Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!
Da Ghali a Tony Effe, passando per Sfera Ebbasta e Tedua, tanti i rapper alle oltre due ore di concerto
Lazza è il ragazzo dei record: secondo classificato a Sanremo 2023 con 'Cenere', unico rapper solista in Italia ad essersi aggiudicato un Disco di Diamante per un album, è l'artista italiano con più certificazioni del 2024 secondo dati Fimi. Ma non basta.
Anche dal vivo Jacopo Lazzarini, questo il nome all'anagrafe, non delude le aspettative. Dopo il successo delle prime tappe, arriva all'Unipol Forum di Milano calando un poker di quattro sold out per il suo Locura Tour 2025, la nuova avventura live che animerà per tutto gennaio i principali palazzetti italiani, e che da mesi ha registrato l'en plein di tutto esaurito nelle sue 11 date. Un tour monstre, la sua seconda volta nei palazzetti, oltre due ore di musica e una setlist di 39 brani, curata nei minimi dettagli, che ospita sul palco milanese il meglio della scena rap italiana come Kid Yugi (con cui duetta sulle note di 'Mezze verità'), Ghali (in 'Ghetto Superstar'), Noyz, Capo Plaza, Tony Effe, Tedua e Sfera Ebbasta. Con loro ripercorre il suo repertorio, senza dimenticare i brani dell'ultimo album fresco di certificazione Triplo Disco di Platino 'Locura'.
"È un bel periodo, mi sto godendo i frutti di un album difficile da realizzare, venendo dal disco precedente, 'Sirio', che ha fatto risultati impensabili - dice Lazza -. Sono contento ma rotto fisicamente: con tutti questi brani in scaletta a livello vocale arrivare alla fine è devastante e un'ulteriore messa alla prova per me". Per questo tour, il rapper milanese ha voluto fare le cose in grande e in modo diverso rispetto alla tournée precedente. Basti pensare al palcoscenico a forma di diamante, studiato per offrire una visuale perfetta da ogni angolazione e frammentato da monoliti conficcati nel palco, lastre di cemento spaccate da cui emergono fasci di luce pulsante, e poi botole, lift e magic stairs in uno scenario post apocalittico dal forte impatto visivo. "Io questo palco lo pensavo da un po' di tempo così e sono contento che siano riusciti a realizzarlo come lo avevo in mente - ammette il rapper -. Sapevo che stavano per certificare il Disco Diamante e mi sono detto perché non farlo proprio con questa forma?".
Con lui sul palco non è presente una band, come nel precedente tour "ma forse la rivedremo - assicura -. Stavolta è quasi come Spotify però dal vivo. Ho voluto fare una cosa diversa, dando la precedenza al lato estetico". Ogni brano è un viaggio nella locura di Lazza. Il pubblico apprezza e canta a squarciagola tutte le canzoni. Nella lunghissima scaletta non mancano hit come 'Re Mida', 'Certe cose', 'Molotov', 'Abitudine' e 'Bon Ton', l'immancabile 'Cenere'. E ancora 'Gucci Ski Mask', 'Canzone d'odio' e 'Uscito di galera' oltre a una versione acustica di 'Buio davanti', eseguita assieme al suo storico insegnante di pianoforte, Aleksander Zielinski, maestro anche di tanti piccoli pianisti milanesi. "Lo conosco da 20 anni - dice Lazza - mi ha messo lui le mani sul pianoforte ed è bello poterlo coinvolgere dopo tanto tempo. Ci tengo agli affetti e al concerto, e portare qualcuno con cui ho un rapporto così speciale nel mio tour, per me è davvero significativo".
