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Trump-Musk, idillio a rischio? “Dopo fase romantica la seconda è più complicata”
Cosa ha detto all'Adnkronos Alec Ross, senior advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato di segretario di Stato e coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama
Donald Trump e Elon Musk ora vivono "una relazione quasi romantica", ma questo idillio potrebbe finire se dovesse sembrare che il proprietario di X e Tesla "stia ricevendo troppo credito e che il suo potere venga percepito come a scapito" del presidente, "allora Trump lo metterà da parte, come ha già fatto con decine di altri". Lo afferma all'Adnkronos Alec Ross, senior advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato di segretario di Stato e coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama.
"Come in molte relazioni appassionate, la seconda fase è più complicata della prima. Né Trump né Musk hanno mai avuto un capo. Finché Musk sarà disposto a dare tutto il merito a Trump, potranno mantenere il loro rapporto", prosegue Ross, che è anche distinguished visiting professor presso la Bologna Business School e autore del best-seller 'Il nostro futuro', tradotto in 24 lingue.
Perché la Silicon Valley si è schierata con Trump
Ross spiega poi i motivi per i quali la Silicon Valley da roccaforte liberal si è schierata apertamente con Trump. Tutti i ceo delle principali aziende, da Tesla a Google, da Amazon a Meta, erano sul palco vip durante la cerimonia di giuramento che i è tenuta nella Rotonda del Campidoglio. "Ci sono davvero tre motivi distinti qui. Nel caso di Musk e Tesla, si tratta di motivi ideologici. Elon Musk, a causa di alcune circostanze personali, ha cambiato orientamento politico", spiega il professore.
"Un secondo motivo riguarda un altro gruppo di stakeholder: una sorta di accordo è stato raggiunto. Nel caso di chi opera nel settore delle criptovalute, Trump ha cambiato la sua posizione su questo tema a favore di un ambiente deregolamentato, e in cambio questi leader hanno riversato tutto il loro sostegno su di lui - prosegue - Il terzo motivo è legato alla questione della regolamentazione contro la deregolamentazione. Biden ha avuto un rapporto intrinsecamente più conflittuale con Silicon Valley, imponendo regolamentazioni più severe, mentre Trump ha dichiarato che per ogni nuova regolamentazione creata, ne saranno eliminate dieci. Per questo terzo gruppo di stakeholder, si tratta principalmente del contesto generale per il mondo degli affari".
TikTok, il futuro ancora in Usa
Ross commenta quindi la vicenda TikTok, il social cinese che seconda la Corte Suprema dovrebbe cambiare proprietà, pena la messa al bando negli Stati Uniti. Con uno dei suoi primi ordini esecutivi, Trump ha dato alla piattaforma una proroga di 75 giorni per cambiare proprietà. Secondo Ross, "uno dei maggiori azionisti di TikTok è stato anche uno dei più generosi sostenitori finanziari di Donald Trump. Trump è un leader transazionale e, nel suo mondo, quel sostegno finanziario e politico si tradurrà nella presenza continuativa di TikTok negli Stati Uniti, anche se sarà necessario un trasferimento di proprietà attraverso la vendita forzata delle operazioni statunitensi".
"Il discorso di Trump? Non mi ha sorpreso"
L'ex consigliere di Hillary Clinton esprime il suo giudizio, infine, sul discorso inaugurale di Trump, tutto incentrato sul concetto di 'America First' e con pochissimi riferimenti alla politica estera. "Niente mi ha sorpreso del discorso di Trump. Governerà seguendo le politiche che ha delineato durante la campagna elettorale. Un errore che si fa spesso su Trump è pensare che non creda davvero a ciò che dice, mentre in realtà ci crede pienamente. E, con questo mandato, intende portare avanti le sue idee", ritiene Ross.
