tirrenico peninsulare. Al Sud: entro sera peggiora sulla Calabria ionica.

Lunedì 20. Al Nord: precipitazioni moderate al Nordovest, neve a 700 metri. Al Centro: piogge in Sardegna e sul versante tirrenico peninsulare. Al Sud: veloci piogge sui settori ionici peninsulari.

Tendenza: graduale miglioramento da martedì pomeriggio poi probabile arrivo di una perturbazione atlantica da mercoledì sera e fino a sabato.

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Cronaca

Turismo, in Sardegna il 2023 un anno in chiaroscuro

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Secondo i dati diffusi dall'Istat è l’unica regione a registrare una diminuzione di presenze del 3,4% rispetto all'anno precedente

Turismo, in Sardegna il 2023 un anno in chiaroscuro

Oltre 447 milioni di presenze nelle strutture ricettive italiane: secondo l’Istat, il 2023 è stato un anno record per il turismo nel nostro Paese, superando i livelli raggiunti nel 2019, ultimo anno pre-pandemia e con una crescita dell’8,5% rispetto al 2022. In particolare, aumenta la quota di turisti stranieri, 52,4% del totale, mentre oltre la metà delle presenze annue (58,6%) si registra da giugno a settembre.

Se la crescita riguarda quasi tutte le regioni italiane con un aumento percentuale di presenze turistiche che varia da un minimo di +0,6% nelle Marche ad un massimo di +27,2% nel Lazio, la Sardegna al contrario, è l’unica a registrare una diminuzione di presenze del 3,4% rispetto al 2022. Il segno negativo è ancora più evidente (-6,2%) nel confronto con l’ultimo anno pre-Covid ovvero il 2019.

Complessivamente in Sardegna nel 2023 l’Istat ha calcolato poco più di 14,2 milioni di presenze per una quota pari al 3,2% del totale nazionale. Nel complesso, circa 7,3 milioni di turisti giunti sull’Isola sono residenti in Italia, mentre poco più di 6,8 milioni provengono dall’estero.

Presenze in diminuzione, arrivi in leggero aumento

Nel dettaglio, il numero complessivo di presenze sull’Isola è passato da 14,7 milioni di circa del 2022 a 14,2 milioni nel 2023, con un calo considerevole pari a circa 500 mila presenze. Al contrario, nell’ultimo anno è leggermente aumentato sull’Isola il numero degli arrivi, da 3.411.892 a 3.478.891. Ricordiamo che le presenze indicano il numero di notti trascorse nelle strutture ricettive, alberghiere e non, mentre gli arrivi indicano i clienti ospitati nelle stesse. Dall’osservazione dei dati regionali, quindi, si evince che nel 2023 in Sardegna il numero dei turisti è leggermente cresciuto rispetto all’anno precedente (+2%), mentre si è ridotta la durata media del soggiorno.

Da segnalare che, se il numero complessivo degli arrivi sull’Isola è superiore anche all’ultimo anno precedente alla pandemia, ovvero il 2019 quando furono 3.444.058, il totale delle presenze (14,2 milioni), invece, risulta in netto calo, quasi un milione in meno, rispetto ai 15,1 milioni registrati nel 2019.

Calano le presenze a Sassari e Nuoro, crescono a Cagliari e Oristano

A livello di province, nel 2023 Sassari registra il numero maggiore sia in termini di presenze, 7,4 milioni, che di arrivi, 1,6 milioni. Segue Nuoro con 2,4 milioni di presenze e 539 mila arrivi, terzo per numero complessivo di presenze il Sud Sardegna con 2,1 milioni. Proprio le prime tre province turistiche sarde registrano un calo nel numero di presenze turistiche rispetto al 2022. Una diminuzione particolarmente marcata nel sassarese con circa 240 mila presenze in meno e nel nuorese con un calo di circa 200 mila. Al contrario, aumenta il numero di presenze turistiche nelle province di Cagliari ed Oristano, entrambe con circa 60 mila unità in più.