Nella sua Milano Lazza si sente a casa. E la famiglia è sempre presente. Da due mesi è diventato papà del piccolo Noah, avuto dalla compagna Greta Orsingher. "Devo gestire un po' i tempi - ammette - il bambino è piccolo e tutte le attenzioni sono rivolte a lui, lo vorrei portare con me ma è davvero troppo piccolo. Mia mamma, invece, viene a tutte le date". In linea con l'immaginario post apocalittico dello show, un posto d'eccezione lo occupano gli abiti di scena: tutti capi custom made, nei colori del bianco e nero, firmati da Domenico Orefice, tra cui spiccano i gilet con le spalle borchiate e i tank-top di pelle con il 22, il suo numero fortunato. "Volevo qualcosa di diverso - spiega Lazza - e ho scelto designer emergenti. Sono tutti capaci ad andare in Montenapoleone e vestirsi. Con Domenico ho avuto già il piacere di lavorare per il booklet del disco, l'anno scorso ha realizzato uno degli outfit per Sanremo e siamo molto amici. Abbiamo gusti simili, consideriamo lo stilista Rick Owens il nostro papà".
A soli 30 anni vanta numeri incredibili questo giovane artista che ama Chopin e il rap, e che si prepara a conquistare anche gli stadi, dove approderà per la prima volta con due date estive, allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro e San Siro, entrambe a luglio. Mentre ad aprile varcherà i confini nazionali con il suo European Tour 2025, 11 date che lo porteranno nelle principali città europee. "È un bene che la scena rap si stia prendendo gli stadi - osserva -. Io quando ho iniziato a fare i concerti pregavo che ci fossero 100 persone e oggi ci metto la stessa enfasi del passato. È un grosso goal. Vuol dire che le cose sono cresciute e per il genere che faccio sta andando sempre meglio".
Non si sente un precursore, però, ammette, "a 12 anni quando ho iniziato a fare i primi live mi ci potevo pagare una cena e mai avrei pensato di fare i palazzetti un giorno. Quando io facevo 100 persone Salmo era al Fabrique. Lui mi ha sempre consigliato di fare le cose in una determinata maniera sul palco, e magari io ho fatto lo stesso con qualche amico del settore, passando il testimone". Il futuro, nel frattempo, lo sogna in grande: "Gli stadi li immagino pieni, cercheremo di fare per dieci quello che stiamo facendo con questo tour e da tifoso magari a San Siro ci metto di mezzo il Milan…poi chissà, magari un giorno ci esce anche un live a New York". (di Federica Mochi)
Spettacolo
Lottò per condanna Priebke, su Rai1 la storia di Giulia...
Si è battuta per l’estradizione e la condanna di Erich Priebke, l’esecutore materiale della strage delle Fosse Ardeatine. Una scelta dolorosa che ha riaperto le tragiche ferite che hanno segnato il suo passato. E’ la storia dell’ebrea romana Giulia Spizzichino raccontata ora su Rai1, in occasione della Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio, nel film tv ‘La farfalla impazzita’ in onda mercoledì 29 gennaio in prima serata.
Produzione 11 Marzo Film, in collaborazione con Rai Fiction, la pellicola vuole essere quindi un omaggio alla Giornata della Memoria e vede come protagonista, nei panni di Giulia, Elena Sofia Ricci. La regia si avvale della regia di Kiko Rosati. L’obiettivo è quello di tornare su una capitolo tragico della nostra storia “con un racconto estremamente potente”, ha sottolineato Anouk Andaloro di Rai Fiction che ha spiegato: “E’ un viaggio nella memoria personale di questo grandissimo personaggio, una donna che ha avuto il coraggio di riaprire una pagina personale riaffrontando il dolore attraverso un viaggio lunghissimo che la condurrà in Argentina per riportare indietro Priebke facendo finalmente giustizia”. L’obiettivo di fare giustizia “è un momento catartico non solo per Giulia Spizzichino, ma anche per tutti coloro che cercavano di fare verità e giustizia. E’ un racconto di impegno civile che oggi serve che va fatto vedere ai giovani”.
“Abbiamo cercato di trovare – ha aggiunto Matteo Levi, direttore 11 Marzo Film – una storia che non fosse limitata agli anni sui quali tanti storie sono state narrate. Mi interessava trovare qualcosa di più moderno e vicino a noi. Uno dei punti di forza di questo film è che rinfresca la memoria che è sempre attuale. Il racconto serve anche per mettere al fuoco il fatto che quegli anni rischiano di ripetersi”. Il film, tratto dal libro omonimo scritto da Giulia Spizzichino e Roberto Riccardi edito da Giuntina editore, verrà presentato in anteprima il 27 gennaio alle 10.30 al cinema Adriano di Roma a 700 studenti alla presenza del cast e della protagonista Elena Sofia Ricci per iniziativa di Alice nella città, il festival cinematografico internazionale dedicato agli esordi. Non solo: il 28 gennaio al Quirinale Elena Sofia Ricci reciterà un monologo tratto dal film davanti al Presidente Mattarella.
