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A Saronno pazienti in dialisi ai fornelli con chef e menu ‘da stelle’
Show cooking organizzato da Asst Valle Olona e Centro di formazione Ial Lombardia. Il messaggio di chef Chicco Cerea (Da Vittorio), che racconta l'esperienza del papà: "La buona cucina vi è vicina, servirebbe un ricettario"
Light e 'stellata'. Può avere entrambe le qualità la dieta di una persona in dialisi. Parola di chi di stelle se ne intende. Lo chef del ristorante 'Da Vittorio' a Brusaporto, Enrico 'Chicco' Cerea, lo racconta in un video inviato oggi in occasione di uno Show Cooking per pazienti in dialisi, organizzato nel Centro di formazione professionale Ial Lombardia a Saronno. Un'iniziativa nata proprio dalla collaborazione tra l'Asst Valle Olona e l'ente formativo. Dieci i pazienti che hanno avuto l'occasione di stare in cucina con gli allievi dello Ial, sotto la guida degli chef Irene Gabucci e Marco Di Salvia, e la promessa del 3 stelle Michelin Chicco Cerea di lavorare con lo Ial a un nuovo ricettario 'dedicato' e di fare tappa a Saronno.
"Vi sono molto vicino e sono vicino a questo tema - è la testimonianza personale condivisa da Cerea nel videomessaggio di saluto - perché papà Vittorio è stato dializzato per lungo tempo, prima di avere fortunatamente il trapianto di rene. E noi l'abbiamo accudito e coccolato. Lui era comunque abituato a una cucina gourmet e quindi posso dirvi che anche per i nostri amici dializzati qualcosa di bello e di buono" ai fornelli "si può e si deve fare", assicura lo chef del ristorante tristellato bergamasco, offrendo anche qualche prezioso consiglio per riuscirci. Per esempio - come spiegato dal direttore della Nefrologia dell'Asst, Maria Rosa Caruso - la dieta per questi pazienti deve avere "poco sodio, poco potassio, poco fosfato". E' vero che il potassio "è molto presente nelle nostre verdure, soprattutto d'inverno - osserva Cerea - ma per perderne circa il 40% basta" ad esempio "prendere dei broccoli, tagliarli a pezzi, sbollentarli, portarli a cottura senza sale e farne una purea con abbondante olio, sopra metterci due filetti di sogliola con qualche goccia di limone e avrete un signor piatto. Questo per dire che possiamo fare tante cose, dovremmo forse sviluppare un ricettario - conferma - Sappiate che la buona cucina vi è vicina e può farvi dei piatti deliziosi".
Lo spirito dell'iniziativa era proprio questo: "Mettere nel piatto la prescrizione del medico", si legge nella presentazione, con gusto e passando dalla teoria alla pratica delle ricette. "La nutrizione come parte della cura e della prevenzione", evidenzia il direttore generale dell'Asst Valle Olona, Daniela Bianchi, che ha aperto l'evento nella struttura di via Carlo Marx alla presenza dell'amministratore delegato di Ial Lombardia, Matteo Berlanda, insieme al primario Caruso e al direttore sanitario Stefano Schieppati, ai pazienti in cura nell'azienda ospedaliera e agli allievi del centro di formazione. Oggi Ial Lombardia conta circa 1.600 studenti (600 iscritti solo a Saronno) e numeri in crescita, tanto che a marzo sarà inaugurata nelle prossime settimane una nuova sede.
La terapia nutrizionale in dialisi - descrivono gli esperti - necessita di una complessa gestione dei vari nutrienti, che si realizza attraverso la conoscenza della composizione e delle proprietà degli alimenti, oltre all'adozione di metodiche di preparazione e di cottura, che permettono di realizzare un'alimentazione gradevole nonostante le necessarie limitazioni. Le ricette condivise oggi - insalata di pollo per l'antipasto, un primo piatto di penne alle verdure, filetto di branzino e pomodorini come secondo e per finire frutti di bosco e sorbetto - puntano a questo obiettivo.
La ricetta di cucina - osservano i promotori nella presentazione dell'iniziativa - diventa per il professionista, dietista-nutrizionista e nefrologo, uno strumento educativo e per il paziente un modo per imparare a gestire la propria alimentazione. Il dietista sostituisce gli ingredienti meno adatti al paziente con altri più vantaggiosi, e suggerisce procedure di preparazione e cottura che rendono la pietanza idonea alla sua situazione clinica, pur rimanendo gradevole al gusto e piacevole alla vista. "Il paziente, una volta appreso il perché delle modifiche e come realizzarle, sarà in grado di trasferirle su moltissime altre ricette e di gestire, in maniera autonoma, la propria alimentazione, variando la dieta nel rispetto delle indicazioni di una corretta alimentazione nella malattia renale", si legge.