In fatto di arrivi sull’Isola, si segnalano Cagliari e provincia con 42 mila arrivi in più, Sassari 30 mila in più e Oristano circa 20 mila in più. Nuoro e Sud Sardegna segnano invece un calo nel numero degli arrivi quantificato dall’Istat in circa 14 mila per ciascuna delle due province.

Più strutture ricettive, ma soggiorni più brevi

Il totale degli esercizi ricettivi sul territorio sardo cresce di 200 unità, passando da 5.499 nel 2022 a 5.699 nel 2023, un dato solo di poco inferiore al 2019. In costante aumento negli ultimi sette anni, salvo il 2020 anno della pandemia, soprattutto le strutture alberghiere: 1.055 nel 2023, rispetto a 918 del 2017. Nel 2023, su un totale di 3.478.891 arrivi sull’Isola, 2.342.532 hanno scelto di soggiornare presso una struttura alberghiera. Il che significa, circa 78 mila arrivi in più negli alberghi rispetto all’anno precedente.

Negli ultimi anni diminuisce costantemente, invece, la permanenza media dei turisti nelle strutture ricettive: si passa da 4,6 notti nel 2017 a 4,4 nel 2019, a 4,3 nel 2022 fino a 4,1 nel 2023. Il periodo di maggior affluenza turistica in Sardegna si registra nei mesi estivi: il 19% degli arrivi è ad agosto, il 18,7% a luglio, il 16,4% a settembre, il 15,7% a giugno. L’affluenza minore è a dicembre, 1,5% e a gennaio, 1,4%.

Boom degli affitti brevi, crollo dei B&B

Tra le strutture ricettive extra-alberghiere, negli ultimi anni in Sardegna si segnala una crescita esponenziale degli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale. Nel 2023 risultano essere 2.074, rispetto a 1.792 del 2022, con un incremento di 282 strutture solo nell’ultimo anno. D’altronde il business degli affitti brevi di appartamenti privati coinvolge trasversalmente tutto il Paese. Si pensi che dal 2017 in Sardegna tale tipologia di esercizio ricettivo si è quasi triplicata, passando da un numero totale di 755 a 2.074.

Al contrario, le attività Bed & Breakfast del territorio si sono ridotte di quasi mille unità, passando da 2.895 nel 2019 a 1.916 nel 2023. Un vero e proprio crollo che invece non ha interessato le altre tipologie ricettive non alberghiere, come villaggi turistici, campeggi, alloggi in agriturismo e ostelli il cui numero è rimasto pressoché invariato.

Turisti italiani in hotel, stranieri in villaggi e campeggi

Il 71% circa dei turisti italiani arrivati in Sardegna nel 2023 ha scelto di soggiornare in strutture alberghiere. Tale percentuale scende al 63% tra i turisti stranieri, che però nel 67% dei casi scelgono un hotel di un certo livello, a 4, 5 stelle o 5 stelle lusso. Percentuale che tra gli italiani scende al 62%. Solo il 29% dei turisti italiani opta per una sistemazione in una struttura extra-alberghiera, al primo posto tra le sistemazioni preferite dai connazionali in vacanza in Sardegna gli alloggi privati concessi in affitto, seguiti a breve distanza da campeggi e villaggi turistici. Meno del 12% degli italiani sceglie una soluzione Bed & Breakfast.

Tra gli arrivi di turisti stranieri sull’Isola, il 37% sceglie esercizi non alberghieri, privilegiando strutture come villaggi e campeggi, mentre la seconda opzione è per gli alloggi in affitto. Da segnalare che solo circa l’8% degli arrivi stranieri sceglie una struttura B&B.