“Ho letto il libro e ho letto molte interviste a Giulia Spizzichino e ho cercato di capire il suo dolore. Un dolore in cui è rimasta cristallizzata”, ha affermato Elena Sofia Ricci che ha aggiunto: “Mi sono presa una licenza e ho voluto che venissero citate queste frasi di Camilleri: ‘Tutti i carnefici sono carnefici, tutte le vittime sono vittime, in ogni tempo e in ogni luogo. Le bestie uccidono per paura, per fame; gli uomini no, uccidono per potere, per denaro, e questo li rende colpevoli. E’ un film – ha sottolineato ancora – che parla a tutti e non solo dell’Olocausto: qui si parla dei desaparecidos in Argentina e della potenza che le donne raggiungono quando si uniscono’.
A recitare accanto ad Elena Sofia Ricci, vestendo i panni del marito, è Massimo Wertmuller. “Abbiamo costruito un personaggio che nell’amore e nel silenzio si è messo sulle spalle tutti i fantasmi incontra la signora Spizzichino spingendola ad affrontarli”, ha detto.
Spettacolo
Sanremo 2025, Giorgia: “Festival fuori programma, la...
La cantante torna all'Ariston con un brano scritto da Blanco e Michelangelo
Sanremo 2025 non era previsto nei piani di Giorgia ma quando si è presentata l’occasione di partecipare in gara con il brano ‘La cura per me’, la regina indiscussa della musica italiana non ci ha pensato due volte. "È iniziato tutto da Sanremo di un anno fa, quando Amadeus mi ha dato l’occasione di essere co-conduttrice", ha rivela Giorgia incontrando la stampa a Milano.
La partecipazione a Sanremo
"Questo - spiega la cantante - mi ha avviato verso una strada diversa che ho preso gusto a cavalcare. E poi l’esperienza ricca e intensa di 'X Factor' mi ha permesso di imparare cose nuove". Da allora percorso musicale non si è fermato e con il team di Slait (il direttore musicale, pseudonimo di Ignazio Pisano, che lavora già con Lazza e Salmo, ndr) ha iniziato a provare canzoni e a parlare di musica e visione, "con input continuamente nuovi”.
Per Giorgia il 2024 è stato un anno bello denso: a ottobre ha pubblicato il brano ‘Niente di male', poi la cantante romana ha prestato la voce a Matangi, il personaggio Disney di ‘Oceania 2’, e Ferzan Ozpetek l’ha chiamata a realizzare la colonna sonora del suo film ‘Diamanti’, a 22 anni di distanza da ‘Gocce di memoria’ scritta per la pellicola del regista turco ‘La finestra di fronte’. La ciliegina sulla torta è stato il brano tagliato e cucito per il palco di Sanremo, 'La cura per me'. "E' una canzone che già dal primo ascolto, anche se non mi avesse riguardato, mi ha emozionata, come le canzoni di una volta - spiega Giorgia -. Ho sentito qualcosa dentro che mi ha fatto pensare che era davvero una di quelle che vuoi cantare. Dopo il provino qualcuno del team ha detto ‘la mandiamo a Carlo (Conti)?’ Io mi sono messa le mani in faccia, non era previsto nei programmi tornare a Sanremo in gara”.
Il Festival del 2023
Lei, che sul palco dell’Ariston ha dato il meglio di sé, prima con la partecipazione nel 1994 con il brano ‘E poi’, settimo classificato, poi con la vittoria nel 1995 con ‘Come Saprei’, e il secondo posto nel 2001 con ‘Di sole e d’azzurro’. Fino al 2023 non è mai voluta tornare in gara. Finché due anni fa Amadeus, l’ha convinta a calcare di nuovo il palco dell’Ariston con ‘Parole dette male’. Giorgia arrivò sesta.