Su questo fronte, rimarcano gli esperti, "il lavoro di squadra è sicuramente la carta vincente. La collaborazione di chef, dietisti, nutrizionisti, nefrologi, pazienti e caregiver nella realizzazione di ricette appetibili, nel rispetto delle problematiche nutrizionali del paziente in dialisi, è indispensabile per assicurarsi la massima aderenza e ottenere tutti i benefici che la terapia dietetica, correttamente applicata, può offrire e garantire ai nostri pazienti un miglioramento della qualità di vita".
"Un onore ospitare una iniziativa come questa - conclude l'Ad Berlanda - L'impegno nostro è di promuovere questo tipo di cultura condivisa in sinergia con il territorio. Lavoriamo insieme perché questa attenzione venga estesa nel curriculum formativo delle scuole".
Un'esigenza che incontra un problema concreto e di dimensioni significative: oggi "il 10% della popolazione mondiale è affetta da insufficienza renale", spiega Caruso, super esperta della materia. E i numeri sono "in crescita". In Italia si contano "più di 4 milioni di nefropatici e il trend è in aumento". I pazienti dializzati nel Paese raggiungono quota 45mila. Evitare la malnutrizione" è cruciale, conclude Caruso, perché questo è un fattore che aumenta "il rischio di morte nel dializzato". Mai come in questo caso, è dunque il messaggio, il cibo può essere una potente medicina. Ippocrate docet.
Salute e Benessere
Salute, con diabete rischio cuore più che raddoppiato
Diabetologi Sid: "Legame con patologie cardiache tempesta perfetta, tra sfide più significative per clinici di oggi"
Il legame tra diabete e patologie cardiache per il sistema cardiovascolare rappresenta una "tempesta perfetta". Per i diabetologi "è tra le sfide più significative che i clinici di oggi sono chiamati ad affrontare", perché per il paziente diabetico "il rischio cardiaco è più che raddoppiato". E' quanto emerge dal meeting della Società italiana di diabetologia (Sid) 'Update of the 2023 Esc Guidelines for the management of cardiovascular disease in patient with diabetes: toward a cardio-metabolic- renal approach', in programma oggi e domani a Roma. Al centro dei lavori: le linee guida della Società europea di cardiologia (Esc) pubblicate nel 2023 sulla gestione delle malattie cardiovascolari nei pazienti diabetici, che arrivano in un momento cruciale, mentre la prevalenza di entrambe le condizioni continua a crescere a livello globale.
L'incontro - riporta una nota della Sid - esplora i nuovi studi e rappresenta un dinamico cambio di paradigma nella gestione integrata del paziente, dove la prevenzione cardiovascolare diventa parte inscindibile della cura del diabete fin dalla diagnosi. Con oltre 60 milioni di europei che convivono con il diabete e un rischio di eventi cardiovascolari da 2 a 4 volte superiore rispetto alla popolazione generale, queste raccomandazioni ridisegnano il percorso terapeutico introducendo approcci innovativi basati sulle più recenti evidenze scientifiche.
Le nuove linee guida Esc - si legge - offrono ai clinici strumenti pratici per affrontare quella che è stata appunto definita una tempesta perfetta per il sistema cardiovascolare. L'update delle linee guida 2021 consacra il ruolo degli inibitori del co-trasportatore 2 di sodio-glucosio (Sglt2) nella terapia dello scompenso cardiaco. E' stato dimostrato che i recettori Sglt sono presenti anche a livello miocardico, dove svolgono il ruolo di modulatori del metabolismo cardiaco che è alterato nella cardiomiopatia diabetica. I farmaci che inibiscono il trasportatore Sglt2 sono attualmente indicati anche per pazienti che presentano sia diabete mellito di tipo 2 che patologia renale cronica, con l'obiettivo di diminuire la probabilità di sviluppare scompenso cardiaco.
"Il ritmo incalzante della ricerca cardiovascolare non conosce pause, e per fortuna direi - afferma Massimo Federici, co-presidente della Task force sulle linee guida Esc 2023 - Ogni mese, centinaia di nuovi studi ridefiniscono la nostra comprensione del complesso rapporto tra diabete e malattie cardiache e renali, portando la comunità scientifica a un continuo processo di revisione e aggiornamento. Tanto che le linee guida raccomandano uno screening sistematico per il diabete in tutti i pazienti con malattie cardiovascolari e non solo viceversa. In questo scenario dinamico, la persona con diabete va valutata da più angolazioni e con un approccio multidisciplinare che tenga conto delle comorbidità esistenti e quelle da prevenire".