Spesa e pernottamenti viaggiatori stranieri in aumento

Dai dati di Banca d’Italia emerge che la spesa dei turisti stranieri in Sardegna è cresciuta su base annua del 35% dal 2022 al 2023. Un trend che prosegue anche nel terzo trimestre 2024 (luglio-settembre), il periodo di maggiori presenze turistiche sull’Isola, con un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In crescita anche il numero complessivo di pernottamenti dei turisti stranieri, +20% nel 2023 rispetto al 2022. Anche in questo caso la crescita prosegue con riferimento al terzo trimestre del 2024 che registra il 24% in più rispetto allo stesso periodo del 2022 e quasi il 3% rispetto al 2023.

In fatto di Paese o regione di provenienza dei turisti, la Sardegna nel 2023, vede al primo posto il turismo interno, principalmente dalla Sardegna stessa, quindi da Lombardia, Lazio e Piemonte. A livello di turisti dai Paesi dell’Ue, primi sono i tedeschi, seguiti dai francesi e dagli spagnoli.

La strategia della Regione per sostenere il turismo

“Costruire un nuovo modello di governance del sistema turistico sardo che valorizzi territorio e comunità. L’obiettivo è creare un sistema in grado di potenziare l’intero spettro dell’offerta, accrescendo il peso del turismo nel PIL regionale, ad oggi ancora troppo limitato. Per fare questo, occorre incrementare il valore di tutti i prodotti turistici sardi”, ha dichiarato l’Assessore regionale al Turismo, Artigianato e Commercio, Franco Cuccureddu. Per raggiungere gli obiettivi di promozione dell’offerta turistica sull’Isola, la Regione prevede anche il potenziamento dell’Osservatorio turistico con diversi compiti, tra cui fornire dati e indicazioni rapide ed efficaci finalizzate a prendere decisioni in maniera strategica e tempestiva.

Tra le strategie per lo sviluppo turistico e in generale dell’economia dell’Isola, la Regione sta puntando anche sui grandi eventi sportivi che hanno la capacità di attrarre flussi importanti. In prima linea il Mondiale di Rally che si svolgerà a inizio giugno nella zona di Olbia, oltre che la costruzione di impianti sportivi, tra cui il nuovo stadio di Cagliari che vede lo stanziamento di oltre 200 milioni di euro.

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Cronaca

Maltempo al Sud, oltre mille interventi dei vigili del fuoco

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Numerosi i danni. Alcune famiglie sono state evacuate a Randazzo (Catania) a causa dell'esondazione del torrente Nunziata

Alberi caduti in Sicilia per il forte vento - Agenzia Fotogramma

Continua il maltempo in Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna. Sono stati 1.180 gli interventi effettuati dai Vigili del fuoco, di cui 700 solo in Sicilia. In Calabria gli interventi sono stati 260, tra le province di Reggio Calabria, Cosenza e Vibo Valentia, mentre in Campania, in provincia di Caserta, sono stati 40 gli interventi a causa del forte vento.

Sicilia, frane e alberi pericolanti

Tanti gli interventi ub Sicilia per danni d'acqua, alberi pericolanti e dissesti statici. Le squadre sono ancora al lavoro nelle province di Catania, Messina, Enna, Agrigento e Ragusa mentre alcune famiglie sono state evacuate a Randazzo (Catania) a causa dell'esondazione del torrente Nunziata.

Chiusa, a causa di una frana, in entrambe le direzioni, la strada statale 185 “Di Sella Mandrazzi”, all'altezza del comune di Francavilla, in provincia di Messina. Il traffico è provvisoriamente deviato, dal km 31,800 al km 45,300, lungo la viabilità adiacente con deviazioni in loco.

Allerta rossa in Sardegna

Per la giornata di oggi è allerta rossa sulla Sardegna, dove dall'inizio dell'emergenza i vigili del fuoco hanno effettuato 180 interventi.