“Quello è stato un Sanremo interiore, la prima cosa che facevo dopo il Covid ed essermi molto chiusa - racconta - la prima sera su quel palco mi sono sentita così bambina e piccola…però ho fatto una trasformazione quella settimana, mi sono detta ‘questa sono io e devo lavorare per questa passione’. Ho ho ritrovato la scintilla che pensavo di aver perso. Non è andata malissimo, è vero, ma non è stato un enorme successo. Forse se non fossi andata a fare quell’esperienza lì sarei ancora a casa chiusa a capire cosa fare”.
I pronostici
Quest’anno i bookmaker danno il suo nome in lizza tra i vincitori. Ma lei si schermisce. “Che ansia...di solito i pronostici non ci azzeccano mai, lo sappiamo, ma io sono sicura che Sanremo lo debbano vincere i ragazzi, io ho già dato - dice -. La vittoria è fare bene la canzone, il resto è in più. Il bello dell’età è vivere le cose in un altro verso. Sanremo ti può fare bene anche quando non vinci, se il progetto è costruito bene. L’importante è rendere onore a chi mi sta aiutando ma deve vincere un pischello o una pischella”.
All’Ariston quest’anno la cantante 53enne proporrà una canzone firmata da Blanco e Michelangelo. Mi piace confrontarmi con la musica che cambia - osserva Giorgia - è fonte di ispirazione. Nel lavoro di Blanco e Michelangelo ho trovato una classicità che non ti aspetti da due ragazzi ma da musicisti veri. Blanco ha una sensibilità particolare che lo porta a scrivere parole che da donna sento anche mie. Ed è mia anche l'armonia e la parte musicale”.
A un duetto sul palco di Sanremo non ha ancora pensato, di sicuro, però, sa che non si cimenterebbe mai in una cover di ‘La cura’ di Battiato “E’ un pezzo enorme da non toccare e quando è arrivata ’La cura per me’ abbiamo pensato che ci fosse questa montagna gigante" di assonanza "ma le paroline ‘per me’ fanno capire che c’è un altro livello umano e di modestia. Il maestro non si tocca". Un nuovo disco in arrivo, però, non è da escludere: “Ci stiamo provando alacremente - ammette - però dobbiamo esser sicuri. Io non mi sento mai pronta ma per fortuna ho qualcuno che mi obbliga ad esserlo”.
Mentre si prepara a tornare dal vivo con tre eventi per festeggiare i 30 anni di ‘Come saprei’ (il 13 giugno alle Terme di Caracalla a Roma, il 25 luglio al Teatro Greco di Siracusa e il 16 settembre alla Reggia di Caserta) Giorgia ha in cantiere per l'autunno anche tour nei palasport. Al momento l’attenzione è tutta per Sanremo. “Quando ho detto a mio figlio che c’era la possibilità di tornare in gara ha preteso di ascoltare la canzone e poi mi ha detto 'quest’anno meglio'. Lazza, invece, mi ha confessato che vorrebbe sapere per chi tifa mio figlio, visto che lui non sarà in gara, e vorrei saperlo anche io. Invece lo ha tenuto per sé e non mi ha nominata”. Almeno, non ancora. (di Federica Mochi)
Spettacolo
Amy Adams: “In ‘Nightbitch’ racconto la...
L'attrice recita nella dark comedy scritta e diretta da Marielle Heller
Amy Adams, sei volte candidata al premio Oscar, ha interpretato i personaggi più disparati eppure 'Nightbitch' potrebbe essere il film più surreale della sua lunga e sfaccettata carriera. In passato è stata una principessa Disney in 'Come d’incanto', la Lois Lane di Henry Cavill in 'L’uomo d’acciaio' e persino una filologa che comunica con gli alieni in 'Arrival' ma stavolta interpreta una neo mamma convinta che il suo corpo si stia trasformando in quello di un cane.
"Questo film è un’allegoria sull’identità e la trasformazione. Spero che porti a iniziare delle conversazioni sulla frustrazione e la rabbia delle donne, sui loro desideri e sui loro corpi, sul modo in cui supportiamo le donne e le loro famiglie", ha detto l’attrice alla stampa internazionale, in occasione della presentazione del film, che sarà disponibile su Disney+ a partire da venerdì 24 gennaio.