"Le nuove direttive sulla gestione delle patologie cardiovascolari nelle persone con diabete sono state elaborate considerando che chi soffre di diabete tipo 2 presenta una probabilità più che doppia di sviluppare problemi cardiovascolari rispetto alla popolazione non diabetica - interviene la presidente di Sid, Raffaella Buzzetti - Secondo le attuali linee guida, tutti i pazienti con questa duplice condizione dovrebbero essere trattati con farmaci inibitori Sglt2 e/o agonisti Glp-1 per diminuire il rischio di eventi come infarto e ictus, ma anche insufficienza cardiaca e malattie delle arterie periferiche. Raccomandazione che prescinde dai livelli di glucosio e dal trattamento antidiabetico in corso".
"Gli agonisti del recettore del Glp-1 (Glp1-Ra) offrono numerosi vantaggi per la salute del sistema cardiovascolare - conclude Riccardo Bonadonna, presidente eletto Sid - In primo luogo, questi medicinali contribuiscono a ottimizzare diversi parametri cruciali per la salute cardiaca, come i livelli di zucchero nel sangue, i valori pressori e il quadro dei grassi circolanti. Esercitano anche un'azione diretta sull'apparato cardiovascolare, contrastando i processi infiammatori nell'organismo come l'arteriosclerosi. Inoltre, potenziano la capacità dei vasi sanguigni di funzionare correttamente, benefici che vanno oltre la capacità di favorire la diminuzione del peso corporeo per cui sono noti".
Salute e Benessere
Salute: insonnia causa-effetto di ansia e depressione,...
"Ma attenzione allo switch tra farmaci", dai neuropsicofarmacologi Sinpf il primo documento di consenso
L'insonnia può essere causa ed effetto di malattie come ansia, depressione e disturbo bipolare. E siccome queste patologie condividono con i problemi di sonno meccanismi patogenetici simili, in alcuni casi è possibile contrastare insonnia e malattie mentali con un'unica strategia terapeutica o addirittura con un solo farmaco attivo sull'orexina, neurotrasmettitore che regola il nostro orologio biologico. Lo spiegano gli esperti della Sinpf, la Società italiana di neuropsicofarmacologia, riuniti a Milano per il loro XXVI Congresso nazionale. Ma attenzione, avvertono: 'switchare' da un farmaco all'altro, o aggiungere un nuovo medicinale a un trattamento in corso, può avere delle conseguenze e quindi servono gradualità accorgimenti specifici. Quali? La Sinpf farà chiarezza in un documento di consenso, il primo sul tema in Italia e in Europa, in corso di pubblicazione sulla rivista 'Sleep Medicine'.
"Si definisce insonnia l'insoddisfazione per la quantità o la qualità del sonno, associata alla difficoltà nell'iniziare e mantenere il sonno da almeno 3 mesi - spiega Claudio Mencacci, direttore emerito di Psichiatria all'Ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente Sinpf - Il sonno risulta pertanto perturbato da frequenti risvegli o da problemi di riaddormentamento dopo i risvegli, con un conseguente impatto sulle ore diurne: sonnolenza, iperattività e un generale peggioramento della qualità della vita sono le conseguenze più evidenti. Oltre un terzo della popolazione mondiale è colpita da insonnia e/o disturbi del sonno, il 20% in Italia, in molti casi in forma cronica: sintomi persistenti nell'80% dei casi dopo 1 anno dalla diagnosi e nel 60% dei casi a 5 anni".
Ma le 'notti bianche', sottolineano i neuropsicofarmacologi, possono essere ulteriormente aggravate dalla co-presenza di disturbi psichiatrici o psicoemotivi, in prevalenza depressione e ansia. "Molti disturbi del sonno, in particolare l'insonnia, si presentano frequentemente in comorbilità con ansia, depressione e disturbo bipolare, instaurando una relazione bidirezionale che amplifica la sofferenza del paziente - afferma Matteo Balestrieri, già ordinario di Psichiatria all'Università di Udine e co-presidente Sinpf - L'insonnia non è solo un sintomo, ma può anche agire come precursore o fattore scatenante di disturbi psichiatrici. Studi clinici hanno evidenziato che l'insorgenza di insonnia aumenta significativamente il rischio di sviluppare, nel breve termine, condizioni come depressione maggiore o disturbi d'ansia. Questo la rende un fattore predittivo e perciò importante campanello d'allarme in ambito clinico".
Alla luce di quanto illustrato - evidenziano gli esperti Sinpf - approcci come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (Cbt-I), modifiche dello stile di vita e interventi farmacologici mirati (i Dora o antagonisti duali dei recettori dell'orexina, le benzodiazepine e gli Z-drugs) possono non solo migliorare la qualità del sonno, ma anche influenzare positivamente l'andamento e la prognosi dei disturbi mentali associati. "Integrare il trattamento dei disturbi del sonno nei piani terapeutici di pazienti con disturbi psichiatrici può quindi offrire un beneficio bidirezionale, migliorando il benessere complessivo e riducendo il rischio di ricadute o cronicizzazione della malattia mentale", rimarcano Mencacci e Balestrieri.
