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Luca Tommassini, l’operazione al cuore grazie a Fiorello:”Ma ho rifiutato fentanyl”
Il coreografo rivela di aver preso l'antidolorifico in passato per un altro intervento e di esserne diventato dipendente
Questo è "l’anno del cuore nuovo". Così definisce il 2025 il coreografo e danzatore Luca Tommassini che ha cominciato il nuovo anno riprendendosi da un intervento con cui gli è stata ricostruita la valvola mitrale. In un'intervista al 'Corriere della Sera' racconta: "Compiuti i 50, invece di rallentare, ho aumentato le sfide. Gli ultimi due anni sono stati incredibili, tra il tour mondiale con Laura Pausini e la trasmissione con Fiorello all’alba. A un certo punto ho iniziato ad avere degli scompensi psico-fisici piuttosto forti. Ma non potevo fermarmi. Finché un giorno Fiorello, che per me è famiglia, mi mette una mano sul braccio, come fa lui, mi guarda e mi dice: 'È il cuore' e 'ti ho già prenotato l’appuntamento con il mio cardiologo'. E ci sono andato, altrimenti si arrabbiava". Dopo la visita, l'operazione a Natale.
Il post intervento
Tommassini rivela poi alcuni dettagli del post intervento: "Quando mi hanno estubato, ho provato un dolore infernale. Ero tutto 'rotto' davanti. Piangevo, urlavo. A un certo punto, sento che stavano per somministrarmi il Fentanyl. Ho urlato ancora più forte: 'Non datemelo, ho sepolto troppi amici per il Fentanyl'. Io stesso ne sono dovuto uscire, dopo un’operazione che mi fecero a Los Angeles. Ne diventi subito dipendente'". Lei ha ballato con i più grandi, tra cui Prince e Michael Jackson che ne abusavano, chiede la giornalista. "Prince aveva l’Aids ma è morto di Fentanyl. È spaventoso. È la droga peggiore perché è legale", commenta Tommassini.
La carriera e la vita privata
Nel suo passato c’è stata molta droga? "Fino ai 21 anni, quando feci il tour mondiale di Whitney Houston, ero stato un atleta sanissimo. Lavorare con lei fu importante ma un inferno. Crack, cocaina, crystal meth: erano tutti sempre strafatti, più della metà sono morti. Compresa lei". Come ne uscì? "Mi chiamò Heather Parisi per propormi uno spettacolo insieme in Italia. Accettai subito, pensavo che tornare da mia madre mi avrebbe fatto chiudere con tutto". È stato così? "Assolutamente sì. Ho smesso in fretta, ero giovane e, soprattutto, non avevo mai fumato la droga. Avevo letto che era la cosa peggiore".
Con Heather Parisi vi siete anche fidanzati. E lei non ha mai dichiarato una sua omosessualità. Perché? - prosegue l'intervista - "Ci siamo amati moltissimo. Io non mi sento obbligato a fare nessun coming out. Ho amato uomini e donne. Mio padre quasi ci ammazzava a me e mia madre perché mi vedeva 'diverso', e io è da quando sono piccolo che lotto per essere libero. E devo dire grazie a mamma, che è finita in coma per difendermi dalle botte di papà". E sulla sua famiglia 'per scelta', Tommassini ricorda che per tanti anni la sua è stata con Madonna: "Ero il suo ballerino, l’unico che portava sempre con sé. Con lei e suo fratello Cristopher passavo insieme il Natale. Nel 1994 parlammo di fare un figlio insieme. Desiderava averne ma non in coppia. Così mi propose di farlo con lei, avrei potuto poi vederlo in qualunque momento". Perché disse di no? "Volevo una famiglia mia. Allora lo propose al suo personal trainer Carlos Leon, che un po’ mi somigliava. Lui accettò. Ed è nata Lola".
Spettacolo
La voce italiana di Costner: “Kevin uno della porta...
A parlare all'Adnkronos è Michele Gammino, in occasione dei 70 anni del divo di Hollywood
Ascoltare la sua voce al telefono è un film. È bastato un "Ciao, pronto" per immaginare di essere con Kevin Costner in 'Guardia del corpo' o con Harrison Ford in 'Indiana Jones'. Dall'altra parte 'della cornetta' c'è Michele Gammino, la voce italiana di Costner, raggiunto telefonicamente dall'Adnkronos in occasione dei 70 anni del divo di Hollywood, che compie oggi 18 gennaio. "Kevin è uno della porta accanto. L'ho incontrato due volte: non mi sono trovato davanti a un divo di Hollywood, ma a un uomo semplice in jeans e gilet. Ricordo i suoi sorrisi e la sua gentilezza, mi ha detto di essere molto contento dei miei doppiaggi", racconta il doppiatore.