"Per quanto riguarda gli affari esteri, non facciamoci illusioni: Trump è stato molto chiaro nel suo discorso. 'America first' significa che, tra i 196 Paesi del pianeta, gli Stati Uniti sono l'unico che gli importa davvero - conclude - Non crede nelle alleanze tradizionali e ogni azione nel campo degli affari esteri sarà volta a massimizzare gli interessi individuali dell'America, indipendentemente dalla natura dei rapporti con gli altri Paesi". (di Piero Spinucci)
Esteri
Stati Uniti, sparatoria in un liceo: colpisce due studenti,...
Uno studente avrebbe aperto il fuoco nella mensa di una scuola a Nashville
Paura negli Stati Uniti. Nella mensa di un liceo di Nashville è stato aperto il fuoco, colpendo almeno tre studenti, con l'attentatore che ha poi rivolto l'arma contro di sé e si è sparato, ferendosi. Lo riferiscono i media americani.
Il distretto scolastico ha comunque comunicato che "la persona responsabile della sparatoria non è più una minaccia", spiegando che la Antioch High School è in lockdown. Secondo quanto reso noto dalla polizia è stato sempre uno studente della Antioch High School, che ha circa 2mila iscritti, ad aver aperto il fuoco.
La polizia ha poi confermato che vi sono tre persone ferite, compreso il sospetto che si è sparato, ma non sono state fornite altre notizie sulle loro condizioni. Un pastore locale ha scritto su X che "l'aggressore si è sparato alla testa di fronte a mia figlia", secondo quanto riporta il New York Post.
Esteri
Trump e la lettera di Biden: “Il mondo ci guarda,...
Il neo presidente ha letto il tradizionale messaggio lasciato dal suo precedessore
Il presidente americano Donald Trump ha svelato a Fox News il contenuto della lettera che il predecessore Joe Biden gli ha lasciato prima di abbandonare lo Studio Ovale, all'inizio della settimana. La lettera, che Trump ha trovato all'interno del Resolute Desk dopo il suo insediamento il 20 gennaio, è indirizzata al "Caro Presidente Trump" e recita come segue: "Nel congedarmi da questo sacro ufficio, auguro a lei e alla sua famiglia tutto il meglio per i prossimi quattro anni. Il popolo americano - e i popoli di tutto il mondo - guardano a questa casa per la stabilità nelle inevitabili tempeste della storia, e la mia preghiera è che i prossimi anni siano un periodo di prosperità, pace e grazia per la nostra nazione".
"Che Dio vi benedica e vi guidi come ha benedetto e guidato il nostro amato Paese fin dalla sua fondazione", si legge. La lettera era firmata "Joe Biden" e datata 20 gennaio 2025. Prima di svelarla pubblicamente, Trump aveva già parlato del contenuto della busta, su cui era scritto il numero "47". "Era una lettera molto bella - aveva detto ai giornalisti - Era un po' come una lettera di ispirazione. Goditela. Fai un buon lavoro. Importante, molto importante, parlava di quanto è importante il lavoro". "È stato positivo per lui, scriverla - ha continuato Trump - Ho apprezzato la lettera".
La tradizione presidenziale di lasciare una lettera al proprio successore iniziò nel 1989, quando il presidente Ronald Reagan lasciò la Casa Bianca dopo due mandati, e gli subentrò George H. W. Bush. La tradizione è poi proseguita con i presidenti Bill Clinton, George W. Bush, Barack Obama, Trump e Biden. Quattro anni fa, Biden aveva definito quella del suo predecessore una "lettera molto generosa", ma ne ha sempre tenuto privato il contenuto.
Esteri
Trump, ecco il vero cerchio magico: dalla ‘ragazza di...
Dietro le quinte opera il team ristretto del presidente con Susie Wiles ai comandi
Dalla campagna elettorale fino all'insediamento di lunedì, Donald Trump è sempre stato circondato in pubblico da familiari, consiglieri - con Elon Musk in pole position - e onnipresenti finanziatori. Ma esiste un altro cerchio magico del presidente, che rimane più dietro le quinte e ora costruirà il 'Trump 2.0'. A cominciare da Susie Wiles, l'invisibile architetta della vittoria elettorale di Trump che ora guida, prima donna della storia, con lo stesso pugno di ferro lo staff della Casa Bianca.