Di recente - ricorda la Sinpf - le linee guida europee hanno suggerito come farmaco di prima scelta il daridorexant, un antagonista dell'orexina, che blocca l'attività del neurotrasmettitore a livello dei suoi 2 recettori più importanti. "Il trattamento dell'insonnia con un farmaco regolatore dell'orexina potrebbe avere un ruolo importante anche in psicopatologia - conferma Laura Palagini, psichiatra e responsabile dell'Ambulatorio per il trattamento dei disturbi del sonno dell'Azienda ospedaliero universitaria di Pisa - Per questo sono stati condotti alcuni studi naturalistici in pazienti con disturbi d'ansia, depressivi bipolari e unipolari, e in pazienti con disturbo da uso di ipnotici-sedativi, che hanno dimostrato che l'uso di daridorexant può migliorare non solo i sintomi di insonnia, ma anche d'ansia e dell'umore, permettendo la riduzione dei farmaci ipnotico sedativi".
Poiché però l'insonnia ha un andamento cronico, nella pratica clinica si pone il problema di come lasciare un precedente trattamento, o di come passare da una terapia e l'altra, o di come combinare i farmaci anti-insonnia attualmente consigliati. "La sospensione di farmaci ipnotico-sedativi richiede specifici accorgimenti - precisa Palagini - e una riduzione graduale in associazione con terapie cognitive, con altre recenti terapie farmacologiche (farmaci come i Dora, o gli agonisti della melatonina o i modulatori del Gaba). Questo può aiutare il clinico e il paziente nei processi di cura e regolarizzazione di un buon sonno". Servono dunque indicazioni chiare e puntuali e "questo è esattamente quello che intende fornire il nuovo documento di consensus: una guida utile per gli specialisti - concludono i vertici Sinpf - con l'obiettivo di aiutare i pazienti a ottenere benefici di efficacia e sicurezza contro l'insonnia e le altre patologie psichiatriche collegate o concomitanti".
Salute e Benessere
Sanità, convenzione Fnopi Sanitassicura e Assinfermieri su...
Per la tutela degli operatori anche da aggressioni e malattie professionali
Tutelare gli infermieri sul piano assicurativo e dai rischi più diffusi e attuali della professione. Nasce su questi presupposti la nuova polizza in convenzione tra Fnopi e Assinfemieri e Sanitassicura (Consulcesi Group). La polizza prevede un ampio ventaglio di soluzioni che non si limitano a rispondere ai dettami della Legge Gelli in tema di responsabilità civile. La copertura è infatti estendibile anche ai rischi più insidiosi della professione come le aggressioni e le malattie contratte durante lo svolgimento delle proprie mansioni. La proposta di Assinfermieri (divisione di Assimedici) e di Sanitassicura con AmTrust Assicurazioni S.p.A. è stata ufficializzata dalla Fnopi e arriva proprio nel momento cruciale della scelta della nuova polizza assicurativa visto che dallo scorso 31 dicembre sono decadute tutte le coperture. La polizza in convenzione ha tra i suoi punti di forza: retroattività illimitata, assenza di franchigia e scoperto, postuma decennale e apertura del sinistro fin dalla comunicazione prevista dall'art. 13 della Legge 24/2017.
Inoltre - riuferisce una nota - la sottoscrizione, garantisce l’iscrizione gratuita a Consulcesi Club con 10 crediti Ecm in modalità Fad (Formazione a distanza). Un’ulteriore opportunità per completare il proprio fabbisogno formativo, tenendo in considerazione che quest’anno scade il triennio formativo e chi non sarà in regola (almeno con il 70% dei crediti) rischia di vedersi negata la copertura assicurativa, rimanendone scoperto in caso di contenzioso. Questo per effetto del decreto attuativo della legge Gelli-Bianco emanato lo scorso anno.
Tornando alla soluzione assicurativa, proposta da Assimdedici e Assinfermieri, si tratta di una polizza di Rc professionale riservata esclusivamente agli iscritti Fnopi. È idonea a soddisfare le esigenze assicurative di tutti gli iscritti - si legge - adeguata alla Legge Gelli, a quanto previsto dal decreto 15 dicembre 2023 numero 232 e alla normativa vigente in funzione delle attività svolte e dal rapporto contrattuale dell'iscritto. L'adesione alle polizze avviene tramite la piattaforma dedicata https://infermieri.sanitassicura.it dove gli iscritti possono accedere a tutti i dettagli e attivare le garanzie desiderate. Per ulteriori informazioni, il servizio di assistenza clienti è disponibile dal lunedì al venerdì (8 – 20) e il sabato (9 – 17), contattando il numero 06.45209713 o scrivendo a info@sanitassicura.it.