Gammino, classe 1941, lo ha doppiato per la prima volta in 'Fandango', film del 1985 diretto da Kevin Reynolds. Poi è arrivato il grande successo di 'Balla coi lupi': "Sono stato scelto direttamente dalla produzione americana", ricorda Gammino, "ma nessuno ti garantisce che sarai la voce ufficiale di un attore o di un altro". Ma, a volte, bastano i film giusti per diventare memorabile. E così è stato per Gammino, che lo ha doppiato anche in 'Guardia del corpo', 'JFK - Un caso ancora aperto' e 'Un mondo perfetto', pellicole che sono entrate nella storia del cinema e che per il pubblico italiano sono legate indissolubilmente alla voce di Gammino.
In 60 anni di carriera è stata anche la voce, tra i tanti, di Richard Gere - "l'ho doppiato in 'Pretty Woman'" - ma anche di Jack Nicholson, Bill Murray e Harrison Ford, "che torno a doppiare in 'Captain America: Brave New World', al cinema dal 12 febbraio distribuito da The Walt Disney Company Italia. "Kevin Costner, come Ford, è una 'macchina da guerra'. Il tempo passa, ma la sua energia è sempre la stessa", conclude. (di Lucrezia Leombruni)
Spettacolo
Kevin Costner compie 70 anni, da autista di bus a divo di...
Dai film cult alla carriera musicale fino alla realizzazione di un sogno con la serie 'Horizon'
Prima di diventare un divo di Hollywood, faceva l'autista di bus turistici tra le case delle 'stelle' del cinema. Non sapendo, o forse lo sognava già, che un giorno sarebbe diventato una di loro. Oltre 40 anni di carriera e un compleanno importante da festeggiare: oggi, 18 gennaio, Kevin Costner compie 70 anni. Tra blockbuster e film indipendenti, ha interpretato ruoli 'da duro' e drammatici, ma anche rassicuranti e romantici. Si può dire che sia la perfetta sintesi degli eroi western: come loro, è pronto a combattere nonostante tutto e alla fine ne esce vittorioso. Come quando ha deciso di investire i suoi soldi insieme a una proprietà per realizzare il suo sogno con l'opera 'Horizon: An American Saga'. Insomma, di 'braveheart' non c'è solo Mel Gibson... ma anche Costner.
Il debutto e i successi sul grande schermo
Classe 1955, all'anagrafe Kevin Michael Costner, attore, regista, produttore cinematografico, musicista statunitense e, a tutti gli effetti, una vera istituzione di Hollywood e non solo. Ha iniziato la sua carriera negli Anni 80 con i film 'Night Shift – Turno di notte', 'Tavolo per cinque', 'Fandango' e 'Gli intoccabili'. Ed è grazie al cult di Brian De Palma che Costner ha iniziato ad essere sulla bocca di tutti con l'interpretazione dell'agente speciale incaricato di inseguire e fermare Al Capone (Robert De Niro), portando sul grande schermo un inseguimento che ha fatto la storia del cinema.
La consacrazione nel mondo del cinema è arrivata con il debutto alla regia di 'Balla coi lupi', vincitore di 7 premi Oscar (tra cui Miglior film e Miglior regia). Nel western è anche protagonista, interpreta un ufficiale di cavalleria di frontiera che forma un legame speciale con il popolo Lakota Sioux. E poi, come dimenticare il romanticissimo 'The Bodyguard', in cui interpreta la guardia del corpo della superstar Whitney Houston, minacciata da uno stalker. Non importa quante volte verrà riproposto sul piccolo schermo e non importa se si conoscono le battute a memoria: tutti lo (ri)guarderanno come se fosse una prima visione.
La voce italiana di Costner: "Kevin uno della porta accanto"
La fase calante della carriera e poi il 'tutto per tutto'
Tra i suoi film entrati nella storia del cinema ci sono anche 'Robin Hood' - per cui riceve il primo dei suoi tre Razzie Award, il riconoscimento ironico che stabilisce il peggior attore cinematografico dell'anno - e 'JFK - Un caso ancora aperto', il film autobiografico di Oliver Stone. Qui, interpreta il procuratore distrettuale di New Orleans che indaga sull’omicidio di Kennedy. Costner non è stata la prima scelta. Inizialmente il ruolo era stato proposto a Harrison Ford, che l'ha rifiutato. La carriera di Costner ha subito una fase calante, iniziata con 'Waterworld - Mondo sommerso', proseguita con il rifiuto di due ruoli - il colonnello James Dolittle in 'Pearl Harbor' e Bill nei due capitoli di 'Kill Bill' di Quentin Tarantino - e finita con la scelta di buttarsi nella musica, tra le sue più grandi passioni, fondando la band Kevin Costner & Modern West.