Trump si fida ciecamente di quella che i media definiscono "la più temuta stratega d'America", e che lui ha chiama "la ragazza di ghiaccio", che, soprattutto, si fa rispettare dalle diverse fazioni del mondo Maga. Armata di questo, ricorda Politico, Wiles intende scongiurare il caos e le guerre intestine che hanno caratterizzato la prima Casa Bianca di Trump, svolgendo un ruolo di 'gatekeeper' dello Studio Ovale, per filtrare e limitare gli accessi al presidente.
Chi è Susie Wiles
Ruolo che la 67enne madre e nonna della Florida riesce a svolgere senza dare al tycoon l'impressione di una 'tutela', cosa che, insieme all'attitudine a restare dietro le quinte, le ha permesso di rimanere per tutte e tre le campagna presidenziali al fianco di Trump. Una dote su cui punta per 'sopravvivere' il più a lungo possibile nella posizione in cui durante il primo mandato di Trump si sono avvicendate quattro persone.
Anche perché Wiles al suo fianco avrà un vice ingombrante, Stephen Miller, che si conferma nella nuova amministrazione anche nel ruolo di architetto delle più controverse politiche sui migranti, come già avvenuto nel primo mandato. Alla Casa Bianca quindi lui rappresenterà il nocciolo dell'ideologia trumpiana, ed avrà dalla sua di conoscere già, a differenza dei tanti nuovi ingressi nel team Trump 2.0, come funziona la macchina della West Wing.
Senza contare che Miller è quello che in America chiamano un 'true believer', un fervente sostenitore dell'agenda nazionalista e populista del presidente, fino al punto di accettare le critiche e condanne pubbliche che arrivarono, quando durante il primo mandato si chiudevano i confini a perseguitati in fuga da guerre e regimi e si chiudevano i bambini nelle gabbie, dai suoi familiari che gli ricordavano la storia dei suoi antenati ebrei arrivati in America per sfuggire i pogrom russi.
La nuova portavoce
Il volto e la voce della nuova Casa Bianca di Trump sono quelli di Karoline Leavitt, che con i suoi 27 anni è la più giovane portavoce di un presidente della storia. Anche lei si è fatta le ossa nella prima Casa Bianca di Trump, dove era assistente press secretary, distinguendosi per la capacità di difendere con forza anche le più controverse misure del tycoon, ma allo stesso tempo giocare la carta della cordialità con i giornalisti, in passato definiti dal suo 'boss' "nemici dello Stato".
Un'altra figura importante della nuova Casa Bianca è Natalie Harp, anche lei bionda e giovane, ha 33 anni, considerata una sorta di ombra del tycoon che l'ha soprannominata la "human printer", la stampante umana, dal momento che l'ex giornalista di Fox News porta sempre con sé nella borsa l'apparecchio elettronico portatile per stampare copie cartacee, preferite dall'anziano presidente per leggere notizie e altri documenti.
Per questo lei viene considerata la 'gatekeeper numero uno', visto che se qualcuno vuole far arrivare determinate informazioni a Trump deve passare da lei. La sua fedeltà al presidente è totale, anche perché ritiene che una legge passata da lui nel 2018 le ha permesso di accedere ad una sperimentazione contro il cancro alle ossa.
Un'altra figura poco nota avrà un ruolo cruciale alla Casa Bianca, Sergio Gor, direttore dell'ufficio personale del presidente che avrà il compito monumentale di installare migliaia di nominati politici in tutta l'amministrazione, obiettivo strategico per la crociata contro 'deep state' e 'palude' del Trump 2.0. E per un lavoro che sulla carta appare poco 'sexy', è stato scelto una sorta di divertente animatore del cerchio magico di Trump, fondatore con Trump jr di una casa editrice che ha pubblicato i libri del padre e, soprattutto, nel tempo libero Dj dei party Maga organizzati negli ultimi quattro anni a Palm Beach.