La trama
Tratto dall'omonimo romanzo di Rachel Yoder, il film scritto e diretto da Marielle Heller ha per protagonista una donna che mette in pausa la sua carriera da artista per diventare una madre casalinga e dedicarsi a tempo pieno al figlioletto di due anni. La sua nuova vita domestica però prende una piega surreale.
La regista ha due figli piccoli e, ha spiegato Amy Adams, al momento delle riprese il minore era neonato quindi "c'è un'importante prospettiva personale sulla storia" che mescola tanti generi, dalla commedia all'horror, per raccontare tutti i volti della genitorialità: la fatica e la gioia, le rinunce e l'amore.
La trasformazione
“La maternità ti cambia, ti connette con alcuni dei tuoi istinti primordiali”. In questa frase che viene pronunciata dalla bibliotecaria locale è contenuta tutta l’essenza di 'Nightbitch', commedia dark che vuole raccontare con una potente metafora la trasformazione che affronta una donna quando diventa madre. Non è solo il corpo a cambiare, ma la sua identità, il suo ruolo nella società, il modo in cui gli altri la vedono.
Amy Adams nella vita reale ha una figlia adolescente e per lei questo ruolo è stato un viaggio nel passato a quei primi anni in cui un figlio assorbe completamente tempo e pensieri di un genitore. "Quello che ho imparato come madre è che si passa attraverso una ricostruzione della propria identità", ha detto.
"Essere madre - ha spiegato l'attrice - è un'esperienza positiva e nel film infatti c'è un messaggio di ottimismo e di speranza" ma per comprenderlo questa donna dovrà prima "abbracciare la natura della maternità" perché inizialmente "non vuole accettare di non essere più chi era prima e non vede il valore di ciò che sta facendo".
Il senso di inadeguatezza
"Ci si aspetta che tu capisca tutto da sola senza ricevere aiuto da nessuno. La cultura popolare ti deride e c’è praticamente un'industria miliardaria che crea prodotti che ti fanno sentire una madre terribile”, è un altro passaggio del film. Come molte neo mamme anche la protagonista di 'Nightbitch' passa la maggior parte del tempo sola con il bambino, dal momento che il partner lavora a tempo pieno, e spesso si sente sola, mentre crede di collezionare un errore dopo l'altro e di disattendere le aspettative sociali.
Amy Adams ha spiegato quanto sia fondamentale avere una rete a cui appoggiarsi, specie quando le pressioni del mondo circostante diventano opprimenti. "Uno degli aspetti che amo di più del film - ha detto - è l'idea di comunità. Questa donna non si identifica più con chi era prima di diventare madre e si sente esclusa. Fare il genitore è un lavoro molto difficile, ecco perché è importante poter crescere i bambini in una comunità in cui ognuno abbia le proprie competenze e possa contribuire in modo unico alla crescita dei bambini. Mia figlia, ad esempio, ha beneficiato molto delle persone che sono entrate nella sua vita: non solo noi genitori, ma gli insegnanti, gli zii, gli amici".
La performance di Amy Adams
Nominata agli ultimi Golden Globe come 'Miglior Attrice Protagonista – Musical o Comedy' per questa performance, Amy Adams ha raccontato nell'incontro stampa che l'esperienza di interpretare questa neo mamma "è stata veramente intensa, anche catartica in qualche modo". "È un ruolo - ha spiegato - che mi ha resa più forte perché mi ha consentito di lasciare andare i giudizi su me stessa. Non ho mai pensato alla performance o al mio aspetto".
D'altronde uno degli inviti di 'Nightbitch', spiega l'attrice, è proprio quello di smettere di rincorrere la perfezione e di guardare il mondo attraverso i filtri di bellezza dei social. Nel film si loda tutto ciò che è istintivo e semplice per ricordare di tornare alle origini, alle versioni più vere di noi stessi, e "focalizzarci su ciò di cui abbiamo bisogno e su ciò di cui ha bisogno la nostra famiglia". (di Corinna Spirito)