La strada statale 389 'D’ Buddusò e del Correboi' è temporaneamente chiusa, in corrispondenza di Buddusò, in provincia di Sassari. Il provvedimento, attivo dal km 27,500 al km 34,600, si è reso necessario a causa delle forti piogge che hanno causato l’esondazione del fiume al km 34. Il traffico è momentaneamente deviato lungo la strada provinciale 10. Sul posto personale Anas e forze dell'ordine per la gestione del traffico e per consentire il ripristino della circolazione nel più breve tempo possibile.

Il Direttore generale della protezione civile della Regione, Mauro Merella, in accordo con l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente Rosanna Laconi, ha convocato ieri un incontro informativo in videoconferenza con le Componenti e le principali Strutture operative del Sistema di protezione civile regionale, al fine di condividere tutte le informazioni disponibili da parte del Centro Funzionale Decentrato e attivare tutte le misure necessarie a limitare i rischi per la popolazione. Viste le criticità sulle strade esposte a mareggiate, si è raccomandato di evitare di mettersi in viaggio durante le prossime ore se non strettamente necessario. Con riferimento alla Strada Statale 195, Anas, gestore della rete stradale, sta monitorando la situazione e valuterà la possibilità di chiusura dell’arteria stradale se le condizioni dovessero peggiorare.

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Cronaca

Agrigento Capitale della Cultura, la città blindata...

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Il presidente della Repubblica alla cerimonia d'inaugurazione

Il presidente Mattarella durante la cerimonia - Quirinale

Agrigento inaugura il suo anno come Capitale della Cultura con una cerimonia a cui sono intervenuti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro Alessandro Giuli, il Presidente della Regione Renato Schifani e il sindaco Francesco Miccichè. Subito dopo l'arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Teatro Pirandello è iniziata la cerimonia. Prima l'inno nazionale, poi le parole di Roberto Albergoni, Presidente della Fondazione: "Agrigento Capitale della cultura è una opportunità straordinaria per guardare avanti con fiducia. Il 2025 sarà un anno di riapertura degli spazi pubblici, del centro storico, dei giardini, apertura di luoghi ma soprattutto apertura di pensiero".

All’uscita nel cortile del teatro, l’orchestra ha suonato al passaggio del Presidente della Repubblica, le musiche di 'Nuovo cinema Paradiso' e il Capo dello Stato si è fermato per qualche istante ad ascoltare. Poi è uscito a salutare i cittadini che hanno assistito alla cerimonia davanti al maxischermo allestito davanti al teatro Pirandello.

Mattarella: "Agrigento espressione di cultura solidale, parla al resto del Paese"

L'intervento del presidente della Repubblica è iniziato con "un saluto, e un augurio particolarmente intensi ai cittadini di Agrigento. Da oggi, protagonisti della Capitale italiana della Cultura per l'anno 2025". "Saluti e auguri - ha poi continuato - che si estendono a quanti, sul territorio, saranno impegnati negli eventi in programma. Tra di essi, ai lampedusani. Concittadini, che le ferite del nostro tempo hanno reso avanguardia della civiltà europea. Espressione di cultura solidale".

Sergio Mattarella ha proseguito ricordando le precedenti Capitali della Cultura: "Agrigento, raccoglie questo, prezioso, testimone da Pesaro, nel centro dell’Italia. Che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nord del nostro Paese: da Brescia e da Bergamo. Una catena, di straordinario valore. Valore da onorare quest'anno. Questa catena di anno dopo anno, evidenzia il legame fra i diversi centri italiani. Ne mostra radici e progetti per il futuro. Ne pone in evidenza l’amicizia. Mette, in rilievo, il valore, degli scambi, tra patrimoni culturali, il valore della conoscenza". "L’Italia, è colma di luoghi carichi di storia, di arte, di bellezza. Un patrimonio che accumulato nei secoli - ha aggiunto il Capo dello Stat o- ne ha contrassegnato l’identità. Nel succedersi delle esperienze dei popoli che l’hanno abitata e arricchita. Nulla, più di, questa, parte della Sicilia. Nulla più di questa terra, è testimone del valore del succedersi delle civiltà". "Natura, storia, cultura sono elementi del nostro patrimonio genetico. Le metropoli italiane, mete di turismo crescente, non sono i soli centri di gravità. La ricchezza del nostro Paese sta nella sua pluralità. Nella sua bellezza molteplice. A fornire pregio particolare all’Italia - ha detto ancora Mattarella - sono proprio le sue preziose diversità, le cento capitali che hanno agito, nell’arco di secoli, come luoghi capaci di esprimere comunità. Una grande ricchezza, per il nostro percorso nazionale. Eredità ricevuta dai nostri padri. E tesoro da investire per il domani dei nostri figli".