E poi è arrivata 'Horizon: An American Saga', con cui ha tentato 'il tutto per tutto', investendo i suoi soldi e la sua proprietà. Si tratta di un'epopea western ambientata nei quattro anni della Guerra civile, dal 1861 al 1865, e porta il pubblico in un viaggio attraverso un Paese in guerra con se stesso, attraverso la lente di famiglie, amici e nemici che cercano di scoprire cosa significa veramente essere gli Stati Uniti d’America. Il primo capitolo è stato presentato all'ultima edizione del Festival di Cannes, il secondo alla Mostra del Cinema di Venezia (in programma qualche mese dopo la kermesse francese). Non è stato un grande successo al box office ma, come ha detto Costner in una intervista di qualche anno fa, "i veri eroi sono gli uomini che cadono ma alla fine vincono perché sono rimasti fedeli ai loro ideali e agli impegni". Infatti, è al lavoro sul terzo capitolo, in fase di riprese. Mentre il quarto e ultimo sarebbe già scritto e in attesa di essere girato.
La vita privata
E l'amore? Dal matrimonio con l'attrice Cindy Silva, sua compagna al college, sono nati i tre figli (Annie, Lily e Joe). L'infedeltà dell'attore ha scritto la parola fine alla relazione. Dopo il divorzio, Costner ha avuto una breve relazione con la socialite Bridget Rooney, che gli ha dato un figlio, Liam. Nei primi anni 2000 ha sposato la modella Christine Baumgartner, dalla relazione sono nati Cayden, Hayes e Grace Avery. La coppia è arrivata al capolinea dopo molti anni.
Ma dietro ogni divo, senza eccezioni per Kevin Costner, c'è sempre qualcosa che non tutti sanno. Prima di entrare nell'Olimpo dei grandi, Costner ha lavorato su una barca di pesca d'altura ed è stato un autista di bus turistici tra le casa delle star di Hollywood. Inoltre, l'attore è amante del baseball. Ma anche del golf, e qualche volta ha condiviso il prato con l'ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. "Sono felice delle cose che ho fatto. Non sempre sono felice per i risultati, ma sono felice per le decisioni ho preso, perché le ho prese io. E penso che sia un modo importante per affrontare la vita", ha detto Costner in un'intervista di qualche anno fa. Leggendo le sue parole, non c'è da chiedersi perché sia considerato un divo di ieri, di oggi e lo sarà anche di domani.
Spettacolo
Arriva in sala ‘Ciao Bambino’, le scelte di...
Il primo lungometraggio di Edgardo Pistone in uscita il 23 gennaio
Sul finire dell’estate dei suoi diciannove anni, Attilio, un ragazzo che vive in un rione popolare di Napoli, viene incaricato di proteggere una giovane prostituta dell’Est. Senza poterlo ammettere apertamente, se ne innamora. Quando, però, il padre esce dal carcere ed è costretto a ripagare un debito consistente, Attilio si trova a scegliere tra l’amore per la ragazza e quello per il padre, mettendo in gioco la sua libertà e la sua vita fino a quel momento. A 'raccontare' - rigorosamente in bianco e nero - la storia di Attilio è 'Ciao Bambino', opera prima di Edgardo Pistone, nelle sale italiane dal 23 gennaio, distribuito da Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures.
Il film è prodotto da Bronx Film, Anemone Film, Mosaicon Film, Minerva Pictures Group e realizzato con il sostegno del ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e Regione Campania – Fondo Cinema e Audiovisivo, in collaborazione con Film Commission Regione Campania. Presentato in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma 2024, dove ha vinto ex aequo il Premio Miglior Opera Prima, 'Ciao Bambino' ha già avviato un tour in vari festival nazionali e internazionali, collezionando prestigiosi premi, tra cui il Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Film Festival 2024 nella categoria Concorso Opere Prime e la Menzione Speciale nella sezione Spazio Campania al Laceno d’Oro International Film Festival.
Il film, per cui è stato scelto il bianco e nero tipico del realismo che rende universali i sentimenti raccontati, è scritto e sceneggiato dallo stesso regista con Ivan Ferone e vanta nel cast giovani attori scelti dopo un lungo e faticoso street casting come Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo e Rosalia Zinno.