"Uno degli intenti per Agrigento, in questo 2025, - ha spiegato il presidente della Repubblica - è quello di non essere soltanto lo spettacolare palcoscenico della Capitale della Cultura, ma di costituire sollecitazione, costituire spinta per tante altre realtà italiane. È una sfida per accrescere le opportunità dove oggi si sono ridotte. Una voce che afferma che le periferie sono anch’esse motori di cultura e di progettualità. Questa la sfida che il nostro tempo ci presenta".

"Agrigento intende parlare al resto del Paese e all’Europa di cui è parte", ha detto il presidente della Repubblica durante il suo intervento. "Agrigento, - ha continuato - centro irradiatore dell’antica civiltà greca già nel sesto secolo avanti Cristo. L’Akragas di Empedocle, che definì 'radici' i quattro elementi che indicava come costitutivi del tutto: il fuoco, l’aria, la terra, l’acqua. Questi quattro elementi sono ora stilizzati nel logo ufficiale di Agrigento Capitale della Cultura: per Empedocle l’unità degli elementi era la scintilla della nascita di ogni cosa, la separazione invece era causa di morte. Un simbolo che ripropone la necessità di ricomporre, di rigenerare coesione, di procedere insieme".

"Lo chiede - ha proseguito il Capo dello Stato - il ricordo dei morti delle guerre che insanguinano l’Europa, il Mediterraneo e altre numerose purtroppo regioni del pianeta. Lo impongono le tragiche violazioni dei diritti umani che cancellano dignità, e la stessa vita. Lo esigono le diseguaglianze esistenti, crescenti. Le povertà estreme, le marginalità. Lo richiede il lamento della terra, violata dallo sfruttamento senza limite delle risorse, con le sue catastrofiche conseguenze, a partire dal mutamento climatico. La cultura è una sorgente di umanità cui attingere per dotarci di nuovo, indispensabile dinamismo".

Matterella non ha dimenticato il tema della sostenibilità nel suo intervento. "Mai come adesso - ha detto - comprendiamo l’urgenza di un riequilibrio, di un nuovo sviluppo che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini".

E poi sul significato della cultura: "È cultura il sapere di chi è aperto alla conoscenza del mondo, di chi ha sete di conoscere altri uomini, di chi sa che la vita è frutto dell’incontro. La cultura, cioè, è la vita. Un sentiero in cui l’uomo è in perenne movimento, a contatto con la propria storia, con quella degli altri. Le scoperte e la loro condivisione accrescono le opportunità. Non è una condizione statica, non è l’inerzia che nutre la storia, bensì la crescita del sapere che si trasmette e si diffonde. La crescita dell’incontro, del dialogo. Il cammino di Agrigento nei secoli ne è testimonianza. L’Akragas dei greci. L’Agrigentum dei romani. La Kerkent degli arabi. La Girgenti siciliana di secoli addietro". "In un luogo, come Agrigento, ove il patrimonio monumentale è dominante, potrebbe prevalere la convinzione che cultura sia ammirazione delle vestigia del passato. Ma la cultura non ha lo sguardo volto all’indietro. Piuttosto ha sempre sollecitato ad alzarlo verso il domani". "Diceva Thomas Eliot: 'Se smettiamo di credere al futuro, il passato cesserà di essere il nostro passato: diventerà il passato di una civilizzazione estinta'. Ricordare, tener conto delle lezioni del passato è fondamentale - ha sottolineato il Capo dello Stato - ma la storia è levatrice dell’avvenire. Essere fedeli alla propria storia significa, appunto, costruire il futuro. Nel nostro caso l’Italia, con i giacimenti culturali che ovunque la contraddistinguono, è essa stessa lezione di dialogo, di pace, di dignità, per l’oggi e per il domani".

Poi ha concluso: "Viviamo un tempo in cui tutto sembra esprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza. La cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà. Ad Agrigento, in Sicilia, in tutto il nostro Paese, nella nostra amata Italia". "Guardiamo con speranza a questo anno da vivere insieme - ha detto il Capo dello Stato - con la voglia di accogliere, di conoscere, di dialogare, di compiere un percorso affascinante, in compagnia gli uni degli altri".

Giuli: "Agrigento può interpretare senso memoria continentale euro-africana condivisa"

Agrigento capitale della cultura 2025, ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli alla cerimonia di inaugurazione, è "la grande occasione per non fallire". "Agrigento può essere il cardine della rinascita di un territorio ricco di complessità, prodotto delle innumerevoli civiltà che sono fiorite, sfiorite e rifiorite, modello di una Sicilia orgogliosamente speciale. Espressione di una armonia e di un dialogo euromediterraneo", ha spiegato.

"Agrigento può finalmente interpretare il senso di una memoria continentale euro-africana condivisa e farne il fermento di un ritrovato benessere individuale, di crescita collettiva, contribuendo allo scopo armonioso di uno sviluppo del territorio e della coscienza di civile di chi lo abiterà dopo di noi", ha continuato il ministro. "Il filosofo agrigentino Empedocle - ha detto Giuli - ci ricorda che la parola 'ospite' racchiude in sé il duplice significato che l'insigne linguista Ottorino Pianigiani così riassume: 'Chi è l'ospite? L'ospite è quegli che riceve il forestiero e gli dà cibo, per benevolenza e umanità. E poi il forestiero medesimo, che è alloggiato e protetto". Ma dove avviene questo? Se non nella forte rocca di cui parla Empedocle, la rocca dell'amicizia italiana, siciliana, agrigentina, che vince ogni discordia e si fa veicolo di civiltà, seguendo i principi di ordine e di giustizia".

"Agrigento deve restare fedele alla propria natura di terra libera e ingegnosa, aperta al dialogo e all'incontro di civiltà affratellate in una medesima koinè, nelle fervide quinte del nostro teatro globale, in cui ogni giorno uomini e donne scrivono frammenti di una storia nuova. Soltanto tornando a riflettere sulla propria identità, sui percorsi attraverso i quali essa si è formata, sui processi che l'hanno plasmata e sulle stratificazioni che ne hanno arricchito la linfa vitale, è possibile raggiungere quella consapevolezza di sé necessaria a rispecchiarsi nelle altre culture. È questo lo spirito che ha animato la candidatura di Agrigento a Capitale italiana e aggiungo Capitale mediterranea della Cultura", ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli nel suo intervento. "Da questa sensibilità - ha aggiunto - è disceso un palinsesto che guarda avanti, improntato all'innovazione, alla ricerca, alla tecnologia, orientato al coinvolgimento delle giovani generazioni, nell'abbattimento delle barriere architettoniche e cognitive, al miglioramento dell'accessibilità al patrimonio, alla promozione dell'imprenditorialità e della sostenibilità nei settori culturali e creativi. Con il benefico effetto di accrescere i flussi turistici, certo, ma soprattutto con l'obbligo morale di rafforzare la partecipazione pubblica e la coesione sociale di una comunità che deve ritrovare fiducia, ottimismo, concordia".

Schifani: "Agrigento fulcro accoglienza e mobilità"

"Agrigento capitale italiana della cultura 2025 è una grande scommessa che non possiamo perdere e che non perderemo" , ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, alla cerimonia d'inaugurazione alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Parole che sono state accolte da un lungo applauso del pubblico.

"Quella che si celebra oggi - ha spiegato - è una grande occasione per tutti gli italiani, non solo per il rilancio e il riscatto di Agrigento, e dell’intera Sicilia, che hanno sofferto e superato stereotipi a livello internazionale, affrontato e risolto in parte difficoltà sociali non indifferenti". "Ad Agrigento inizia oggi, di fronte a questo suggestivo 'mare africano, immenso e geloso', un nuovo cammino. E sarà intersecato da opportunità che occorre cogliere, da sogni operosi da trasformare in nuove iniziative culturali e imprenditoriali sorrette dall’impegno di realizzazioni concrete"

"Questa antica Città, come la Sicilia intera, è culla della cultura, della civiltà, della letteratura, del diritto,- ha continuato Schifani - pur se tra le tremende contraddizioni delle difficoltà economiche e della criminalità mafiosa, i due angeli neri dai quali, ci stiamo progressivamente affrancando con una scelta di popolo che si è alimentata del sacrificio di eroi che hanno offerto la loro vita. Pirandello diceva di esser nato in Sicilia e che qui 'l'uomo nasce isola nell’isola e rimane tale no alla morte'". "Agrigento, coinvolgendo l’isola di Lampedusa ed i comuni della Provincia, ha assunto come ispirazione, riferimento tematico e obiettivo di questa iniziativa la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, ponendo come fulcro di tale relazione: l’accoglienza e la mobilità". ha detto ancora. E poi: "Il programma delle iniziative presentato a un pubblico nazionale e internazionale è di grande interesse proprio perché, partendo dalla straordinaria eredità culturale del territorio, valorizzi una variegata offerta nella quale tradizione, intersezioni e contaminazioni culturali consentono di prospettare una dimensione che vuol essere innovativa e guardi con fiducia allo sviluppo socio-economico che con fatica, ma con determinazione, la Sicilia ha avviato".

Poi Schifani ha ricordato alcuni degli appuntamenti previsti durante il 2025: "Una città e il Suo territorio si aprono oggi alla Nazione, all’Europa, al Mediterraneo ed al Mondo promuovendo spettacoli musicali, teatrali e letterari, mostrando il nostro straordinario Patrimonio archeologico: dalla Valle dei Templi, al Museo Archeologico “Pietro Griffo”, a questo Teatro, allo scrigno costituito dal Giardino della Kolymbethra, alla Cattedrale e all’urna restaurata del patrono San Gerlando, il Mandorlo in ore, Carnevale di Sciacca, riti della Settimana Santa e festa di San Calogero tra gli elementi fondamentali di una tradizione da far conoscere ai visitatori di tutto il mondo, ma anche celebrazioni religiose, mostre, concerti, rassegne cinematografiche e iniziative di celebrazione di una cultura culinaria che fa della stratificazione e della commistione i propri preminenti caratteri".

"Una visione relazionale, di accoglienza, di dialogo che è un antico retaggio del nostro modo di essere, di trattare la diversità dalla nostra identità. Noi in Sicilia facciamo così da secoli. E Agrigento - ha concluso il presidente della Sicilia - sarà ancora una volta testimonianza ed emblema dalla cultura siciliana e italiana. Che l’anno da Capitale italiana della cultura per il 2025 possa lasciare ad Agrigento il segno indelebile della svolta d affidarle, in questa prospettiva, il ruolo di riferimento futuro culturale per l’intera Sicilia e la nostra Patria".

Il sindaco Micciché: "Giornata irripetibile per la città"

"Sono onorato, orgoglioso di accogliere in un clima di calore e festa, il Presidente della Repubblica, ha detto il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè alla cerimonia inaugurale di Agrigento capitale della cultura. "La presenza di Mattarella è anche uno sprone perché all'alba del 2025 è motivo di incoraggiamento e assunzione di responsabilità", ha spiegato.

Già prima che il presidente arrivasse, Micciché non aveva nascosto la commozione parlando con i giornalisti: "Sono emozionato"."Questo è un giorno importante per Agrigento e tutto il territorio agrigentino e Lampedusa", aveva detto aspettando Mattarella al Teatro Pirandello e ricordando che Lampedusa fa parte del progetto del la Capitale della Cultura. "Una giornata come oggi per Agrigento è irripetibile. Abbiamo dato al nostro territorio una grandissima opportunità e dobbiamo essere bravi adesso a mantenere quello che abbiamo promesso di fare e andare oltre. Il 2025 deve essere un punto di partenza affinché poi Agrigento possa godere di quanto si è fatto in questi anni".

Miccichè ha preferito non tornare sulle polemiche dei giorni scorsi, come la pioggia all'interno del Teatro Pirandello e le strade asfaltate 24 ore prima dell'inaugurazione, e smorza i toni: "Io vado oltre, vado avanti, ritardi non so chi è che li denuncia di volta in volta". "Voglio ringraziare - ha aggiunto - il presidente Schifani che ha dimostrato come sempre una grande sensibilità e un grande interesse per il nostro territorio. La regione siciliana è al nostro fianco".

Il centro città blindato per l'evento

Il centro città è blindato, con pattuglie di poliziotti e carabinieri in ogni angolo, transenne, chiusure al traffico in molte zone. L’ordinanza di chiusura al traffico, firmata dal nuovo comandante della polizia municipale Vincenzo Lattuca, prevede divieti di sosta con rimozione forzata e blocchi alla circolazione in diverse zone della città. I provvedimenti sono in vigore già da ieri e saranno validi fino alle 15 di oggi, coinvolgendo numerosi snodi stradali chiave.

E' iniziata con l'inno nazionale la cerimonia di Agrigento Capitale della Cultura, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ad aprire la cerimonia è stato Roberto Albergoni, Presidente della Fondazione. "Agrigento Capitale della cultura è una opportunità straordinaria per guardare avanti con fiducia- dice Albergoni - Il 2025 sarà un anno di riapertura degli spazi pubblici, del centro storico, dei giardini, apertura di luoghi ma soprattutto apertura di pensiero".

Ex sindaco di Lampedusa: "Isola esclusa"

“Agrigento è stata scelta quale Capitale italiana della cultura 2025 anche perché, nel progetto iniziale presentato al momento della candidatura, Lampedusa aveva un ruolo determinante", dice Totò Martello, capogruppo del Pd al Comune di Lampedusa e Linosa. "In tutti questi mesi però non è mai stata fatta alcuna riunione né attivata alcuna iniziativa per il coinvolgimento dell’isola, nel disinteresse più totale non solo del capoluogo ma anche della stessa Amministrazione comunale di Lampedusa che, probabilmente per propria incapacità, ha del tutto e colpevolmente ignorato quella che, almeno sulla carta, poteva essere un’opportunità di promozione culturale e turistica. A questo punto che senso ha continuare a far parte della provincia di Agrigento? Presenterò una mozione al Consiglio comunale per chiedere di attivare tutte le iniziative necessarie affinché la nostra isola diventi l’83° Comune della provincia di Palermo”. .

“Mi rivolgo anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - aggiunge Martello - affinché valuti questa situazione con la massima attenzione. Signor Presidente, saremo anche ‘Capitale della Cultura’ ma a Lampedusa per una visita specialistica fanno aspettare anche mesi, e in provincia di Agrigento abbiamo ancora i rubinetti a secco e l’acqua nelle vasche da bagno”.

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